Manzoni vuol rappresentare nel romanzo la lotta fra bene e
male, perciò i personaggi appartengono ai due diversi
schieramenti di coloro che agiscono positivamente o negativamente
nella storia.
Alcuni hanno una loro matrice storica,
come la monaca di Monza o il cardinale Federigo Borromeo, altri,
come Renzo e Lucia, sono stati creati dalla penna del Manzoni e
hanno soltanto una costruzione letteraria verosimile.
"Non a dispetto, come si dice, dei suoi presupposti morali e polemici, sì proprio in virtù di quei presupposti, il romanzo è una gradevole opera di poesia, la cui validità si commisura, come è proprio dei capolavori, in rapporto all'ampiezza dell'orizzonte culturale e alla sua attitudine a comprendere e a modificare la complessa realtà di una epoca e di una civiltà determinata. Polemico è già il nucleo primo dell'invenzione: quel porre al centro del racconto ed elevare a simboli della dignità umana conculcata, ma insopprimibile, un filatore e una contadina, quello spostare l'attenzione dai personaggi degli eroi e dei grandi alla gente umile e anonima, che a molti dei contemporanei, e perfino a un Tommaseo, apparve atteggiamento paradossale e deprecabile; e un lievito di insistente polemica, in cui affiorano tenaci i motivi antifeudali e antiumanistici della cultura lombarda settecentesca, accompagna e sottolinea, ora ironica, ora sdegnosa, la rappresentazione sempre calda di affetto e di pietà della vita dei poveri, svela, sotto il fasto pesante del cerimoniale, gli idoli di orgoglio e di crudeltà, di boria e di violenza che ispirano la condotta e regolano il costume dei ceti dominanti; scopre, illuminandolo di luce cruda, l'oscuro fondo di cupa tetraggine, di simulazione, di aridità o di vigliaccherìa, dei personaggi d'autorità, tirannelli e politiconi, prelati di mondo e avvocati azzeccagarbugli, nobili puntigliosi o ridicoli e pedanti, bigotte con la loro smania di filantropìa invadente ed inutile e grandi signore depravate e perverse; suscita ad ogni passo la satira pungente di una società con i suoi pregiudizi e le sue superstizioni, i suoi riti artificiosi e la sua cultura scolastica, nonchè della politica in sè e di coloro che l'incarnano, dell'immortale ragion di stato, dei "motivi d'interesse e riputazione", a cui i governanti ubbidiscono, procedendo ora con grossolana violenza, ora con imperizia, con stoltezza sempre, incuranti della miseria, della fame, del "sangue de' poveri"."
(Natalino Sapegno da "Ritratto di Manzoni e altri saggi")
Benchè Manzoni, nel discorso "Del romanzo storico"
assuma come tesi che il romanzo storico sia un genere ibrido e
quindi di scarso valore letterario, i Promessi Sposi sono un
romanzo storico in accordo con tutti i principi accolti per
questo genere.
Storico è lo sfondo nel quale l'azione si svolge e storici sono
gli avvenimenti descritti, come la carestia, la guerra,
l'epidemia di peste.
Anche alcuni personaggi hanno una certa consistenza storica.
Sembra che Padre Cristoforo
si possa identificare con un certo Picenardi da Cremona, mentre
sicuramente storica è la figura del gran Cancelliere Ferrer, come
pure reale è il personaggio di Federigo Borromeo.
Nell'Innominato
si adombra Bernardino Visconti e la monaca di Monza, Gertrude , è pure una
figura reale, Virginia di Leyva.
Personaggi di invenzione sono invece i protagonisti, Renzo, Lucia, e molti personaggi
di contorno come Agnese,
Don Abbondio, Perpetua, Don Rodrigo, il Griso, il Nibbio e gli altri.
Il genere letterario del romanzo storico si diffuse con le opere, di grande successo, di Walter Scott, il romanziere scozzese che descrisse con eccezionale ricchezza di immaginazione alcuni momenti della storia del suo paese.
Lucia | Renzo |
---|---|
Agnese | Don Abbondio |
Padre Cristoforo | Federigo Borromeo |
La monaca di Monza | Perpetua |
Don Rodrigo | L'Innominato |