Il Conte Attilio |
Il conte Attilio, giovane cugino di Don Rodrigo, appare come un
uomo assai più cinico e determinato del suo tracotante parente,
il quale in più occasioni si mostra indeciso e combattuto, e,
spesso, irresoluto nel male §.
Dopo la visita al castello di Padre
Cristoforo, è lui a solleticare l'orgoglio e a
stuzzicare la vanità ferita del signorotto, ricordandogli che la
scommessa che hanno fatto riguardo a Lucia
sta per scadere, e a sottolineare il fatto che il cappuccino è
venuto a fare da padrone in casa altrui §.
Dopo una notte in cui Don Rodrigo si tormenta senza riuscire a
far sbollire la sua rabbia, sgomento a causa della paura
dell'indefinibile castigo minacciato da Cristoforo, è Attilio a
proporre di mettere l'affare nelle mani del Conte zio §, che,
dall'alto della sua potenza, grazie alle sue amicizie altolocate,
potrà risolvere facilmente il problema facendo rimuovere dal suo
incarico il cappuccino.
Egli si dimostra un politico molto più freddo e determinato di
Don Rodrigo quando, vedendo il cugino preoccupato di essere
coinvolto nelle chiacchiere che la gente avrebbe fatto sulla
"notte dei sotterfugi", si offre di parlare lui stesso
col podestà di Lecco per mettere tutto a tacere.
Le sue armi sono la canzonatura e l'acre ironia, con la quale
riesce a mandare in bestia Don Rodrigo. Il suo ridente cinismo
colpisce anche Lucia, che
ricorda chiaramente come, accanto al signorotto che per via l'ha
così offesa, ce ne fosse un altro che rideva e la prendeva in
giro §.
Il suo modo di presentare la vicenda al conte zio è un
capolavoro di strategia e di menzogna, che alterna la tattica
della lusinga e dello stravolgimento dei fatti con mezze verità
e mezze bugìe §.
Quando egli muore di peste, il discorso buffonesco che Don
Rodrigo tiene ad un gruppo di buontemponi in suo ricordo è il
suo degno epitaffio.