CAPITOLO XVII selezione di brani dal testo |
Dopo aver ascoltato come il mercante ha travisato la sua
storia narrandola agli avventori dell'osteria, Renzo, è preso
dai desideri contrari di correre e di star nascosto.
Per quanto stia facendo buio, sceglie di continuare il viaggio
seguendo una stradina fuori mano e, lungo la via, rimugina fra
sè tutte le frottole che ha sentito raccontare sulla sua persona
e le ribatte al mercante una per una nella sua mente.
Preso da questa diatriba silenziosa, non si accorge che si è
fatto buio e che si trova solo nella notte, accarezzato da una
brezzolina fredda che lo fa sentire ancor più stanco.
Per prudenza, non bussa a nessuna porta e si ritrova in una
distesa brulla, intervallata da felci e cespugli.
Stremato, si chiede se non sia meglio
tornare indietro, quando comincia a sentire il fruscio
dell'acqua corrente. E' l'Adda. Renzo, stanco e sul punto di disperare, avverte quel mormorio come un miracolo e il sangue riprende a scorrergli nelle vene. Si affaccia alla riva, dove le acque brillano al chiarore della luna, e lascia vagare lo sguardo di fronte a sè, dove si allarga una pianura intervallata qua e là da case e da paesi. |
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Sui colli, nella distanza, vede una macchia bianca,
probabilmente Bergamo.
Per attraversare il fiume dovrà aspettare l'alba. Intanto trova
ricovero in una capanna e, dopo aver ringraziato Dio di potersi
distendere per il sonno in uno stato d'animo tanto diverso dal
giorno precedente, si addormenta.
Nel sonno, una treccia nera ed una barba bianca gli riportano
alla mente Lucia
e Padre Cristoforo,
quindi gli appare Agnese,
per lui, orfano, una seconda madre.
All'alba, Renzo ridiscende all'Adda e trova al fiume un pescatore
con la sua barchetta.
Traghettato sull'altra sponda, il giovane si sente finalmente al
sicuro, ma, allo stesso tempo, è colto dai ricordi della sua
terra, che rappresenta tutto il passato e gli affetti, da cui è
allontanato da "una forza perversa".
Chiede subito la via per il paese di Bortolo e, spesso,
incontra lungo la via dei poveri.
Per non doversi presentare male in arnese al cugino, entra in
un'osteria per rifocillarsi. Poi, ripreso il cammino e parlando
con sè stesso, giunge dal parente, il quale sembra godere di una
certa prosperità.
Viene accolto molto affettuosamente e, per un po', dimentica i
guai.