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I Forum di Gnomiz
Il Gioco della Parola, della Memoria e dell'Invenzione


La Rete Forata

Crocicchio, Bivio, Ponticello e Quadrivio.
Vi segnala i "meglio Forum" sulla Rete.

Solo Martiri per Annacarla di Luigi Granetto
Cari gnomizzisti, la maniera per soccombere onorevolmente ad Annacarla Albertini, sopportando sberleffi, berline e i versi accoltellati di Marco Otto, è il martirio.
Solo quest'antica pratica del testimoniare comportamenti antagonisti, vi darà la gloria di vincere-perdendo.
Scrive la Nostra: "che cosa aggiunge alle parole sapere che chi scrive è un uomo, una donna, oppure un dromedario?"
Rispondo che aggiunge ciò che le parole raramente possiedono: l'allusione alla dimensione tragica dell'esistenza.
La natura, ci plasma ai suoi voleri, concedendoci pressione alta o mal di fegato, l'uso della sola lingua eschimese o il perfetto trilinguismo fra giapponese, tedesco e inglese, poi, ha il garbo di lasciarci liberi di capire un'unica verità: che lei ha sempre ragione e noi sempre torto. Dicunt, che oltre ai Greci di Paco anche Caterina Caselli cantasse "non sempre si può vincere, bisogna saper perdere", non solo, come è ovvio, per rispondere a quell'assunto filosofico espresso da Orietta Berti "fin che la barca va lasciala andare", ma anche perché la Natura sa invaghire di sé le menti più disarmate.
Per chi s'accorge di percorrere questa verità a senso unico, non è importante essere " toccati dalla grazia dell'umorismo" o "raschiare il barile del repertorio", è importante riuscire ad accorciare la distanza fra l' impotente immaginazione e la sovrastante forza della Natura. Per meritarmi il martirio dirò che la scrittura di Annacarla sopravvaluta il potere dell'immaginazione a scapito dei tesori nascosti nella miseria umana, del facere sacrificium della testimonianza.
Questa sua ben forgiata tracotanza, impedendole la comprensione della genialità degli idioti, della poesia dei conformisti, della profondità degli ignoranti e della fragilità dei violenti, libera in lei il disprezzo - questo si' commovente - per qualche fantasma senza nome che finirà con il rassomigliare solo ad Annacarla medesima.
Cara Annacarla, fuga bachiana o fuga da te stessa ? Variazioni sul tema della coscienza o nascondigli sul tema delle parole?
Sono pronto ad essere lapidato. Luigi Granetto

La Torre d'Avorio di Aldo
Gentile Signora,
Io mi sono innamorato della sua pagina appena l'ho vista. Un colpo di fulmine. E poiche' non trovavo altre cose firmate da Lei, ho chiesto notizie. Mi hanno parlato di un'algida eterea rinchiusa in una torre d'avorio su un monte il cui sentiero e' inaccessibile, perso la' in fondo...
Poiche', si sa, l'organo dell'amore e' la vista, ho fatto quello che fanno tutti gli innamorati che vogliono rivedere l'amata, un classico nel gioco d'amore: chi attira l'attenzione indurendo i suoi muscoli, chi fa la faccia feroce come preso da un tormento come fosse una rata scaduta, chi sorride mostrando la carie la' in fondo, ognuno insomma partecipa inconsapevole al grande gioco della conoscenza. E cosi' come un fiume che scorre, le parole e i concetti che fanno di Lei la Signora del sito, si sono svolte sinuose e fluenti a portare un po' di ristoro a questa anima assetata di belle parole. Tutto qui.
Un po' per gioco e un po' per non morir. Come diceva quella tizia. E qualcosa ho ottenuto. La sua, attenzione, per esempio. E poi ho letto tre suoi interventi in una settimana, e poi ho ascoltato altre opinioni; sono vivo.
L'unico rimpianto, l'unico dolore, la stilettata piu' profonda che lascera' un segno indelebile nella mia anima, quel deodorante al pino che proprio non me lo doveva dire. Mi ha piegato in due. Come morto.
Se e' questo il suo sottile veleno. Se di questo devo perire, e allora sia.
(Fine primo atto)
(Secondo atto)
Deve aver letto frettolosamente la mia prima provocazione perche' a proposito di essere non essere, avevo espresso, un po' brutalmente, un pensiero simile al suo, in modo un po' scatologico ma simile.Per quanto concerne le fotografie di Ciarlo assomigliano alla richiesta del mio Direttore che vuole il mio numero di telefono per parlarmi. Errore.
Godendo del privilegio del "cane sciolto" come Lei ha giustamente definito l'anarchia individualista che mi muove, io scrivo cose che al mio Direttore piacciono da morire, che lui scriverebbe molto meglio, ma che, per una serie di circostanze, non puo' scrivere. Allora ecco che nel momento di massima identificazione, nel tentativo di staccarsi da me, nel tentativo di farmi staccare da lui, chiede il mio numero di telefono per alleggerire il suo smarrimento. E perche' poi?
Viviamo in un epoca di smarrimenti e tranquillizzarci perche' sulla fotografia c'e' quell'altro non porta da nessuna parte.
Beviam l'amaro calice… Con perfetta stima

Il Piacere del Labirinto 7 di Benito Ciarlo
Dal Labirinto (23 gennaio ‘98 )
L’ Ariannatours porta qui periodicamente dei turisti con dei pulmini filoguidati.
Talvolta, qualcuno di loro, affascinato dalle circovuluzioni di questi tetri corridoi ed ignaro di ciò che potrebbe aspettarlo, decide di fermarsi tra noi. Chi prova a dirgli che non si tratta delle grotte di Postumia ne della Reggia di Caserta, viene quasi guardato con malanimo.
Dal Labirinto (24 gennaio ’98 )
Tra i turisti diventati stanziali ve ne sono un paio che non so come definire. Il termine che loro s’attanaglia meglio credo sia "tartaruga". Come quel rettile, entrambi sono dotati di corazza a prova di tutto e, ciò malgrado, hanno voluto la protezione delle mura di Dedalo. Come se non bastasse, si sono costruiti una specie di cassaforte nella quale restano rintanati per la maggior parte del tempo, in silenzio. Sono molto anziani e, uno dei due credo sia anche sordo.
Dal Labirinto (25 gennaio ’98 )
Tipi così, quando mettono la testa fuori dal guscio provocano la curiosità di tutti. Forse diranno qualcosa, pensiamo. Spesso restiamo delusi, perché, o non parlano, o si esprimono in modo poco comprensibile ; altre volte i loro colloqui (quasi mai discutono con gli altri) suscitano un po’ di buonumore anche in noi, disabituati a ridere. Ieri sera, ad esempio, in circa tre ore hanno scambiato, intercalate da pause lunghissime, queste poche frasi :
" .... Però, il Papa, che coraggio ! S’è fatto paracadutare su Cuba... Mi chiedo come avrà fatto, anziano com’è a reggere lo sforzo... Come avrà fatto a non restare infilzato dalle agavi che Castro ha seminato su tutta l’isola per prevenire sbarchi di paracadutisti statunitensi..."
"... Cos’hai detto ?..."
"... Boh, non me lo ricordo mica più... non stavamo parlando della Folgore in Bosnia ?..."
"... macchè ! M’era parso d’aver capito che parlavi di Andreotti, come al solito.... Sai che c’è chi scrive che il sindaco di Milano sia...."
"Il sindaco chi ?..."
" L’Albertini, chi senò ?"
"... sia che cosa ?"
"... una femmina !"
"... ma va’ !"
Come vedete, anche qui si discute del sesso degli angeli.
Dal Labirinto (26 gennaio ‘98 )
Ieri sera è improvvisamente impazzito F., ex professore di matematica affetto da labirintite che, accanto al fuoco, ama spiegarmi concetti quali l’infinito geometrico (così diverso, dice, da quello immaginato dal Leopardi o dal Catechismo) e la teoria dei grandi numeri (buona per il superenalotto miliardario).
S’è alzato di scatto e, pestando i piedi per la gioia incontenibile ha gridato "Eureka !". Quasi danzandovi sopra, ha spento il fuoco davanti al quale c’eravamo riuniti per discutere. Subito dopo, apparentemente calmo, ha enunciato solennemente i termini di una improbabile equivalenza : " Granetto sta a Colombo come Aldo sta ad Anna Carla".
Attoniti, lo abbiamo visto zampettare verso l’infermeria per curarsi le ustioni agli arti inferiori.
Dal Labirinto (27 gennaio ’98 )
Sebbene il Labirinto somigli molto ad una succursale dei manicomi di una volta, non si vedono nei corridoi infermieri nerboruti dal ceffo satanico, ne, a memoria di recluso, è stata mai usata la camicia di forza. Ogni tanto, però, i più esagitati spariscono per qualche ora. Si mormora di strane terapie d’urto. Anche F, da stamattina presto è sparito. (Su queste mura i cuculi non costruiscono i loro nidi).
Dal Labirinto (28 gennaio ’98 )
Stasera, il professore, pallido e zoppicante è tornato accanto al fuoco. Dall’espressione vacua dei suoi occhi, capisco quale inferno siano state, per lui, le ultime trentasei ore. Per delicatezza non gli pongo domande anche se, naturalmente, la curiosità mi rode. Vado via presto, perché il povero F. mi fa pena, ricorda un albero d’inverno.
Un bene informato mi affianca e spiega che, dopo l’exploit dell’altra sera, il professore è stato condotto addirittura al cospetto di Gnomiz, il quale con voce impastata dalla noia pare gli abbia detto : "Basta con le equivalenze, professore !"
Sul tardi, ho rivisto il poveretto che, trascinando i piedi mi siè avvicinato e m’ha farfugliato in un orecchio : " La vita, caro amico, è un’equazione di secondo grado, però, tra le possibili soluzioni non è dato scegliere". Dopodichè ha deciso di fissare il vuoto e di tacere per sempre.

Il Piacer di rubare briciole ai Libri-4 di Benito Ciarlo
...Una amica mia, per uno scellino e mezzo piglia lezioni di francese da un professore veramente francese. Non credo che tu ci avrai la faccia di chiedermi uno scellino e mezzo per impararmi l’inglese come se è francese...
George Bernard Show : PIGMALIONE (Traduzione di Leonardo Bragaglia e Lucio Chiavarelli) -Tascabili Economici Newton Compton
Perché le puttane dovessero essere buffe non lo aveva mai capito.
Ernst Hemingway : ISOLE NELLA CORRENTE (Traduzione di Vincenzo Mantovani) - Mondadori
Lei si chiede cosa succederà alla poesia nel 2000. E’ una domanda pelosa. Se mi capitasse d’incontrare questa domanda in un vicolo oscuro mi farebbe venire una fifa boia e ti saluto.
Pablo Neruda : Per nascere son nato (da : Riflessioni da Isla Negra - Trad. Savino D’Amico) - Edizione Euroclub italia (lic. Sugarco edizioni)
Cantai, or piango, e non men di dolcezza / del pianger prendo che del canto presi 
; Francesco Petrarca : Il CANZONIERE (dal sonetto 229) (L’editore sceglietelo voi stessi).

Poesia per Ciarlo di Aldo
Messaggio per Ciarlo: Il suo ultimo pezzo del labirinto mi ha ricordato una cosa che ho letto tanti anni fa e che faceva pressapoco cosi:

Sono qui in questo guscio
Rinchiuso in una cassa
Dentro a un labirinto
Sopra un isola elettronica
Prigioniera di un computer
Appoggiato sopra un tavolo
Dentro una stanza
Posta nel tunnel
Che porta alla grotta
Dentro il monte
Che sta sulla cima
Del mondo.
Se mi amassi
Verresti a trovarmi.
Bussa quando non ci sono.

 

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