Pietro Verri

Educato, come il Manzoni, nei collegi religiosi dei Barnabiti, degli Scolopi e dei Gesuiti, Pietro Verri si dedicò allo studio della struttura economica dello stato lombardo.
A questo suo interesse per l'economia si devono il "Saggio sulla grandezza e decadenza del commercio di Milano sino al 1750" e le "Meditazioni sulla felicità".
Più concretamente, egli si adoperò per ottenere la riforma del sistema delle ferme, cioè gli appalti delle imposte indirette.
Redattore principale del
Caffè, sollecitò Cesare Beccaria a scrivere "Dei delitti e delle pene" e scrisse a nome di lui, insieme al fratello Alessandro, la "Risposta" alle critiche del p.Facchinei.
Ricoprì varie cariche pubbliche e scrisse molti altri saggi economici e storici, fra cui anche quelle "Osservazioni sulla tortura" (pubblicate nel 1804) che ispirarono al Manzoni tante riflessioni nella stesura della
Storia della Colonna Infame.
Fu un tipico rappresentante del riformismo settecentesco lombardo e si fece ricordare per il suo impegno nello sviluppo delle forze economiche della Lombardia.


L'eredità illuminista ed i modelli letterari