I suoni reali prodotti da questo tipo di strumenti non corrispondono alle note scritte in partitura.
Gli elementi di trasposizione, vennero utilizzati inizialemente, per qugli strumenti a fiato che, prima che fossero inventate le valvole, erano in grado di produrre solo armonici naturali. In quel periodo, un dato strumento serviva come base per la produzione di un intero gruppo di strumenti di diverse dimensioni. Questo permetteva che un unico strumento producesse tutte le note necessarie. Il musicista doveva cambiare strumento ogni volta che doveva produrre tale o tale nota. Il problema, per l'interprete, consisteva nel sapere quale strumento aveva suonato in un determinato istante, per produrre la nota desiderata. Per semplificare le cose, il compositore scriveva la musica come se l'intero brano fosse suonato dallo stesso strumento. Per esempio: un clarinetto in Si bemolle pu≥ facilmente suonare la scala del Si bemolle maggiore; l'interprete muove le dita come per una scala di Do maggiore. Il compositore deve scrivere la parte del clarinetto in una seconda maggiore pi∙ alta del suo suono reale, e l'interprete muove le dita come per uno strumento in Do.
Tutti gli strumenti traspositori vengono suonati per rapporto all'intervallo superiore o inferiore alla nota Do. Per esempio, uno strumento in Mi bemolle avrα un suono pi∙ alto, in misura di una terza maggiore, che quello che compare nella partitura. Alcuni strumenti sono trasposti in ottave. Il contrabbasso suona su una ottava pi∙ grave che lo scritto; il piccolo, una ottava pi∙ alta. Cosi si possono evitare le lineette.
Se tutta l'esposizione si basa unicamente su due tonalitß, tonica maggiore e la sua dominante maggiore, oppure tonica minore e la corrispondente maggiore -- ad esempio, do minore e mi bemolle maggiore nel primo movimento della Quinta sinfonia di Beethoven, la sezione di Sviluppo introduce un compenso presentando una serie di modulazioni nelle quali compaiono le idee musicali sviluppate.