I Forum di
Gnomiz
Il
Gioco della Parola, della Memoria e dell'Invenzione
Crocicchio,
Bivio, Ponticello e Quadrivio.
Vi segnala i "meglio Forum" sulla Rete.
Il Piacere del
Labirinto 10 di Benito Ciarlo
Dal
Labirinto (dal 5 al 14 febbraio 1998 )
5 - Nel tempo della nostra malattia, i problemi dei malati
ci coinvolgono in tutta la loro drammaticità. Ci si accorge,
all'improvviso, di come, anche nel Labirinto, si esageri. Questo
posto ha un unico pregio: quello di proteggere i suoi abitanti da
virus influenzali o da qualsivoglia interferenza esterna, sia di
carattere epidemiologico che culturale. Il nostro granitico
immobilismo è a prova di qualsiasi sollecitazione etica o
meccanica. Ma, come avviene anche all'esterno, guai a fidarsi
delle certezze! A guardar bene, infatti, anche qui abbiamo grossi
problemi. Stare al chiuso genera una malattia tipica che colpisce
i più deboli: una sorta di muffa aggredisce gli organismi e,
pian piano, li consuma. Lo staff del Minotauro, recentemente, ha
messo a punto un antidoto, una specie di somatostacosa, che
produce con parsimonia, in maniera da tenerne elevatissimo il
prezzo. Pur non essendo a tutti gli effetti una casa
farmaceutica, loro sanno che, quando un recluso s'accorge di
mostrare i primi sintomi del mal della muffa, si svenerebbe pur
di guarire subito. La salute pubblica, nel Labirinto, non è un
bene da tutelare, giacché così facendo, il perfido Mino
raggiunge due scopi: vede crescere a dismisura il suo tesoro e
varia pregevolmente la sua dieta. Scegliendo con oculatezza tra i
reclusi, infatti, quando mangia uno dei malati, invece del solito
pezzo di carne cruda ingurgita una mastodontica scaloppina ai
funghi.
6 - Se, parlando, non riesco
ad arricchire il silenzio, è meglio che me ne stia zitto.
7 - Sergio m'ha raccontato
che quando ancora stava all'esterno, non si fidava della medicina
canonica. Ricorreva, infatti, con frequenza, a medici alternativi
del calibro di M.me Chanthal, Gabriel, il Mago d'Arcella e via
discorrendo. La moglie, allora ancora viva, lo tormentava, con
una petulanza degna di Santippe, accusandolo d'essere un
primitivo. E siccome lui capiva che aveva ragione, cercava di
frenarsi. Un giorno lesse da qualche parte che la medicina
ufficiale riconosceva la scienza degli Iridologi e le cure
omeopatiche e, siccome era pieno di malanni prese appuntamento
con uno di loro. L'anticamera era avvolta in un alone misterioso
che di poco differiva da quello dei mediconi consultati
precedentemente. I presenti, sottovoce, narravano mirabilie circa
l'abilità di quel professore: un vero taumaturgo. Quando Sergio
s'accomodò nella piccola poltrona, di fronte al luminare, era in
attesa del miracolo. L'uomo dai capelli candidi prese a
scrutargli l'occhio destro.
- Senta dottore, devo dirle...
- Shhht! Mi lasci lavorare... dunque, vediamo...
- Ma dottore, guardi che...
- Allora, vuol tacere o no?... Lei da piccolo ha sofferto di
emorroidi, s'è rotto il braccio sinistro e ha ricevuto un forte
pugno sul naso, vero o no?
- Vero, ma guardi che...
- L'ulcera gastrica mal curata le procura ancora molti fastidi..
- Sì dottore, ma come fa...?
- Shhht! Vedo che non è ancora guarito nemmeno da quella
pleurite che lo fece restare in ospedale per più di un mese. Non
ha nemmeno smesso di fumare, come si era ripromesso...
Sergio era sbalordito: era la prima volta che quel dottore
parlava con lui e dall'osservazione del suo occhio destro stava
tirando fuori la storia della sua vita.
- Caro signore, ciò che la farà soffrire maggiormente, da
qui a un po', sarà la prostrata: ecco, le prescrivo le cure,
omeopatiche, naturalmente.
- Grazie dottore, ma l'occhio sinistro quando me lo guarda?
- Non è necessario, a me basta osservare un occhio solo.
- Insisto: la prego mi guardi anche l'occhio sinistro, andrò via
più tranquillo.
- E perché mai?
- Perchè se ha visto tutte quelle cose nel destro, che è di
vetro, chissà cos'altro potrebbe notare in quello buono!
8 - Se un gatto nero
t'attraversa la strada, per proseguire, aspetta che ne transiti
uno bianco, oppure affrettati a cambiare mentalità.
9 - Noi del Labirinto,
generalmente, non siamo dei criminali. Soffriamo la luce e il
fragore, perciò cerchiamo la protezione di queste mura. Ciò
malgrado, anche qui esiste e viene applicata tutti i giorni la
pena di morte. Non come in Iran, ove il boia si scaglia
prevalentemente contro i detrattori degli Ayatollah, e neanche
come negli USA, ove invece Mastro Titta se la prende con gli
scavezzacollo minorenni e mongoloidi e non ha riguardo nemmeno
per le donne: qui il malcapitato non sa né se nè perché sia
stato condannato (o forse, sarebbe meglio dire, prescelto). Tutto
dipende, come immaginerete, dal Minotauro e dal suo dietologo. Si
può dire che il Labirinto sia nato con me, eppure il Mostro non
mi ha mai reclamato nel suo menù. Alcuni dei miei amici
sospettano chissà quale complicità che mi preserva da una
brutta fine. Non è così. So perfettamente perchè non sono
gradito: Minotauro ha il fegato ingrossato e soffre di
transaminasi altissime, il suo colesterolo è alle stelle e
quindi, è chiaro: niente grassi. (Capirete, il mio peso
è 120 kg!)
10 - Vale la pena, penso ad
alta voce / d'invocar Santi per aver la pace? / E' lecito sperar
che 'l Ciel s'impicci in fatti di politica sì spicci? / L'Uomo,
piuttosto, che dovrebbe farlo, / s'astiene, se ne frega e aspetta
Ciarlo. / E Ciarlo dice, scrive e si dimena, / s'appella alla
Sapienza e prova pena: / vorrebbe urlare ciò che la coscienza /
gli grida dentro, ma con quale scienza / potrebbe dimostrar che
far la guerra / è stupido e nefasto per la Terra?
11 - Aiutiamo la superbia ad
invecchiare. Lasciamo che l'odio diventi decrepito. Che le guerre
siano un brutto ricordo svanito. Buttiamo nel dimenticatoio la
stupidità. Sbarazziamoci della supponenza.
Ora, ogni cosa che viene resa antiquata e che invecchia, è
vicina a scomparire. (Lettera agli Ebrei 8,13)
12 - La mia logorrea non è
priva di senso ne d'effetto: è terapeutica rispetto al silenzio
che mi riempie il cervello.
13 - La vigilia di San
Valentino, nel Labirinto è, a dir poco, temuta. Oggi, molti
fanno i conti con loro stessi. Sì, perchè la causa del loro
isolarsi, frequentemente è dovuta a problemi d'amore che, questa
vigilia, porta irrimediabilmente alla mente, provocando angustia
e sofferenza. Il matematico F., ad esempio, prima di venire qui
era tanto innamorato di una professoressa di Lettere, da
spasimarne. Erano entrambi infelicemente sposati e, il ritrovarsi
ogni tanto, nella sala professori, il guardarsi a lungo negli
occhi generava una sorta di complicità gravida d'attese. Lei
componeva versi e lui attribuiva alle formule algebriche
significati innovativi. S'inventava espressioni e problemi che,
davano invariabilmente, dopo le canoniche sostituzioni e
semplificazioni, la stessa soluzione: T primo, a, m, o, che
quella di lettere leggeva "T'amo". Dopo mesi di
sotterfugi si trovarono da soli nell'aula magna. Lui le prese una
mano ed accennò ad accarezzarle il volto. Lei avvicinò le
labbra ma... si ritrasse immediatamente, a disagio, per il
pessimo alito del collega. Fu molto triste per entrambi.
14 febbraio
SAN VALENTINO NEL LABIRINTO
Pensieri d'amore?
Abituarsi all'idea di possedere il cuore della persona amata è il prologo della disfatta. Quando fossi proprio certo di possederlo, dovresti meravigliartene e meditare.
Il cordone di saldatura che lega due cuori, immagina sempre la catastrofe delle lesioni longitudinali, delle cricche e delle inclusioni. Teme il distacco.
E' tanto radicato in noi il desiderio di felicità che, anche se la raggiungessimo, non ne avremmo la cognizione. Prevarrebbe ancora il desiderio di raggiungerla.
Non è vero che l'Amore muove le montagne. Semplicemente, le demolisce.
L'amore intenerisce, la passione incendia, l'indifferenza incenerisce.
L'amore è come il fuoco: ti scalda se lo avvicini, t'ustiona se lo afferri.
Buon San Valentino a tutti coloro che s'amano senza problemi.
Il dogma
del progresso di Cesare Bosetti
Confesso che da un cultore di Totò come Aldo mi aspettavo meno
manicheismo e da Granetto più serietà. Fare il giochino
dell'ecologista che da la possibilità ai veri progressisti di
farlo passare per grullo, è troppo facile e poco divertente.
Lasciando perdere le prolisse e scontate tiritere sulle tavolette
d'argilla e sulle caverne, Aldo vorrebbe che ci chiedessimo
"perché con il progresso non è cresciuta di pari passo la
filosofia e la morale". La risposta che da Del Moro a questa
fondamentale domanda è che, non il progresso in quanto tale, ma
l'idea fideista che da Bacone ai nostri giorni, gli uomini si
sono fatti del progresso, rende difficile una filosofia etica
capace di rispondere ai nuovi bisogni dell'uomo. In parole più
semplici Del Moro ci invita nel suo libro a liberarci dalla paura
di relativizzare e storicizzare l'intoccabile dogma dell'idea
illuminista di progresso.Se proprio volete non capire, fate pure,
fra pochi anni farete festa, con una cenetta a base di pillole,
su qualche astronave in compagnia dell'arguto Autino, sempre che
Simonelli il giustiziere ve lo permetta!
Vox
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