THOMAS MANN
Tonio Kröger
Tonio aveva un "visetto bruno, dai lineamenti disegnati con meridionale nettezza, dove gli occhi scuri apparivano sognanti e un po' spauriti. Il passo era indolente, ineguale". Dentro di sé trovava angoscia, invidia, malinconia, quasi disprezzo, lavorava chiuso in se stesso e in silenzio, senza alcuna cura per il suo aspetto esteriore.
Hans Hansen era "eccezionalmente bello, largo di spalle e sottile nei fianchi, i suoi occhi azzurri splendevano di uno sguardo franco e penetrante, le gambe erano slanciate e procedeva con elastico ritmo. [...] Era un allievo esemplare e, nel contempo, un piacevole camerata: sapeva cavalcare, fare ginnastica, nuotare e godeva della generale simpatia di tutti i compagni che cercavano di entrare nelle sue grazie. [...] Teneva il capo eretto e rivolto a dirimpetto di tutto il mondo, verso chi gli stava innanzi, i suoi occhi fissavano con aria di sfida e quasi di sprezzo". I loro padri erano grossi commercianti ed entrambi uomini potenti. Tonio e Hans portavano ambedue le cartelle a tracolla, tutti e due indossavano abiti belli e caldi. Tonio amava Hans, ma il suo sentimento era anche vicino all'invidia, ma non era Hans che doveva diventare come Tonio, bensì il contrario: "Hans doveva rimanere così come tutti lo amavano e Tonio più di tutti".
Anche Ingeborg Holm era bionda, i suoi occhi ridenti e azzurri, era piccola, chiara di carnagione, petulante e di personalità banale. A Tonio appariva sempre lontana e straniera, distante, perché parlava una lingua diversa dalla sua: ma Tonio l'amava comunque. Entrambi questi amori non venivano contraccambiati.
Kröger era un poeta, uno scrittore, e la gioia della parola e della forma si contrapponevano alla solitudine proveniente dal martirio e dall'orgoglio di conoscere e di sapere, che lo rendevano estraneo dalla banalità quotidiana.
Per Tonio, soltanto il sentimento caldo e cordiale è l'estasi della vita di un artista. Egli comincia a sentirsi segnato, a rendersi conto di essere in incomprensibile contrasto con gli altri, con la gente comune, sempre più a fondo si scava l'abisso di ironia, di incredulità, di opposizione, di lucidità, di sensibilità che lo separa dagli uomini: la solitudine lo inghiotte; in lui è ancora presente l'efficacia purificante e beatificante della letteratura. Ma Tonio non sa comunicare e vuole rimanere nella pace di conversazioni banali e inconsistenti. Non avrebbe mai potuto comunicare con le persone che amava veramente - Hans e Inge - perché troppo diversi, distanti nella concezione della realtà e nella visione del mondo, in quanto - come sosteneva Novalis - "la vera comunicazione ha luogo soltanto tra persone di uguali sentimenti e di uguale pensiero".
© 1996 Centro culturale Deltathlon - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
La violazione del copyright e/o la copia illecita del materiale riprodotto in queste pagine, la diffusione non autorizzata dello stesso in qualunque forma contravviene alle normative vigenti sui diritti d'autore e sul copyright.
Per inserire i tuoi testi nel sito ARPANet, clicca qui!