Liceo Berchet - Milano
Sant'Ambrogio, un'impronta che
permane da sedici secoli.
Breve viaggio nella Milano di Sant'Ambrogio
Questo lavoro è il contributo di
riflessione del Liceo Berchet sulla figura e sull'opera di un grande padre della Chiesa,
il santo vescovo più significativo per la nostra città. Abbiamo prodotto un modesto
saggio volutamente tradizionale, con l'intento di offrire un contributo comprensibile,
serio e documentato, su un argomento che riteniamo non sia ancora stato trattato a scopo
didattico sulla rete.
Nella prima parte abbiamo fornito
i dati storico-politici necessari per affrontare la figura di Ambrogio. Crediamo infatti
che questa sia di difficile comprensione nella nostra società che va perdendo i contatti
con i contenuti tradizionali. Abbiamo pensato che un Liceo Classico fosse privilegiato
nell'accogliere la sfida della conciliazione fra la "cultura" tradizionalmente
intesa e la comunicazione resa possibile dalle nuove tecnologie multimediali.
Nella seconda parte vogliamo
offrire una testimonianza concreta alla tradizione ambrosiana milanese. Abbiamo visitato
personalmente le basiliche comprese nel patrimonio artistico tardo-imperiale, e le abbiamo
analizzate da un punto di vista storico, architettonico ed urbanistico.
Vogliamo
ora citare il pensiero di un critico, che bene coglie il senso di un lavoro come questo
nell'ambito di una manifestazione di portata europea:
"La fama di Ambrogio,
diffusasi ben oltre i confini dell'impero mentre egli era ancora in vita, non ha mai
cessato di accrescersi sino al giorno della sua morte, il 4 aprile del 397; e non perde
ancora oggi la sua attualità: quale ultimo grande padre della Chiesa non ancora segnata
dalla frattura tra Oriente e Occidente, è, oggi, in questa epoca di dialogo tra le
Chiese, riconosciuto patrimonio comune; e come straordinario testimone dell'incontro
unitario tra cultura classica, tradizione romana e fede cristiana è l'icona stessa delle
radici culturali più profonde di quell'Europa che sul volgere del secondo millennio si
accinge a realizzare una più profonda unità."
Luigi Manganini