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DAL DISEGNO DI LEGGE DI W. VELTRONI: BENI CULTURALI E DIDATTICA

Uno dei punti che il Ministro Veltroni si prefigge nel suo D.d.L. è il presidio dell'offerta di istruzione culturale nel sistema educativo di base. La ricchezza del nostro patrimonio culturale e il suo valore per l'intero sistema sociale stanno anche nel fatto che esso è costantemente ed infinitamente riproducibile in nuove attività culturali di ricerca, di didattica, di nuova creazione artistica, di comunicazione). "É facendo cultura attraverso i beni culturali che otteniamo il duplice risultato di salvaguardare la nostra identità e di produrre ricchezza, occupazione, nuove professioni" (W. Veltroni, da: Il Giornale dell'Arte - settembre '96). In campo di didattica uno degli obiettivi principali del D.d.L. è quello di creare un sistema efficiente di didattica museale, che renda più vicini gli ambienti della scuola e del museo (che non deve essere considerato come semplice "giacimento"). Il Ministrero dei Beni culturali ha accordato con il Ministero della Pubblica Istruzione di valutare le potenzialità di utilizzo di una parte degli insegnanti in esubero per rafforzare le sezioni ed i laboratori di didattica delle istituzioni museali. Naturalmente, in un assetto ottimale, in questi laboratori dovrebbero trovare spazio anche altre professioni, in particolare nel campo dell'informatica multimediale, ma anche nel campo della comunicazione corporea. Nel Museo della Scienza di Londra, ad esempio, i bambini imparano di più e più allegramente grazie agli spettacoli di mimi e di attori, che raccontano episodi di storia della scienza, che non leggendo la sterminata documentazione cartacea a disposizione dei visitatori. Fa parte sempre del capitolo di valorizzazione anche il rapporto tra i sistemi culturali e quelli della scuola e della formazione, che va "aggredito con tenacia e riformato". L'educazione di base in campo artistico, musicale, teatrale, audiovisivo va interamente riformulata e rafforzata. A questo proposito, il Ministro sottolinea la necessità di superare la marginalità che la valorizzazione del patrimonio ha sempre avuto nelle allocazioni del bilancio pubblico. Si prevedono quindi anche per il rapporto scuola/beni culturali nuovi finanziamenti, considerando che quando confrontiamo la nostra spesa pubblica per la cultura con quella di altri Paesi europei, i risultati sono sconfortanti (in Italia arriviamo solo allo 0,5 % della spesa pubblica contro l'1,05% della Francia). Provvedimenti in questa direzione sono necessari ed assolutamente urgenti nel nostro Paese, dove i giovani sembrano sempre meno attenti alle "bellezze" che li circondano. Infatti bisogna ricordare che entro questo minuscolo pezzettino di terre emerse quale è l'Italia, sono racchiuse più della metà delle opere d'arte del pianeta; ma purtroppo sono affidate ad un popolo in cui almeno il 90% delle persone neppure è a conoscenza della loro esistenza e collocazione. Parte della colpa di questa deficienza è dovuta proprio al fatto che la pubblicizzazione e la valorizzazione dei beni culturali in Italia sono bassissime. É necessario che sia insegnato anche a noi, custodi di tale ricchezza, il valore e la portata di ciò che possediamo, al fine di operare con più amore, cura, attenzione e competenza. Eppure nelle nostre scuole la conoscenza delle opere d'arte è messa sempre in secondo piano. ("Ognuno di noi è disposto a difendere solo ciò che ama; ed ognuno di noi ama solo ciò che conosce" - E. Riccomini). A scuola si impara a leggere e scrivere ma non a leggere un'opera d'arte (almeno, nella maggior parte delle scuole): le opere della storia e della pratica dell'arte non sono pari a quelle dedicate alle lettere, eppure viviamo nel "Paese dell'arte". Per renderci conto di quale fosse la situazione riguardo al tema "CONOSCENZA DEL PATRIMONIO CULTURALE A SCUOLA", abbiamo voluto dar vita ad un'indagine in scuole di vari indirizzi di Milano e provincia. Ne presentiamo in calce i dati emersi dalla proposta di L.Berlinguer: LA NUOVA SCUOLA E I BENI CULTURALI. Anche la riforma della scuola del Ministro della Pubblica Istruzione L. Berlinguer prevede importanti cambiamenti e miglioramenti nel campo dei beni culturali. Nella "nuova scuola", infatti, un'attenzione particolare (oltre che alle lingue straniere, all'informatica, al cinema, alla musica, alla storia contemporanea, al giardinaggio) sarà rivolta ai beni culturali. Agli studenti di tutti gli indirizzi verranno illustrati i problemi della conservazione dei beni culturali insieme allo studio della Storia dell'arte, materie che fino ad oggi erano limitate a licei e scuole ad indirizzo umanistico o artistico. Inoltre un accento nuovo nella proposta di Berlinguer è il recupero dell'importanza dello sviluppo della capacità manuale, visto che la scuola odierna, salvo alcune eccezioni, insegna bene a parlare delle cose ma pochissimo a farle. Quindi materie come Educazione artistica o tecnica acquisteranno un ruolo più importante già dai primi anni di scuola. Insomma, la scuola italiana del 2000 potrebbe essere snellita del pesante fardello di una cultura soltanto accademica, che ormai non riesce più a stare al passo con i tempi.

© 1997 Federica Campana - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
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