CAPITOLO XIII selezione di brani dal testo |
Il vicario della
provvigione sta digerendo un pasto "stentato ed
agro" in casa sua, dopo aver mangiato senza pane
fresco, quando la folla, convinta che il pover'uomo sia
la causa della carestia, assale la sua casa. Avvertito appena in tempo, il malcapitato si nasconde in soffitta. |
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Renzo si mescola ai tumultuanti, con l'intento di salvare
l'uomo che tutti dichiarano di voler eliminare e vede con
ribrezzo un vecchio canuto proclamare, agitando un martello e dei
chiodi, che attaccherà il vicario, dopo averlo ucciso, ai
battenti della sua porta.
Giungono le milizie a difendere la casa, ma l'ufficiale,
indeciso, non riesce a disperdere i tumultuanti ed è irriso
dalla folla.
Renzo, dopo aver
espresso il suo sdegno contro il "vecchio malvissuto"
armato di martello, è subissato di insulti e riesce a trarsi
d'impaccio soltanto perchè, fra la gente agitata, sta passando
di mano in mano una scala, che, mossa verso la casa, urta braccia
e costole.
Il giovane è ormai deciso a recarsi da padre Bonaventura, quando
comincia a serpeggiare la voce che è in arrivo Ferrer, il cancelliere
che si è guadagnato il favore popolare con provvedimenti iniqui.
Manzoni comincia ora a descrivere magistralmente i vari elementi
che compongono la folla
in rivolta.
Una parte della gente è contraria a Ferrer, l'altra favorevole.
Alcuni facinorosi vogliono il male per il solo gusto di farlo,
altri si oppongono loro per motivi personali o per amore del
bene.
Poi ci sono i rappresentanti della folla amorfa, che è
influenzata da ambedue le correnti.
Prevalgono gli estimatori di Ferrer,
che si avanza sulla carrozza sorridendo e raccoglie anche le
simpatie di Renzo, che aiuta a far largo alla sua vettura.
Il cancelliere ha un volto per la gente ed uno per il privato.
Nella vettura, al riparo e non in vista, sbuffa e soffia, ma per
i suoi estimatori in tumulto ha l'aspetto cordiale del
diplomatico. Ugualmente si comporta il suo cocchiere.
Ma a Renzo, che aiuta ad aprire la via alla carrozza, "pare
di aver fatto amicizia con Antonio Ferrer".
Giunto alla soglia della casa assalita, l'eroe della folla prende
in consegna il vicario, più morto che vivo, e lo spinge nella
sua carrozza.
La gente, gabbata, inneggia a Ferrer che è venuto a castigare il
colpevole, poi si disperde.