Giuseppe Parini

Nato da una famiglia di modeste possibilità a Bosisio, in Brianza, nel 1729, studiò a Milano e qui visse fino alla morte.
Partecipò alla Accademia dei Trasformati e visse i problemi della vita contemporanea lavorando, nel periodo dal 1754 al 1762, come precettore in casa dei duchi Serbelloni.
Vicino alle idee riformatrici del
Verri e del Beccaria, ebbe un vivo interesse per la problematica sociale e scrisse nel 1758 un "Dialogo della nobiltà".
Al Ginnasio di Brera ebbe la cattedra di "belle lettere applicate alle belle arti".
La sua attività poetica si può dividere in tre fasi, una giovanile, rappresentata dalle "Rime di Ripano Eupilino", una di interesse etico e sociale, che si concretizza nelle "Odi" e nelle prime due parti de "Il Giorno", una di minore impegno sociale, che vede l'ideale dell'evasione verso la vita semplice e del culto del bello, alla quale risalgono le altre "Odi" e le altre parti de "Il Giorno".
Parini si adoperò per diffondere una poesia impegnata, ispirata alla realtà concreta e volta ad educare il popolo ed a rinnovare la nobiltà.
La sua posizione non era quella del rivoluzionario, ma del riformatore.
Il suo moralismo lo divideva dagli illuministi, specialmente in campo economico, e la sua cura per l'aspetto formale dell'arte lo allontanava dalla indifferenza dei nuovi ideologi per la disciplina artistica.
Morì a Milano nel 1799.


L'eredità illuminista ed i modelli letterari