Nato da una famiglia di modeste possibilità a Bosisio, in
Brianza, nel 1729, studiò a Milano e qui visse fino alla morte.
Partecipò alla Accademia dei Trasformati e visse i problemi
della vita contemporanea lavorando, nel periodo dal 1754 al 1762,
come precettore in casa dei duchi Serbelloni.
Vicino alle idee riformatrici del Verri
e del Beccaria, ebbe un vivo interesse per la problematica
sociale e scrisse nel 1758 un "Dialogo della nobiltà".
Al Ginnasio di Brera ebbe la cattedra di "belle lettere
applicate alle belle arti".
La sua attività poetica si può dividere in tre fasi, una
giovanile, rappresentata dalle "Rime di Ripano
Eupilino", una di interesse etico e sociale, che si
concretizza nelle "Odi" e nelle prime due parti de
"Il Giorno", una di minore impegno sociale, che vede
l'ideale dell'evasione verso la vita semplice e del culto del
bello, alla quale risalgono le altre "Odi" e le altre
parti de "Il Giorno".
Parini si adoperò per diffondere una poesia impegnata, ispirata
alla realtà concreta e volta ad educare il popolo ed a rinnovare
la nobiltà.
La sua posizione non era quella del rivoluzionario, ma del
riformatore.
Il suo moralismo lo divideva dagli illuministi, specialmente in
campo economico, e la sua cura per l'aspetto formale dell'arte lo
allontanava dalla indifferenza dei nuovi ideologi per la
disciplina artistica.
Morì a Milano nel 1799.