Autore di un'operetta illuministica, l'"Analisi della
sensibilità" fondata sul sensismo del
Condillac, Lomonaco era uno degli esuli napoletani che animarono
gli ambienti illuministici milanesi in seguito al fallimento
della Repubblica Partenopea del '99.
Come il suo amico Vincenzo Cuoco
si sforzò di analizzare le cause che avevano portato al mancato
compimento dell'insurrezione e scrisse in merito il
"Rapporto al cittadino Carnot", stilato a Parigi e
pubblicato a Milano nel 1800.
Il Lomonaco denunciava in esso il comportamento del comandante
francese a Napoli che, a suo dire, non aveva difeso efficacemente
i patrioti dalle forze della reazione e quindi si scagliava
contro le figure principali della corte borbonica, esaltando per
contro l'operato dei patrioti ed il loro eroismo.
A suo parere gran peso aveva avuto, nel rendere intollerabile la
tirannide borbonica, il fanatismo religioso, che aveva provocato
la guerra civile dividendo i cittadini napoletani.
Il giovane Manzoni dedicò a Francesco Lomonaco un sonetto.