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& Ginnastica
Epistoesercizi 3
Tecnologie
di Frontiera Cara Dottoressa Colombo, Non
l'ho piu' sentita. Tuttavia, data la sua iniziale manifestazione
di interesse, ho creduto di farle cosa gradita trasmettendole
copia di questa lettera, che in questi giorni viene spedita a
numerosi media inglesi, italiani e svizzeri.
Cordiali saluti Adriano Autino (President, Technologies
of Frontier (Italy)
Caro Editore,
Il cosiddetto Unabomber
sta per esser processato, negli Stati Uniti, per diversi omicidi
di stampo terroristico. La sua motivazione, condivisa da una
moltitudine di persone confuse, sostiene che la scienza e la
tecnologia sono “innaturali e contrarie al Disegno Divino
per l’Uomo”. Poiche' la scienza e la tecnologia sono
prodotti del cervello umano così
come le perle sono il risultato del metabolismo delle ostriche,
non ha senso descrivere tali prodotti come innaturali.
Scienza e tecnologia sono un pre-requisito indispensabile per la
propagazione della Vita Senziente oltre i limiti di un pianeta
periodicamente interessato da estinzioni di massa.
L’Universo, che sia stato creato o che sia cresciuto per
evoluzione, è dimostrazione e prova di intelligenza ed
iniziativa; noi Umani abbiamo doti superiori al resto del regno
animale: non usarle per la nostra sopravvivenza ed il nostro
sviluppo come Specie Senziente sarebbe un vero, innaturale,
tradimento!
Dr. Michael Martin Smith, Presidente, "Space
Age Associates" (RegnoUnito) (Dear
Editor,
The so-called Unabomber is about to face trial for multiple
terrorist murders. His excuse, supported by many conspicuously
muddled people, is that science and technology is "unnatural
and against God's purpose for Man". Since science and
technology are products of the human brain as surely as pearls
are the results of the metabolism of oysters, it is meaningless
to describe them as unnatural. Science and technology are a
pre-requisite for the dispersal of Mindful life beyond a planet
threatened by periodic mass extinctions. The Universe, whether
evolved or created, is a test of intelligence and initiative; we
have gifts beyond the animal kingdom - not to use them for our
survival and advancement as Mindful beings would be a truly
unnatural treason! - Dr. Michael Martin-Smith, President, Space
Age Associates (UK))
Ricevo la lettera, ringrazio, mi lecco i baffi e poi rispondo: a
mio parere Unabomber e Michael Martin Smith sono assai bizzarri,
non perche' dicono cose diverse, ma perche' "pensano"
nello stesso modo. Entrambi scaricano su una qualche
"ragione" la responsabilita' di pensare. Al primo
suggerirei un testo babilonese del secondo millennio Avanti
Cristo: "cio' che si giudica bene per il Dio è abominevole,
cio' che si trova cattivo nel proprio cuore, per il proprio Dio
e' bene!" Al secondo consiglierei un verso di René Char:
"L'uomo e' in grado di fare cio' che non e' in grado di
immaginare. La sua testa solca la galassia dell'assurdo".
Probabilmente per cercare di capire fino in fondo cosa sia
"naturale" bisognerebbe mettersi a studiare seriamente
"l'innaturalita'" dell'uomo. A questo riguardo si veda in Vox Inside "Il
Fingitor Cortese"
a prestissimo Grazia Colombo
L'ecologia contro l'Uomo?
Cara Dottoressa Colombo,
con la sua risposta lei entra direttamente nel dibattito
(furioso) che e' in corso tra il sottoscritto, Michael Martin
Smith (medico e biologo, UK), Macro Bernasconi (filosofo
dell'Astronautica, CH), Arthur Woods (artista spaziale, CH),
Daniel Christlein (astronomo, Germania) ed altri, in merito
all'Opzione Spaziale, alla necessita' di superare i limiti del
nostro mondo (della nostra attuale concezione filosofica del
mondo) per continuare lo sviluppo umano.
Tutto cio' stiamo tentando di definire come concetti per un Nuovo Umanesimo, o Neo-Umanesimo. Neo nel
senso che cerca di aggiungere concetti a quelli dell'Umanesimo
tradizionale, partendo da premesse molto simili, poiche' mette al
centro dell'interesse l'uomo, ed il suo diritto al futuro, in
primo luogo, che nell'Umanesimo tradizionale era meno presente,
poiche' al suo tempo non erano avvertiti, cosi' chiaramente come
oggi, i limiti che la natura di questo pianeta pone allo sviluppo
umano.
In questo dibattito si discute molto, ad esempio, del rapporto
con le filosofie e posizioni ecologiste o maggiormente
filo-natura, che ci riporta, se vogliamo, alla discussione del
rapporto tra l'uomo (unica specie senziente) ed il resto della
natura (di cui gli ecologisti possono essere visti, nel bene e
nel male, come portavoce).
Nella mia concezione la nascita di un pensiero neo-umanista e'
indispensabile, in primo luogo, per contrapporsi nettamente al
pensiero naturista, in difesa della specificita' e della
"innaturalita'" (per usare la sua espressione) del
pensiero e dell'azione dell'animale umano. Fatta questa scelta di
campo (arbitraria e faziosa!), i partigiani neo-umanisti
cominciano con il dichiararsi contrari al concetto di
"Sviluppo sostenibile", infatti:
- si tratta di una categoria non scientifica, poiche' la
sostenibilita' non e' misurabile, ne' globalmente ne' localmente
- si tratta di una categoria morale, dove il fine della moralita'
non e' il benessere e lo sviluppo dell'uomo, bensi' la
conservazione della natura, quindi non morale (per la nostra
specie) bensi' a-morale
- in quanto categoria a-scientifica ed a-morale, se continuasse a
dirigere e dettare priorita' alla ricerca scientifica, potrebbe
unicamente portare alla letargia, quindi all'estinzione della
nostra specie per auto-rinuncia allo sviluppo
- suggerisce un'idilliaca condizione di "equilibrio con la
natura" impossibile a realizzarsi (anche se la lezione
ecologista dovremmo averla ormai metabolizzata ed essere educati
ad inquinare e sprecare il meno possibile): il successo
culturale, tecnologico e numerico della nostra specie sono
indissolubilmente legati; fermando uno qualsiasi dei
vettori andra' in crisi irreversibile tutto il sistema
- solamente superando in modo intelligente (scientifico) i limiti
del nostro mondo si puo' progettare la continuazione del nostro
sviluppo.
Tuttavia l'uomo ha pur sempre bisogno della natura per
sopravvivere e se, grazie ad una visione finalmente allargata del
nostro mondo, riusciremo ad accedere (per ora) al sistema solare,
dovremo portarci dietro la natura di questo pianeta (nostra culla
ed ambiente amniotico). Questa capacita', di riprodurre
ecosistemi artificiali capaci di auto-mantenersi, decidera' in
ultima analisi della nostra sopravvivenza come specie senziente.
Parlando di "innaturalita' dei sostenitori della
natura" Michael Martin Smith (che conosco ormai abbastanza
da considerarlo uno studioso, e non un idolatra, della natura)
intende puntare il dito sulla maggior contraddizione del pensiero
ecologista, secondo cui la specie umana dovrebbe essere l'unica
specie animale a decidere coscientemente... la propria
estinzione, rifiutando di crescere in un contesto piu' ampio.
Cosa che tutte le specie naturali, appena ne hanno la
possibilita', invece fanno. E perche', chiede Michael, proprio la
nostra capacita' di pensare dovrebbe portarci al suicidio
anziche' allo sviluppo? E questo, Grazia, non mi sembra uno
scarico di responsabilita', anche se posso apprezzare, in tale
giudizio, il suo intento apertamente provocatorio e,
curiosamente, perpetrato nello stesso modo e quasi con gli stessi
argomenti che avrei usato io (nello spirito di Tecnologie di
Frontiera).
Btw, dia pure il mio e-mail, che e' gia' pubblico, su "Tecnologie
di Frontiera ". Per ora mi fermo qui (come dice Lilli
Gruber). A presto. Adriano Autino
Subject: Questo non è il "tono
alto" di Internet
Date: Wed, 19 Nov 1997 10:44:07 +0100
From: Luciano Simonelli <ed@simonel.com>
To: latoside@micronet.it (Luigi Granetto)
http://www.simonel.com
E ora? Ora, dopo la scoperta del vecchio pedofilo e dei
suoi compari che hanno violentato, straziato, ucciso e bruciato
un povero bambino, spargendo poi i resti della sua innocenza su
un pezzo di campagna altrettanto innocente, quale sarà la
giustificazione intellettuale per inanellare altri sofisticati,
"furibondi" dibattiti?
Se per un terrorista omicida come Unabomber, dotte menti si
misurano in mirabolanti singolar tenzoni, dando sostanza al
"pensiero" di un criminale o forse nascondendosi dietro
l'input delle sue farneticazioni per esprimere i loro pensieri,
chissà quante altre dottissime menti si affronteranno ora per
riempire di contenuti Internet sulle imprese dell'anziano
pedofilo e dei suoi compari. E anche questa volta le vittime sia
degli uni che dell'altro non conteranno più nulla. Si
dissolveranno sullo sfondo di una ipocrisia intellettuale che,
pur di soddisfare il narcisismo della parola e della mente, è
disposta a dimenticare la più vera delle ecologie, quella del
rispetto della vita degli uomini e degli animali perbene. («Chi
sono gli uomini e gli animali perbene? Soprattutto: quando lo
sono?»: domandine per sonni leggeri) Mi par d'esser tornato
indietro in anni che considero i più foschi della nostra storia
recente. Certamente in controtendenza generazionale, rivedo
l'inizio di questa filosofia del giustificazionismo a oltranza,
di questa trasformazione di ogni orrenda vicenda nel tema di un
dibattito -
preferibilmente in Aula Magna - alla fine degli anni Sessanta.
Eh, già! E' proprio da quelle contestazioni di allora, cari
fratellini e sorelline minori, che avete preso questa brutta
abitudine di considerare la realtà esclusivamente come spunto di
chiacchiere. E tra un infuocato bla bla e un altro, la realtà vi
è parsa sempre più irreale.
E' stata appunto questa scissione, alla radice delle autentiche
gioie di certuni di fronte all'omicidio di un commissario e tante
altre orrende imprese che hanno funestato una storia non ancora
abbastanza lontana. Salvo poi risvegliarsi, i poverini, più di
vent'anni dopo, davanti ai giudici, con occhioni increduli,
arrampicandosi sugli specchi dell'inconscia illusione che tutto
faceva parte di una specie di film generazionale... Finita la
proiezione, tutti a casa a rifarsi una nuova vita.
Balle! Finita la proiezione, i morti ammazzati e il dolore di chi
li amava restano: loro non potranno mai più rifarsi una nuova
vita. Allora, chi ha sbagliato, saldi davvero il conto con la
galera o con la clemenza che eventualmente merita, e amen.
No, io non mi lecco i baffi per gustosi dibattiti tipo
"L'ecologia contro l'uomo?". Se partono da Unabomber e
consimili, sono per me fasulli alla radice, intellettualmente
immorali e totalmente detestabili.
Questo non è il "tono alto" di Internet. Luciano
Simonelli
Vorrei
avere notizie piu' precise sul comportamento dei Fingitor
Cortesi. Aristotele diceva che:
"Fortunati si chiamano coloro che riescono ovunque si
slancino, senza possedere razionalita', e a loro non conviene
prendere decisioni. Possiedono infatti un principio la cui natura
e' piu' forte dell'intuizione e della deliberazione."
"Pare infatti che il principio sia piu' forte del discorso
razionale" (Aristotele. Etica-Eudemia 1248 a 26/bl,
traduzione di Giorgio Colli "La Sapienza Greca "
Adelphi). Questi fortunati per il Filosofo erano i malinconici e
"quelli che sognano il Vero". I Fingitor Cortesi a
quali delle due speci appartengono?
Cordialmente, attendo risposta Sandro Perghi Caro Dottor Perghi, I Fingitor Cortesi
sono il contrario di Aristotele quando finge di pentirsi della
sua razionalita' e di Giorgio Colli che ci crede!
Ci
siete piaciuti, finalmente un "Sito da Editore" in
mezzo a questo vuoto "retale". Tanta rete, pochi pesci,
per usare un linguaggio biblico globale. Dopo lo SMAU vorrei
incontrarvi. Ottone De Mattei
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