the other yellow pag
 
-Un uomo nel buio- 
 
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The    Pa g e s
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Alcune pagine dal romanzo
 
"Un uomo nel buio"
 
 
 
 
Dal Capitolo 1
Dal Capitolo 3
 Non ce l� avrebbe mai fatta. Era scontato che la parte piu� odiosa di lui avrebbe vinto ancora. 
Quindi avrebbe ancora ucciso...sicuramente. 
Ma davvero non poteva esistere anche solo lontanamente una piccola possibilità� di far cessare quell� assurda carneficina, quella forma di masochismo in cui faceva e si faceva male? 
C�era una sola persona al mondo che forse avrebbe potuto fermarlo. Kate ... lontana mille miglia, fisicamente, ma molto, molto vicina se non addirittura in lui, affettiva-mente, intimamente. Ma in quel momento non poteva certo bastare un ricordo o un pensiero, anche se forte e vivo, per poter fermare la bestia famelica che si attana-gliava nel suo tormentato subconscio. Ci sarebbero volute mani forti e parole impie-tose per risvegliarlo da quel torpore in cui stava di nuovo scivolando...lentamente...inesorabilmente. 
Si guardò nello specchio e vide una per-sona normale, normalmente brutta,interessante...ecco, si�, si consid-erava interessante,se non esteriormente al-meno psicologicamente. Improvvisamen-tesi senti� rinascere, si senti� avvolto da una sorta di pace, di serenità. 
Durò una frazione di secondo. 
Vide la sua faccia trasformarsi in una maschera di dolore, vide i suoi occhi di-ventare di fuoco, la sua fronte percorsa da rivoli rossi. La sua mano si serrò ner-vosamente e con uno sforzo sovrumano la sollevò in un ultimo tentativo di scacciare la bestia che lo stava divorando. Il pugno arrivo� violentissimo.....CRASH 
Ci fu un tremendo fragore. Lo specchio andò in mille pezzi. Non sentì neppure le profonde ferite alla mano, ma avvertì invece un senso di sol-lievo e di liberazione nel profondo del cuore. Osservò nel lavandino i cocci sporchi del sangue che stava colando copioso dalla mano destra.  
Ma nonostante tutto la sua mente scappo� via ancora una volta. 

 

L�ultima cosa che ricordava era la nebbia. Una nebbia fitta, spessa, addirittura viscida e densa, tanto densa da avvolgere non solo il paesaggio circostante ma la stessa strada, l�auto...Era come essere in un buio profondo, senza la minima probabilità di poterlo lacerare con un cerino o una luce in lontananza. Buio assoluto...nebbia assoluta.  
Le era addirittura sembrato che stesse entrando nell� abitacolo, scivolando tra le fessure delle portiere, dalle prese d�aria: una sorta di sostanza liquida, densa come petrolio, incolore come l�acqua.  
Doveva essere entrata da sotto il cruscotto, perché avvertì un senso di freddo, di umido prima sulla caviglia e poi lentamente su per i polpacci, poi per le cosce.  
Non aveva resistito a quella sensazione sgradevole e aveva dovuto guardare e toccare: i collant infatti sembravano inzuppati nella gelatina. Istintivamente sentì il bisogno di pulirsi e senza curarsi del fatto che stesse guidando si sfregò le gambe con tutte due le mani. Un istante dopo si sentì sbalzata dal sedile, come se qualcuno l�avesse spinta violentemente su un fianco. Le sembrò di vivere una situazione non sua, come se stesse seguendo alla televisione, in poltrona a casa sua, una scena di un film d�azione. Si vide sbattuta contro la portiera, poi contro il parabrezza...Tutto in una frazione di secondo. L�ultima cosa che ricordava era la nebbia che stava entrando dal parabrezza frantumato, come acqua attraverso la falla di una nave...  
Kate stava seduta sul letto, gli occhi fissi nella penombra della stanza, sudata, ansimante.  
Era stato un altro incubo, il secondo in tre giorni.  
L�altro sogno, anche se piu� nitido, era stato piu� distaccato in quanto lei non era stata coinvolta direttamente:l�orrore era forse stato maggiore ma era finito appena si era svegliata e  il risveglio non era bastato per riportarla alla realtà . 
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