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Scritti Scelti da Gnomiz

Canzonette all'Universita'
di Lugi Granetto ( da l'Anello che non tiene)

Bollettino "900", pur essendo un sito per italianisti, molto colto, molto serio e inequivocabilmente accademico, offre alla fortuita navigazione l'opportunità di fotografare qualche paesaggio inconsueto, di udire impercettibili, eppur significative note poetiche, d'imbattersi in arcaici mestieri dall'acre odore d'inchiostro: il punzonar per Critica, l'ibernar Discorsi, il rappiccicar Ricerche. A chi volesse cimentarsi in questo viaggio consigliamo di far rotta con decisione ai lidi de "I suoni, i segni della musica, della poesia" dove, complice il poeta Roversi, si potranno udire i canti "dell'umana vitalità sempre alla ricerca drammatica di calore, di esaltazione generosa e di partecipazione..." Roversi vi parlerà di poesia e di musica come se vi dovesse parlare di poesia e di musica, utilizzando, non un "genere", ma un "tono" letterario. Eccovene un breve stralcio che, speriamo, vi convincerà a intraprendere il viaggio "...la musica sembra aver perso, in generale, il furore che esplode o la sovrana leggerezza per la ricerca dell'armonia ancestrale; e ha perso la spinta indotta alla ricerca dell'uomo, della donna e del loro bisogno lucido e turbolento, profondo e costante, di verità d'amore. Essa musica si rivolta per lo più solo contro se stessa, straziandosi a brani con i denti come un cinghiale assalito da vespe infuriate; e si esalta esclusivamente dentro al proprio drammatico baule dei suoni, isolandosi dal mondo. E così a me pare anche la poesia, rintanata, impaurita dentro una caverna dove si rifugiano - e temono - i sentimenti inquieti o dilacerati....".
Dopo essere stati fortificati e addolciti dalle parole del Poeta siete pronti ad affrontare, poco più in là, la dura salita sul naso del professor Sanguineti. L'esimio sperimentatore dell'era 63, non si sa se per farsi perdonare gli antichi giochi biliari che lo resero famoso, o per assaporare in extremis la sempre fuggitiva giovinezza, si è recentemente invaghito del Rap, quella pratica di straparolismo rompiballe che cerca di trasformare i rampolli dell'alta borghesia real-cultural-sabauda come Andrea Liberovici (figlio di Liberovici e di Margherita Galante Garrone) in improbabili afro-americani incazzati. Catturato da questa foga fogazza che sconquassa, in auto esaltazione allitterata e, ma solo per amor di rima ribattuta, a-letterata, il professore ci fa provare i brividi Battistiani di "guidare a fari spenti nella nebbia per vedere come va a finire". E va a finire che scopriamo che l'invaghimento di Sanguineti non è solo fatto di pregevole follia senile ma di lucida caparbietà resistenziale, quella caparbietà che a forza d'abbagliare con luci illuministe chi si sarebbe accontentato del chiarore delle stelle, ha finito con il creare un popolo di ciechi.
Salvando solo Paolo Conte, forse perché in ambiente accademico il premio Montale avrà qualche potente estimatore, Gino Paoli, perché genovese, Patty Pravo, per evidenti qualità fisiche e Mina perché è al confino in Svizzera, Sanguineti è convinto che "...gli esperimenti degli anni cinquanta e sessanta per creare una canzone d'autore..." "...hanno dato risultati assolutamente discutibili..." e la colpa di chi è, direbbe Roberto De Simone, naturalmente della "...melodicità tradizionale..." "...del poetese, del canzonettese..." e della "...cultura piccolo borghese..." contrapposta, come è ovvio alla cultura popolare che "...aveva altre direzioni..." come ben dimostra "...la rottura espressiva proposta da tanta musica anglosassone dai Rolling Stones ai Sex Pistols..." "...in cui radicalismo e anarchismo hanno raggiunto una violenza che da noi è rimasta sconosciuta...".
Scendendo dal naso di Sanguineti potete consolarvi pensando che fra i piccoli borghesi che vi assomigliano ci sono: quei tre adorabili amici di Vinicius De Moraes, di Ungaretti e della Vanoni, il Nobel Fo con il chirurgo Jannacci, Dalla con Roversi, Endrigo con Rodari, Gaber con Luporini, Svampa con Brassens, Branduardi con Esenin, Guccini con il suo amico ed estimatore Umberto Eco, Proietti con Roberto Lerici, De Andrè, De Gregori, il latinista Vecchioni, Pier Paolo Pasolini che fa ballare il suo valzer della toppa alla Ferri e se poi, ignari di epica anarchica e di rivoluzioni miliardarie made in England, vi volete divertire con un po' di cervello, ci sono ad accogliervi : Carosone, Manfredi, Riondino, Benigni e tanti altri che, con dei buoni fari antinebbia, potete evitare di spiaccicare sotto le ruote della vostra utilitaria.


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