CAPITOLO IV selezione di brani dal testo |
L'apertura del capitolo è dedicata a padre Cristoforo, una
figura veneranda e piena di umanità che Manzoni descrive su uno
sfondo di natura autunnale serena, ma con qualche connotazione di
tristezza, a sottolineare la difficoltà dei tempi e la miseria
di un popolo che ha bisogno di essere soccorso ( la fanciulla
scarna con la vaccherella magra stecchita).
La storia di padre Cristoforo è quella di un uomo che ha vissuto
profondamente un dramma esistenziale.
Il suo nome originario era Lodovico, ed egli era figlio di un
mercante che, raggiunta la prosperità, si era ritirato a fare il
signore.
L'uomo si vergognava però delle sue umili origini e faceva in
modo di celarle. Volle che il figlio fosse educato nobilmente e
fece di Lodovico un giovane altezzoso.
Alla morte del padre, egli era rimasto erede di un notevole
patrimonio ed aveva seguito gli impeti di una natura onesta ma
violenta. La sua volontà di far del bene si era trasformata in
una aperta lotta ai prepotenti.
Lo scontro in duello con un suo pari per un futile motivo aveva
cambiato la sua vita.
Visto cadere un suo servo, Lodovico si era lasciato trasportare
dall'ira ed aveva ucciso l'avversario, che invece avrebbe voluto
graziare.
Ferito, quasi senza sapere che cosa gli stesse accadendo, era
stato portato dalla folla in un convento ed era così sfuggito
all'arresto.
Nella quiete di quel luogo sacro, aveva maturato il proposito di
farsi frate, per espiare i suoi trascorsi violenti.
Aveva donato tutti i suoi beni alla famiglia dell'uomo ucciso,
Cristoforo, il suo servitore, e si era fatto frate adottando il
nome di questi.
Da cappuccino, si era poi recato a chiedere perdono alla famiglia
dell'avversario ucciso in duello.
La scena che il nobile signorotto pensava sarebbe stata umiliante
per il frate, si era trasformata in un momento di conversione e
commozione, condivisa da tutti gli astanti. Al punto che il
fratello dell'ucciso, inizialmente pieno di boria, stava quasi
per chiedere lui scusa al frate.
Il "pane del perdono", che i due si erano scambiati,
era restato il simbolo della missione di Padre Cristoforo,
destinato a ricordare in ogni momento gli errori del suo passato.