Nato a Rovereto nel 1797, il Rosmini fu filosofo e uomo di
chiesa.
Scrisse il "Nuovo saggio sull'origine delle idee", che
venne pubblicato anonimo nel 1830 e poi, in una seconda edizione,
col nome dell'autore, nel 1836.
Assunse posizioni patriottiche, inimicandosi gli austriaci, e
venne inviato nel 1848 dal governo piemontese al papa Pio IX per
sostenerlo nella sua politica liberale.
Accompagnò il pontefice a Napoli, ma di qui venne scacciato per
le sue idee dalla polizia borbonica.
Il suo pensiero suscitò violente polemiche tra i cattolici.
In seguito al fatto che due sue opere politiche erano state poste
all'indice, il papa Pio IX, nel 1851, intervenne nominando una
commissione che esaminasse le opere rosminiane.
La vicenda si concluse nel 1854, con esito favorevole al Rosmini.
Ma alla morte del filosofo la polemica si riaccese finchè, nel
1888, un decreto della Congregazione del S.Uffizio condannò
quaranta proposizioni tratte dalle opere postume dello scrittore,
perchè non consone al pensiero cattolico.