Ugo Foscolo

Foscolo nacque a Zante, nel 1778, da un medico di origine veneziana (le isole Ionie erano allora governate dalla Repubblica di Venezia) e da Diamantina Spathis, greca.
Trascorse l'infanzia a Zante, che ricorderà sempre con affettuosa nostalgia, poi si trasferì con la famiglia a Spalato, dove iniziò gli studi nel Seminario.
Morto il padre, raggiunse la madre a Venezia, nel 1792.
Il mondo vivace della cultura veneziana allargò i suoi orizzonti e formò il suo carattere con la variegata ricchezza di esperienze che contribuì e ridestare in Foscolo l'amore per la poesia e per gli ideali di libertà promossi dai grandi vati, da Dante ad Alfieri, e riproposti nella quotidianità dai francesi rivoluzionari.
Nel 1797 Foscolo si allontanò temporaneamente da Venezia per recarsi sui colli Euganei, dove compose il primo tratto di un romanzo epistolare - ("Laura, Lettere") che divenne poi il primo nucleo de "Le ultime lettere di Iacopo Ortis"- ed una tragedia, "Tieste", che dedicò a Vittorio Alfieri.
Alla caduta della Repubblica di Venezia Foscolo entrò a far parte del governo giacobino, ed ebbe la sua prima delusione quando vide quanto distanti fossero gli ideali rivoluzionari dal mondo concreto degli uomini della rivoluzione.
Quando, con Campoformio, Napoleone cedette Venezia all'Austria, cadde in uno stato di disperazione politica che trovò riflesso ne "Le ultime lettere di Iacopo Ortis".
Si trasferì a Milano e militò in vari reggimenti a difesa dell'Italia, fu poi per breve tempo in Francia, quindi, dopo Marengo, tornò in Patria.
Tra il 1798 ed il 1802 ebbe una stagione poetica intensa, in cui scrisse dodici sonetti e due odi.
Nel 1803 pubblicò la traduzione della catulliana "Chioma di Berenice".
Tra il 1804 ed il 1806, in territorio francese, scrisse la traduzione del "Viaggio sentimentale" di Sterne, un'opera che lo iniziò al valore letterario dell'ironia e dell'umorismo.
A seguito di questo lavoro nacque la "Notizia intorno a Didimo Chierico", una sorta di umoristica autobiografia.
Al ritorno in patria, Foscolo scrisse la sua opera più famosa, "Dei Sepolcri", che pubblicò a Brescia nel 1807.
Venne poi nominato titolare della cattedra di eloquenza nello Studio di Pavia, incarico per il quale stilò un caloroso componimento inaugurale ("Orazione inaugurale dell'origine e dell'uffizio della letteratura") pronunciato nel gennaio 1809.
Seguì un momento difficile, in cui la cattedra venne soppressa e Foscolo ruppe la sua amicizia col Monti per vedere in aggiunta stroncata la sua tragedia "Aiace".
Nel 1812 si trasferì a Firenze, dove si trattenne per oltre un anno e visse una stagione felice per gli affetti e la creazione poetica.
Compose qui le "Grazie", vide la pubblicazione definitiva del "Viaggio sentimentale" e scrisse la tragedia "Ricciarda".
Avuta la notizia della sconfitta di Napoleone a Lipsia (ottobre 1813) tornò a Milano e difese lo stato, finchè l'ordine non venne ristabilito dagli Austriaci.
Quando gli venne prospettata la necessità di prestare giuramento di fedeltà all'Austria, prese la via dell'esilio.
Dal 1816 alla morte visse in Inghilterra una vita triste e avventurosa. Continuò qui a lavorare alle "Grazie" che rimasero, però, incompiute.
Morì in una casa misera nel villaggio di Turnham Green nel 1827.


L'eredità illuminista ed i modelli letterari