MANZONI E LA TRADIZIONE LOMBARDA

"A proposito della forte componente lombarda nella formazione del Manzoni, non credo che ci si debba limitare alla illustrazione dei suoi motivi astrattamente ideologici (dignità dell'uomo, difesa della giustizia, fiducia nella ragione, valore educativo dell'arte e della cultura in genere, rinnovamento della società, posizione e doveri dello scrittore di fronte allo stato, e via dicendo) perchè questi motivi, considerati sotto la specie filosofica, non rappresentano vere e proprie novità nel grande quadro del pensiero europeo. Richiamerei piuttosto l'attenzione sul costante fervore con cui quelle idee furono sentite dagli intellettuali lombardi, sulla energia attiva con cui essi cercarono di tradurle in opere ben definite di letteratura militante (didascalica ed educativa) in istituzioni giuridiche e politiche informate ai nuovi principi, in riforme amministrative, in programmi scolastici, insomma direi di guardare, in particolare modo, alla natura eminentemente etico - pragmatica della cultura milanese settecentesca e sulla sua tipica tendenza a muovere risolutamente dai valori ideali per configurare un preciso programma di concreta azione culturale e civile.(...) Da questa fiducia e da questo spirito di impegno diretto sono poi derivati, all'attività più schiettamente letteraria, quel mordente in direzione polemica, moralistica, didascalica (identificabile, fra l'altro, nella persistenza d'un sapido filone satirico, nella tradizione dialettale, nella chiara inclinazione realistica, evidente persino nelle particolari virtù di schietta e robusta perspicuità del classicismo lombardo) e quella costante trasfusione di riflessioni letterarie e di risoluzioni morali, di suggestioni di gusto e di accenti civili, che caratterizzano storicamente l'intellettuale lombardo quasi si trattasse di connotazione puramente etnica."
(Lanfranco Caretti, da "
Manzoni. Ideologia e stile").


L'eredità illuminista ed i modelli letterari