IL VENDICATORE LETTERARIO.
Lo schiavo,nell'attimo n cui respinge l'ordine umiliante del suo superiore,respinge
insieme la sua stessa condizione di schiavo.
A. Camus
Ma chi è costui? Diciamo pure che è uno scrittore, uno studioso, un educatore, un
contestatore, un ribelle, un idealista, un materialista, un umorista, un artista, e si
potrebbe continuare! La sua nazionalità è italiana ma egli si considera apolide, una
nullità dell’universo che ha deciso di contrastare la somma regina
dell’umanità, vale a dire la stupidità e ogni sua forma di autorità.
Il suo nome è dedicato ad alcuni grandi personaggi che lo hanno ispirato, anche se
poi, come direbbe Shakespeare, che cosa c’è in un nome, una rosa non sarebbe forse
una rosa se la chiamassimo in un altro modo? Ma perchè "Il vendicatore"? Il
termine è da intendersi in maniera letteraria e si rifà ad un istinto atavico di rivalsa
nei confronti di ogni ingiustizia e di ogni sopruso, di protesta verso il dolore causato
dagli abusi del potere e dell’autorità, di poter riconquistare la serenità e la
pace interiore, consapevoli che solo la lotta, la ricerca, la perseveranza e la
determinazione possono influire sul proprio e altrui destino dando allo stesso tempo un
senso di grande ed umana vitalità.
E’ proprio perchè C.W.Brown pensa che il ruolo dell’intellettuale sia
quello di divulgare una visione del mondo più ideale al fine di migliorare quella reale
che ha deciso di rivestire il ruolo del vendicatore letterario, incitando e confortando,
attraverso nuove forme di pensiero, tutti coloro che vogliono, contrastando il dominio
della stupidità, guadagnarsi un po’ più di libertà. C.W.Brown è sostanzialmente
un teorico, un filosofo-artista alla maniera di Nietzsche, fortemente consapevole che
l’azione deve seguire il pensiero(Shakespeare), ed è perciò che attraverso i suoi
aforismi cerca di divulgare le sue idee affinchè gli altri possano agire e quindi
migliorare il comportamento della specie.
Talvolta egli può sembrare perfino troppo sarcastico e crudele e le sue
riflessioni quasi criminali, ma, come ci ricorda Freud: "Con la cattiveria,
l’uomo si vendica contro la società per i limiti che essa gli impone. Questo
desiderio di vendetta anima tutti." E’ dunque per incitare gli uomini troppo
buoni a non farsi schiacciare e sfruttare dal potere della stupidità (o se preferite
dalla stupidità del potere) che scrive C.W.Brown, consapevole di poter offrire uno
stimolo, un sollievo e uno spunto di riflessione a tutti coloro che odiano il non sapere,
la violenza, il dolore, lo sfruttamento, la stupidità suprema e assurda che influisce
negativamente sulle nostre vite, anche le più agiate.
Certo, direte voi, questo autore non deve essere molto soddisfatto della sua
esistenza se nutre tanto rancore nei confronti delle malefatte dell’imbecillità, ma
d'altronde se non sono coloro che si trovano a disagio a voler per primi cambiare la
situazione in cui si trovano, chi mai dovrebbe essere? Sono gli infelici a lottare per un
mondo migliore, perchè appunto ricercano la felicità, diceva Lauer. Inoltre come
sostiene Mario Vargas Llosa è tipico della buona letteratura suscitare una certa
inquietudine verso il mondo reale, una certa forma di ribellione nei confronti
dell'autorità, delle istituzioni o delle consuetudini stabilite. E' sostanzialmente lo
stesso pensiero di Corrado Staiano che ci ricorda appunto come ai nostri giorni
nella letteratura, come del resto tra gli intellettuali di questa società, c'è carenza
di passione, c'è acquiescenza, e questo perchè non nascono più ribelli, e allora ecco
il perchè io ho deciso di cercare di fare qualcosa nel senso opposto dando cioè corpo
allo stato nascente della protesta e ho deciso così di voler suscitare un senso di
indignazione, di contestazione, di vendetta.
E per finire alcune parole di rassicurazione e di conforto per chi, ignaro del
fatto che per creare bisogna distruggere (Eliot), trovasse gli scritti dell’autore un
po’ troppo nichilistici: "La morte fa coppia con l’Amore. Insieme governano
il mondo...Dal principio la psicanalisi riteneva che solo l’amore fosse importante.
Oggi sappiamo che la morte lo è altrettanto. Da un punto di vista biologico ogni essere
vivente, per quanto intensamente la vita bruci in lui, anela al Nirvana, anela alla
cessazione di quella "febbre chiamata vita" (E.A.Poe). Il desiderio può essere
mascherato dalle più varie circonlocuzioni. Ciò non toglie che lo scopo ultimo della
vita sia la sua stessa estinzione!...La vittoria finale spetta sempre al Verme
Conquistatore." (Sigmund Freud)
Così C.W.Brown conscio che il ruolo del filosofo è quello di insegnare a morire
(si veda Montaigne), anche perchè chi ha imparato a morire ha anche imparato a non essere
schiavo e quindi a lottare per la libertà, cerca con i suoi aforismi di trasformare la
buffa tragedia dell’umanità in una soave commedia contro la stupidità e grazie al
suo umorismo intende appunto incanalare la perniciosa aggressività dell’assurdità
in una acerrima sfida contro il male e la banalità, allo scopo ovviamente di conquistare
un po’ più di felicità.
Dedicato a tutti coloro che hanno sofferto, che soffrono o che soffriranno, con
buona pace del potere, dell’autorità
e della sublime stupidità.
Carl William Brown
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