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UnÆaltra pagina, un altro spunto.
Come avrete giα intuito questa volta parleremo dei cartoni animati, questi nostri eterni compagni.Essi ci seguono ovunque, anche se a volte non ce ne rendiamo neppure conto.
La formula dei cartoni Φ quasi alchimistica, nata per i bambini, fatta dai ôgrandiö usata da tutti.

La cosa pi∙ divertente per me dei cartoni Φ guardare le facce che i miei genitori, ormai non pi∙ giovani, fanno al vedermi ridere e appassionarmi tanto per dei disegni animati! E se per i miei Φ cos∞ strana come cosa, io non ho ancora incontrato qualcuno della mia generazione che non ricordi un cartone dellÆinfanzia o che tuttora non ne segua assiduamente qualcuno!






Forse Φ la loro energia fantastica ad attirarci tanto, oggi soprattutto, oggi che il mondo attorno a noi sembra non avere nulla da dire e/o dare a noi giovani.
Ecco allora che ci rifugiamo in un antro in cui solo noi possiamo entrare, e che ci accoglie sempre con un sorriso ed una battuta...stiamo finendo addirittura sul filosofico...e parlando di Cartoni Animati!
Ma Φ proprio questa la loro forza! lÆessere un mondo gigantesco e fantastico, che senza disturbarti troppo, ti trascina lontano riportandoti puntuale a casa per i titoli di coda!
La loro forza prorompente risiede nella possibilitα che ti offrono di spaziare con la fantasia, e si sa quando si pu≥ fantasticare, la vita diventa pi∙ bella.
EÆ difficile incontrare un cartone che non ti rapisca dalle prime scene; ci ritroviamo a guardare dei cartoni anche brutti magari solo per vedere come riusciranno questa volta a salvare il mondo o ad incastrare il malcapitato di turno! Questa crediamo sia la distinzione pi∙ grande che si possa fare nel mondo cartonistico: serie in cui pochi eroi (in media da 3 a 5) devono riuscire a proteggere il mondo dai Cattivi, e serie in cui vengono raccontate le vicende di una coppia (o pi∙) in cui fisso troviamo il tonto che viene ôscherzatoö dallo sveglio della situazione. Se poi andiamo a guardare i titoli di coda (subito prima del nome onnipresente di Cristina) scopriamo che questa divisione Φ anche geografica: i cartoni del primo tipo, sono spesso japponesi, mentre le serie del secondo sono perlopi∙ Americane.

Noi non ci siamo sempre vantati di essere un popolo creativo, sognatore allegro e divertente? E allora perchΘ abituarci alla comicitα ed alla fantasia straniere?





Questa differenza Φ pi∙ profonda di quanto non si creda: le serie americane infatti, proprio perchΦ fondate su di una serie di sketch, non hanno una trama sequenziale, ogni puntata Φ a se stante. Non Φ difficile poi accomunare il tonto della serie con una figura-tipo della societα, ecco allora che il cacciatore in Bugs Bunny, fa il verso ai cacciatori reali, con la sua smania di accumulare prede, la stupiditα del personaggio televisivo serve allora a dissacrare la figura reale; o ancora il personaggio rappresentato in una serie che da noi sta avendo un successo enorme
(credo che tutti staranno pensando allo stesso cartone! che non cito per non impelagarmi in un discorso senza fine, vi basti sapere che tra non molto ne parleremo!...posso solo dire che va in onda tutti i giorni su Italia1 alle 14.00!!!!)






non Φ difficile accomunarlo con lÆuomo medio americano, con tutte le sue limitazioni! (anche a causa di questo, alcuni sketch da noi non vengono capiti appieno, perchΦ ricalcano situazioni effettive in America).
La nostra fortuna Φ che in questo frangente gli americani non hanno la pretesa di giudicare il resto del mondo, ma fanno satira basandosi sulla loro societα!
Voi a chi accumunereste Will Coyote?








(a proposito, mi viene in mente una maglietta vista ad un concerto: Φ raffigurato Will Coyote tutto trafelato con in pugno finalmente Bip Bip, e cinicamente tra un respiro e lÆaltro gli chiede:-Adesso non fai Bip Bip bastardo?- in effetti il loro interminabile inseguimento, sta avendo un effetto devastante sul mio sistema nervoso...sono 8 anni che li vedo rincorrersi!!)





Questo tipo di cartoni se da un lato libera gli autori dal fardello di essere sempre e comunque lineari nella trama (non Φ difficile veder morire una dozzina di volte lo stesso personaggio che, con malcelata incuranza delle leggi vigenti sulla Terra in fatto di morte e resurrezione, stilate da un uomo 2000 anni fa circa, riappare in tutto il suo splendore la puntata successiva) costringe allo stesso tempo a creare sempre puntate divertenti ed accattivanti, cosa che non succede nelle serie japponesi, in cui la trama Φ fondamentale e si snoda per anni consecutivamente (alcune serie potremmo ormai definirle Telenovelas), liberando gli autori dalla costrizione degli sketch. Qui il problema sarα diverso: creare sotto-storie interessanti per poter proseguire il cartone, che come un film o la vita reale, se perde un personaggio non lo recupera pi∙ (si, ma prima di ammazzare un ôattoreö di una serie japponese avete notato quante puntate ci vogliono?...pi∙ o meno quante ne usa Holly per fare un tiro in porta!) La maggiorparte dei cartoni animati giapponesi Φ la trasposizione dei fumetti che hanno riscosso maggior successo. Trascinando cos∞ spesso sullo schermo, storie autoconclusive con argomenti che spaziano dagli amori nati tra i banchi di scuola o storie fantasy che spesso finiscono con gli immancabili ôRobottoniö! Queste serie, creano anche un altro problema specie in Occidente: proprio per la loro forte sequenzialitα, la perdita di un episodio, diventa drammatico per la comprensione della trama (quante serie complete avete visto nella vostra vita? noi neanche una!).

Non dimentichiamoci neppure il forte senso pedagogico che questi cartoni hanno almeno in patria: il retaggio culturale di questo popolo Φ molto forte, ecco perchΘ anche se a noi pu≥ far ridere, in tutte le serie, si possono ritrovare i valori morali dellÆessere stoici, stakanovisti, fedeli nonchΦ problematici!!






La differente impostazione si ripercuote poi anche nei lungometraggi. In occidente i cartoni che si vedono al cinema, sono comunque per bambini e le trame sono per lo pi∙ favolistiche; molto differente Φ invece in jappone il mercato degli OAV
(il nostro Home Video) e dei film a cartone: le trame sono di grosso spessore, il target Φ prettamente per adulti, e ricalcando i film, le scene dÆazione come quelle sanguinolente non mancano! La concezione nipponica dei cartoni animati Φ molto diversa dalla nostra: per loro non Φ un prodotto solo per infanti, ma una possibilitα artistica in pi∙, da accostare al cinema o allÆarte grafica; ecco allora che diversi cartoni nipponici sono dei veri e propri cult (penso ad Akira, piuttosto che ad Ghost in the Shell).
In occidente questa visione manca ancora, anche se si sono giα capite le potenzialitα dei prodotti giapponesi (una per tutte, il boicottaggio da parte della Walt Disney di Akira, che Φ uscito nei cinema Italiani pressochΦ in incognito rendendo difficile da trovare una critica sul film o semplicemente un cinema che lo desse!!).
La Walt disney produce film solo per bambini, mielosi, e sempre a lieto fine, con personaggi che affrontano le difficoltα con amore amicizia e tutti gli altri buoni sentimenti!! In Giappone invece questi film, non Φ detto che vadano a finire bene (Vedi Akira!!!), lasciano sempre degli interrogativi aperti e soprattutto fanno riflettere molto!





In entrambi i casi comunque (soprattutto da un poÆ di tempo) sono fondamentali gli effetti speciali, ma anche qui la diversificazione non manca: in giappone si utilizzano per rendere ôspettacolareö la pellicola e per coinvolgere a tutto campo il pubblico; in america per creare fantastiche ambientazioni ed effetti scenografici. Pensierino finale: Tutte le storie (o quasi) girano sempre attorno a personaggi di razza ariana (anche in oriente), pelle bianca, occhi grandi ecc. E i cattivi? sono sempre persone ôdiverseö, brutte fisicamente e con carnagioni dei pi∙ svariati colori. PerchΘ?

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Data ultima modifica: 31-03-98