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(    Estratto dalla rivista ARPA - n. 9    )

LE TRE RIVOLUZIONI: 4) La cultura dei media elettrici ed elettronici.

Le tre rivoluzioni.

Ovvero quelle che hanno modificato profondamente il mondo della comunicazione: la rivoluzione chirografica (dal greco kheir = mano + graphon = scritto), avvenuta nel quarto millennio a.C.; la rivoluzione gutenberghiana, verso la metà del quindicesimo secolo, con l'avvento della stampa; la rivoluzione elettrica ed elettronica, la più recente, che annovera invenzioni come il telegrafo, la radio, la televisione.

Negli ultimi sei millenni si sono quindi distinti quattro tipi di cultura: la forma più antica è la cultura orale, seguita poi dalla cultura manoscritta, dalla cultura tipografica e infine da quella dei media elettrici ed elettronici.

5 - La telecrazia

Dalle parole di Karl Popper: "la televisione è una ladra di tempo, una serva infedele e una cattiva maestra".
Inoltre, secondo il celebre epistemologo, la TV rappresenta anche "un potere politico colossale", ed è "uno strumento di socializzazione pessimo", causando ai giovani un danno "personale, fisico, sociale e mentale".
Come si può facilmente intuire, la televisione è uno dei media contro cui si sono maggiormente scagliate critiche di tutti i generi.
Diversamente, il cinema è stato amato perchè più vicino al libro di quanto non lo sia la televisione: "l'uomo tipografico - scrive McLuhan - ha subito accettato il cinema proprio perché offre, come il libro, un mondo interiore di fantasie e di sogni. Lo spettatore cinematografico è psicologicamente solo come il silenzioso lettore di libri. Non era in questa situazione il lettore di manoscritti e non lo è lo spettatore televisivo". Una interessante riflessione viene condotta dall'erede intelletuale di Marshall McLuhan, Derrick de Kerckove: "La televisione parla in primo luogo al corpo e non alla mente".
La velocità con cui si susseguono le immagini televisive nascondono un sottile potere di fascinazione ipnotica, che rendono passivo l'osservatore, costringendolo a rinunciare a una decodifica interiore. "Il tubo catodico ha uno sguardo più potente di quello dello spettatore che finisce quindi con l'essere una facile vittima della seduzione multi-sensoriale" (Baldini).
Il rischio è la telecrazia. Gli strumenti sono i sondaggi d'opinione. Quanti politici devono la loro carica ad analisi computerizzate dell'opinione pubblica su qualsiasi argomento elettorale? Può accadere, è accaduto, che responsabili di campagne elettorali modellino i dati raccolti durante un sondaggio distorcendo il senso delle opinioni espresse, a favore del candidato. Sondaggi e prospezioni "omogeneizzano" le opinioni dei cittadini, perché promuovono le risposte della maggioranza, a scapito dell'opposizione. E "in una cultura in cui ai mezzi per formarsi un'opinione personale è dato meno peso e tempo che a quelli per formare l'opinione collettiva, è più facile che sia la maggioranza a detenere l'egemonia" (Baldini). In questo modo, la massa di indecisi (generalmente il 15-20%) è indotta a sposare le opinioni della maggioranza, convinta che altrimenti i voti andrebbero sprecati se destinati a un candidato di minor rilievo che non vincerebbe comunque.
Da questo stato di cose è emersa una nuova figura professionale, lo spin-doctor, "manipolatore d'opinione il cui compito è quello di mettere in movimento le idee di un leader politico, selezionando e mettendo in risalto parole, suoni e frasi che con maggiore probabilità produrranno l'effetto desiderato sull'opinione pubblica". Qui da noi, gli uomini politici sono sempre stati spin-doctor di se stessi, e forse il maggiore di essi è stato Mussolini; soltanto da poco, direi con il Governo Berlusconi, il Presidente del Consiglio si è dotato di una persona appositamente nominata per curarne l'immagine e i movimenti.

(continua... - "L'ipertesto")

Paco SIMONE

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