Martedì 18 Dicembre

Quando sono uscito dalla camera da letto ho cominciato a udire delle voci sommesse. Seguendole ho scoperto che provenivano dalla stanza direttamente sopra alla biblioteca dei MacFarley ma non mi era possibile entrare, poi mi sono ricordato che anche nella biblioteca c·è una rampa di scale a chiocciola. Sono entrato nella biblioteca, ho spento il grammofono che qualcuno ha lasciato acceso per coprire quelle voci e come sospettavo ho ricominciato a sentirle, decisamente più forti di prima. Sono salito sulla scala a chiocciola e quando sono arrivato in cima ho scoperto una botola.

icona della lente indica il punto dove c·è la botola. Non riuscivo a localizzarla finché non ho capito che, una volta in cima alle scale, si trovava alle mie spalle.

Aprendo la botola ho ascoltato una interessante conversazione tra Bruce McGrabb e Moira MacFarley. L·uomo è alla ricerca del cristallo dei MacFarley e vorrebbe ispezionare l·ufficio privato del vecchio Lord, la cui entrata è stata nascosta, ma la ragazza glielo impedisce. Ciò è servito ad aumentare i miei sospetti su MacGrabb e un·altra prova l·ho scovata poco dopo nell·ingresso, dove su una delle panche ho aperto la borsa di MacGrabb, impossessandomi di un anello con il sigillo di un corvo e di una lettera inviatagli da un certo Paul Evil, che oltre a confermare la sua presenza per ALBAN ARTHUAN lo informa di aver rimediato un perfetto colpevole reo confesso a Scotland Yard per l·affare di Edimburgo. Ho pensato che la cosa potrebbe essere collegata al furto di cui avevo letto sul giornale il giorno prima. Proprio in quel momento ho incontrato MacGrabb, che mi ha dato appuntamento alla sua distilleria per discutere della sua proposta, poi è uscito dal castello per recarsi a Edimburgo. L·appuntamento era per questa sera ma il mio quinto senso e mezzo mi ha suggerito di non aspettare. Mi sono diretto all·imbarcadero a poca distanza dal ponte di pietra, ho preso i remi sullo scrigno e sono salito sulla barca risalendo il Devil·s River fino alla distilleria.

Non appena sono arrivato ho visto entrare il vecchio Ipswick armato di fucile. Bussare alla porta è stato inutile ed era meglio non insistere, ma sbirciando da una finestra potevo vederlo nel suo ufficio. Ho raccolto una tenaglia vicino ai barili sulla sinistra e ho proseguito in direzione del capannone con il mulino, fino a trovare un portone chiuso con un lucchetto e una catena. Ho spezzato la catena con la tenaglia e sono entrato, poi mi sono avvicinato senza fare alcun rumore e ho aperto l·altra porta per entrare nella distilleria (se avessi toccato anche una sola delle bottiglie sul pavimento avrei trovato una brutta sorpresa ad attendermi dietro la porta), quindi mi sono reso conto che l·ufficio del vecchio Ipswick era proprio alla mia destra.

Ho aperto la porta dell·ufficio con la massima cautela e ho reso il vecchio inoffensivo utilizzando lo straccio imbevuto di cloroformio. Sul pavimento alla mia destra c·era il bastone da passeggio di Lord Allistair MacFarley, un·ulteriore prova del fatto che è stato rapito da MacGrabb. Dentro l·elsa del bastone, che raffigurava un drago, ho preso la chiave della cassapanca, dopodiché ho raccolto il bastone e nella borsa appesa alla sedia ho trovato il Libro di Kélia che era stato rubato al museo di Edimburgo! Dopo avere messo il libro al sicuro nel portafogli sono tornato al mulino ad acqua, ho bloccato il meccanismo con il bastone da passeggio e nel magazzino ho scoperto una botola che prima non si vedeva perché era nascosta dall·acqua. Sono sceso nella cantina, dove ho trovato una sedia elettrica e uno strano macchinario che serviva per la corrente. Nello scrigno sotto la sedia ho preso due specchi e due dischi d·ambra, forse proprio quelli rubati, poi ho spostato la sedia elettrica e ho aperto la porta dietro di essa usando l·anello con il sigillo. Attraversando il tunnel scavato nella roccia sono arrivato in una caverna dove ho scoperto altri tre passaggi. Quello a sinistra ha l·emblema di un corvo e mi ha condotto in una grotta con una porta e due dischi di pietra. Il tunnel centrale contrassegnato dall·emblema della croce arriva anch·esso a una porta chiusa, forse quella della cappella, mentre quello più a destra porta lo stemma dei MacFarley e conduce in una stanza con un baule ed un armadio contenenti uno scafandro da palombaro per le immersioni. Sono uscito dalla porta e, sorpresa delle sorprese, mi sono ritrovato all·esterno della tenuta.

Sono tornato al castello e mi sono diretto alla biblioteca, dove all·interno della nicchia all·altro capo della stanza ho trovato uno strano simbolo identico a quello che avevo visto sull·elsa del bastone. Ho appoggiato il bastone sopra il simbolo in questione e dietro a una parete mobile ho scovato finalmente l·ufficio segreto di Lord MacFarley. Mi sono avvicinato alla libreria sulla sinistra, ho aperto le ante in basso con la chiave della cassapanca e ho trovato una cassaforte con accanto un·iscrizione che altro non era se non il titolo del Trattato della Vecchia Alleanza. Per aprire la cassaforte dovevo inserire la data esatta espressa in numeri romani che avevo letto sul trattato. All·interno della cassaforte ho preso la mappa della sedia e ho proseguito su per le scale fino al laboratorio, dove in mezzo agli apparecchi disseminati sopra il tavolo ho preso un guanto di metallo e la maniglia di una finestra.

Tornando sui miei passi sono andato verso la sedia e seguendo le istruzioni che ho trovato in cassaforte ho aperto il doppio fondo nel quale era nascosto il cristallo dei MacFarley, che ho afferrato con il guanto per evitare di essere punto dall·ago avvelenato. Nello stesso momento una figura misteriosa mi rinchiude nell·ufficio, ma stavolta ho potuto vedere che si tratta della domestica! Sono andato alla finestra che si trova poco più avanti, l·ho aperta con la maniglia e mi sono calato con una corda che un attimo dopo è stata tagliata. È solo grazie alla mia prontezza se ho fatto un bagno nel fossato invece di sfracellarmi al suolo! Per fortuna sono stato ripescato da Fergus Mohr, il giardiniere di casa MacFarley, e portato nel soggiorno dove ho conosciuto Moira. La ragazza mi ha detto che l·ultima volta che ha visto suo padre, le aveva fatto vaghe allusioni ai cristalli di Sirdach e al pericolo cui si andrebbe incontro se cadessero in mani sbagliate. Egli non sospettava di nessuno in particolare, ma aveva preso alcune precauzioni per proteggersi e aveva consegnato un importante documento riguardante i cristalli a Scotland Yard. Con il codice che Moira mi ha appena affidato, dovrebbe essere possibile rientrarne in possesso per poterlo confrontare con il Libro di Kélia.