Prima di quel lontano marzo del
1996 cÆera il vuoto, tranne la ormai agonizzante serie di ALONE IN THE DARK e
lÆormai defunta serie di SPLATTERHOUSE. Un videogiocatore in cerca di un
titolo ad ambientazione horror non aveva nessuna scelta, fino a quando la
CAPCOM, una software house fino ad allora nota per la serie di STREET FIGHTER,
decise di lanciare per la giovane PSX un gioco che avrebbe sconvolto le menti di
milioni di persone in tutto il mondo: BIO HAZARD (questo era il titolo
originale, al di fuori del Giappone venne invece ribattezzato RESIDENT EVIL per
motivi ancora oggi sconosciuti).
RESIDENT EVIL era un titolo che
strutturalmente attingeva a piene mani dal primo ALONE IN THE DARK e dai film
horror di serie B, il risultato?UN CAPOLAVORO ASSOLUTO! Ma
per descrivere meglio il gioco Φ bene procedere con ordine, partendo dalla
storiaàUna storia semplice ma ben congegnata, che narra di strani omicidi e
sparizioni nei dintorni di una piccola cittα Americana, RACCON CITY, e di due
squadre speciali (appartenenti al gruppo S.T.A.R.S.), la BRAVO team inviata per
indagare nella RACCON FOREST, ma di cui si perdono le tracce quasi subito, e la
ALPHA team, spedita per soccorrere la precedente squadra. Spedizione
di soccorso che si rivelerα ugualmente disastrosa, visto che una volta arrivati
i componenti del secondo team verranno attaccati da dei cani insolitamente
feroci e forti, perderanno un compagno, verranno abbandonati sul posto da un
pilota fifone e si ritroveranno loro malgrado a cercare rifugio in una spettrale
villa, non sapendo che i veri orrori sarebbero iniziati da l∞. Il
tutto viene narrato da una presentazione totalmente girata con attori veri,
scelta giustificata dal fatto che a quei tempi la CAPCOM non era in grado di
realizzare unÆintroduzione in FULL MOTION tecnicamente decente, ma bisogna
ammettere che di atmosfera (complice anche il fatto che fosse in bianco e nero)
riusciva a trasmetterne parecchia.
E una volta arrivati dentro la villa? Qui la
descrizione si fa complicata, visto che prima di iniziare si doveva scegliere
fra due membri del team ALPHA, Jill VALENTINE e Chris REDFIELD (corrispondenti
ai livelli di difficoltα NORMAL e HARD), e visto che la storia cambiava non
solo in base al personaggio ma anche a determinate scelte fatte nel corso
dellÆavventura si pu≥ facilmente capire come non si possa pi∙ procedere con
linearitα. Mi limiter≥ a dire che durante
lÆavventura si avrα a che fare con morti viventi, strani enigmi, armi
biologiche, tradimenti e un temibile virus, il T-VIRUS, frutto delle ricerche di
una societα farmaceutica senza scrupoli, la UMBRELLA. Veniamo
ora alla struttura, che come precedentemente scritto era presa da ALONE IN THE
DARKàUnÆavventura quindi in cui personaggi poligonali si muovono in ambienti
prerenderizzati ripresi da varie angolazioni (quindi senza movimenti di
telecamera come si possono vedere in SILENT HILL), si risolvono enigmi
abbastanza semplici ma estremamente accattivanti e si combatte, e qui nasce il
motivo per cui la CAPCOM defin∞ il gioco ôil primo esponente di un nuovo
genereö, il SURVIVAL HORROR, si combatte Φ vero, ma lo si fa contro avversari
estremamente forti dotati di una buona intelligenza artificiale utilizzando un
numero limitato di armi e munizioni, da qui la necessitα di cercare di evitare
il pi∙ possibile lo scontro diretto, anche considerando che le medicine per
ristabilirsi dalle ferite sono decisamente poche. Altra
fonte di preoccupazione per il giocatore Φ lÆinventario terribilmente
limitato, non si pu≥ portare in spalla un arsenale, si devono fare scelte
oculate su quello che potrα servire, e questo contribuisce ad innalzare non
poco il livello di difficoltα, e per infierire si pu≥ salvare solo in
determinati punti e non allÆinfinito.
Ovviamente le caratteristiche tecniche di
un gioco uscito quasi sei anni fa possono far sorridere oggi, ma
allÆepoca RESIDENT EVIL fece sbavare pi∙ di una persona, merito sicuramente
dei fondali che stupivano continuamente per dettaglio e varietα, ma anche
personaggi e mostri erano ben realizzati, dotati di un buon livello di dettaglio
e di animazioni molto convincenti. Il lato
sonoro ha invece risentito pochissimo dello scorrere del tempo, posso anzi dire
senza timore di smentita che le musiche del primo episodio sono ancora le
migliori della serie, discreti anche gli FX, orrendo invece il doppiaggio,
aspetto fortunatamente molto pi∙ curato nei seguiti. RE
essendo un capostipite presenta buoni controlli ma meritevoli di essere limati,
anche la lentezza dellÆazione Φ forse eccessiva, ma in fondo nulla di grave,
la longevitα Φ invece ottima, con due personaggi da controllare, sei finali
diversi, scene nascoste e segreti vari. Ma se
fosse tutto qui saremmo ancora lontani dal poter dire capolavoro, ma allora cosa
rende questo titolo cos∞ speciale? Difficile
dirlo, ma personalmente RESIDENT EVIL Φ un gioco che ancora oggi mi fa tremare
letteralmente di paura, ma la cosa pi∙ incredibile Φ il modo in cui lo
affronto, assaporando cioΦ i particolari, godendomi lÆatmosfera di una
particolare stanza, assaporando il primo scontro con un HUNTER, inorridendo di
fronte al tradimento di WESKER, vibrando di eccitazione mentre colpisco col
lanciarazzi il TYRANT, e tutto questo nonostante siano scene che ho visto decine
di volte. Che sia magia? Sicuramente per me
lo Φ, ma sono convinto che per migliaia e migliaia di persone si sia
trattata della stessa cosa, la bellezza di qualcosa che ti trasporta in
un luogo lontano, che ti fa provare paura, rabbia, gioia. Per
questo mi Φ impossibile dare i voti finali, giochi come questo non ne hanno
bisogno.