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CORSO DI GIAPPONESE - 2░ LEZIONE
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Bentornati alle lezioni di giapponese del vostro amato Sensei Marke!

Dopo aver imparato a memoria tutti i silabari ci toccherα esaminare le caratteristiche di questa affascinante lingua.
Iniziamo con la struttura delle frasi.

In giapponese le frasi hanno un ordine quasi capovolto rispetto a quelle italiane (assomigliano molto a quelle latine... chissα perchΦ?!)
Facciamo un esempio:

"Lo scolaro scrive una lettera al maestro" si dirα quindi:
"Scolaro lo maestro al lettera una scrive"

Il soggetto vα all'inizio (e viene spesso omesso), seguito dai complementi indiretti, complemento oggetto e verbo.
Il giapponese non possiede articoli ed invece di preposizioni possiede le posposizioni (le particelle che definiscono il ruolo della parola vanno quindi dopo la parola stessa e non prima!)
La frase di prima si scriverα quindi cos∞:

Dove:

Seito = studente, scolaro
Wa = posposizione del soggetto (e ricordo che la sillaba "ha" in questo ruolo si pronuncia "wa")
Sensei = maestro, insegnante
Ni = posposizione del complemento di termine
Tegami = lettera (notare che in kanji si scrive con il "te" di "mano" e "kami" di "carta", un foglio scritto a mano insomma!)
O = posposizione del complemento oggetto (ricordo che la sillaba corrisponderebbe a "wo" ma visto che in questo ruolo si legge "o" e visto che si usa SOLTANTO per questo ruolo continueremo a chiamarla "wo" solo per non confonderla con la "o")
Kaku = scrivere.

Adesso faremo un'analisi pi∙ approfondita.

Seito significa "scolaro", ma anche "scolara" oppure "scolari" o "scolare". In giapponese i nomi non hanno nessuna distinzione per quanto riguarda genere o numero, quindi lo stesso discorso vale anche per Sensei e Tegami (come tradurre allora frasi giapponesi? Intuito!).
La sillaba "ha" con pronuncia "wa" non Φ l'unica che pu≥ definire il soggetto di una frase, si pu≥ trovare anche la sillaba "ga".
Pi∙ precisamente "ga" viene usato nelle frasi interrogative, negative o informali.
La sillaba "ni" oltre che per posposizione del complemento di termine ha anche la funzione di posposizione del complemento di stato in luogo (solo per alcuni verbi), moto a luogo, tempo, complemento d'agente, e complemento oggetto con alcuni verbi intransitivi.
La sillaba "wo" la incontrerete SEMPRE E SOLTANTO come posposizione del complemento oggetto.
Kaku corrisponde al verbo scrivere ma sarbbe pi∙ corretto dire che corrisponde a tutto il presente indicativo! Kaku significa appunto "scrivo", "scrivi", "scrive", ecc... In giapponese i verbi cambiano soltanto a seconda del tempo e della forma pi∙ o meno cortese della frase ma non della persona che fα l'azione.

Passiamo ora ad analizzare le frasi pi∙ semplici.

"Io sono Marke"
"Watashi wa Maruke desu" ("desu" si pronuncia "des", perchΦ? Ripassatevi la prima lezione, ignoranti!)

Questa Φ una frase semplicissima, ma ispezionamola con cura.

"Watashi" significa appunto "io", ma "io" si pu≥ dire anche "watakushi", "atashi", "ashi", "ore", "boku" e in tanti tanti altri modi.
La parola da usare cambia a seconda della persona con la quale stiamo avendo una discussione, e cioΦ se Φ un'amico, o un parente, o un anziano, o un superiore, o un allievo, o uno sconosciuto e cos∞ via.
I termini pi∙ usati sono in ogni caso:
Watakushi: molto formale, da usare con dei superiori o anziani
Ore: informale, usato tra giovani ed Φ solo per gli uomini!
Boku: informale, usato tra amici e familiari e solo per gli uomini!
Infine c'Φ watashi che si usa in tutti gli altri casi.
!NON ESISTONO TERMINI FAMILIARI PER DONNE! (Sorry ^_^)
Questo perchΦ in giappone la grande diversitα di potere dell'uomo e della donna, grandissima nel passato, Φ ancora rimasta nella lingua e rimarrα sempre.
"Wa" credo non ci sia bisogno di spiegare che significhi.
"Maruke" stα per "Marke". Siccome non Φ una parola giapponese ho dovuto trascriverla in katakana e non in hiragana e non esistendo la "r" come suono unico sono dovuto ricorrere alla sillaba "ru" che Φ quella con il suono pi∙ vicino alla "r".
"Desu" corrisponde al verbo "essere" quando ha la funzione di copula e cioΦ quando Φ completato dal predicato nominale che corrisponde ad una "qualitα" del soggetto e che non ha bisogna di essere anticipata da alcuna preposizione.

Nella frase: "Marke Φ a casa" il verbo essere funge da normale predicato verbale perchΦ non esprime una qualitα del soggetto ed ha un altro significato (in questo caso quello di "trovarsi": "Marke si trova a casa").
Di conseguenza in giapponese non useremo "desu" ma il verbo "iru" (che si usa solo per gli esseri viventi, per le cose si usa "aru") che significa appunto "esistere, trovarsi".


"Marke Φ in casa"
"Maruke wa ie ni iru"

In questa frase "essere" non Φ una copula ed Φ infatti accompagnato da uno stato in luogo.
!ATTENZIONE! Come posposizione del complemento di stato in luogo ho usato "ni" ma ricordatevi che si usa solo quando ci sono i verbi "iru" ed "aru", altrimenti si usa il "de".

Beh, credo che per questa volta basti. Spero che questa lezione vi sia sevita per entrare un po' nella mentalitα della grammatica giapponese. Nella prossima lezione inizieremo ad imparare parole e frasi di presentazione! (era ora!)

Vi saluto e mi raccomando, studiate!

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Marke

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