Bentornati alle lezioni di giapponese del vostro amato Sensei
Marke!
Dopo aver imparato a memoria tutti i silabari ci toccherα
esaminare le caratteristiche di questa affascinante lingua.
Iniziamo con la struttura delle frasi.
In giapponese le frasi hanno un ordine quasi capovolto
rispetto a quelle italiane (assomigliano molto a quelle latine...
chissα perchΦ?!)
Facciamo un esempio:
"Lo scolaro scrive una lettera al maestro" si dirα
quindi:
"Scolaro lo maestro al lettera una scrive"
Il soggetto vα all'inizio (e viene spesso omesso), seguito
dai complementi indiretti, complemento oggetto e verbo.
Il giapponese non possiede articoli ed invece di preposizioni
possiede le posposizioni (le particelle che definiscono il ruolo
della parola vanno quindi dopo la parola stessa e non prima!)
La frase di prima si scriverα quindi cos∞:
![](/file/22447/XENIATGM83.iso/E-Mail/+Otaku/SENHIRA.gif)
Dove:
Seito = studente, scolaro
Wa = posposizione del soggetto (e ricordo che la sillaba
"ha" in questo ruolo si pronuncia "wa")
Sensei = maestro, insegnante
Ni = posposizione del complemento di termine
Tegami = lettera (notare che in kanji si scrive con il
"te" di "mano" e "kami" di "carta",
un foglio scritto a mano insomma!)
O = posposizione del complemento oggetto (ricordo che la sillaba
corrisponderebbe a "wo" ma visto che in questo ruolo si
legge "o" e visto che si usa SOLTANTO per questo ruolo
continueremo a chiamarla "wo" solo per non confonderla
con la "o")
Kaku = scrivere.
Adesso faremo un'analisi pi∙ approfondita.
Seito significa "scolaro", ma anche
"scolara" oppure "scolari" o
"scolare". In giapponese i nomi non hanno nessuna
distinzione per quanto riguarda genere o numero, quindi lo stesso
discorso vale anche per Sensei e Tegami (come tradurre allora
frasi giapponesi? Intuito!).
La sillaba "ha" con pronuncia "wa" non Φ
l'unica che pu≥ definire il soggetto di una frase, si pu≥
trovare anche la sillaba "ga".
Pi∙ precisamente "ga" viene usato nelle frasi
interrogative, negative o informali.
La sillaba "ni" oltre che per posposizione del
complemento di termine ha anche la funzione di posposizione del
complemento di stato in luogo (solo per alcuni verbi), moto a
luogo, tempo, complemento d'agente, e complemento oggetto con
alcuni verbi intransitivi.
La sillaba "wo" la incontrerete SEMPRE E SOLTANTO come
posposizione del complemento oggetto.
Kaku corrisponde al verbo scrivere ma sarbbe pi∙ corretto dire
che corrisponde a tutto il presente indicativo! Kaku significa
appunto "scrivo", "scrivi",
"scrive", ecc... In giapponese i verbi cambiano
soltanto a seconda del tempo e della forma pi∙ o meno cortese
della frase ma non della persona che fα l'azione.
Passiamo ora ad analizzare le frasi pi∙ semplici.
![](/file/22447/XENIATGM83.iso/E-Mail/+Otaku/MARKE.gif)
"Io sono Marke"
"Watashi wa Maruke desu" ("desu" si pronuncia
"des", perchΦ? Ripassatevi la prima lezione,
ignoranti!)
Questa Φ una frase semplicissima, ma ispezionamola con cura.
"Watashi" significa appunto "io", ma
"io" si pu≥ dire anche "watakushi",
"atashi", "ashi", "ore",
"boku" e in tanti tanti altri modi.
La parola da usare cambia a seconda della persona con la quale
stiamo avendo una discussione, e cioΦ se Φ un'amico, o un
parente, o un anziano, o un superiore, o un allievo, o uno
sconosciuto e cos∞ via.
I termini pi∙ usati sono in ogni caso:
Watakushi: molto formale, da usare con dei superiori o anziani
Ore: informale, usato tra giovani ed Φ solo per gli uomini!
Boku: informale, usato tra amici e familiari e solo per gli
uomini!
Infine c'Φ watashi che si usa in tutti gli altri casi.
!NON ESISTONO TERMINI FAMILIARI PER DONNE! (Sorry ^_^)
Questo perchΦ in giappone la grande diversitα di potere
dell'uomo e della donna, grandissima nel passato, Φ ancora
rimasta nella lingua e rimarrα sempre.
"Wa" credo non ci sia bisogno di spiegare che
significhi.
"Maruke" stα per "Marke". Siccome non Φ una
parola giapponese ho dovuto trascriverla in katakana e non in
hiragana e non esistendo la "r" come suono unico sono
dovuto ricorrere alla sillaba "ru" che Φ quella con il
suono pi∙ vicino alla "r".
"Desu" corrisponde al verbo "essere" quando
ha la funzione di copula e cioΦ quando Φ completato dal
predicato nominale che corrisponde ad una "qualitα"
del soggetto e che non ha bisogna di essere anticipata da alcuna
preposizione.
Nella frase: "Marke Φ a casa" il verbo essere funge
da normale predicato verbale perchΦ non esprime una qualitα del
soggetto ed ha un altro significato (in questo caso quello di
"trovarsi": "Marke si trova a casa").
Di conseguenza in giapponese non useremo "desu" ma il
verbo "iru" (che si usa solo per gli esseri viventi,
per le cose si usa "aru") che significa appunto
"esistere, trovarsi".
![](/file/22447/XENIATGM83.iso/E-Mail/+Otaku/IRU.gif)
"Marke Φ in casa"
"Maruke wa ie ni iru"
In questa frase "essere" non Φ una copula ed Φ
infatti accompagnato da uno stato in luogo.
!ATTENZIONE! Come posposizione del complemento di stato in luogo
ho usato "ni" ma ricordatevi che si usa solo quando ci
sono i verbi "iru" ed "aru", altrimenti si
usa il "de".
Beh, credo che per questa volta basti. Spero che questa
lezione vi sia sevita per entrare un po' nella mentalitα della
grammatica giapponese. Nella prossima lezione inizieremo ad
imparare parole e frasi di presentazione! (era ora!)
Vi saluto e mi raccomando, studiate!
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Marke
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