Le proposte politiche di Star Trek
di Paolo De Andreis



«Il motivo per cui lavoriamo è migliorarci» (J.L. Picard - Primo Contatto)

Star Trek fa politica. Inutile nascondersi dietro ad un phaser. Può piacere o meno ma l'intuizione che Gene Roddenberry ha regalato al mondo va ben oltre TOS, TNG e le altre serie. Si tratta in verità di un insieme di idee, che propongono una diversa percezione del mondo e dell'universo, un modo nuovo per stare assieme, per condividere esperienze, per crescere.
Quello di Star Trek è un ambiente progredito che ha a disposizione senz'altro una tecnologia ben più evoluta di quella attuale... ma è davvero da lì che arriva il messaggio che noi possiamo raccogliere? Credo invece che Roddenberry e chi con lui ha realizzato Star Trek fin dall'inizio avesse nel cuore un'idea diversa di progresso.

Facendo certamente torto a molti dei temi politici che Star Trek affronta, per comprendere "l'insieme" della "filosofia ispiratrice" che ha "un'anima" comune, basta isolare tra i tanti quello della multirazzialità, della Prima Direttiva, della curiosità dell'uomo e della sua capacità di migliorarsi anche gestendo i propri istinti in modo maggiormente consapevole. Questi sono gli aspetti che credo sia il caso di esaminare in questa sede, anche perché, sorprendentemente, materiali e studi su questi temi sono assenti quasi del tutto.
Star trek ha insegnato a tutto il Mondo non soltanto che "diverso" è normale, ma soprattutto che è interessante e stimola la curiosità. Una visione che da una parte affronta l'intero problema della diffidenza tra i popoli basata sulle diverse caratteristiche somatiche e comportamentali, facendo piazza pulita dei luoghi comuni e delle aberrazioni che si vivono oggi; dall'altra proponendo la diversità come luogo dell'essere che sottolinea l'unicità dell'esistenza come elemento fondante della propria serenità e di quella altrui, di coloro che ci stanno intorno. Dove "diversità" diventa ricerca della propria libertà e dove questa comporta, verso sé stessi e verso gli altri, una responsabilità che cresce in proporzione alla propria consapevolezza. Anche per questo la tolleranza - oggi sbandierata come la panacea di tutti i mali ma del tutto insuficiente a garantire pace e prosperità - è un concetto che non esiste in Star Trek, perché per migliorarsi ci si impone di capire, di comprendere, di mettersi nei panni degli altri. Non c'è quindi nulla da tollerare ma tutto da apprendere.

La Prima Direttiva è un altro caposaldo della serie ed è uno degli elementi più palesemente legati all'aspetto politico di Star Trek o, meglio, alle proposte che ne emergono "per un futuro migliore". Questo perché la Prima Direttiva è quella originaria, l'elemento normativo e ordinamentale dal quale nasce nell'universo trekkiano non soltanto il rispetto delle culture "altre" ma anche il "diritto a curiosare". Ovviamente, senza essere visti per non "interagire". Un diritto che viene acquisito, però, soltanto al verificarsi di una condizione: l'accettazione del destino originale delle specie e delle culture, un destino che ogni ambiente deve costruire da sé. Soprattutto una "concezione" dello sviluppo assai umile, perché riconosce l'impossibilità di controllare dall'esterno gli infiniti elementi che governano o condizionano la comunità degli uomini.
Ma non si tratta affatto, in questa accezione, di un generico scagliarsi verso la Torre di Babele costruita dagli uomini, quanto invece del riconoscere all'uomo la possibilità di costruirsi un futuro di maggiore benessere se non vengono intaccate "regole" fondamentali, ovvero sottostrutture psicologiche e ambientali che, tanto nella società quanto nel singolo, semplicemente e umilmente non possono essere governate a tavolino.
In definitiva si tratta dell'accettazione dei propri limiti, accettazione che diventa in sé anche strumento di crescita e riscossa. Ecco perché la Prima Direttiva non è soltanto un elemento cinematografico ma è un tassello portante delle proposte politiche contenute nell'opera di Roddenberry.

Nella questione dell'accettazione dei propri limiti c'è a ben vedere ben di più. Perché è un approccio che consente di porre all'esame della propria mente e del proprio cuore anche i propri istinti, riconoscendo ad essi il ruolo che devono avere per lo sviluppo equilibrato di sé stessi e, in definitiva, della serenità propria e degli altri. Riuscire quindi a non essere condizionati da sovrastrutture, questa volta, ideologiche e tradizionalistiche ma soltanto dalla ricerca della propria consapevolezza si traduce in Star Trek nella capacità di gestire le proprie pulsioni, tanto quelle primordiali (dal cibo al sesso) quanto quelle secondarie (potere, soddisfazioni egoiche ecc.), come mezzo al miglioramento di sé e del proprio mondo.
Non si tratta quindi di lasciarsi andare quando se ne sente la necessità ma di conquistare giorno dopo giorno l'armonia con sé stessi, il proprio corpo, i propri pensieri, e con gli altri, nelle parole e nei gesti. E questa è una proposta politica forte, che oggi chiameremmo "laica" ma che in realtà ha superato anche la struttura della reazione all'intransigenza della religione o della tradizione per fare posto all'individuo -che ricerca la propria completezza e il gruppo eterogeneo- come elemento fondante di una società libera.

Tutto questo e tutto quello che di più significativo c'è in Star Trek nelle sue diverse versioni è, e non sbagliamo, Politica, finalmente con la "P" maiuscola. Si promuove così una visione nuova della vita, a 360 gradi, che affronta temi chiave come quelli della violenza e della nonviolenza, del dolore e del piacere, della solidarietà e della prospettiva di sviluppo. Una visione che riconduce all'armonia dell'individuo e della sua comunità il metro con il quale affrontare di volta in volta le sfide poste dal vivere. Senza giudicare, quindi, ma rapportando gli elementi del reale alla propria capacità di crescere.

Girando sulla rete, come mi impone il quotidiano che dirigo, ho trovato centinaia di siti dedicati alla serie. Quasi tutti gli autori, anche se spesso inconsapevolmente, sembrano aver fatto proprio lo "spirito" e "l'anima" di "questa fantascienza", che non si limita a descrivere un mondo possibile nel futuro ma traccia una linea che può essere seguita per migliorare noi stessi e il nostro mondo, quello del presente.
Attenzione quindi, perché sarebbe davvero superficiale da parte nostra appassionarci in Star Trek al solo aspetto più spettacolare quando questo è, in realtà, un veicolo straordinario per la comunicazione di un pensiero nuovo. Pensiero che ognuno di noi ha il dovere di raccogliere e trasmettere.

Salute e prosperità.