L'ORA DELLA MERENDA: ELUCUBRAZIONI DA ESAURITO SU NUOVI OFF-TOPIC. UN INUTILE ARTICOLO PULP FUORI CONTINUITY.
(di Alessandro "Gizmo" Gori)
Era la "SAGGIA" la benefattrice
assoluta delle nostre estati da regazzini. Cinque le sue proposte
commerciali: spuma bionda, cedrata, aranciata, gassosa, ginger.
Altre marche più eccentriche proponevano anche aranciata
sanguinella, chinotto e gassosa al tea (una mezza chiavica).
Una volta tolto il tappo gommato la fragranza era unica; tutte le
bibite erano in vetro verde (random il vetro poteva essere
incolore), e questo riusciva benissimo a mascherare il sospetto
colore arancione psichedelico dell'aranciata (uguale a quello di
certi bussolotti delle sorprese Kinder).
Nella seconda metà degli anni '80 arrivò la plastica e,
ovviamente, rovinò tutto: la Saggia scomparve e le varie bibite
risentirono in gran parte del funesto passaggio vetro-plastica.
In realtà solo il ginger e l'aranciata non soffrirono del
cambiamento: il colore della seconda venne naturalmente cambiato
in un giallo scuro che faceva molto "Fanta", anche se
ci fu chi come la San Benedetto, impudicamente, continuò a
proporre la vecchia colorazione allucinata adesso non più
mascherata (solo la Norda in seguito avrebbe usato plastiche
colorate), comunque l'aroma della bibita non era peggiorato.
Invece, e qui viene il bello,
il trittico gassosa-cedrata-bionda, nella nuova confezione
assunse un retrogusto metallico molto sgradevole (lampante tra
l'altro nella tonica Recoaro in lattina) e un effetto alla
"kaki acerbo" che, dati alla mano, viene tuttora
rilevato solo da chi ha una certa sensibilità gustativa e
soprattutto SOLO se ha vissuto "la spuma da 500 in
vetro".
Per alcuni risulta imbevibile anche se, cosa singolarissima, una
bottiglia su dieci può non presentare il difetto di cui sopra.
Non ci credete? Beh, ripassatevi la legge della segregazione di
Mendel e poi mi darete ragione.
Per gli sfortunati che hanno avuto la loro "prima
volta" con una spuma in plastica, è possibile comunque
riuscire a percepire il gusto metallico e il "kaki
acerbo" di cui accennavo prima, semplicemente con il
"trattamento Tassoni", ovvero dopo almeno sei mesi di
esclusivo consumo di cedrata Tassoni (sul cui gusto
eccessivamente caramellato ci sarebbe da disquisire parecchio) in
vetro da 20 cl. (scevra dal difetto di cui sopra); beh, dopo i
mesi nei quali avrete rotto i ponti col passato, se ritornerete a
sorseggiarvi una cedrata qualunque di un qualsivoglia Discount,
l'effetto sarà lampante e nauseabondo.
Stessa sorte è toccata alla
Ben Cola, al bitter Milanino, al Trilly, alla intera linea
commerciale Guizza, alle spume Benson e a numerose altre bibite.
Si salvano ormai solo la rarissima Norda in vetro (si, avete
letto bene! C'è ancora qualche coraggioso!), reperibile in
qualche bar di sperduti paesini (per quelli di Arezzo: dal
Ciabatti di Badia Al Pino ce l'hanno), e la bionda Cristallo, che
è riuscita a fare il miracolo pur essendo in plastica.
Altra cosa da ricordare è di diffidare assolutamente delle
simil-CocaCola: ne ho provate molte, dalla Crown Cola alla Royal,
ma non ce n'è una che non abbia quel sapore di china, veleno dei
puristi della CocaCola, e un disgustoso retrogusto di acetone.
Tipo quello che poi caratterizzerà il densissimo latte al
cioccolato Ferrero, roba da diabete istantaneo, ma comunque
ispiratore delle attuali controparti ad opera della Cirio, della
Mukki e della Granarolo.
Comunque la regola è semplice: diffidare da ogni prodotto
taroccato. Esistono comunque un paio di eccezioni che confermano
la regola: le crostatine Pasticceria Stefania danno la birra alla
controparte by Mulino Bianco.
Personalmente
"tengo" per la Pepsi, visto che da che mondo è mondo,
la peggior Pepsi in lattina ossidata è dieci volte meglio della
miglior Cola alla spina.
E' la filosofia della Pepsi che fa la differenza: qui in Italia
viene importato sia lo sciroppo che l'acqua, mentre per la Coca
Cola, per comodità di trasporto (e questo è in gran parte il
motivo del suo successo) allo sciroppo alloctono viene aggiunta
un'acqua del luogo. Quindi la Pepsi è assolutamente fuori
teorema.
A proposito, qual'era la balla che ci raccontavano sulla CocaCola
per dirci che faceva male? Ah ecco, era che se lasciavamo un
pezzo di carne in un bicchiere di Coca per una notte, alla
mattina non lo trovavamo più! Tse' niente di più inventato! Io
ci provai e alla mattina ritrovai il pezzo di carne in una
pozzanghera di Coca. Si, era il bicchiere che era sparito! Quindi
la CocaCola corrode il vetro e non la carne, onde per cui potete
berne a iosa tranquillamente…
"Compagni
roditori, fatico a pedalare, mi devo sgranocchiare un dolce
CIOCORI'".
"Compagne roditrici, la giostra è bella sì, felice e
spensierata mi mangio un BIANCORI'".
Non solo il mondo delle spume è cambiato ma
anche quello degli snack: quello che adesso è il Ciocorì bianco
prima era Biancorì, e non è il solo! Ok, tutti saprete che il
Twix si chiamava Raider, ma quanti sanno come si chiamava fino
all'85 quello che adesso si chiama Tronki? Si chimava Duplo!!! Ma
vi rendete conto??? L'attuale Duplo altri non è che l'anima nera
del buon Tronki, e più che uno snack Ferrero sembra un romanzo
di Stevenson…
Vi ricordate il vecchio Bim Bum Bam con Bonolis, Licia Colo',
Alessandro Nonsoilcognome e One? O, per par condicio, Ciao Ciao e
Five? Io purtroppo prendevo malissimo Italia 1 e ho vissuto un
brutto complesso di inferiorità da piccolo perché, al contrario
dei miei amici che si guardavano Bim Bum Bam, io dovevo sorbirmi
l'orso Four su Rete 4 che non se lo filava nessuno.
Beh, ricordiamoci cosa mangiavamo e sorseggiavamo davanti a
questi programmi? Parecchia era roba che adesso non si trova
più: dall'aranciata liofilizzata Agrumi Idrolitina al Milky Way,
dal cono gelato Atomic (con granella rossa, gialla e verde) alla
magica Mentorzata, dal Limoncedro Fabbri all'Up (che non è un
film di Russ Meyer, ma era il gelato nel cilindro di plastica che
si tirava su con lo stecco), dallo Squizz! (il gelato
sporca-magliette) alle Polo al limone o all'arancia (per quelli
di Arezzo: al bar della stazione
ci sono quelle al limone, ma sono andate a male: le ho prese
senza guardare la scadenza per poi accorgermi che hanno tutte dei
puntolini giallognoli scuri), dai biscotti Talmone alla minerale
Lora, per non parlare dei Tegolini e dei Soldini del Mulino
Bianco. "Ma questi ultimi ci sono ancora!" mi direte
giustamente; beh si, ma nel loro formato quadrato di un tempo,
lasciatemelo dire, erano un'altra storia, praticamente è come
fare il paragone fra la Fiesta al Curacao e la scomparsa Fiesta
al Limone.
E come non ricordare poi il Brio Alemagna nelle varianti al
latte, al malto e all'uovo (bleah!), oppure il Pagiugo (by
Tanara), il cui solo nome riporta alla mente i Matia Bazar che lo
pubblicizzavano in TV, il Golò, il cioccolatino più buono del
mondo, che durò giusto un'annata, o ancora le gomme da masticare
Paperon's Dollar, incartate in autentici pseudo-dollari.
O, perché no, i Buondì Motta (buonissimo quello alla ciliegia,
comunque come diceva la pubblicità erano tutti "uno più
Buondì dell'altro"), lo scarsissimo Rondò al cacao, che
per farlo andare giù non bastava neanche un paio di litri di
Giommi, con o senza l'occhio aperto come voleva la pubblicità…
E va menzionato anche il
Fagottino Motta (disponibile all'albicocca e allo zabaione),
premiato come merendina con lo slogan più indiretto e
incomprensibile della storia: "Il Buono è…che nella
pastasfoglia c'è il Buono", praticamente un Tommaso
Marinetti farcito…
O anche il più famoso "La Morale è sempre quella fai
merenda con Girella", che ha ispirato in tempi recenti le
Teste Sciroppate per una delle loro più geniali canzoni…
E che dire delle sorpresine del Mulino Bianco? Quelle della prima
generazione erano mitiche, nella loro elegante scatola a cassetto
con il mulino disegnato sopra, le sorprese più belle erano i
giochi di società, come il tappo a forma di gatto che doveva
intrappolare i quattro topi, il Gioco Delle Pulci, quello del
Killer (Fu il Mulino Bianco il precursore di carmageddon?), il
puzzle delle regioni, Nave Giù Nave Su, difendi il mondo, la
pallina da domare, Strade Chiuse Strade Aperte, la meridiana
portatile, il filo che si arrampica, l'Infila Quattro, Ammazza La
Mazza, Memory...
C'era sempre anche un dettagliato manuale di quattro paginette ed
era difficile trovare dei doppioni.
Poi il trauma, la scatola da
cerini lasciò il posto ad un più sbarbino pacchetto di nailon
blu, con un trip di nuvole bianche disegnate sopra; gli
elaboratissimi giochi di società diventarono gomme per
cancellare con forme sbarbine (dette "Gli allegri
cancellini"), matite pieghevoli che scrivevano da schifo,
temperamatite a forma di botte o di cartello stradale, scotch con
lo spasimante di Clementina ripetuto ad libitum, pastelli di
cera, simbolici acquerelli simili ai Truccosetti e cancelleria
varia che poteva essere benissimo allegata al peggior numero di
"Cioè" o di "Mia". Inoltre velanghe e
valanghe di doppioni.
Poi il buio per un paio d'anni, le sorprese vennero abolite, come
le cassette sull'Unità: c'era chi sosteneva che distoglievano
dalla qualità intrinseca della merendina. Tornarono
successivamente, in scatole nuove (e in rare riedizioni delle
prime), con illustrate scene di vita quotidiana di Clementina e
del suo vizioso amante. Le sorprese erano diventate piuttosto
anonime e cercavano di combinare la sbarbinaggine di quelle della
seconda generazione con del glamour intellettualoide: gomme a
forma di merende o di regali MB, la Merenda-Indovino, i manuali, il Gioco Del
Tris, la Settimana Enigmistica by MB, il blocchetto con penna, il
Gioco Dell'Asino, la lente del mulino, il segna messaggi, il
dizionario di Inglese e quello di Francese, il Cerca-Amici,
Parole e Punti, la linea Tutto-magia, il calendario del Mulino…
Giusto un cenno poi per i vari Nesquik, Sprint, Ovomaltina, Orzo
Bimbo, con le loro sorprese ipertecnologiche, e chi ha provato la
Pilaquik, l'Eliquik o i Rollers sa di cosa parlo, e anche sui
tenerosi regali Misterday, simil-pelouche cavi all'interno:
tristissimi.
La Kinder invece regalava dei conati di board-game con pedine e
tabellone da ritagliare dalla scatola, ma la facilità e il basso
costo di produzione non corrispondevano al carisma del gadget.
Come chicca finale, sono riuscito a trovarvi anche delle vecchie
pubblicità dell'epoca, e praticamente questo articolo è solo il
corredo di queste autentiche delizie in jpg.
Naturalmente aspettatevi altre puntate su quest'argomento in
futuro, visto che per essere esaustivi in questo campo non
basterebbe una intera enciclopedia.
Un doveroso grazie all'amico AstroMassi, collezionista da
competizione di sorprese MB, per le sue dritte.