Lunga e diritta correva
la strada...
di Marianna Fanti
No, non era decisamente questo l'articolo che avevo in mente di scrivere
quando ho raccolto meticolosamente qualche chilo di carta stampata da portare
con me durante le ferie. La documentazione Trek che avevo scelto doveva
servire per "ispirarmi" un articolo su "Ammiragli, flotta
e burocrazia". Non sempre però tutto va come ci si aspetta...
Non ho la pretesa che troviate questo articolo un campione di originalità:
sicuramente avrete già letto/sentito/discusso almeno qualcuno
dei temi trattati almeno una volta. Sarò soddisfatta se alla
fine della lettura avrete trovato un argomento, una considerazione o uno
spunto di riflessione in più.
Star Trek, quale che sia la sua "manifestazione", vanta ormai
31 anni di vita, t-r-e-n-t-u-n-o, e questo nel "mondo effimero della
televisione" (...adoro queste frasi fatte...) ha un peso che non può
essere ignorato con leggerezza. Nonostante i periodi di assenza, in cui
è vissuto grazie anche al supporto dei fans nelle sale cinematografiche,
è innegabile che tutte le serie di Star Trek facciano parte di un
unico grande racconto che si fonda sulle idee sviluppate da Gene Roddenberry
negli anni sessanta. Sulla base delle medesime fondamenta, però,
Star Trek è cambiato ed ha evoluto la sua impostazione con gli anni
e con il succedersi delle varie serie. Verso che direzione stia andando
la strada imboccata, mi esprimerò in seguito. In ogni modo per durata
gli unici paragoni televisivi sono le soap operas americane: per fortuna
la longevità sembra essere l'unico punto di contatto....
La fortuna
I fattori che hanno contribuito alla fortuna di Star Trek nel mondo
sono molti e sicuramente più di quanti io abbia la capacità
di intuire o analizzare. Tuttavia alcuni vale la pena di sottolinearli
come ad esempio:
- la buona qualità media della serie
- l'analisi dell'uomo e della società
- la positività del messaggio
- la non banalità nel trattare gli argomenti
- l' "accuratezza" scientifica
- la generale attenzione ai dettagli
- l'approfondimento dei caratteri
tanto per citarne alcuni.
Se state leggendo questo articolo, non devo certo convincervi della buona
qualità della serie. Intendo anche dal punto di vista spettacolare.
Infatti, pur non essendo gli effetti speciali il punto di forza e soprattutto
il nocciolo, il cuore di Star Trek, con l'aumento dei budget e con l'avvento
delle nuove tecnologie i miglioramenti sono evidenti. Sono finiti i tempi
dei pianeti alieni costellati di enormi rocce di cartapesta ed altre amenità
in cellulosa colorata!! E non mi riferisco solo a TOS, nata nel 1967 con
budget limitatissimi. Pensate ad esempio alla prima stagione di TNG, all'episodio
"L'ultimo avamposto" e indovinate un pò di che cosa saranno
fatti i roccioni dietro a cui si nascondono i Ferengi? Nelle ultime serie,
DS9 e soprattutto VOY, i modellini delle navi sono stati abbandonati quasi
totalmente per far posto alle ricostruzioni al coputer, cosí come
gli alieni in VOY possono perdere ogni somiglianza con gli umani per diventare
ancora più "alieni". Non faccio di proposito paragoni
con i film perchè i costi e la lavorazione hanno tempi e modi molto
diversi rispetto ai telefilm: con un buon regista e soldi a disposizione
nel 1968 è uscito "2001 odissea nello spazio" che rimane
comunque datato in certe scene rivisto adesso, ma molto, molto più
spettacolare di TOS, UFO o Spazio 1999.
Uno dei grandi meriti di Star Trek è quello di dare allo spettatore
una visione di un futuro in cui l'uomo ha, in un certo qual modo, superato
se stesso. Nonstante tutto ciò sia successo dopo anni di lotte,
guerre e sofferenze, l'uomo ha finalmente imparato dai propri errori
ed ha costruito una società basata sull'unione, la tolleranza e
la pace. Nell'utopica società ideata da Roddenberry il denaro non
è un valore, non esistono più la fame, la guerra, l'avidità
e la competizione fine a se stessa. Si tenga presente inoltre che è
un telefilm americano, paese l'America in cui dire a qualcuno "loser",
perdente, è una delle peggiori offese e in cui il denaro, la ricchezza
e la povertà hanno un valore, simbolico e non, molto più
accentuato che non da noi... almeno per ora.
La Federazione dei Pianeti Uniti e la Flotta Stellare (il braccio mobile...)
si fondano sul rispetto per le idee, le forme (anche in senso fisico),
le usanze e le moralità diverse dalle nostre, anche le più
diverse e scomode se confrontate al nostro modo di pensare ed al nostro
codice medio di comportamento. Non entro nel merito della discussione se
la Flotta Stellare sia o no una struttura militare, in bilico fra forza
di difesa e di attacco. L'idea originale è che no, non dovrebbe
esserlo ma non sempre gli sviluppi dell'azione consentono una coerenza
assoluta. Ci sono sufficienti esempi e contraddizioni in tutte e quattro
le serie per poter sostenere l'una e l'altra tesi.
Star Trek non fa appello al nostro "lato oscuro", alla dilagante
voglia di "pulp", serial killer e violenza, fisica e psicologica.
Il telefilm "Millennium" lo ha fatto (molto bene, fra l'altro),
con gli improvvisi flash di visioni che colpiscono letteralmente il protagonista,
quest'uomo esile, laconico, dal volto scavato più da tutte le brutture
che ha il dono di percepire che non dagli anni. Star Trek è la nostra
parte "luminosa": ci propone una visione di noi stessi quasi
sempre migliore di quello che siamo e ce la mette là, nel futuro,
come un bersaglio che dobbiamo colpire e abbiamo ancora qualche centinaio
di anni per poter aggiustare la mira. Sono convinta che il trentennale
apprezzamento che generazioni di spettatori hanno mostrato nei confronti
di Star Trek sia per molta parte dovuto a questo.
Ciò detto, rimane il fatto che Star Trek non è Walt Disney.
Il mondo non si divide, per fortuna, in buoni e cattivi e la ragione non
sta quasi mai da una parte sola. Un altro dei punti di forza della serie
è infatti l'intelligenza con cui vengono trattati i problemi, intesa
sia come scelta dei toni narrativi, sia come profondità e complessità
della presentazione.Temi difficili come quelli della giustizia, della religione,
dell'organizzazione sociale sono molto frequenti in Star Trek cosí
come lo sono quelli delle differenze culturali, dell'amicizia e dell'uso
di droghe, tanto per citarne alcuni. La cosa non stupisce visto che il
centro focale della serie è l'uomo con le sue certezze e le sue
contraddizioni. Si rimane però piacevolmente colpiti da come tutto
venga raccontato in modo mai banale e senza ingombranti preconcetti. I
problemi ci vengono da subito presentati nella loro complessità
e molto spesso la fine della puntata non significa il raggiungimento della
soluzione, o quantomeno della soluzione definitiva. Si parte con
un'idea, una convinzione, ma mano a mano che si procede si perdono le certezze
e si è costretti a pensare, a vedere il mondo anche con altri occhi,
da differenti angolazioni. Quello che prima aveva un contorno netto, alla
fine sfuma e si perde nella considerazione che forse anche punti di vista
opposti hanno altrettanta fondatezza e ragione d'essere dei "nostri".
Nessuno ha in tasca la verità, nemmeno la Federazione e quando vengono
trattati temi particolarmente spinosi, le decisioni finali lasciano comunque
amaro ed incertezza. Le innumerevoli puntate in cui la sigla è preceduta
dall'immagine del protagonista di turno che rimugina sulle decisioni prese
e sulle loro conseguenze, sono un chiaro invito allo spettatore a fare
altrettanto.
Contributo non trascurabile alla fortuna di Star Trek è l'approfondimento
dei caratteri. Tutti i personaggi, sia di primo che di secondo piano, vengono
di volta in volta resi protagonisti e sviluppati. E' vero che la durata
delle singole serie aiuta (sette anni sembra essere l'ultima frontiera...),
ma ogni carattere che ci viene presentato cambia, si evolve nel corso del
tempo e sempre come conseguenza delle esperienze che vive. Si pensi al
Worf della prima stagione di TNG e lo si confronti a quello della sesta
di DS9, o al dottore olografico di VOY, oppure al consigliere Troi, che
durante la prima stagione di TNG le uniche parole che riusciva a pronunciare,
sempre con faccia contrita, erano del tipo "Oh!..I...I sense *nothing*!".
(Vabbè, forse ho esagrato, ma non di molto). Alla fine li si conosce
cosí bene e si è talmente abituati a non vederli descritti
in maniera superficiale e grossolana, che i film lasciano un pò
a bocca asciutta sotto questo aspetto. Nei film non è possibile
nè avere otto-dieci protagonisti (tanti sono in media i personaggi
con una solida caratterizzazione per ciascuna serie) nè andare in
profondità nella descrizione dei caratteri: manca il tempo.
Altro fatto che dimostra l'attenzione con cui sono scritte le sceneggiature
è la cura dei dettagli, il gioco dei richiami a distanza di tempo,
la ripresa di discorsi lasciati in sospeso. Questa attenzione è
andata crescendo nel corso del tempo fino a raggiungere il culmine con
DS9. Uno degli esempi più noti è il collegamento a distanza
di due anni fra la puntata "La zona neutrale" e "Chi è
Q?", in TNG: nella prima vengono scoperti alcuni pianeti vicino alla
zona neutale stranamente devastati sui quali i Cardassiani dichiarano di
non sapere cosa fosse successo. Solo nella seconda se ne scoprono gli autori,
i Borg. In DS9, più intriso rispetto a qualunque altra serie di
politica, intrighi e sotterfugi, è diventata abitudine per gli sceneggiatori
inserire nelle varie puntate indizi, elementi senza coda, senza apparente
peso o seguito che vengono abilmente sviluppati e ripresi in tempi successivi.
Questi gioiellini di coerenza sono una delle piccole soddisfazioni dei
Trekkers di tutto il mondo. Ho letto personalmente miriadi di messaggi
sui newsgroup americani e non di gente che si diverte a scoprire per ogni
puntata tutti i richiami a situazioni precedenti e gli eventuali agganci
passibili di sviluppi futuri.
Quali sono le direzioni future?
La domanda non è oziosa (Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?)
perchè la direzione che sta prendendo Star Trek nel periodo recente
si discosta da quella classica percorsa da TOS, TNG ed anche dal DS9 della
prima ora. La svolta più consistente si è verificata proprio
con la stagione appena conclusa di DS9, la sesta.
La premessa d'obbligo è che DS9 è già un'anomalia
in sé: non siamo su un'astronave ma su una base spaziale, un'ambientazione
se vogliamo più chiusa, più claustrofobica; il miscuglio
delle razze raggiunge il massimo e l'alieno non è più qualcosa
da scoprire e conoscere ma un dato di fatto; la Federazione è in
guerra, perde terreno, vecchi trattati vengono rotti e poi accettati di
nuovo, si formano strane alleanze dettate dalla necessità assoluta
di aiuto nel combattere gli invasori. C'è anche altro, ma questo
basta per dare l'idea di come gli scenari siano cambiati. è proprio
in questa situazione che comiciamo a vedere anche il lato oscuro della
Federazione. Anche prima tutto non funzionava a meraviglia: abbiamo avuto
la nostra dose di ammiragli "deviati", soprusi e gestioni arbitrarie
della giustizia, ma erano pur sempre casi isolati, le classiche eccezioni
che confermavano la regola di una Federazione coerente coi propri principi.
Adesso anche nella Federazione cominciano ad emergere strane cose, situazioni
inquietanti.... Compaiono dal nulla individui modificati geneticamente;
scopriamo nell'episodio "Inquisition" (emblematico il
titolo..) l'esistenza di una fantomatica "Sezione 31" della Flotta
Stellare, parallela ai servizi segreti, che ha lo scopo non meglio precisato
di identificare e trattare con potenziali pericoli per la Federazione;
nell'episodio "In the Pale Moonlight" Sisko si "allea"
con Garak per realizzare un piano che lo porterà a tradire molti
dei suoi ideali, spingendolo in una spirale di inganni, bugie e sotterfugi,
alla facciaccia della ramanzina che Picard fa a Wesley in "The
First Duty".
Sono aumentati inoltre gli episodi di ambientazione cupa che trasmettono
una sensazione di fondo di disperazione ed impotenza. Se Clinton decide
di dire in TV che ha tradito la moglie perchè i sondaggi dicevano
che il Paese avrebbe perdonato, non vedo perchè la Paramount non
dovrebbe seguire le tendenze dei gusti del pubblico medio americano. Il
successo di "The X-Files", "Millennium" e "Babylon
5" in cui scenari cospiratori, disperazione e battaglie sono di casa,
la dice lunga in proposito. A mio avviso dovremo rassegnarci al fatto che
la Federazione e la Flotta Stellare non sono più quelle di una volta,
non sono più quelle create negli anni '60 da Roddenberry e magistralmente
sviluppate in TNG. Questo di per sé non è un male: tutte
le cose cambiano ed una stagnazione nuocerebbe più a Star Trek che
non un evoluzione in questo senso. Tutto sta a vedere se in futuro i vecchi
principi verranno stravolti o soltanto adattati ai tempi. Io spero nella
seconda ipotesi e spero vivamente sia anche la volontà del famigerato
americano medio, nelle mani di cui siamo tutti.
Un cruccio personale: il cuccatore
Eh si, gli americani riguardo al sesso ed al "politically correct"
hanno un rapporto molto strano: negli anni '60 fanno il tifo per Kirk che
vive in una astronave in minigonna e concupisce aliene di tutti i colori
nei pianeti più strani, mentre negli anni '90 scrivono lettere allarmate
alla Paramount chiedendo di cambiare il costume della nuova arrivata su
VOY, Sette di Nove, perchè è troppo attillato!
Già con la Next Generation le cose cambiano. Forse per continuità
con TOS, forse solo per paura di staccarsi troppo dai vecchi modelli che
avevano funzionato così bene in precedenza, la Paramount inserisce
in TNG, nella figura di Riker, il "cuccatore" ufficiale. Gli
incontri del terzo tipo (soprattutto quelli occasionali) si diradano rispetto
a TOS ma quando accadono si è ragionevolmente sicuri che toccherà
al fido Numero Uno l'onere della buona riuscita. Anche le donne della serie,
seppure in misura minore, hanno avuto nel corso delle sette stagioni la
loro sana attività cosí come Picard, del resto. Dopo TNG,
calma piatta. Al massimo qualche matrimonio e/o velate allusioni a rapporti
interpersonali che potrebbero essere più profondi di una semplice
amicizia. I forse ed i condizionali sono d'obbligo.
Una richiesta: visto che Janeway è il capitano più somigliante
a Kirk, facciamola incontrare ogni tanto con qualche omino del quadrante
delta! Non dico gli alieni cattivissimi a forma di insetto, ma perlomeno
qualcuno, qualcosa, una scappatella, una toccata e fuga...
Il dibattito ovviamente è aperto.