I Canali di Internet Explorer 4Luca Masali
Non saranno stati pochi gli utenti del browser Microsoft ad essere rimasti sorpresi da una nuova finestra apparsa sul desktop, denominata Barra dei Canali. A prima vista, sembra solo una piccola raccolta di link. La realtα per≥ Φ ben diversa: quello strano oggetto Φ la porta d’ingresso per un nuovo modo di concepire il WebOgnuno dei pulsanti contenuti nella barra Φ un canale, ovvero un sito Web con un comportamento molto particolare: Φ in grado di trasferire automaticamente contenuti sul computer del visitatore. Tutti i netsurfer sanno bene che alcuni siti cambiano spesso i loro contenuti, quindi Φ buona regola registrare l’indirizzo di quelli pi∙ interessanti in un bookmark, in modo da ritrovarli facilmente. Con i canali non Φ pi∙ necessario raggiungere esplicitamente l’indirizzo: basta sottoscrivere l’abbonamento a un sito e il sistema si occuperα di trasferire le pagine Web sulla nostra macchina, nelle pause tra una navigazione e l’altra, in modo da poterli esplorare con calma, a modem spento, col doppio vantaggio di mantenersi aggiornati e risparmiare sulla bolletta telefonica. Questa non Φ di per sΘ una novitα. La tecnologia per l’invio automatico degli aggiornamenti da un sito Web al computer degli utenti si chiama push o netcasting, ed Φ disponibile anche per il browser di Netscape, sotto il nome di Netcaster, modulo integrato in Navigator dalla versione 4.0 e in Communicator dalla 4.02. Le istruzioni per sottoscrivere un canale con Netcaster sono alla pagina http://www.netscape.com/netcenter/cf/index1.html?cp=hmp02cchf
Altri tentativi pi∙ o meno riusciti per mettere in pratica il concetto del netcasting risalgono al 1996, con l’azione pionieristica di PointCast http://www.pointcast.com
Tuttavia, a PointCast manca la comoditα dell’integrazione tra il netcasting e browser Internet, il che ne rende l’uso un poco macchinoso per l’utente meno esperto. Chi volesse provare questo programma, per Windows 95/NT o Mac, pu≥ installarlo dal CD-ROM alla sezione Offline Browser. Uno sguardo ravvicinato ai canali pushCome abbiamo descritto, un “canale” Φ un sito Web che consente di trasferire contenuti da Internet al proprio computer, in modo automatico. L’introduzione nella Rete di sistemi di netcasting nasce da tre dati di fatto. 1)╚ difficile per gli utenti trovare su Internet le informazioni a cui sono realmente interessati, soprattutto a causa dell’enorme estensione della Rete. 2) Una volta trovate le informazioni, rimane comunque difficile controllare se e quando vengono aggiornate; a quanto pare, la maggioranza dei navigatori passa molto tempo su un piccolo gruppo di siti. 3) La tendenza al costante aumento delle risorse multimediali inserite nelle pagine Web rende l’esplorazione di Internet costosa e lunga, soprattutto per gli utenti che hanno connessioni a bassa velocitα. I canali aiutano il navigatore perchΘ svolgono da soli il lavoro noioso, scaricando solo le informazioni nuove quando si rendono disponibili, e soprattutto possono connettersi autonomamente quando la macchina non Φ usata per il lavoro quotidiano. Per≥, bisogna notare che per sfruttare a fondo le possibilitα dei canali Φ necessario che il sito che offre il contenuto sia progettato per le esigenze della tecnologia Active Channel. DopodichΘ sarα l’utente a decidere quali canali attivare, quando fare gli scaricamenti e come visualizzarli. In concomitanza con il rilascio della versione definitiva del browser con Web casting realizzato da Microsoft avevamo riportato (vedi il numero di novembre) anche quali erano i primi partner italiani, gruppo Platinum, che avevano raccolto la sfida lanciando il proprio canale “push”. Quando si decide di ricevere gli aggiornamenti da uno di questi canali bisogna per prima cosa sottoscrivere un abbonamento (gratuito) al canale stesso. In questa fase si possono giα fare scelte importanti su come gestire lo scaricamento automatico delle informazioni. In particolare: ci si pu≥ limitare ad aggiungere il nuovo canale alla barra dei canali, fatto che non comporterα nessun tipo di aggiornamento automatico (Φ la stessa cosa che aggiungere un sito all’elenco dei preferiti), oppure si pu≥ decidere di tenere d’occhio il canale, senza che Internet Explorer provveda a scaricare alcunchΘ sul nostro disco; il sistema si limiterα a notificare gli aggiornamenti del sito. Se invece si desidera attivare il download automatico, bisognerα scegliere l’opzione che scarica i documenti per la navigazione offline. In taluni casi il contenuto del canale Φ tale per cui gli aggiornamenti possono essere mostrati direttamente sul desktop. Una volta abbonati, a seconda delle scelte di chi sviluppa il sito, il contenuto del canale pu≥ essere visualizzato in modi diversi: Full Screen Channel, l’opzione pi∙ comune, che consente di visualizzare le pagine direttamente da Internet Explorer 4.0 in modalitα a pieno schermo. Screen Saver, il contenuto dei vari canali sottoscritti dall’utente verrα mostrato a rotazione sullo screen saver, nei momenti il cui il computer non Φ usato. Desktop Items, elementi grafici di qualsiasi dimensione posizionati sull’active desktop. Channel Mail, le pagine Html vengono direttamente inviate all’utente via posta. Ovviamente, l’utente pu≥ impostare la frequenza e gli orari nei quali effettuare il download delle informazioni. Tutto ci≥ Φ vero se il sito Φ strutturato per funzionare con la tecnologia Active Channel. Nel caso in cui non lo fosse, Φ comunque possibile aggiungere alla barra dei canali qualsiasi sito Web, semplicemente navigandoci sopra e scegliendo “aggiungi a preferiti”, avendo l’accortezza di selezionare Crea in -> Canali Esattamente come per i “preferiti”, anche nella barra dei canali si possono creare cartelle e sottocartelle dove registrare i siti sottoscritti. Una lista completa di quelli che supportano Active Channel si pu≥ trovare sul sito Microsoft http://www.microsoft.com/ie/ie40/features/?/ie/ie40/features/chan-partners.htm
va notato che sono gli stessi disponibili facendo clic su Microsoft Channel Guide dalla barra dei canali. ConclusioniIl netcasting Φ attualmente la tecnologia Internet pi∙ studiata a livello teorico e meno utilizzata nella pratica, in parte perchΘ gli utenti non sono ancora pronti a recepirne i vantaggi, e in parte perchΘ fino a oggi le soluzioni a disposizione erano piuttosto macchinose e non sempre intuitive. Con l’introduzione del formato Channel Definition Format (CDF, vedi box) le cose potrebbero cambiare, perchΘ. per la prima volta Φ offerto al Webmaster un formato che consente di trasformare rapidamente un sito preesistente in un canale e ottimizzare gli aggiornamenti sulle macchine degli utenti finali rispettando sia le loro esigenze sia i tempi d’aggiornamento del suo sito. Riteniamo per≥ che a beneficiare dei canali, prima che Internet saranno le intranet, cioΦ le reti proprietarie delle aziende. Basti pensare, per esempio, a un’azienda che ha agenti distribuiti sul territorio: se la casa madre ritiene di rivedere i listini una volta al mese, gli basterα creare un canale aggiornato ogni fine mese, e automaticamente tutti gli agenti riceveranno i nuovi documenti sul loro computer, senza dover fare nulla o quasi... basterα accendere il computer a una determinata ora del primo del mese e il gioco Φ fatto. Un esempio di queste e altre applicazioni dei canali nelle intranet sono sul CD-ROM allegato, alla sezione Kit Intranet. Come posso creare un canale?Il contenuto di un canale Φ lo stesso di qualsiasi sito: Html, immagini, suoni, Java, Dynamic Html e cos“ via. In linea di principio, qualsiasi sito esistente pu≥ essere convertito in un canale. Occorre per≥ “qualcosa” che contenga le informazioni necessarie per specificare quali parti del sito contengono materiale da scaricare, suggerire quali link puntano al contenuto pi∙ utile e creare un piano di download che si adatti ai tempi in cui il sito viene effettivamente aggiornato. Queste informazioni, che da sole bastano a differenziare un sito normale da un canale, sono gestite attraverso il formato CDF, che Φ basato sullo standard XML (Extensible Markup Language) http://www.w3.org/TR/PR-xml.html
consente all’autore di ottimizzare, personalizzare e avere il pieno controllo su come deve comportarsi il suo sito nei confronti dei download automatici. Per trasformare un sito in un canale, sfruttando per≥ il minimo delle possibilitα di questa tecnologia, Φ sufficiente scrivere e collegare un documento CDF con la lista degli Url dove risiedono i contenuti da distribuire. Ma le possibilitα di questo formato non si esauriscono qui: con un po’ d’esperienza di programmazione, possono essere creati indici e mappe del sito per informare l’utente sulla posizione e il tipo delle informazioni disponibili. Pi∙ in dettaglio, il formato CDF consente di raggruppare logicamente le informazioni (per esempio, notizie sportive e informazioni finanziarie), creando la struttura gerarchica del sito.Dato che queste informazioni sono indipendenti dal formato, un canale basato su CDF pu≥ comprendere applicazioni scritte in Html, JavaScript, Java, e ActiveX. Una discussione completa sulle caratteristiche del formato Φ disponibile all’Url http://www.microsoft.com/ie/press/techinfo-f.htm?/ie/press/whitepaper/pushwp.htmChi infine volesse provare a costruire il proprio canale personale, troverα codice di esempio, definizioni e sintassi di CDF e di XML sul CD-ROM, alla sezione Offline Browsers. |