Caratteristiche in prova

In che modo si crea una pagina per Internet? Semplicemente componendo insieme testo e immagini per mezzo di un linguaggio di descrizione degli stili e dei posizionamenti. Questo linguaggio si chiama HTML (Hyper Text Markup Language), e non è un linguaggio complesso. Ad edempio le prime righe di questa pagina sono scritte in questa forma:

<HTML>
<HEAD>
<TITLE>Caratteristiche in prova</TITLE>
</HEAD>
<BODY BGCOLOR="#ffffff">
<H1>Caratteristiche in prova </H1>
<P>
In che modo si crea una pagina per Internet? Semplicemente componendo...

Alcuni preferiscono comporre HTML senza alcun ausilio (a parte naturalmente un programma di videoscrittura), e in questo senso il primo (e più versatile) editor HTML è il vostro text editor preferito. Naturalmente non tutti amano questo approccio drastico, ed è qui che entrano in campo i programmi presentati in questo numero di Interactive.
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WYSIWYG
Questi programmi possono essere divisi in due grandi classi: WYSIWYG e non-WYSIWYG. Questa sigla apparentemente criptica nasconde una caratteristica enunciata in inglese comune: "What You See Is What You Get", ovvero "Ciò che vedi è ciò che ottieni".
Per comprendere meglio la differenza, rifacciamoci ad un'esperienza comune come la composizione di una lettera in un word processor (ad esempio Microsoft Word). Se avete necessità di evidenziare una frase con lo stile grassetto selezionate la frase in questione e assegnate da menu o da toolbar lo stile grassetto. Immediatamente la frase vi viene visualizzata nello stile grassetto, cioè "la vedete" in grassetto: se stampate la lettera "ottenete" la frase in grassetto. Questa funzionalità può sembrare banale, ma per quanto riguarda l'HTML farvi vedere ciò che otterrete richiede una tecnologia sofisticata, la stessa tecnologia che è alla base dei browser, quindi è assai più popolato l'insieme degli editor non-WYSIWYG. Con questi programmi voi selezionate la frase, applicate lo stile grassetto da menu o da toolbar, e il programma la inserisce fra i due tag <B> e </B> che stanno ad indicare rispettivamente l'apertura e la chiusura del grassetto. Questo esempio banale non deve far credere che gli editor non-WYSIWYG siano inutili: al contrario sono insostituibili nel tradurre delle comode scelte di interfaccia in rigorosa sintassi.
Esaminiamo a titolo di esempio il caso di una tabella: la finestra di composizione di un tipico editor è


mentre la sintassi generata è:


Decisamente un ottimo ausilio.
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Supporto HTML
Un altro punto importante è il supporto HTML dell'editor: naturalmente tutti i programmi in esame permettono di generare pagine in formato HTML 2.0. Relativamente alla versione 3.0 di HTML (che non è uno standard) abbiamo dato particolare importanza solo alla gestione delle tabelle. Inoltre abbiamo testato la capacità di gestire le estensioni HTML di Netscape Navigator e di Microsoft Internet Explorer. In questo caso il giudizio non è, strattamente parlando, oggettivo, perché molti editor gestiscono solo alcune delle estensioni: di volta in volta si è valutata la qualità e la quantità delle implementazioni.
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Personalizzabilità
E' inutile sottolineare come le innovazioni sintattiche e semantiche di HTML dell'ultimo anno abbiano stravolto le potenzialità dei browser: per un editor c'è un solo modo per essere sempre aggiornato: permettere la personalizzazione dei tags. La personalizzazione può essere di vari livelli: dalla semplice possibilità di creare nuovi delimitatori di stile (ad esempio <BLINK>...</BLINK>, sintassi non standard che indica un testo lampeggiante) alla possibilità di creare tag con parametri variabili e di poter modificare i parametri dei tag già previsti (un esempio è il tag <IMG>, alla cui sintassi base sono stati aggiunti parametri come WIDTH, HEIGHT, ecc.).
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Macro
Infine (come per ogni text editor) è particolarmente utile poter associare a singole scelte di menu un numero anche elevato di azioni, per semplificare la creazione di elementi ripetitivi nelle pagine (ad esempio il nome e l'indirizzo e-mail del creatore della pagina): questi comandi riassuntivi sono detti "macro".
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