CORSO POWER SEQUENCING (1)
di Gian Luca CavalliniIL BASSO ELETTRICO
Con Cubase Magazine nasce un corso di sequencing teorico-pratico dal taglio decisamente innovativo per almeno tre diversi fattori:- limpostazione del corso, che non parte dal sequencer ma dagli strumenti musicali che abbiamo intenzione di emulare (di cui saranno prima analizzate le particolarità tecnico-espressive, e poi verranno dati alcuni suggerimenti per migliorarne la riproduzione tramite i campionamenti)
- lutilizzo di esempi pratici inclusi nel CD ROM allegato alla rivista
- la possibilità per i lettori di partecipare attivamente al corso, corrispondendo con lautore non solo con domande ma anche con materiale in formato midifile, allo scopo di ricevere consigli pratici dettagliati ed anche, perché no, di contribuire con trucchi ed esperienze personali.
Estensione: MI0 - MIb3 (valori di nota midi: 28 - 63) modello standard quattro corde
SI-1 - MIb3 (23 - 63) modello cinque corde
esistono anche modelli sei corde che raggiungono il RE4
Considerazioni generali
Il basso elettrico è esteticamente molto simile alla chitarra elettrica. Essenzialmente è formato da un corpo pieno (solid body), un manico (nella cui parte superiore è costruita la tastiera), e quattro corde in metallo di grosso diametro. Sotto le corde, nella parte in cui queste sovrastano il corpo, sono situati un numero variabile di pick-ups, che captano il debolissimo suono (lo strumento non ha cassa armonica) e lo inviano ad un amplificatore esterno. Le principali differenze estetiche con la chitarra elettrica sono il numero di corde (questultima ne ha sempre sei, il basso solitamente quattro, a volte cinque), il loro diametro e spaziatura (più grandi nel basso), la lunghezza del manico. Laccordatura del basso standard è mi-la-re-sol, come le prime quattro corde della chitarra ma unottava sotto.
Come si suona
Il basso elettrico, pur avendo una polifonia massima pari al numero delle corde, generalmente viene suonato in modo monofonico. Il suono viene ottenuto pizzicando le corde con le dita della mano destra (generalmente indice e medio) o, più raramente, con un plettro. In questultimo caso si ottiene un suono meno pastoso e meno ricco di bassi, con un attacco più netto. Esiste anche la famosissima tecnica dello slap (trad. let. colpire, sbattere), che consiste nel far sbattere le corde contro la tastiera; a tal fine viene usato alternativamente il pollice (che colpisce direttamente le corde con una certa forza) e lindice (che "strappa" la corde, ossia le tira verso lalto e le lascia andare di colpo). Questa particolare tecnica, usatissima nel funky, consente di ottenere un suono molto brillante, quasi percussivo.
Le dita della mano sinistra (tranne il pollice che serve da
sostegno), premendo in corrispondenza dei tasti, cambiano la lunghezza della corda
vibrante, e quindi lintonazione della nota. Poiché le corde del basso sono
piuttosto spesse e le dimensioni dei tasti sensibilmente maggiori rispetto ai tasti della
chitarra, lo strumento richiede una certa forza e precisione per essere ben suonato. I
bassi fretless hanno la tastiera liscia, senza le barrette metalliche di divisione, come
il contrabbasso. Ciò consente di ottenere un suono più espressivo e vivo a scapito,
però, dellincisività dellattacco; inoltre richiede una maggiore precisione
della mano sinistra da parte del bassista.
Il ruolo del basso nella musica moderna è quello di far da tramite fra la sezione ritmica
(in cui generalmente viene inserito) e la sezione armonica. Una volta Frank Zappa disse
che prima di tutto il basso deve dare le fondamentali degli accordi e, se pur
questaffermazione può sembrare un po troppo restrittiva, è innegabile che
questo compito non può essere svolto con pari efficacia da altri strumenti. Inoltre è
nota limportanza dellaffiatamento fra bassista e batterista per il buon
funzionamento di un gruppo: un buon arrangiamento di musica moderna parte sempre da un
efficace incastro fra basso e cassa.
Imitazione
Non è un caso che la prima puntata di questa serie di articoli sia
dedicata al basso elettrico. In effetti la programmazione verosimile di una parte di basso
non presenta grandi difficoltà e ben si presta, quindi, a fare da apripista per il nostro
corso.
La prima condizione essenziale per ottenere un buon risultato è... pensare come un
bassista! Mi rendo conto che questaffermazione possa sembrare una battuta, ma il
calarsi nei panni dello strumentista che vogliamo imitare è una premessa fondamentale per
ottenere dei risultati verosimili. Da questo punto di vista i polistrumentisti
senzaltro si troveranno un pochino avvantaggiati, ma chi non rientra in questa
categoria può comunque recuperare lo svantaggio dedicando grande attenzione non solo al
risultato sonoro di unesecuzione, ma anche alla gestualità dellesecutore.
Del resto è risaputo che compositori ed arrangiatori devono ben conoscere non solo le
caratteristiche timbrico-espressive degli strumenti per cui stanno scrivendo, ma anche le
possibilità e le difficoltà tecniche intrinseche.
Il basso elettrico, pur disponendo di una gamma dinamica piuttosto ampia, nella musica
moderna viene solitamente suonato in modo da far sentire tutte le note più o meno allo
stesso modo, senza creare buchi o botte esagerate nelle basse frequenze. A tal fine viene
addirittura quasi sempre effettato (durante il missaggio, se non già in fase di
esecuzione) con processori di dinamica quali compressori o limiter. Durante la
programmazione su sequencer, quindi, dovremo porre grande attenzione ad ottenere una certa
omogeneità dinamica; questo non vuol dire ovviamente dare a tutte le note lo stesso
valore di velocity, ma limitare lescursione entro un range molto limitato.
Per ottenere questo risultato, chi non riesce a gestire il tocco sulla tastiera con
sufficiente precisione può trovare facile aiuto nelle funzioni di compressione della
velocity che sono ormai presenti in tutti i sequencer, o ancor prima nella scelta di
unopportuna curva di risposta sulla master keyboard usata per registrare.
Poiché larticolazione musicale del basso è incentrata fondamentalmente
sullalternanza di note legate e note staccate, è particolarmente importante fare
attenzione alla durata delle singole note. Sul basso, a differenza che sulla tastiera
pianistica, è possibile ribattere la stessa nota senza soluzione di continuità del
suono: basta semplicemente pizzicare la stessa corda più volte di seguito senza muovere
la mano sinistra. Sulla tastiera invece, se noi vogliamo ribattere una nota dobbiamo
necessariamente alzare il tasto e poi abbassarlo nuovamente. Per imitare correttamente una
linea di basso che esegue una figurazione a ottavi sulla stessa nota, occorrerà quindi
far si che il tempo che intercorre fra le note sia nullo. In tempo reale si possono
ottenere buoni risultati utilizzando la tecnica pianistica dei ribattuti a dita alternate
(pollice e indice). Altrimenti possiamo applicare la funzione "legato"
presente in quasi tutti i sequencer, che crea un legato perfetto senza accavallamenti. In
Cubase tale funzione si trova nel menù Function. Attenzione però ad applicarla
dopo aver operato uneventuale quantizzazione e non prima, altrimenti si potrebbero
verificare degli spiacevoli accavallamenti fra le note. Nella traccia del basso è molto
importante evitare che una nota cominci a suonare prima che la precedente abbia cessato
del tutto (tranne ovviamente un uso polifonico dello strumento). Nelle basse frequenze,
infatti, tali accavallamenti creano uno sgradevole effetto di confusione e sporcizia;
inoltre, rappresentano uno spreco di note di polifonia, preziosissime per chi lavora in
General Midi.
Sempre a proposito della lunghezza delle note, è interessante notare come spesso i
bassisti facciano "suonare" le pause: in una ritmica classica pop rock con il
rullante sul due e sul quattro, a volte i bassisti stoppano bruscamente la nota in
contemporanea con i colpi di rullante, e questo crea un effetto di indubbia efficacia.
Per quanto riguarda gli effetti con cui processare il nostro campionamento, è bene
ricordare che sul basso il riverbero è quasi vietato, tranne ovviamente un uso solistico
sulle note più acute. Non guasta invece un po di chorus, ma attenzione a non
esagerare, soprattutto nei brani in cui serve un timbro di basso incisivo.
Idee e trucchi
Un effetto cui spesso ricorrono i bassisti è la "strusciata" discendente sul manico. Per ottenere un risultato analogo con i suoni sintetici, vi sono diversi metodi, da adottare a seconda dei casi:
- la prima possibilità prevede luso del pitch bend. Il pregio di questo metodo è che, se la strusciata che vogliamo ottenere è contenuta entro un paio di toni (lestensione totale standard del pitch bend), si può registrare in tempo reale senza eccessivi problemi. Ovviamente se vogliamo ottenere due toni di bending dovremo partire con la ruota (o la levetta) in posizione "up" e terminare in posizione "down". Tanto per esser chiari: per ottenere una strusciata da la a fa prima alzo il pitch bend, poi suono un sol e infine scendo con la ruota fino in fondo. Il difetto principale di questo primo metodo è proprio lescursione massima di due soli toni, anche se i patiti del real time possono comunque decidere di modificare lestensione del pitch bend tramite i controlli RPN o dati di sistema esclusivo.
- il secondo metodo consiste nelluso del controller "Portamento". Tramite lo switch controller n. 65 è infatti possibile ottenere un effetto di glissato fra le note suonate consecutivamente; la velocità di questo glissato va adeguatamente calibrata attraverso luso del Control Change n. 5 (Portamento Time). Il pregio principale di questo metodo è la grande duttilità (possono essere ottenuti glissati di qualsiasi estensione e velocità), mentre il difetto principale sta nella relativa "macchinosità" delle impostazioni, che richiedono come minimo qualche minuto per ottenere il risultato voluto.
- il terzo metodo, infine, è quello di "costruire" la strusciata con una serie di notine di brevissima durata che congiungono la nota di partenza e la nota di arrivo. In taluni casi si possono ottenere dei risultati apprezzabili semplicemente strusciando sulla tastiera della nostra master keyboard, ma sulla tastiera pianistica si ottiene in real time solo un glissato diatonico. Sul basso invece, per la diversa costruzione della tastiera, il glissato è cromatico e quindi, per una corretta emulazione, saremo costretti ad inserire (o modificare) le notine direttamente in qualche pagina di edit del nostro sequencer. Da notare che con i primi due metodi si ottengono dei glissati perfetti che nella realtà sono patrimonio esclusivo dei bassi fretless, mentre con questultimo sistema soltanto si ottiene un glissato cromatico come quello tipico dei bassi "normali".
Come detto sopra, è particolarmente importante nella tecnica
esecutiva del basso elettrico il preciso controllo della durata delle note. In particolare
i bassisti fanno largo uso di ghost note (lett. nota fantasma), che sono spesso
responsabili del buon "tiro" di un brano. Il modo più semplice ed efficace per
ottenere delle ghost note è quello di suonare delle note brevissime, registrando magari a
velocità rallentata; a seconda della prontezza dellattacco del campionamento a
nostra disposizione possono bastare anche pochi ticks. La maggior parte delle volte non è
nemmeno necessario riuscire a percepire lintonazione della nota, ma solo il
transitorio dattacco.
I più zelanti possono ottenere delle sfumature particolarmente verosimili inserendo una
ghost note legata dopo una nota lunga, per simulare il rumore (ritmicamente spesso molto
importante) che si produce quando si stoppa una corda.
Per quanto riguarda lomogeneità dinamica lungo lestensione è doveroso notare
che spesso i preset di basso elettrico che offrono gli expander tendono ad essere un
po squilibrati; inoltre quasi sempre i campionamenti sono effettuati con più cura
nel registro basso (il più usato) che non in quello alto. In generale conviene stare un
po più leggeri sulle note acute che non sulle note basse, se possibile già durante
la registrazione. Se ciò risultasse difficile, possiamo sempre intervenire in un secondo
momento con qualche funzione logica del sequencer per abbassare lievemente i valori di
velocity delle note più acute di un certo limite (ad esempio SOL2).
Durante il missaggio finale è particolarmente importante il rapporto timbrico e dinamico
fra cassa e basso. Ciò vuol dire che non tutti i suoni di cassa vanno bene con tutti i
suoni di basso, e che i volumi dei due strumenti vanno calibrati con molta attenzione.
Nella maggior parte dei casi può essere un buon fine il cercare di ottenere quasi un
suono unico dai due strumenti suonati contemporaneamente, dove il basso dà
lintonazione e la cassa rinforza lattacco.
General Midi
Il Sound Canvas, universalmente adottato come standard di riferimento General Midi per la qualità globale dei suoni, proprio sul capitolo basso elettrico compie un tonfo inspiegabile. Il preset Fingered Bass è infatti talmente povero di basse frequenze da costringere la maggior parte dei programmatori ad usare bel bello il Fretless Bass (che però manca di attacco e incisività) o a compiere strane acrobazie fra Program Change e NRPN. Le possibilità più usate per ottenere un basso accettabile sul Canvas sono le seguenti:
- Program Change n. 36 (Fretless Bass) con Attack a -30/45
- Program Change n. 36 (Fretless Bass) con Resonance a -50 e Cutoff a -35/45
- Program Change n. 33 (Acoustic Bass) con Resonance a - 30/40, Cutoff a -30/40 (ottimo per emulare Paul McCartney ai tempi dei Beatles)
- Program Change n. 34 (Fingered Bass) con Cutoff Frequency a -20/50 e (eventualmente) Resonance a -30/50
- Program Change n. 40 (Synth Bass 2) con Cutoff Frequency -10/20, Resonance -40/50, Attack -5
Midifile desempio su CD ROM
Gli esempi contenuti nel CD ROM sono stati realizzati con un Roland SC-55 (Sound Canvas) prima serie; possono tuttavia essere suonati con qualsiasi generatore di suoni, tenendo presente che la parte di basso è sul canale 2 e quella di batteria sul canale 10. I file contengono alcuni dati di impostazione secondo lo standard General Midi. Nel caso usiate per la riproduzione dei sistemi diversi, può essere necessario fare qualche modifica, specie nei valori di Program Change e Main Volume. Tutti i dati di impostazione sono contenuti nella prima battuta.
1) Le prime quattro battute contengono una semplicissima linea di basso a ottavi suonata senza molta cura delle dinamiche e, soprattutto, delle lunghezze di nota. Le quattro battute seguenti contengono la stessa linea adeguatamente corretta.
2) Le prime quattro battute contengono numerosi accavallamenti fra le note e generano un po di confusione e sporcizia nelle basse frequenze. Le quattro battute successive sono state invece ben ripulite.
3) Parte di basso con "strusciate" simulate con il pitch bend.
4) Riff con "strusciate" simulate con linserimento di notine.
5) Pattern con ghost note.
6) Ecco una famosissima parte di basso ben programmata... lavete riconosciuta?
7) Altro esempio di buona programmazione tratto da un midifile "Midi Songs Quality".
RPN
e NRPN RPN e NRPN fanno parte dei cosiddetti controlli "Parameter" (Control Change 98, 99, 100 e 101), attraverso i quali è possibile modificare, senza intervenire direttamente sul pannello di controllo, le impostazioni di qualsiasi apparecchiatura. RPN è lacronimo di Registered Parameter Number, letteralmente Numero di Parametro Registrato, mentre NRPN sta per Non Registered Paramenter Number. Il funzionamento degli RPN è, come dice il nome, registrato ufficialmente nel protocollo di comunicazione Midi ed è quindi interpretato esattamente allo stesso modo da qualsiasi strumento abilitato a riceverlo; gli NRPN, invece, funzionano di principio secondo libere direttive dei construttori e vengono quindi interpretati in modo spesso completamente diverso da strumento a strumento. Attraverso gli RPN, è possibile trasmetere comandi di trasposizione, intonazione fine, sensibilità pitch bend. Gli NRPN, invece, sono solitamente usati per modificare parametri relativi alla programmazione sonora; tempo di attacco, decadimento, rilascio, punto di taglio dei filtri (cutoff frequency), risonanza, velocità ed entità del vibrato ecc. |