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di: Oscar Bettelli

LIBERO ARBITRIO

Un altro aspetto del problema risiede nel libero arbitrio: noi possiamo afferrare un oggetto con la mano destra oppure con la sinistra indifferentemente; con una nostra libera scelta possiamo reagire nella medesima situazione in molti modi differenti, dipendenti esclusivamente dalla nostra volontà. In che cosa consista questa volontà è difficile da definire, fatto sta che noi possiamo scegliere liberamente tra differenti comportamenti equivalenti dal punto di vista oggettivo. Una macchina non possiede volontà ma semplicemente si trova in uno stato possibile da cui dipende strettamente il comportamento della macchina stessa.

Supponiamo che qualcuno ci lanci una palla, possiamo decidere di afferrarla con la destra, poi cambiare idea e decidere di afferrarla con la sinistra, poi di nuovo con la destra e così via "infinite" volte nel tempo in cui la palla è in volo, ad un certo momento afferreremo la palla con una mano apparentemente a caso ma che possiamo dire di aver scelto di nostra libera iniziativa con la massima certezza. È evidente che una macchina può facilmente simulare la scelta casuale tra due differenti alternative, ma questo non significa simulare una volontà. D'altra parte non accetteremmo di buon grado il giudizio di chi affermasse che il nostro comportamento è casuale, infatti siamo certi di decidere noi delle nostre stesse azioni ad ogni istante. Una macchina, invece, ad un certo momento si trova in uno stato ben preciso e il comportamento è da esso determinato e da eventuali perturbazioni che si dovessero verificare negli istanti successivi: nota la condizione di partenza, il comportamento è prevedibile, a meno che non vi sia una componente casuale perturbativa; in tal caso, il rischio che si corre è che la macchina diventi completamente imprevedibile, cioé dia una risposta assolutamente casuale; in ogni caso non si può parlare di volontà della macchina ma solo di stati causalmente connessi l'uno all'altro in una successione temporale.

Noi possiamo agire o immaginarci ad agire. Possiamo immaginare le conseguenze di un nostro gesto e decidere di effettuarlo realmente oppure no e questo in tempi veramente rapidi; in realtà, molto spesso simuliamo le azioni prima di metterle in atto, siamo in grado di produrre ragionamenti complessi e concomitanti in un tempo brevissimo, prima di scegliere quale comportamento tenere in una determinata circostanza. Tutto questo sembra troppo anche per un computer della nostra generazione, vedremo se le potenzialità dei calcolatori delle generazioni future saranno in grado di affrontare problemi tanto complessi con tempi di risposta accettabili.

Oscar Bettelli


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