La figura di Ambrogio ha sempre esercitato una grande attrattiva ed influenza sui milanesi e su quanti in ogni tempo ne conobbero l'operato: il suo grande carisma e l'impegno che lo
contraddistinsero nelladifesa della sua Chiesa lo hanno reso sempre una figura attuale. Questo giustifica l'interesse che ogni epoca ha tributato al suo culto, testimoniato dalla vasta produzione artistica dedicata al santo. L'epoca in cui la figura di Ambrogio conobbe la maggior fortuna fu sicuramente il tardo Cinquecento, durante l'episcopato di Carlo Borromeo. Nel difficile periodo della dominazione spagnola e della peste, quando la comunità dei fedeli necessitava maggiormente di coesione e forza morale, Borromeo trovò nel culto ambrosiano un efficace alleato: Ambrogio era una colonna portante del cattolicesimo, era una figura leggendaria ed affascinante; il suo ricordo era sempre vivo nel cuore dei milanesi, ma soprattutto in vita si era sempre distinto per la strenua difesa della comunità. L'esempio migliore di questo sforzo celebrativo tardo cinquecentesco sono le 71 formelle lignee (1567-1614), commissionate dal Borromeo stesso, che adornano il coro del Duomo di Milano. Esse sono tuttora una delle fonti più autorevoli per la biografia del santo, del
quale ripercorrono l'intera esistenza. Ma per dare un quadro il più possibile esaustivo dell'iconografia ambrosiana non ci si può limitare ad un singolo periodo: si rende necessaria una trattazione che superi i confini temporali di qualsiasi epoca e quelli spaziali della città di Milano. Già immediatamente dopo la morte del santo la sua iconografia conobbe un rapido ed incessante sviluppo, che ci fornisce un valido aiuto nella ricostruzione dell'immagine fisica, morale e storica del santo. La prima testimonianza di nostro interesse è rappresentata dall'antico mosaico che adorna la cappella di San Vittore in Ciel d'Oro nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano; qui sono inoltre presenti alcuni cicli, ricostruiti sulla testimonianza del biografo Paolino da Milano, riguardanti la vita del santo. Dall'undicesimo secolo in poi si moltiplicano dipinti ed icone raffiguranti il vescovo cinto di mitra e reggente un pastorale ed un flagello, simbolo di fermezza e rigore contro l'eresia; mentre, in seguito alla battaglia di Parabiago del 1339 in cui si dice che egli sia apparso a guidare alla vittoria le truppe di Luchino Visconti, numerose sono le sue raffigurazioni in sella ad un destriero, con atteggiamento bellicoso. E' del XVI secolo il progetto di Bernardino Ciampi per un gonfalone della città raffigurante Ambrogio, nell'ambito di un concorso indetto dal tribunale di Provvisione. Sono inoltre numerose le opere, risalenti in gran parte al XVII secolo, in cui Ambrogio è affiancato ad altri vescovi milanesi, quali San Galdino e soprattutto San Carlo Borromeo, il cui ricordo doveva certamente essere ancora molto vivo e sentito. Esempi sono La Vergine Maria col Bambino venerati da Sant'Ambrogio e San Galdino (del 1595, di autore ignoto) e La Madonna col Bambino ed i Santi Carlo, Ambrogio e Giacomo (del 1599, nel Santuario della Vergine dei Miracoli a Saronno), La Vergine Immacolata tra i Santi Ambrogio e Carlo (del 1618, in Santa Maria Assunta a Cislago, presso Varese) e La Madonna con Bambino in gloria con Sant'Ambrogio, un santo vescovo e un offerente (in San Paolo ad Imbersago, sulla sponda sinistra dell'Adda). Notevole è il crocifisso di autore sconosciuto risalente al XVIII secolo e conservato a San Giuseppe di Garbagnate Rota, presso Lecco, in cui è rappresentato Ambrogio in preghiera accanto a Cristo morente. Ancora accostato al Borromeo è l'Ambrogio del cremasco Picenardi (la cui tela si trova attualmente al Pio Istituto "La Provvidenza" a Busto Arsizio) e quello dell'anonima pala di S.Ambrogio a Morazzone (in provincia di Varese), mentre dedicati esclusivamente a Sant'Ambrogio sono i dipinti della chiesa di S.Ambrogio a Cassina Amata. Tra le testimonianze iconografiche più recenti vi é la statua bronzea di Ambrogio eseguita nel 1930 da Adolfo Wildt, nell'ambito del monumento ai caduti in Largo Gemelli a Milano, e le 12 formelle del 1950 che ornano la più recente porta di sinistra del Duomo di Milano.
- Pagina a cura di A.Anguissola, P.Barillari, V.Cusumano