ARPA Publishing


di: Oscar Bettelli

SEMANTICA LINGUISTICA

Esiste poi un'altra questione ancora più sottile, che riguarda il senso complessivo dell'operazione: il computer non sa che ha eseguito l'operazione mentre chiunque esegua il compito di sommare due a due ed ottenere quattro sa quello che sta facendo, ossia è "cosciente" di eseguire un calcolo. Strada facendo siamo arrivati ad un punto nodale, la coscienza di sé. Può una macchina essere cosciente di sé, e cosa significa tutto ciò?

Torniamo ad un aspetto più semplice, che riguarda ancora il significato dei messaggi che due interlocutori si scambiano: dove recuperare la semantica del discorso nel caso in cui un interlocutore sia una macchina?

Dove risiede il significato di una parola nell'economia di un discorso articolato? Se qualcuno mi dice il nome di un oggetto - ad esempio, mela -, sono portato a richiamare alla memoria il concetto di mela che ho costruito con il sedimentarsi di tutte le esperienze in cui ho avuto a che fare con la mela, sia come oggetto denotato - compresa la mela che ho mangiato ieri -, sia come oggetto della percezione - il disegno di una mela -, sia come concetto ad essa correlato - ad esempio, il Peccato originale commesso da Adamo ed Eva a causa di una mela.

Tutti questi significati sono compresenti in maniera connaturata all'uso che io faccio della parola mela e tutti possono essere richiamati dalla memoria per costruire il senso del discorso. Manca ancora qualcosa, anzi qualcuno che dia significato alla parola mela, ovvero occorre una sintesi di tutti questi concetti che sia opportuna ed efficace nel contesto del discorso e sia proprio quella e non altre.

<< L'universo sembra abbia avuto origine, e con esso ha avuto origine il tempo e lo spazio, ma cosa esiste al di fuori del tempo e dello spazio? >>

Ecco un esempio di messaggio che richiama alcuni concetti: tempo, spazio, universo, origine, esistere, essere fuori... Come abbiamo costruito tali concetti, su quali esperienze parliamo di tempo e spazio? Quale significato diamo alle parole "esistere fuori" e così via?

Una tra le più interessanti capacità del cervello umano è certamente quella di trattare l'infinito.

Nella nostra esperienza, quando qualcosa diviene troppo ingombrante da trattare, diventa infinito e lo trattiamo come tale, come qualcosa che, per quanto ci possiamo allargare, risulta essere sempre più grande; probabilmente ci comportiamo così per brevità computazionale, in ogni caso l'effetto è sorprendente.

Oscar Bettelli


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