La famiglia del Rap italiano

Quando nasceva il rap negli States, da noi i primi ad interessarsene furono i dj. In Italia, rap e hip hop hanno cominciato a diffondersi e a suscitare emulazione molto più tardi, dagli anni ’90. Da allora in poi è scoppiato questo boom e la moda dell’hip hop italiano, da molti punti di vista diverso da quello americano. E in questi ultimi anni il rap italiano e non solo, ha iniziato a contaminare un po’ tutti i generi di musica. Ma vediamo perché è diverso l’hip hop italiano da quello originario.

Il rap italiano è alternativo, è fuori anche se talvolta è imparentato col pop e si sente alla radio tra una pubblicità e un’altra. Questo perché, forse più del rock, chi decide di mischiarsi con i giradischi, con i graffiti, il ritmo, frequentare centri sociali o anche solo comprare un mixer e poi cercare di ‘buttare giù’ una base prende un treno diverso.

I ritmi neri del rap americano sono quelli che hanno svegliato i rocker, che hanno ispirato il crossover e che oggi si imparentano da vicino con chitarre metalliche. Chi fa rap in Italia sceglie una strada precisa di sicuro, almeno fino ad oggi, è raro entrare in
classifica, anche se negli ultimi due anni si sono visti pezzi di "Sottotono" o dell’"Articolo 31" o di "Neffa" entrare in classifica e rimanerci qualche settimana.

 

Il grosso di questa famiglia non si riconosce in pezzi di Jovanotti, anche se Lorenzo ha il merito di aver portato in ogni casa un sound e un’attitudine. Si trova sparso in mille rivoli, che si incontrano e si separano. Certo è significativo che Jovanotti, che agli inizi aveva proposto la versione ridanciana e pagliaccesca del rap, nel 1991 abbia parlato di "una tribù che balla" in un sussulto di coscienza che avrebbe trasformato in positivo la sua creatività e la sua credibilità. Quella Tribù aveva cominciato a ballare poco prima : rap e raggamuffin tra il 1990 e 1992 diventavano il nuovo fenomeno della nostra musica.

Ma bisogna parlare prima di una variante al rap che ha coinvolto tutta Italia negli anni ’90 : la musica posse. Da Roma a Napoli a Milano, questa variante al rap ha avuto molta diffusione anche se non molta in campo commerciale. Alla nascita dell’hip hop, circa 1991, molti testi rap riguardavano e attaccavano l’America per la guerra nel Golfo. Nacquero così prima autori con stile americano (Master Freez" per esempio), ma saranno i testi in italiano a trovare successo : il primo è Frankie HI-NRG con "Fight Da Faida" seguito poi dai 99 posse con "Salario garantito". In questa scena, i ritmi neri, dal funky al reagge, si mescolavano con storie riconoscibili, parole familiari che poi sarebbero servite per giocare e creare un nuovo stile musicale, il rap italiano e non solo rap fatto in Italia.

Per quanto mi riguarda, io preferisco l’hip hop stile italiano a quello made in USA, soprattutto perché non accetto alcune affermazioni sui rappers italiani. Una volta, per esempio, ero davanti al Le Bataclan, locale famoso di Milano per hip hop, e frequentato da molti fratelli neri, e un uomo del Cameroon, di circa 35-40 anni, ha chiesto a me e ai miei amici : "perché fate del rap voi, perché vi vestite così, se poi l’hip hop è una cultura di neri ?" io gli ho risposto :"perché, c’è qualcosa di male ? In America il rap lo fanno i neri perché sono i neri che sono nella merda, qui in Italia lo fanno i bianchi perché siamo noi bianchi nella merda, no ?" Ed è anche per questo motivo che odio l ‘"Articolo 31", proprio perché il rap è nato per denuncia, e loro non denunciano proprio niente. Inoltre, no posso sopportare il tipo di musica che fanno ; è uno stile troppo commerciale. Ammiro però in loro lo stile di vita che continuano ancora adesso, cioè dopo il successo".
Nel 1992, il rap italiano diventa fenomeno : le classifiche vedono alcuni nomi come Sanguemisto, ma non solo nelle classifiche si può notare questo movimento ; i testi pesanti per denunciare la politica e non solo sono presenti nella maggior parte dei gruppi rap di questo periodo, e così, coloro che avevano iniziato con la posse, ora sono gruppi portanti per la musica italiana.
Da questo punto di vista, la la scena italiana è divisa : cioè, c’è "Spaghetti Funky" Space composta dagli Articolo 31, Zippo, One, e altri che ci sono i non sto a nominare, e dall’altro lato vari gruppi come Sottotono con Tormento, SanguemistoNeffa, e molti altri ancora.
Una cosa che non riguarda solo il rap italiano, ma tutto l’hip hop, posso affermare che il rap sta contaminando e contaminerà ancora di più tutti gli stili musicali ; basta vedere Alexia, che ha sempre fatto musica da discoteca e commerciale, nel suo ultimo 45 giri  ha rappresentato parecchi pezzi rap.

Per concludere, buona fortuna ai gruppi emergenti rap, che spesso sono costretti a suonare dove gli capita : basta farsi sentire, che prima o poi si troverà chi ti produce.