alle radici del suono
" RAP non significa violenza. Sfido qualunque critico a chiamarlo rumore o a dire che provoca violenza : sono solo idee dei media. Non è che ascolti un disco RAP e poi ti viene voglia di uscire e ammazzare qualcuno. Invece il RAP tiene i ragazzi lontani dai guai. Ecco cosa infastidisce i media. A loro piace vedere i ragazzi neri andare in giro senza una lira, ecco cosa gli piace. A loro non interessa ciò che fai. Sono ragazzi neri che ce la fanno. Sono adolescenti neri che riescono a diventare qualcuno. Il RAP unisce, mette un sacco di gente nera nello stesso posto e nello stesso momento. A loro questo non piace. E meglio tenerli divisi, in modo che non si uniscano e non si mettano a pensare. Ecco comè la faccenda. E un modo di frenare la gente. Ma come vedi non funziona, perché la musica si diffonde e piace sempre di più."
Questo è un pezzo di LL COOL J e posso dire che rappresenti la realtà in America. Negli USA, luogo in cui è nato il RAP, questo genere di musica è molto diffuso, soprattutto nei "ghetti" neri, dove tra boss e gangster i ragazzi come noi, ma anche quelli più giovani, hanno il rischio di entrare in brutti giri, come spaccio o rapine. Questo genere di musica li tiene lontano da questi generi di guai. Non per altro il RAP è la musica da strada, è la voce del ghetto, il grido di rivolta della gente di colore contro le ingiustizie dei bianchi. E un mondo musicale spesso incompreso, che si avvale di ritmi ma soprattutto di parole, anche dure, offensive, irriverenti, sempre per esprimere il malessere delle periferie urbane di grandi metropoli come New York o Los Angeles, ma anche di Roma, Napoli o Milano.
Il rap e la cultura hip hop hanno inizio nel 1979, anche se di rap si parlava già da diversi anni e sbaglierebbe di grosso chiunque volesse considerarlo come unespressione musicale arrivata ex-novo sulla scena newyorkese prima, e in tutti gli States poi. Tanto le strutture musicali quanto le tematiche della stragrande maggioranza dei brani sono già presenti nella tradizione africana, così come quella jamaicana che pure influenzerà il rap con la parlata dei dj. Dal punto di vista musicale il rap nasce sulla base del break, cioè la parte del brano dedicato al solo di batteria.
Le origini del rap non possono prescindere dalle radici africane cui gli americani di colore si rifanno, e dalla tradizione orale che della cultura africana è uno dei caratteri fondamentali. In questo senso è presente un legame tra rappers e "griots" dellAfrica Occidentale, i cantastorie membri di una casta che si rinnova generazione dopo generazione in via ereditaria. Sono i griots a improvvisare testi e rime per raccontare avvenimenti sociali o storie della famiglia ; come i rappers i griots nel tessere le loro rime ricorrevano spesso alle lodi sperticate o agli epiteti, e parimenti affrontavano argomenti legati alla comunità, al fine di tramandarne la storia. Dalla tradizione afroamericana nascono i "dozens" e i "signifying", sorta di battaglie verbali che si svolgevano con un regolamento rigido e che vedevano i contendenti giocarsi la palma del campione formulando una serie ben studiata si insulti al proprio avversario, che avrebbe replicato a sua colta, fino a quando il gioco non fosse diventato insostenibile per una delle due parti. Sulla falsariga di ciò che sostenuto sopra, parte della cultura hip hop si forma : il "freestyle".
Questo, anziché avere come temi insulti agli avversari hanno temi profondi, e come dice la parola, è musica improvvisata : i testi non esistono, vengono fuori da soli e sta al rapper trovare la giusta rima. Per parlare di altre "sfide", si può enunciare dei "toasters", cioè le battaglie a suono di watt che si fanno i dj : la capacità del toaster sta nella velocità di pensiero ma ancora di più alla velocità dazione verbale, perché spesso alla base aggiungono racconti di imprese mirabolanti o anche delle semplici vanterie esagerate a dismisura, tutte improvvisate e mirate su quanto appena detto dallavversario. Come il toaster, il rapper si rivolge alla propria comunità rivendicando per sé il ruolo di suo portavoce, ripetendo allinfinito il proprio nome in rima con ogni concetto per lasciarlo ben impresso in chi ascolta.