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Le operazioni prioritarie
Ora che sappiamo che il disco è il punto debole hardware e che Windows è un punto debole software, ci accingiamo a esaminare quali sono le azioni di manutenzione ordinaria da eseguire periodicamente su un sistema e quali strumenti, inclusi o no in Windows, servono allo scopo.
Per non mettere troppa carne al fuoco, iniziamo dalle operazioni prioritarie, che possiamo ridurre a quattro voci: 1) verificare periodicamente lo stato del disco dal punto di vista sia fisico (funzionamento del drive e buono stato dei settori) sia logico (integrità del file system),
2) deframmentare le partizioni degli hard disk con frequenza proporzionale all’utilizzo del computer (un deframmentatore automatico è l’ideale),
3) tenere sotto controllo l’occupazione di spazio su disco, facendo periodiche pulizie e mantenendo una buona quota di spazio libero di manovra,
4) tenere backup aggiornati dei dati e dei file di sistema (si può usare il programma Backup di Windows XP o utility commerciali più potenti).
Lo stato del disco
Nella sezione Errori di disco della seconda lezione avevamo introdotto due strumenti che Windows ci mette a disposizione per la verifica degli errori di disco. Uno è ScanDisk, accessibile tramite, Proprietà, Strumenti, Esegui ScanDisk e barrando le due opzioni di correzione degli errori del file system e di ricerca dei settori danneggiati; nel caso del disco di avvio, la verifica verrà eseguita al successivo avvio di Windows.
ScanDisk

Il secondo strumento è chkdsk.exe, da eseguire in una finestra prompt (Start, Esegui, cmd e quindi chkdsk seguito dalla lettera di unità e da eventuali opzioni). Con chkdsk C: verificate rapidamente lo stato di C: anche dall’interno di Windows (in sola lettura); con chkdsk D: /F /R verificate e correggete gli errori della partizione D:. Se la partizione è quella di avvio, la verifica viene fatta al successivo riavvio di Windows. Senza opzioni, chkdsk è molto rapido ma fa un esame molto superficiale; con /F /R la verifica richiede tempo ma è approfondita. Con chkdsk /? vedete la sintassi completa del comando.
Chkdsk /?
Chkdsk d: /F /R
Perché un utente dovrebbe scomodarsi a verificare il disco? Primo perché Windows non lo fa di sua iniziativa; secondo, perché un errore dovuto a un difetto del disco o a un file corrotto può causare ogni sorta di problemi: dalla perdita di dati al malfunzionamento dei programmi fino all’impossibilità di riavviare Windows.
Un’installazione di XP su una workstation con disco SCSI nuovo, per esempio, dopo poche settimane ha perso per strada uno dei file del registro, corrotto per ragioni ignote; chkdsk ha trovato il disco privo di difetti e ha permesso quindi sia di mantenere lo stesso disco sia di orientare altrove la caccia al problema. Nello stesso tempo è stata messa in campo una strategia di backup che permettesse di ripristinare Windows senza reinstallarlo, vista la potenziale instabilità del sistema.
Ci sono altre ragioni per eseguire chkdsk, per esempio su richiesta dei programmi di deframmentazione quando trovano il file system in condizione non integra o non verificata.
Dovendo scegliere tra ScanDisk (in modo grafico) e chkdsk (in finestra prompt), quest’ultimo è lo strumento raccomandato per una verifica accurata dello stato del disco. Come abbiamo segnalato in precedenza, i programmi diagnostici DOS forniti dai produttori sono ancora più potenti, può accadere però che un diagnostico non riconosca la marca del disco e che quindi si blocchi. Lo abbiamo notato ad esempio su un disco Quantum (oggi Maxtor) Atlas 10K III, un Ultra160 SCSI ad alte prestazioni che non ha potuto essere diagnosticato dall’apposita utility Quantum DPS perché non riconosciuto come disco Quantum.
A beneficio degli utenti esperti, o comunque abbastanza coraggiosi da fare operazioni di manutenzione tramite la Console di ripristino di emergenza (di cui parliamo più avanti), segnaliamo che la versione di chkdsk disponibile all’interno della console è diversa dal normale chkdsk. Nella Console di ripristino chkdsk è in versione ridotta e offre solo due opzioni: /P per eseguire una verifica esauriente e /R per identificare i settori difettosi e, se possibile, recuperarne il contenuto. Se Windows può essere avviato, anche soltanto in modalità provvisoria, è preferibile usare la versione completa di chkdsk.
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