aprile 2003
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Programmazione orientata agli oggetti

 

Si sente sempre più spesso parlare di programmazione orientata agli oggetti (in inglese OOP, Object Oriented Programming). Pochi ne conoscono, però, il reale significato. Per far luce sull’argomento è sufficiente pensare un programma come un insieme di oggetti (oggetti software) che cooperano tra loro. Ogni oggetto è in grado di eseguire delle azioni particolari che vengono effettuate solo quando richiesto. L’esecuzione di un’azione è richiesta sempre da un altro oggetto software. Pensate ad un televisore: si tratta di uno strumento che, per esempio, sa accendersi, sa sintonizzarsi su canali specifici, sa spegnersi. Ogni azione è però richiesta esplicitamente da parte dell’utente, servendosi di un altro oggetto (il telecomando).

In pratica, è il telecomando che invia al televisore un messaggio comunicandogli quale azione deve essere intrapresa. Il televisore poi è in grado di conoscere il suo stato attuale ossia le proprie proprietà (il televisore è acceso o spento? Su quale canale è sintonizzato?). Analogamente, anche gli oggetti software dialogano tra loro per mezzo di messaggi ed ogni oggetto è caratterizzato da un insieme di proprietà che ne descrivono lo stato.
I linguaggi di programmazione più moderni fanno uso degli oggetti software per rendere la scrittura dei programmi più semplice e più intuitiva. Non è richiesta, infatti, al programmatore la conoscenza sul funzionamento “interno” dell’oggetto software (chi utilizza il televisore non deve sapere come sono strutturati i circuiti elettronici che gli permettono di funzionare): gli è sufficiente apprendere le modalità per colloquiare con lui, ossia i messaggi che possono essere inviati e l’effetto di ogni singolo messaggio (semantica).

Semplificando molto, provate a pensare ad un ipotetico oggetto software chiamato “calcola distanze”: tale oggetto è in grado di acquisire il nome di due città e di calcolare la distanza tra di esse. Possiamo supporre che tale oggetto software preveda l’invio di due messaggi: il primo per richiedere l’acquisizione dei nomi delle città da parte dell’utilizzatore del programma, il secondo per richiedere il calcolo della distanza tra le due città specificate. Le proprietà dell’oggetto saranno essenzialmente due: la prima permetterà di avere informazioni sul nome della prima città inserita; la seconda proprietà sul nome della seconda città. I valori di ogni proprietà sono memorizzati in appositi contenitori (porzioni della memoria) denominati variabili. Ciascun oggetto software è poi caratterizzato da alcuni metodi: essi descrivono le azioni che l’oggetto deve compiere non appena riceve un messaggio specifico.
La programmazione orientata agli oggetti è, quindi, una tecnica di programmazione che permette di semplificare notevolmente alcuni concetti che riguardano lo sviluppo di programmi.

Come inserire uno script in una pagina web
Nelle precedenti puntate del nostro corso abbiamo avuto modo di familiarizzare con numerosi tag (o marcatori) HTML. Ne aggiungiamo un altro: <SCRIPT> e </SCRIPT> consentono di delimitare il codice JavaScript e quello proprio di altri linguaggi di scripting.
Nella pratica, vanno utilizzati i tag seguenti:
<SCRIPT Language="Javascript"><!--
//--></SCRIPT>

Com’è facile notare, all’interno della tag <SCRIPT> è sempre bene specificare con quale linguaggio è stato realizzato lo script. Qualora si indichi anche la versione di JavaScript, lo script verrà interpretato ed eseguito solo dai browser che la supportano. Ad esempio, il codice contenuto all’interno delle tag che seguono verrà interpretato solo da Internet Explorer 4.0 o Netscape 4.0 e versioni successive:
<SCRIPT Language="Javascript1.2"><!--
//--></SCRIPT>

Omettendo l’indicazione della versione, il codice verrà processato da tutti i browser.
In alternativa, è possibile utilizzare il tag <script type="text/javascript"> che consente, egualmente, di definire JavaScript come linguaggio di scripting.

Il codice JavaScript può essere inserito direttamente all’interno di una pagina web oppure in un file esterno. Tale file dovrà poi essere opportunamente richiamato dal corpo della pagina HTML.

Se si vuole inserire lo script nella pagina HTML, si deve tenere presente che questo può essere collocato all’interno delle tag <HEAD> e </HEAD> (ovvero nell’intestazione della pagina web), oppure tra le tag <BODY> e </BODY> (il corpo vero e proprio della pagina HTML).

E’ importante ricordare che gli script vengono eseguiti in maniera sequenziale, uno dopo l’altro, a seconda della loro posizione all’interno del codice HTML della pagina web. In particolare, gli script inseriti nell’intestazione tra le tag <HEAD> e </HEAD> vengono eseguiti per primi.

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Corso - Webmaster
 
  Prima lezione:
  Competenze e strumenti
  Seconda lezione:
  Siti statici e linguaggio HTML
  Terza lezione:
  Modelli di pagina e tabelle
  Quarta lezione:
  HTML 4.01 e CSS
  Quinta lezione:
  Design e multimedialità
  Sesta lezione:
  Siti interattivi
1. JavaScript e DHMTL
2. Programmazione orientata agli oggetti
3. Browser e script
4. Oggetti e proprietà
5. Eventi e funzioni
6. Variabili e stringhe
7. Operatori in JavaScript
  1. Esempio riassuntivo
8. Istruzioni condizionali
9. Strutture iterative
10. Interazione tra JavaScript
e form HTML
11. Interazione tra JavaScript
e frame
12. Linee guida programmazione
13. DHMTL

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