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Esistono tanti modi per progettare un sito quanti sono i progettisti, e
i libri in materia di solito riportano sei fasi primarie:
- Fase 1: Raccolta delle informazioni
- Fase 2: Definizione della stategia
- Fase 3: Realizzazione di un prototipo
- Fase 4: Implementazione
- Fase 5: Lancio
- Fase 6: Mantenimento e crescita
L’esperienza degli ultimi anni ha comunque dimostrato che la sequenza
è più complessa e che queste fasi ne contengono al loro interno altre che non possono essere trascurate.
Abbiamo quindi definito quattordici fasi reali: raccolta d'informazioni
sugli scopi del sito ed eventuale analisi della concorrenza, organizzazione delle informazioni (assemblaggio
e sistematizzazione dei contenuti), costruzione
di una mappa concettuale del sito (disegno schematico), definizione di un sistema di
navigazione, definizione della struttura di pagine e interfaccia,
assemblaggio del tutto in una sequenza che “racconti”
il sito (storyboard), prototipo di sito navigabile
che mostri dal vivo lo storyboard, progetto grafico e multimediale,
progetto dinamico che definisca il tipo d’interazione che
il sito avrà con l’utente e che stabilisca quali elementi
di programmazione sarà necessario aggiungere, incluso l’eventuale
collegamento a un database che contenga i dati da visualizzare nelle
pagine dinamiche.
Fasi di progettazione |
Risultato finale |
1. | Raccolta d'informazioni sugli scopi
del sito |
Concept del sito (sintesi delle varie idee in una singola
intenzione) |
2. | Analisi dell’eventuale concorrenza |
Misura
delle funzioni/servizi minimi che il sito deve offrire |
3. | Organizzazione delle informazioni |
Catalogazione e priorità delle informazioni |
4. | Costruzione della mappa |
Struttura concettuale del sito |
5. | Definire un sistema di navigazione |
Percorsi chiari per arrivare all'informazione, alberazione
sito |
6. | Strutturazione della pagina e dell'interfaccia |
Posizione stabile per gli elementi di navigazione in rapporto
al contenuto |
7. | Assemblaggio sistematico delle pagine del sito |
Storyboard (descrizione, pagina per pagina, del contenuto
statico e dinamico) |
8. | Prototipo solo testo |
Un sito embrionale navigabile che mostri lo storyboard in
azione (facoltativo, ma consigliato) |
9. | Progetto grafico e multimediale |
Intercaccia grafica che perfeziona la presentazione e navigazione
del sito |
10. | Progetto dinamico |
Definizione elementi di programma, collegamento eventuale
a database, scelta di Publishing System |
11. | Produzione |
Template HTML, elementi di programma lato server e client,
formattazione contenuti |
12. | Test |
Sito esaminato da utenti "veri" |
13. | Lancio |
Sito attivo e conoscito grazie alle attività di marketing |
14. | Mantenimento |
Sito che cresce nei contenuti e nel traffico |
Nel caso in cui la gran parte del sito sia dinamica, questo è
il punto in cui scegliere un sistema di publishing (Content Management
System), vale a dire un’applicazione che consenta l’inserimento
dei contenuti in un database da cui il sito attingerà per
produrre automaticamente le varie pagine. Il sistema di publishing
permette di caricare e catalogare i vari tipi di contenuto (testo
e multimediale) stabilendone anche la validità temporale
e la destinazione (dove debbano comparire all’interno del
sito). Terminate queste fasi progettuali, si passa alla produzione
vera e propria, producendo i template, vale a dire pagina campione,
senza contenuti, da cui è possibile produrre molte altre
pagine ciascuna con contenuti propri.
Il template è una sorta di “modello” o “stampo”
da cui ricavare molte pagine singole che avranno uniformità
visiva tra loro. Esiste un template per ogni tipo o “classe”
di pagina, vale a dire per ogni variazione nella disposizione e
grandezza degli elementi di navigazione e di contenuto.
L’uso di template è consigliato nella produzione di
siti statici, poiché consente di mantenere uniformità
nell’intero sito, ma diventa indispensabile quando si utilizzano
pagine dinamiche il cui contenuto viene prelevato dal database nel
momento stesso in cui il navigatore ne faccia richiesta e quindi
inserito nel template di riferimento.
L’unione di questi due elementi produce la pagina da inviare
a quel particolare navigatore e che cessa di esistere nel momento
stesso in cui gli è stata inviata. Qualsiasi altro navigatore
ritorni sul sito per chiedere le stesse informazioni, determinerà
il ripetersi dell’operazione con la generazione automatica
di una nuova pagina.
Di conseguenza, sul sito dinamico, gli unici elementi memorizzati
in permanenza saranno proprio i template che, tra l’altro,
contengono anche gran parte del codice di programmazione che definisce
quali informazioni prendere dal database e come pubblicarle. Tali
informazioni sono scritte all’interno del template utilizzando
un linguaggio di scripting, ad esempio JavaScript, ASP e ASP.NET,
PHP, Cold Fusion e altro ancora.
Nel caso della produzione di un sito dinamico, esiste anche una
parte di lavoro progettuale da eseguire sul server, che consiste
solitamente nella strutturazione del database che conterrà
le informazioni e nella scrittura di automatismi che il server dovrà
eseguire quando richiesti dall’interno di una particolare
pagina.
Una parte determinante nella fase di produzione prima del lancio
è la formattazione dei contenuti, vale a dire la raccolta
di tutte le informazioni che dovranno essere presenti sul sito al
momento dell’avvio e il loro montaggio all’interno di
pagine HTML statiche oppure il loro inserimento e catalogazione
all’interno di un server. Spesso si sottovaluta l’impegno
richiesto da questa attività, di per sé semplice,
ma gravosissima in ragione della grande quantità di elementi
che vanno elaborati e dall’impossibilità di averli
tutti in un formato omogeneo fin dalla partenza. I contenuti arriveranno
infatti dalle fonti più disparate e nelle forme più
disparate: anche scritti su carta, da digitare ex novo oppure da
disegnare. Molto di questo lavoro, alla fine peserà sul Webmaster,
sul Web editor e sul Web designer oppure sull’operatore grafico.
La fase successiva è naturalmente quella di test. È
raro che ci sia abbastanza tempo per condurla come si deve, ma è
comunque necessaria per mettere alla prova il sistema di navigazione
(questo è solitamente il punto in cui il nostro esperto di
usabilità entro in gioco) e il sito in generale. Quando si
riesce a coinvolgere nel test utenti estranei alle fasi di progettazione,
si riesce a mettere in evidenza i classici errori che finirebbero
per mandare il tilt il sistema se commessi da un navigatore reale.
Errori che i progettisti non riuscirebbero a riprodurre nemmeno
se ci provassero per una settimana. Il test dal vivo permette quindi
d’individuare i problemi più seri prima di presentarsi
allo scoperto e costituisce un momento critico per il Webmaster
poiché gli indica le potenziali aree d’instabilità
e gli permette d’intervenire prima che sia troppo tardi.
Il lancio consiste di solito in un’attività frenetica
per correggere all’ultimo minuto i difetti riscontrati durante
la fase di test e per caricare tutti i contenuti finali prima della
partenza ufficiale, di solito accompagnata da una qualche attività
di pubblicità.
Segue, infine, la fase di mantenimento dove si correggono al volo
gli errori mostrati durante il lancio e si attivano gli strumenti
e le procedure per consentire ai gestori del sito di aggiornarlo
gradualmente e per mantenere stabile il sito medesimo al crescere
del numero dei navigatori. Questa è la fase più delicata
di tutte e pesa fortemente sulle spalle del Webmaster a cui viene
richiesta grande esperienza nel riconoscere e prevenire eventuali
problemi.
Qualsiasi intervento deve essere efficace e rapido, poiché
è raro poter fermare il sito per lunghi periodi una volta
che lo si è avviato e soprattutto se incontra successo insperato.
È necessaria una profonda conoscenza della piattaforma su
cui il sito è basato poiché il comportamento dei server
cambia drasticamente al variare del carico di lavoro. Elementi chiave
in tal senso sono il tipo di server impiegato e il database scelto
per l’eventuale attività dinamica. Fa parte dell’attività
di mantenimento anche l’adozione di misure di sicurezza che
impediscano l’abbattimento o lo sfruttamento del sito da parte
di hacker, anche se tale responsabilità non necessariamente
pesa sulle spalle del Webmaster.
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