Questo è un lavoro
concettuale che richiede precisione e che deve tener conto delle
future espansioni del sito. Di solito è semplicemente un
disegno che indica l’alberatura del sito, vale a dire la collocazione
delle varie pagine rispetto alla home page e alle eventuali home
page di secondo livello (quelle a cui si accede direttamente dalla
home e che costituiscono a loro volta il punto d’ingresso
per eventuali “canali” del sito).
Due libri utili in questa direzione sono “Architettura dell'informazione”
di Louis Rosenfeld e Peter Morville (edito da Hops Libri) e “Principi di Web Design” di Joel Sklar
(Apogeo, € 20,14). Il primo dei due costituisce la vera e propria
“bibbia” dell’architetto informativo e nessuno
può definirsi un Webmaster o Web designer professionista
senza averlo letto. Il secondo offre invece una serie d’indicazioni
più pratiche che vi permettono di partire rapidamente con
un progetto, per affinare gli aspetti teorici in un secondo momento.
Schemi di organizzazione delle informazioni
Scoprirete che esistono diversi schemi con cui si possono organizzare
le informazioni, indipendentemente che queste siano contenute in
un sito Web, in una biblioteca o in una qualsiasi altra raccolta
(per inciso la disciplina dell’architettura informativa viene
precisamente dal mondo delle biblioteche e gli architetti Web più
famosi sono stati spesso bibliotecari nella loro "vita precedente").
Il primo schema organizzativo è quello
esatto: le informazioni vengono divise in categorie
reciprocamente esclusive, ossia le voci che compaiono in una categoria
non compaiono in nessun'altra. Un esempio tipico è un’organizzazione
alfabetica, come nel caso di un dizionario, oppure cronologica,
come nel caso di un archivio di articoli di giornale, oppure geografica:
i locali di una città. Un sistema di organizzazione esatto
è facile da progettare e mantenere e, soprattutto, è
facile da usare per il navigatore, poiché richiama concetti
che gli sono già familiari, tuttavia non sempre è
utilizzabile nella sua forma pura.
Esempio di schema organizzativo
esatto - alfabetico
Il sito dell'Enciclopedia Britannica è un classico esempio
di strutturazione esatta, in questo caso secondo regole alfabetiche.
Nella categoria "A" compaiono unicamente le parole che
cominciano per A, mentre quelle cominciano per B sono nella categoria
successiva, e via di questo passo.

Esempio di schema organizzativo
esatto - geografico
Qui vediamo l'esempio di un portale, Virgilio, che nella zona Mappe
propone i negozi e i servizi relativi a una determinata zona della
città, oltre che una mappa della zona interessata. La suddivisione
è precisamente regolata dal contesto geografico.

Esempio di schema organizzativo
esatto - cronologico/geografico
Qui vediamo la sezione meteo di un tipi co portale (MSN Italia).
Le informazioni sono classificate in modo esatto in base alla data
e alla località.

Poiché lo schema esatto non è sempre utilizzabile
nella sua forma pura, esiste anche lo schema di organizzazione ambiguo:
dove le categorie non hanno una definizione assolutamente precisa
e dove ci si affida alla comprensibilità del linguaggio per
spiegare che cosa c’è in una particolare pagina o canale.
Gli schemi di organizzazione ambigui sono difficili da progettare
e ancora più difficili da mantenere, perché è
facile collocare le cose sbagliate nel posto sbagliato, ma sono
spesso più importanti e utili rispetto agli schemi esatti,
poiché si avvicinano maggiormente alla realtà, dove
la precisione assoluta di uno schema esatto non è riproducibile
e finisce per essere troppo vincolante.
Le persone trovano spesso più utili gli schemi ambigui rispetto
a quelli esatti e questo perché molto spesso il navigatore
non sa che cosa sta cercando e perciò ha bisogno di schemi
approssimati che lo portino vicino alla destinazione che vuole raggiungere,
ma che non riesce ad articolare con precisione.
Questi schemi prevedono perciò una ricerca delle informazioni
interattiva e iterativa (si affina l’obiettivo ripetendo il
percorso di ricerca più volte) e si reggono su un sistema
di classificazione arbitrario che il progettista definisce all’inizio
e che costituisce di fatto una gerarchia di categorie e sotto-categorie
che a loro volta possono essere centrate su quattro elementi: argomento,
azione, pubblico e metafora.
Nel caso di un sistema ambiguo basato sull’argomento avremmo
un’organizzazione simile a quella delle pagine gialle, dove
le varie aziende sono divise in base a categorie merceologiche definite
a priori che ci aiutano a cercare l’idraulico piuttosto che
l’elettricista.
Schema ambiguo catalogato per argomento
Le Pagine Gialle sono un classico esempio di schema organizzativo
"ambiguo", dove le informazioni sono catalogate in base
all'argomento a cui si riferiscono e non secondo un schema rigido
esatto. Questo genere di catalogazione risulta più utile,
anche se più complesso da gestire.

Gli schemi ambigui basati sull’azione elencano l’insieme
di azioni tra loro correlate: un esempio tipico sono i menu di un
programma, dove alla voce Modifica, abbiamo tutte le operazioni
di modifica che possiamo eseguire su un documento: ricerca, sostituzione,
copia, incolla e via dicendo.
Schema ambiguo
basato sul tipo di azione
Un esempio classico di catalogazione "ambigua" in base
al tipo di azione è il menu di un programma, dove sotto una
voce che definisce una classe di azioni troviamo l'elenco dettagliato
delle azioni previste.

Gli schemi ambigui costruiti in base al pubblico funzionano al
meglio quando un sito è frequentato da un gruppo omogeneo
di navigatori con interessi relativamente stabili, magari interessati
a una particolare sezione e non all’intero. Prendiamo ad esempio
un sito dedicato al modellismo: le divisioni sarebbero in base alle
varie forme di modellismo possibili, con una categoria, ad esempio,
dedicata esplicitamente alla costruzione di navi in bottiglia.
Schema ambiguo basato sul tipo di pubblico
Quando il sito è costruito in base al pubblico, le informazioni
vengono strutturate di conseguenza, ripartendole nei temi che sono
interessanti ai diversi tipi di persone che frequentano il sito.
In questo caso troviamo i consigli per i Webmaster, le indicazioni
per i creativi, eccetera.

L’ultimo tipo di schema ambiguo è orientato alla metafora.
Qui si usa qualcosa di familiare per il navigatore al fine di semplificare
la comprensione del sito. Esempio classico: uno shopping center
virtuale che riproponga sul Web la struttura fisica di un centro
commerciale, con vetrine e negozi, a loro volta suddivisi in corsie,
con un carrello per gli acquisti. Le metafore sono state molto di
moda per un certo periodo perché rendono immediata la comprensione
della struttura del sito, ma ne limitano moltissimo l’espansione.
Infatti, non appena si cerca di proporre un servizio che sia realizzabile
unicamente sul Web e che non abbia una diretta corrispondenza nel
mondo reale, la metafora va in pezzi e confonde anziché aiutare.
Schema ambiguo basato sulla
metafora
Questo è un esempio di sito basato su metafora che abbiamo preso a prestito dal libro "Information Architecture for the World Wide Web" di Loius Rosenfeld e Peter Morville. Mostra un esempio povero, ma significativo di una metafora di appartamento usata come elemento di organizzazione dei contenuti dell'intero sito.

Naturalmente, poiché la perfezione non è di questo
mondo, i siti di una certa complessità finiranno per utilizzare
tutti o quasi gli schemi indicati sopra e perciò ci troveremo
con schemi ibridi, più difficili da progettare e mantenere,
ma estremamente più flessibili e potenti perché vi
consentiranno di usare lo strumento adatto caso per caso.
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