Utilizzare un sequencer
per modificare brani MIDI
La terza ed ultima possibilità è quella di andare
ad editare manualmente le note sbagliate: la cosa si può
fare se il passaggio da correggere non è molto esteso. Per
farlo solitamente abbiamo a disposizione sia un editor a griglia
che uno notazionale.
Il primo mostra le note su una griglia, in cui in verticale c’è
l’altezza delle note (da gravi ad acute) ed in orizzontale
il tempo del brano, e le note sono rappresentate come barrette,
poste all’altezza corrispondente alla relativa nota musicale
e di lunghezza proporzionale alla loro durata temporale. In questo
editor per modificare un ritmo impreciso si trascinano le barrette
in senso orizzontale, mentre per correggere delle note sbagliate
le si trascina in senso verticale. L’intuitività di
questo sistema lo rende molto utile al neofita, magari non in grado
di leggere la musica su pentagramma.
EditorGriglia
L’editor a griglia di Cubase VST: le note sono visualizzate
come barrette, con lunghezza proporzionale alla loro durata temporale
e poste ad altezza corrispondente alla nota musicale emessa

Il secondo tipo di editor è invece adatto ai
musicisti, in quanto mostra le note su un vero pentagramma, come
in una parte stampata. Qui per correggere le note sbagliate basta
trascinarle su e già sul pentagramma, e per correggerne il
ritmo le si trascina avanti ed indietro nelle battute musicali.
Nei sequencer più potenti questo editor può essere
dotato di vere e proprie funzioni di Dtp musicale, che fanno concorrenza
ai programmi di notazione stand-alone. Ad esempio Cubase SX ha una
sezione di notazione e stampa partiture molto avanzata, che a meno
di necessità particolari può rendere inutile la spesa
per un software dedicato alla stampa come Finale 2003.
EditorNotazione
L’editor notazionale (“Score Editor”) di Cubase:
le tracce MIDI sono visualizzate come negli spartiti su carta, ma
il bello è che le note possono essere editate direttamente
con il mouse!

clicca
per ingrandire
Il secondo campo in cui gli strumenti di editing che
abbiamo appena elencato ci vengono utili è la modifica di
file MIDI preesistenti, magari basi musicali acquistate o file scaricati
da Internet. Come esempio classico c’è la modifica
di una base MIDI sulla quale vogliamo cantare in stile Karaoke.
Dopo aver acquistato la base musicale della nostra canzone preferita
ci rendiamo conto che è troppo acuta per le nostre possibilità
vocali. Cosa possiamo fare? Il MIDI ha dalla sua la massima flessibilità,
ed infatti utilizzando la funzione “Transpose” del sequencer
possiamo trasportare tutta la base in una tonalità per noi
più comoda. Dovremo solo fare attenzione a non trasporre
la parte di batteria, che si trova sempre sul canale MIDI 10, in
quanto ciò significherebbe modificare il tipo di suoni utilizzati
(ad esempio un charleston potrebbe diventare un rullante…).
Un’altra funzione spesso utilizzata è
il “Mute”, funzione che consente di non far suonare
una parte, ad esempio la guida vocale per poter cantare in Karaoke
o una parte strumentale che intendiamo eseguire dal vivo.
L’utente più avanzato può anche
arrischiarsi ad aggiungere altre parti ad una base di cui non è
soddisfatto, ad esempio può aggiungere una seconda chitarra
per rendere più “spesso” un brano heavy metal,
o può modificare degli accordi di pianoforte per rendere
una parte pianistica jazz più interessante. La flessibilità
del MIDI è assoluta, una volta che un brano è stato
caricato nel sequencer possiamo veramente fare qualunque modifica!
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