|
DVD Audio, Super Audio
CD e la guerra dei formati
Le case produttrici stanno conducendo una guerra degli standard
riguardo il futuro dell’audio digitale. L’avvento del
Dvd ha infatti reso possibile inserire molti più dati sull’argentato
dischetto compagno di tanti ascolti, e questo si può tradurre
sia in una maggiore durata che in una migliore qualità. Le
case discografiche nel campo della musica leggera sono ovviamente
restie ad abbracciare la prima ipotesi: già ora un album
medio contiene solo 40-45 minuti di musica contro i 74 di capienza
di un normale cd, dunque avere a disposizione i 500 minuti di capienza
di un Dvd doppia faccia e doppio strato non interessa granché.
Nel campo della musica classica e soprattutto operistica sarebbe
invece una benedizione, in quanto i cofanetti da 3-4 cd potrebbero
essere ridotti ad un solo Dvd.
Ma le case produttrici si stanno impegnando sulla seconda ipotesi,
ovvero il miglioramento della qualità: Sony e Philips hanno
proposto il “SACD”, o “Super Audio CD”,
un formato che offre audio campionato con tecnologia diversa dal
cd (Dsd, ovvero Direct Stream Digital, che a differenza del normale
metodo Pcm usa una codifica ad un bit variando il “passo”
dell’onda, in modo da evitare il processo di interpolazione
che abbassa la qualità nei normali cd audio) e che usa una
frequenza di 2820 KHz. Vista la diversa codifica tale valore non
è paragonabile con i 44,1 KHz del cd audio, comunque offre
circa 100 KHz come valore massimo di risposta in frequenza contro
i 22 KHz del cd audio. Siccome il Super Audio CD “fisicamente”
è un Dvd, utilizza due layer diversi, uno per l’audio
Sacd a 100KHz (sino a 6 canali), ed uno contenente la normale traccia
in formato audio cd, per cui può essere letto come un cd
dai vecchi lettori. I nuovi lettori sono compatibili anche con i
vecchi cd, utilizzando due laser a diversa lunghezza d’onda
proprio come i lettori di Dvd “da computer”. La capienza
rimane identica al cd, ovvero 74 minuti.
Ma il consorzio Dvd ha risposto con il formato Dvd Audio: utilizza
una frequenza di campionamento massima di 192 KHz a 24 bit contro
i 44,1 KHz a 16 bit del vecchio cd audio, con una risposta in frequenza
di 96 KHz. Ciò significa audio con maggiore gamma dinamica
(differenza tra minima e massima intensità sonora registrabile),
in quanto a 24 bit ci sono circa 16 milioni di “gradini”
tra pianissimo e fortissimo contro i 65.000 gradini dei 16 bit,
e con maggior fedeltà, in quanto il suono viene campionato
192.000 volte al secondo invece che 44.100, consentendo anche una
perfetta riproduzione dei suoni più acuti (molto oltre le
possibilità dell’orecchio umano) e degli armonici (suoni
con frequenze multiple dei suoni principali, che rendono diversi
i timbri degli strumenti musicali).
DVD audio vs Cd audio
Il Dvd Audio usa 24 bit di risoluzione ad una frequenza di campionamento
di 192KHz, che rispetto ai 16 bit per 44,1KHz del cd audio riesce
a riprodurre molto meglio la curva dell’onda sonora originale


I Dvd Audio possono anche utilizzare, invece dell’audio stereo
a 192 KHz, l’audio 5.1 a 96 KHz, sempre con 24 bit di risoluzione:
si tratta di audio surround dedicato al mondo dell’HiFi, di
qualità nettamente superiore all’attuale Dolby Digital.
Utilizza la compressione “MLP” (Meridian Lossless Packing,
una compressione dei Dolby Laboratories senza perdita di dati e
dunque di qualità) per restituire il piacere di un concerto
rock o di un’opera lirica dal vivo, con suono a 360° di
qualità nettamente superiore al cd audio.
Sia i SACD che i Dvd Audio sono già in commercio in quantità
limitata: il mercato sembra stia favorendo il Dvd Audio, ma come
sempre accade in questi casi, solo col tempo si potrà dire
chi vincerà la guerra. In ogni caso chi vorrà ascoltare
la musica ad alta qualità dovrà acquistare un nuovo
lettore, ed i due formati sono totalmente incompatibili tra loro.
Se Sony e Philips hanno spinto il SACD è perché questo
è considerato un’estensione del cd audio standard,
su cui le due aziende detengono molti brevetti. Ma non potranno
lamentarsi nemmeno in caso di successo del Dvd Audio, in quanto
anche qui sono fortemente presenti.
Dal punto di vista del musicista va detto che non è tanto
la frequenza di campionamento a costituire il limite degli attuali
cd audio, in quanto a 44,1 KHz vengono già riprodotte tutte
le frequenze udibili dall’orecchio umano: solo i puristi si
lamentano per gli armonici ultrasonici tagliati, non udibili ma
che darebbero fisicamente una sensazione di “aria” attorno
al suono. Il vero limite del cd audio è la risoluzione, in
quanto a 16 bit l’intensità sonora è costretta
in un range “a gradini” con 65.000 valori, contro i
livelli infiniti di un Lp analogico. Gli audiofili dall’orecchio
più sensibile possono sentire una differenza nel “calore”
e nel realismo del suono, che nel cd audio sono peggiorati dal numero
limitato dei “gradini”. Con i nuovi formati a 24 bit
i gradini diventeranno 16 milioni, e sfido chiunque a distinguere
tra loro più di 16 milioni di livelli sonori: anche i puristi
sono d’accordo sul fatto che i 24 bit rendono finalmente giustizia
al vecchio disco di vinile, fragile e gracchiante ma capace di infinite
sfumature.
|