aprile 2003
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Progettare un sito statico

 

3. Domini reali e virtuali

Introduzione
1: definire la struttura
2: collocare i file grafici e multimediali
3: domini reali e virtuali
4: collegamenti assoluti e relativi

La navigazione di un sito avviene per mezzo di collegamenti ipertestuali che indicano il percorso per passare da una pagina all'altra. L'interso sito è unitlèìo

da questi link, strutturati in modo gerarchico, lineare o completamente libero (ipertestuale) come descritto nei vari sistemi di organizzazione delle informazioni (vedi Organizzazione delle informazioni). Il sito stesso poi è accessibile sul Web per mezzo di un indirizzo universale, detto Uniform Resource Locator (URL), che identifica il particolare server che lo sta ospitando. Nella pratica, lo URL digitato dal navigatore non riflette quasi mai l'indirizzo del server in quanto tale, perché quest'ultimo è spesso complicato da ricordare oltre che fuorviante. Infatti il server può avere i nomi più astrusi (assegnati solitamente dal provider per proprio uso interno) e il sito medesimo può trovarsi in qualche subdirectory dal nome ancora più astruso, il che produce alla fine un indirizzo lunghissimo e difficile da digitare.

La prassi abituale consiste perciò nell'acquisire un nome a dominio che in qualche modo comunichi l'identità del sito e che sia anche facile da ricordare e digitare. Il domino è solitamente composto da tre elementi separati da un punto. Il più importante dei tre elementi di chiama Top Level Domain e si trova all'estrema destra del nome a dominio e indica il tipo di categoria a cui il dominio stesso appartiene: COM per commerciale, ORG per le organizzazioni senza fini di lucro, IT per i domini concessi a persone e società residenti nel territorio italiano. Questa prima parte del dominio è assegnata alla gestione di organizzazioni internazionali che ne definiscono le regole di assegnazione. La seconda spostandosi verso sinistra contiene il nome scelto da chi registra il dominio, ad esempio "pcopen". La terza parte, sempre spostandosi verso sinistra, prende il nome di sottodominio. Spesso non viene usata e la si riempie con la dicitura www per indicare che si tratta di un server che contiene pagine Web, tuttavia potrebbe essere utilizzata per creare infinite variazioni del dominio che puntino, ciascuna, a siti separati. Ad esempio, laboratorio.pcopen.it potrebbe rimandare a un sito specifico per il nostro laboratorio prove. Chiude l'elenco l'indicazione del tipo di protocollo utilizzato per il trasferimento delle informazioni, cioè l'Hypertext Transfer Protocol, (http), nel caso delle pagine Web.

Poiché un nome a dominio è riservato a un solo detentore su scala mondiale, diventa un ottimo sostituito per l'indirizzo del server, al quale viene abbinato in modo invisibile così che il navigatore digiti il dominio conosciuto e questo venga tradotto nel percorso per arrivare al server corretto. Nel caso in cui il server sia di vostra proprietà, probabilmente il dominio sarà residente sul server medesimo, tuttavia ciò si verifica di rado e si parla quindi di dominio virtuale. Vale a dire, il vostro nome a dominio è conservato su una macchina diversa dal server che ospita il sito, vale a dire su un computer sempre accessibile via Internet che rimanda verso il server reale non appena lo si interroga.

Tale computer solitamente appartiene alla società a cui avete affidato la conservazione del vostro dominio, tecnicamente definita "maintainer". Spesso si tratta di chi vi ha venduto il dominio in primo luogo, talvolta è invece l'ISP che ospita il vostro sito su uno dei suoi server. La scelta del maintainer è importante poiché da lui transiteranno tutti coloro che digitano il vostro dominio prima di raggiungere il vostro server e perciò si possono verificare rallentamenti oppure completa inaccessibilità del sito, anche se questo è magari perfettamente funzionante.

Affidare il nome a dominio a chi ve l'ha venduto è la soluzione più rapida e meno costosa, e qualora costui sia anche il vostro provider, potrete richiedere garanzie sull'efficienza tecnica del collegamento tra i due server.

Peraltro tale approccio aumenta i vincoli verso quel particolare provider poiché, nel momento in cui voleste cambiare dovreste anche spostare la posizione del nome a dominio, con inevitabili ritardi di propagazione degli aggiornamenti sulla Rete e temporanea invisibilità del vostro sito.

Quando lo digitiamo, il dominio virtuale ci dirotta verso la macchina server e all'interno della particolare directory che il provider ha riservato al nostro sito (lo stesso server infatti contiene quasi sempre diversi siti in directory diverse). Ciò significa che la home page del nostro sito non si trova nella root (directory principale) del server Web che la ospita, bensì in una cartella due o tre livelli più sotto.

Il navigatore non vedrà tali livelli accessori, ma comincerà la navigazione direttamente dal punto in cui il si trova la home page del sito e, sulla finestra del suo browser, vedrà il nome a dominio seguito dalla serie di directory e sottodirectory che da lì scendono per portarci alla pagina vera che abbiamo chiesto. Ad esempio, lo URL http://www.digifocus.it/testlabs/testlabs.html ci dice che stiamo andando alla pagina testlabs.html nella directory "testlabs" del sito www.digifocus.it, indipendentemente da dove tale sito sia collocato nel server del provider.

Soluzione di un indirizzo assoluto - URL
Quando digitiamo un dominio, la richiesta viene inviata a una rete di computer che gestisce una mappa di navigazione globale del Web, nella quale è indicato l'indirizzo fisico della macchina su cui tale dominio è residente. Spesso quest'ultima è un sistema del maintainer, cioè l'organizzazione che si limita a ospitare il dominio e tenerlo vivo, senza farlo corrispondere, come da regola, alla directory radice (root) del vostro sito. Si parla quindi di dominio virtuale che rimanda verso la macchina reale che ospita il sito e che fa proseguire alla pagina richiesta dal navigatore.


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Corso - Webmaster
 
  Prima lezione:
  Competenze e strumenti
  Seconda lezione:
  Siti statici e linguaggio HTML
1. Progettare un sito statico
  1. Definire la struttura
  2. Collocare i file grafici e multimediali
  3. Domini reali e virtuali
  4. Cos'è un dominio
  5. Registrare un dominio
  6. Recuperare un dominio perso
  7. Collegamenti assoluti e relativi
2. Progettare la pagina
  1. Modelli di pagina
  2. Impostare gli spazi del "canovaccio"
  3. Tecniche d'impaginazione
3. Pagine HTML e marcatori
4. Sintassi HTML
5. Tag strutturali di pagina
6. Strutturare la pagina: tabelle, frame e form
7. Definizioni di HTML
8. Esercizi
  1. Esploriamo i tag di base
  2. Creiamo una pagina vergine con HTML-Kit
  3. Progettare un sito con Golive 6.0
  4. Riepilogo dei concetti della lezione
  Terza lezione:
 Modelli di pagina e tabelle
  Quarta lezione:
  HTML 4.01 e CSS
  Quinta lezione:
  Design e multimedialità
  Sesta lezione:
  Siti interattivi

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