aprile 2003
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Utilizzare un sequencer per modificare brani MIDI

Un sequencer non è utile solo per creare nuovi brani, ma anche per modificare brani già esistenti.
Due sono infatti i campi principali in cui il sequencer è utile per modificare i dati esistenti: per correggere gli errori eventualmente commessi mentre si registra un brano, e per editare file MIDI in modo da renderli più adatti alle nostre esigenze. In ambedue i casi si utilizzano gli strumenti di visualizzazione ed editing, spesso molto potenti, offerti dal sequencer.

Partendo dal primo caso, si tratta di correggere gli errori che inevitabilmente anche i professionisti compiono al momento di suonare le varie parte musicali che compongono un brano MIDI. Facciamo un esempio: dobbiamo registrare un brano che utilizza batteria, basso, pianoforte e chitarra elettrica. Eseguiamo le varie parti una per volta, registrandole su tracce MIDI separate. Ogni traccia rappresenta così una parte strumentale del nostro arrangiamento. Riascoltando il tutto ci accorgiamo che ci sono degli errori nella parte di basso, ovvero un passaggio difficile presenta delle irregolarità ritmiche ed un paio di note sbagliate: possiamo risolvere il problema ritmico in modo automatico grazie alle funzioni di “quantizzazione”, che spostano le note nel tempo in base a parametri musicali da noi definiti. In pratica, se il passaggio di basso è un terzinato di cROMe, basterà selezionare come unità di quantizzazione la cROMa terzinata e quantizzare la parte della traccia contenente il passaggio: magicamente le note si sposteranno per aderire perfettamente al tempo, ed il ritmo sarà perfettamente regolare. Per evitare che sia “troppo” regolare, ovvero che sembri eseguito da un computer invece che da un musicista umano, i sequencer più potenti dispongono anche di funzioni di “umanizzazione”, che producono leggere irregolarità ritmiche imitando un’esecuzione “dal vivo”. La quantizzazione però non può nulla contro le note sbagliate.

Quantizzazione
Per raddrizzare un ritmo di terzine suonate in modo irregolare è necessaria una quantizzazione alla terzina, come si vede in questo esempio con Cubase SX


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Una seconda possibilità offerta dai sequencer è quella di registrare di nuovo la parte incriminata, ed anche qui ci sono funzioni molto potenti, come il “Punch In/Out”, che consente di registrare solo il passaggio errato, invece di registrare di nuovo tutta la traccia con il rischio di sbagliare in punti che invece avevamo eseguito correttamente la prima volta. Il Punch In/Out può essere automatico: indicheremo con due marker la zona in cui vogliamo sovrascrivere la parte, ed il sequencer una volta raggiunto il primo marker passerà automaticamente da riproduzione a registrazione, poi raggiunto il secondo marker disattiverà la registrazione, in modo da lasciare intatta la zona già corretta della traccia. Nei migliori sequencer può essere anche manuale: mentre riascoltiamo la traccia premiamo un pulsante ed entriamo in registrazione, uscendone alla pressione di un altro pulsante, una funzione molto utilizzata dai professionisti per risparmiare tempo.

PunchIn
Il Punch In consente di registrare solo le parti sbagliate di una traccia MIDI, lasciando inalterato quello che “è venuto bene”. Questo è un esempio di Punch In automatico con Cubase SX


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  Parte 1:
  Creare la musica
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  Modificare e ascoltare
1. Masterizzare un CD audio: i concetti base
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3. Modificare un brani MIDI: quantizzazione e Punch-in
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