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1. Le tecniche di base
Iniziamo con il semplice campionamento dall’ingresso Line
In: tutte le schede audio, anche quelle da 25 euro (ed anche le
schede madri con sezione audio integrata) dispongono di un ingresso
Line In, solitamente in formato minijack stereo. Collegando un cavetto
di questo tipo dalla sorgente audio all’ingresso Line In,
è possibile campionare i suoni tramite il Registratore di
Suoni incluso in Windows, registrandoli sotto forma di file WAV.
Potrebbe essere necessario un cavo adattatore, visto che molte sorgenti
audio non utilizzano minijack ma spinotti RCA, cavo comunque facilmente
reperibile o incluso nella confezione della scheda audio stessa.
Il Registratore di Suoni può essere configurato per campionare
a diverse frequenze e risoluzione, ma non è certo il massimo
della comodità, sia per l’interfaccia spartana, sia
per la macchinosità della regolazione del volume di registrazione,
che avviene tramite una diversa finestra di Windows. Meglio dunque
usare le utility di registrazione contenute nelle confezioni delle
schede audio dalla fascia media in su, che oltre ad essere pensate
specificamente per la scheda che abbiamo nel nostro PC (e dunque
possono sfruttare funzionalità come il campionamento a 24
bit o multicanale se presenti) sono solitamente molto più
comode e potenti.
Nella registrazione attenti alla distorsione
Due sono le cose importanti da tenere presenti: la prima è
che si deve evitare a tutti i costi la distorsione durante il campionamento.
Questo si può ottenere regolando opportunamente il volume
di registrazione, in quanto a differenza di quella analogica, tipica
dei registratori a cassette, la distorsione digitale che può
avvenire durante il campionamento, produce degli artefatti che rovinano
irrimediabilmente la registrazione.
Secondo punto, scegliete sempre risoluzione e frequenza di campionamento
in base alle vostre necessità: se volete creare file con
destinazione CD ovviamente attenetevi alle relative frequenze (44,1
KHz a 16 bit), se la registrazione deve avere la massima qualità
e resta sul computer potete utilizzare i 48 KHz. Solo avete problemi
di spazio usate frequenze e risoluzioni inferiori a 22KHz 16 bit,
ma in questo caso è meglio campionare comunque in qualità
CD e poi convertire il file WAV risultante in MP3. Se infine siete
tra i fortunati possessori di una scheda audio a 24 bit potete,
per avere una qualità al top, campionare anche a 24 bit,
ma tenete presente il notevole ingombro dei file WAV risultanti,
giustificato solo se avete veramente bisogno di tutta la qualità
di tale risoluzione.
La sorgente del suono influenza il risultato finale
La qualità delle registrazioni non dipende solo da risoluzione
e frequenza di campionamento, ma anche dalla qualità del
suono da registrare. Le sorgenti digitali, come lettori CD, DAT,
MiniDisc e così via, consentono di registrare direttamente
il flusso dati originale tramite le uscite digitali, invece dei
suoni risultanti presenti sulle uscite analogiche. Registrando in
digitale vengono saltate sia la conversione da digitale ad analogico
effettuata dall’unità sorgente, sia quella da analogico
a digitale effettuata dalla scheda audio al momento del campionamento.
Per effettuare questa operazione la nostra scheda audio deve essere
dotata di ingresso digitale, presente ormai anche in schede di fascia
media, e che può presentarsi sotto forma di spinotto coassiale
(RCA, simile agli spinotti analogici dello stereo di casa) o ottico
TOSLink (“TOShiba Link”, di forma quadrata). Nel primo
caso per il collegamento dovremo utilizzare un cavo coassiale RCA,
nel secondo caso un cavo a fibre ottiche TOSLink. Il vantaggio di
quest’ultimo è l’insensibilità ad eventuali
interferenze elettromagnetiche, visto che nel cavo passa luce e
non una corrente elettrica, lo svantaggio è la delicatezza
del cavo, che se piegato troppo può danneggiarsi irrimediabilmente.
Dal punto di vista pratico, una volta collegata l’uscita digitale
della sorgente all’ingresso digitale della scheda audio, la
registrazione avviene in modo simile a quella analogica, solo che
dovremo usare le utility di registrazione della scheda audio, e
dovremo fare attenzione ad utilizzare la stessa frequenza di campionamento
e la stessa risoluzione dell’originale (44,1 KHz a 16 bit
per il CD audio, 48 KHz a 16 bit per il DAT), in modo da sfruttare
i dati originali senza “ricampionamenti” che potrebbero
far decadere la qualità.
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