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Utilizzare un sequencer
per modificare brani MIDI
Un sequencer non è utile solo per creare nuovi brani, ma
anche per modificare brani già esistenti.
Due sono infatti i campi principali in cui il sequencer è
utile per modificare i dati esistenti: per correggere gli errori
eventualmente commessi mentre si registra un brano, e per editare
file MIDI in modo da renderli più adatti alle nostre esigenze.
In ambedue i casi si utilizzano gli strumenti di visualizzazione
ed editing, spesso molto potenti, offerti dal sequencer.
Partendo dal primo caso, si tratta di correggere gli errori che
inevitabilmente anche i professionisti compiono al momento di suonare
le varie parte musicali che compongono un brano MIDI. Facciamo un
esempio: dobbiamo registrare un brano che utilizza batteria, basso,
pianoforte e chitarra elettrica. Eseguiamo le varie parti una per
volta, registrandole su tracce MIDI separate. Ogni traccia rappresenta
così una parte strumentale del nostro arrangiamento. Riascoltando
il tutto ci accorgiamo che ci sono degli errori nella parte di basso,
ovvero un passaggio difficile presenta delle irregolarità
ritmiche ed un paio di note sbagliate: possiamo risolvere il problema
ritmico in modo automatico grazie alle funzioni di “quantizzazione”,
che spostano le note nel tempo in base a parametri musicali da noi
definiti. In pratica, se il passaggio di basso è un terzinato
di cROMe, basterà selezionare come unità di quantizzazione
la cROMa terzinata e quantizzare la parte della traccia contenente
il passaggio: magicamente le note si sposteranno per aderire perfettamente
al tempo, ed il ritmo sarà perfettamente regolare. Per evitare
che sia “troppo” regolare, ovvero che sembri eseguito
da un computer invece che da un musicista umano, i sequencer più
potenti dispongono anche di funzioni di “umanizzazione”,
che producono leggere irregolarità ritmiche imitando un’esecuzione
“dal vivo”. La quantizzazione però non può
nulla contro le note sbagliate.
Quantizzazione
Per raddrizzare un ritmo di terzine suonate in modo irregolare è
necessaria una quantizzazione alla terzina, come si vede in questo
esempio con Cubase SX

Una seconda possibilità offerta dai sequencer è quella
di registrare di nuovo la parte incriminata, ed anche qui ci sono
funzioni molto potenti, come il “Punch In/Out”, che
consente di registrare solo il passaggio errato, invece di registrare
di nuovo tutta la traccia con il rischio di sbagliare in punti che
invece avevamo eseguito correttamente la prima volta. Il Punch In/Out
può essere automatico: indicheremo con due marker la zona
in cui vogliamo sovrascrivere la parte, ed il sequencer una volta
raggiunto il primo marker passerà automaticamente da riproduzione
a registrazione, poi raggiunto il secondo marker disattiverà
la registrazione, in modo da lasciare intatta la zona già
corretta della traccia. Nei migliori sequencer può essere
anche manuale: mentre riascoltiamo la traccia premiamo un pulsante
ed entriamo in registrazione, uscendone alla pressione di un altro
pulsante, una funzione molto utilizzata dai professionisti per risparmiare
tempo.
PunchIn
Il Punch In consente di registrare solo le parti sbagliate di una
traccia MIDI, lasciando inalterato quello che “è venuto
bene”. Questo è un esempio di Punch In automatico con
Cubase SX

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