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Armonici: suoni con frequenze multiple dei suoni
principali, che rendono diversi i timbri degli strumenti musicali,
ad esempio rendono riconoscibile il suono di una tromba da quello
di un pianoforte anche se emettono la stessa nota musicale (ovvero
un suono con la stessa frequenza).
Asio: “Audio Stream In/Out”, è
uno standard cui aderiscono i migliori sequencer con funzioni di
hard disk recording per fornire un’interfaccia diretta tra
hardware di registrazione e sequencer, senza rallentare passando
per i driver del sistema operativo. Permette di registrare contemporaneamente
tracce audio multiple su disco rigido con tempi di latenza abbastanza
bassi da ottenere una perfetta sincronizzazione tra le varie tracce.
Il vecchio Asio 1, che lavora a 16 bit/48 KHz, è ora affiancato
dall’Asio 2, che lavora a 24 bit/96 KHz.
Arranger: i software musicali in grado di creare
automaticamente delle parti musicali si chiamano comunemente “arranger”.
Si dividono in due categorie, gli arranger Midi, che creano automaticamente
brani Midi in base a stili musicali scelti dall’utente (Jazz,
pop, rock, classico…), e arranger Wav, che creano brani audio
usando campioni audio già pronti (giri di basso, loop di
batteria ecc.). I primi sono utili per creare basi per canzoni o
strutture cui aggiungere parti Midi da noi realizzate risparmiando
tempo di composizione, i secondi per creare brani di musica techno,
house, dance ecc., usando i pattern tipici di questo tipo di musica.
Ambedue hanno il vantaggio di non richiedere particolari conoscenze
musicali per comporre.
Bitrate: indica la quantità di bit utilizzati
per ogni secondo di musica da un file audio (in particolare Mp3),
è responsabile delle dimensioni dei file ma anche della qualità
dei file stessi. Un file Mp3 con bitrate 128k suonerà meglio
di uno con bitrate 64k, ma sarà grande il doppio.
Il bitrate più diffuso negli Mp3 in circolazione è
128k: rappresenta un buon compromesso tra occupazione di spazio
e qualità, e se il codec usato è di buon livello permette
risultati vicini all’originale.
Canale MIDI: lo standard MIDI supporta sino a
16 canali, su ognuno dei quali può essere riprodotto il suono
di uno strumento. In pratica è come avere 16 musicisti virtuali
che suonano contemporaneamente per noi. Il limite di 16 canali è
superabile tramite interfacce Midi e strumenti che supportano più
blocchi di 16 canali ciascuno, visti come moduli Midi separati.
CDDB: l’acronimo significa “CD DataBase”,
ed indica i database, presenti su Internet o installabili sul proprio
disco rigido, che contengono i dati su autori e titoli dei brani
e degli album esistenti su cd audio. Sono spesso offerti assieme
ai player di file audio o con i software di ripping e masterizzazione,
in quanto consentono, se il cd che stiamo copiando è riconosciuto
dal database, di evitare la lunga introduzione manuale dei titoli.
Alcuni database dispongono anche di collegamenti Internet a biografie
su cantanti e gruppi, grafica delle copertine degli album e negozi
virtuali.
Codec: la qualità di un file Mp3 non dipende
solo dal bitrate, ma anche dal Codec, ovvero dall’algoritmo
di codifica utilizzato. Ce ne sono di veloci nella compressione
ma di qualità bassa (Xing, Blade, QDesign) e di lenti nella
compressione ma di alta qualità (Fraunhofer, Lame). La compressione
a 128kb/s con Xing produce artefatti evidenti ad un orecchio ben
allenato, mentre a 256kb/s l’audio è molto vicino all’originale,
ma l’occupazione sale a 2Mb al minuto. Con la codifica Fraunhofer
si possono invece ottenere buoni risultati anche a 128kb/s, e a
256kb/s siamo vicini alla qualità cd. Ma il codec Fraunhofer
costa di più in termini di diritti, ed i tempi di conversione
da Wav ad Mp3 sono il triplo più lenti.
DAT: per registrare professionalmente oltre all’uso
di potenti sistemi di hard disk recording, che richiedono comunque
di trasportare il computer sul luogo di registrazione, c’è
un’alternativa, ovvero acquistare un registratore Dat (Digital
Audio Tape), che registra con la stessa qualità del cd (16
bit e 44,1 KHz) ed anche di più (48 KHz). Gli svantaggi sono
la struttura sequenziale e la fragilità, tipiche di tutte
le unità a nastro, i vantaggi sono una totale assenza di
fruscìo e la possibilità di passare il suono direttamente
in digitale ad unità come masterizzatori audio, MiniDisc,
Pc dotati di scheda audio con ingressi digitali, il tutto senza
perdita di qualità. Il prezzo elevato di registratori e cassette
ha tenuto però questo formato lontano dai normali appassionati
di musica.
Disc at once: modalità di scrittura che
prevede l’incisione di un cd in un’unica operazione,
senza mai spegnere il laser di incisione. Permette di copiare esattamente
la struttura del cd sorgente ed è indispensabile per non
avere problemi copiando interi cd audio. Se si interrompe una masterizzazione
in questa modalità il cd-r è da buttare, a meno che
non si disponga di un masterizzatore con funzioni “Burn Proof”,
“Safe Burn” o simili.
Dolby Digital: standard per l’audio multicanale
digitale ideato dai Dolby Laboratories. L’audio digitale deve
essere decodificato tramite Decoder Dolby per poter essere inviato
agli altoparlanti che ricreano l’effetto cinema. Il decoder
può essere interno alle schede audio dei pc, presente nei
software di riproduzione dei Dvd su computer, o esterno integrato
nell’amplificatore del nostro sistema audio “Home Theater”.
Al Dolby Digital standard 5.1, che utilizza 5 altoparlanti più
un subwoofer, si è affiancato recentemente il Dolby Digital
Ex 6.1, che supporta ben 6 altoparlanti (centrale, destro e sinistro
sia davanti che dietro l’ascoltatore) più il subwoofer.
Il canale posteriore può anche essere ulteriormente diviso
in due altoparlanti (ma con lo stesso suono), realizzando un sistema
7.1, che è il limite attuale al numero di altoparlanti pilotabili.
I predecessori analogici del Dolby Digital sono il Dolby Surround,
che usava 3 canali audio, ed il “Pro Logic”, che usava
4 canali audio su 5 casse (le due casse posteriori condividevano
lo stesso canale).
DSP: “Digital Signal Processor”, in
campo audio indica un processore specializzato nel trattamento dei
dati audio in tempo reale, solitamente montato sulle schede audio
per fornire effetti come eco, riverbero, distorsione, ambienza 3d
ecc. senza pesare sul processore del computer.
DTS: concorrente del Dolby Digital, usa sempre
6 casse e 5.1 canali, ma offre una maggiore dinamica sonora grazie
ad un’elaborazione digitale di gamma più ampia. Spesso
i film su Dvd sono compatibili sia con Dolby Digital che con Dts.
DVD: cd incisi con tecnologie particolari che
permettono di memorizzare diversi Gigabyte di dati su ciascun dischetto
e di utilizzare due strati (layer) di dati su ambedue le facciate
dei cd. Possono contenere sia dati che filmati video, ed ultimamente
anche audio campionato ad altissima frequenza. I Dvd Video stanno
avendo una grande diffusione come supporto ideale per opere cinematografiche,
tramite appositi lettori da collegare al televisore, ma sono ideali
anche per le forme musicali che richiedono una parte visuale, come
l’opera lirica, il balletto, i concerti rock. In ambito informatico
possono essere letti solo da lettori specifici Dvd, che comunque
leggono anche i normali cd rom.
I Dvd Audio sono la novità in campo audio HiFi: possono contenere
audio stereofonico campionato ad altissima qualità. Nella
versione detta “Advanced Resolution” utilizzano la frequenza
di campionamento di 192 KHz alla risoluzione di 24 bit contro i
44,1 KHz a 16 bit del vecchio cd audio. Ciò significa audio
con maggiore gamma dinamica (differenza tra minima e massima intensità
sonora registrabile), in quanto a 24 bit ci sono circa 16 milioni
di “gradini” tra pianissimo e fortissimo contro i 65.000
gradini dei 16 bit, e con maggior fedeltà, in quanto il suono
viene campionato 192.000 volte al secondo invece che 44.100, consentendo
anche una perfetta riproduzione dei suoni più acuti e degli
armonici. I Dvd Audio possono anche utilizzare, invece dell’audio
stereo a 192 KHz, l’audio 5.1 a 96 KHz, sempre con 24 bit
di risoluzione. Anche i “Super Audio CD” (Sacd) di Sony
e Philips, pur incompatibili con i Dvd audio, sono incisi su supporto
Dvd multilayer.
Expander: strumento Midi privo di tastiera, chiamato
anche “modulo sonoro”, che può emettere i suoni
solo se controllato da computer o da tastiera collegata direttamente
via Midi. Il più famoso è il “Sound Canvas”
di Roland, che nelle dimensioni di un mattone contiene centinaia
di suoni Midi di qualità professionale. Tramite un computer
dotato di sequencer ed un Expander è possibile riprodurre
i brani Midi con la massima qualità, ai livelli degli studi
di registrazione professionali.
File Immagine: modalità opposta a quella
“al volo”, prevede la creazione sul disco rigido di
un’immagine completa del cd che si vuole masterizzare a partire
dai dati originari. Sarà poi questa immagine ad essere incisa
sul cd. È più lenta della modalità “al
volo”, in quanto i dati vanno copiati due volte: prima dall’unità
in cui sono contenuti al file immagine, poi dal file immagine al
masterizzatore. È però indenne da rischi di interruzione
del flusso dati e può risolvere casi critici, soprattutto
copiando tracce audio.
Frequenza di campionamento: la frequenza di campionamento
indica quante volte al secondo viene effettuata la misurazione di
un dato. Ad esempio se un’onda sonora viene campionata a 44,1
KHz (cd audio) ciò significa che l’intensità
sonora verrà misurata 44.100 volte al secondo. Passando ad
una frequenza di 192 KHz (Dvd audio) l’intensità sonora
verrà misurata 192.000 volte al secondo. Ciò significa
che sarà possibile ricostruire esattamente onde sonore dalla
frequenza più elevata, ovvero suoni più acuti. Se
dalla risoluzione di campionamento dipende la resa delle sfumature
sonore, o “gamma dinamica”, dalla frequenza dipende
invece l’ampiezza delle frequenze registrabili, chiamata “risposta
in frequenza”.
La fisica insegna che per riprodurre correttamente un’onda
di una certa frequenza la si deve campionare ad una frequenza almeno
doppia, ovvero campionando a 44 KHz si possono riprodurre frequenze
sino a 22 KHz, campionando a 192 KHz frequenze sino a 96 KHz.
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