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Nella seconda fascia troviamo strumentisti e gruppi musicali formati
da autodidatti o comunque con media formazione musicale, che possono
sfruttare il MIDI sia direttamente, tramite tastiere ed expander,
sia attraverso un computer per aggiungere alle proprie esibizioni
parti strumentali che non sarebbero in grado di realizzare dal vivo.
Anche i cantanti che si esibiscono in occasione di matrimoni e battesimi,
nei ristoranti, in occasione delle sagre paesane o nei luoghi di
villeggiatura, un tempo necessariamente pianisti in stile “piano
bar”, oggi sono spesso informatizzati, e cantano su basi MIDI
acquistate o realizzate in proprio. Spesso queste figure utilizzano
software di DTP musicale o sequencer dotati di valide funzioni di
notazione, per editare i brani direttamente sui pentagrammi, stampare
gli spartiti dei brani da cantare o le parti per i vari strumenti
del proprio gruppo.
Un’altra figura di semiprofessionista è il maniaco
di musica techno, house, dance e così via, per il quale sono
disponibili software che permettono di realizzare rapidamente brani
tramite pattern di suoni campionati, brani che una volta masterizzati
su cd possono essere eseguiti in discoteca, in occasione di feste
e così via.
Possiamo considerare tra i semiprofessionisti anche i cosiddetti
“audiofili”, ovvero chi magari non ha mai suonato uno
strumento ma conosce alla perfezione le centinaia di esecuzioni
musicali contenute nei propri cd. Che si tratti di musica sinfonica,
lirica, pop, rock o jazz non importa, quello che conta è
ascoltare la propria musica preferita con la massima fedeltà
possibile, e per questo disdegna i formati con perdita di qualità,
come l’Mp3, ed attende con ansia la maggiore qualità
promessa dal campionamento a 24 bit e dai nuovi DVD Audio.
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