D-Day

a cura di Giordano Formenti

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Il documentario nasce sostanzialmente da una esigenza scaturita dal doppio ruolo che professionalmente ricopro: insegnante di scuola superiore e responsabile del settore "didattica e formazione" della DATA docens, una società che si occupa, tra l’altro, di formare altri insegnanti come me all’utilizzo dei nuovi media nella quotidiana attività di insegnamento.

In quest’ultima veste mi sono recentemente trovato a dover progettare e gestire un corso di aggiornamento per docenti sull’utilizzo della multimedialità e dei nuovi media finanziato con i fondi della Comunità Europea: l’obiettivo, indubbiamente ambizioso, era quello di preparare un gruppo di insegnanti di scuole milanesi all’utilizzo, il più possibile attivo e creativo, del computer nella loro professione.

Ovvio che in un simile ambito sia stata sollevato con elevatissima frequenza il problema delle possibilità concrete che si offrono ad un docente che intenda utilizzare il computer non solo per scrivere le proprie relazioni, bensì anche per fare didattica sfruttando, appunto, multimedialità, nuovi mezzi di comunicazione e inparticolare Internet.

Sulla base di questi stimoli è nata l’idea di tentare la realizzazione di un prodotto didattico multimediale di una certa complessità che potesse fungere da banco di prova.

Preciso subito che le scelte di materia (storia) e di argomento (lo sbarco in Normandia durante l’ultimo conflitto mondiale) sono state dettate principalmente da ragioni personali (la prima è la mia materia d’insegnamento e al secondo mi hanno spinto un irrazionale amore per la terra normanna e precedenti studi sul D-Day). In ogni caso mi appaiono ragionevoli entrambi: la storia non è strettamente legata all’informatica, almeno nell’opinione comune, e può quindi esemplificare l’utilizzo degli strumenti informatici in nuovi ambiti; mentre l’argomento può benissimo essere utilizzato didatticamente come approfondimento da svolgere in una quinta superiore, soprattutto se realizzato sotto forma di "documentario".

Questa forma mi è sembrato la più promettente per garantire un elevato utilizzo di multimedialità: idealmente pensavo a un ipertesto multimediale, con l’integrazione di testo, immagini, audio e animazioni o, meglio, filmati video.

Il tutto avrebbe dovuto essere realizzabile con competenze informatiche relativamente limitate. A questo proposito ho fissato un limite drastico: neppure una riga di codice fisicamente scritta e in nessun linguaggio (in realtà per ragioni grafiche mi sono concesso una piccola eccezione, comunque del tutto superflua ai fini pratici). Diciamo che ho pensato ad un docente con una competenza di base sull’utilizzo del computer e della multimedialità, acquisibile con un corso di aggiornamento specifico, quale quello cui facevo riferimento sopra.

Un altro limite che mi sono imposto è quello relativo alla strumentazione da utilizzare, anzitutto con la scelta di una configurazione hardware non eccessivamente "spinta". Personalmente sono convintissimo che sia possibile realizzare ottimi strumenti didattici anche con un modestissimo 386 e il caro, vecchio DOS; e non sono affatto convinto che la corsa sfrenata al processore più potente e all’upgrade più sfrenato siano una cosa positiva. Purtroppo però l’esigenza di creare un prodotto didattico a forte contenuto multimediale e destinato all’utilizzo su Internet imponeva limiti difficilmente superabili; ho cercato comunque di ipotizzare una strumentazione hardware non recentissima, in modo da poter comprendere scuole e docenti con in dotazione computer di 2-3 anni. Di fatto il documentario è stato realizzato interamente con un Pentium 133 munito di 32 Mb di RAM, un disco fisso da 2 Gb, una scheda video con 2 Mb di memoria, una comune scheda audio 16 bit, un microfono e 2 casse stereo, un lettore CD 4x e uno scanner piano a colori. Al tutto si è aggiunto poi ovviamente un modem da 33.600 (tecnicamente si potrebbe utilizzare anche un Pentium 75 con 16 Mb, ma non me la sento di garantire che i tempi di risposta siano convenienti).

Anche per quanto riguarda il software ho cercato di limitarmi a ciò che può ragionevolmente essere a disposizione di un insegnante: un programma per realizzare presentazioni di facile utilizzo ma in grado di dare buoni risultati e soprattutto ampiamente diffuso (Power Point); un semplice programma di gestione immagini, come quelli normalmente forniti insieme agli scanner; un semplice editor di pagine HTML (nel caso specifico ho utilizzato Front Page 98, ma con un po’ di fatica in più il tutto è realizzabile anche con il più modesto Front Page Express, che ha il vantaggio di essere gratuito perché integrato con Internet Explorer); un compressore in grado di gestire lo streaming audio e video su Internet e il relativo player. Per quest’ultimo punto la scelta è caduta su Real System per vari motivi: la sua ampia diffusione, la possibilità di scaricare gratuitamente da Internet il player, la disponibilità di ottimi tool di sviluppo a prezzi contenuti e di facilissimo utilizzo e in particolare l’esistenza di un piccolo ma geniale programma che permette di convertire automaticamente una presentazione realizzata in Power Point con tanto di commento audio e di una utility che si incarica di inserire automaticamente elementi sviluppati in Real System all’interno di pagine HTML realizzate con Front Page (il tutto è disponibile sul sito www.real.com).

La scelta del materiale grafico, video e audio è stata condizionata dalla necessità di poterne usufruire in piena libertà, senza alcun vincolo legato al pagamento di diritti d’autore (sebbene questo limite sia più facilmente superabile per realizzazioni dedicate ad un uso strettamente didattico). Ho utilizzato esclusivamente immagini ricavate da una notissima collezione commerciale di clipart e fotografie, acquistabile per una cifra che si aggira sulle 100.000 lire, e immagini tratte da pubblicazioni gentilmente messe a disposizione dal Museo dello Sbarco di Arromanches (mi è bastata una telefonata: sono gentilissimi). Tutto il resto è stato creato direttamente in Power Point o adattato con il programma di gestione delle immagini.

Un’ultima considerazione sui tempi: non mi è stato possibile quantificare nel dettaglio i tempi necessari alla realizzazione del documentario (e in ogni caso il fatto che io utilizzi il computer professionalmente non avrebbe reso i miei tempi un parametro medio significativo) proprio perché ad esso ho dedicato solo ritagli di tempo, come probabilmente farebbe anche qualsiasi altro insegnante. In linea di massima direi che si potrebbe pensare, da parte di un insegnante medio, alla realizzazione di 2-3 prodotti, simili per complessità a questo, nell’arco di un anno scolastico (diciamo uno per trimestre), senza passare più di un’ora o due al giorno davanti al computer.

Giordano Formenti