VII
Solito risveglio, meno confusionale del solito, quotidianità impellente, feroce, cominciavo a rinsavire.
Solito sguardo sul mondo.
Dallalto del mio appartamento, il mondo sembrava più piccolo e soprattutto meno cattivo.
Tante piccole cellule in movimento; luci lisergiche disegnavano percorsi lungo le strade che separavano regolarmente gli isolati, come fossero lampi di sangue, rapido, pulsazioni di una grande città. Non avevo nientaltro da fare, quella sera, rimasi quindi un po' ad ammirare lo scorrere vitale del tempo, un unico ritmo, alla luce ambrata del tramonto.
Anche quella giornata era passata veloce, quasi in silenzio fra il frastuono di richiami pubblicitari aerei stroboscopici, luci frattaliche ipnotiche, marketing. Bastava non pensare a quanto succedeva, a quello che intorno ruotava come ingranaggio regolare, per rilassarsi e vivere serenamente. Gli scatti violenti metropolitani erano normalità acquisita, e la notte molte volte era quasi irreale, svuotata da forme di vita e comunicazioni, flash fotografici e ologrammi, specchi ruotanti e avatar.
Era difficile riposare, dormire, in un silenzio irreale, dal lungo respiro dagli occhi chiusi. Pensare.
Avevo come sempre il mio ben daffare, nello scomporre ed analizzare pacchetti protetti da codici alfanumerici crittati, ogni giorno, da solo, in uno stanzino tanto piccolo che paradossalmente arrivava a contenere il mondo intero.
Mi guadagno da vivere, il poco che vivo, rubando pacchetti dinformazioni di cui raramente minteresso realmente, porto a termine il mio lavoro, le mie dimore sono grandi banche dati, firewall a doppia e tripla chiave, un nomade cyber, sopra lunghissime righe di comando protect, software per la protezione dei dati. Rubo database, crittografia, virus e scansioni, analizzo in debug, compongo e vendo al miglior offerente.
Vendita di gusti.
Un tempo Al Capone, sorrisi beffardi da proibizionismo, ora solo e semplicemente RIL, Rest in Life. Organizzazione criminale composta da diverse fazioni, costruzione piramidale con nodi ovunque, controllo totale del commercio, monopoli e transazioni finanziarie.
Non mi sono mai interessato del contenuto dei block, finanza, droga, spionaggio e guerra. Era troppo pericoloso sapere, sapevo stare al mio posto e allo stesso tenevo.
La mia taz.
Tutto sommato cambiano i musici, ma la musica rimane simile, visto come per Capone, anche ora ti facevano sparire in qualche nuova costruzione, se ti avvicinavi troppo al fuoco, pensai mentre mi distesi sul letto ancora sfatto da ormai troppe sere.
Un ologramma mi teneva compagnia, mi divertivo a cambiare forma, come nella passata lavorazione del vetro. La mia solitudine era lunica compagnia.
Serenamente, mi addormentai.
Correvo e correvo lungo un viale alberato da lunghi fusti legnosi, foglie giallo e verde, prati in fiore, distesa di pace e silenzio, contaminata da suoni umani, niente campionamenti, aria limpida, fresca di un mattino squarciato da un sole caldissimo, un masso di proporzioni immani mi seguiva.... il risveglio.
La sete di comunicazione era completamente azzerata, mentre mi apprestavo nella connessione giornaliera, mattino, lavoro. Il controllo era opprimente, claustrofobico. Chiavi critt pronte per lannullamento del tracciato, volo di pistillo in pistillo, dati caricati sul mio deck. Non potevo usare i normali HD per il trasporto dei dati, troppo controllo, RD - pericolo di annientazione, immediata.
Avevo studiato un ottimo sistema di distribuzione, trasportando i dati sul mio corpo, dentro il mio corpo. Studiato che lumano trasmetteva energia quanto bastava per immagazzinare dati a sufficienza per trasportare il prodotto finito, pronto per la vendita, mi incontravo con lemissario, una bella stretta di mano, il suo deck era carico, pagamento in chip. Effettivamente non avevo il tempo materiale di leggere i bit scaricati... la taz era salva anche stavolta e godevo lennesima vista mpeg della città in movimento, prima dello zero.
La vita di società, era sicuramente molto più divertente, almeno sembrava, del lavoro monotono, rituale. La solitudine mi piaceva, stavo piuttosto bene con me stesso, con il confronto telematico, datagroup on line, immersione globale in guerriglia cablata. Frequentavo di tanto in tanto, saltuariamente, il Risiko - Ebet Pub, locale strapieno di composizioni umane e umanoide, esseri clonati, bionici. Suoni campionati riempivano le diverse aree, soppalchi costruiti tramite tralicci, tubi in gomma e pvc, campionamenti sonori elettronici e suoni lancinanti, acciaio. Donne con arti ricostruiti da parti meccaniche di veicoli spaziali, esseri terribilmente ossessionati dalloriginalità del vestiario, composizioni plastiche e robotizzate, monitor ovunque, bots con accesso group, virtualsex, divertimenti tecnocyber. Normalità assoluta.
Fortunatamente spuntavano fuori esseri completamente umani, come me, ogni tanto, seduti nel sorseggiare brodaglia giapponese e bere liquido dalghe misto ad amarena ed alcool. Li riconoscevo dalla falsità e amarezza con cui ridevano, occhi pieni di rassegnazione, vogliosi di comunicazione.
Di solito incontravo lì le poche persone con cui scambiavo vere e proprie frasi, conversazioni il cui tema rimaneva comunque sempre il lavoro, deck sempre più avanguardisti, critt e clock affidabili, imprese da cyberspace. Boon era lunico con cui riuscivo a dialogare per più di qualche minuto, visto che era anche lunico che lavorava dentro quel ritrovo di macchine, niente space, niente hacker, lui. Era consolante con la sua faccia tonda, semplice e raccolta da un HM Brain, il suo mondo locale. Serviva da bere senza disgusto per gli esseri che gli passavano davanti, era logico, il suo lavoro. Parlava di donne, violenze della città notturna, laser inject brain, nuove bevande, cibo sintetico, liofilizzato, stralci di plastica.
Il Risiko pulsava di vita, vita meccanica, omologata da un unico ritmo martellante musicato da matrici studiate da geni musicali incompresi del XX secolo. Conobbi Della una di quelle sere in cui come sempre rimanevo ore a fissare la vita inorganica intorno. Bus, così era meglio conosciuta, perché era lenta nelle operazioni come un vecchio bus, ma sicura e affidabile, senza protezioni.
Era un hacker.
Iniziammo a parlare per caso delle schifezze sintetiche che sparavano dagli altoparlanti, per poi ritrovarci a ballarle, se così di poteva dire. Scomparve dopo un paio dore di luce viva, dopo tanto tunnel telematico. Una serata divertente come da tempo non ricordavo, e non mi succedeva spesso di ricordare. Lo Spice, veleno composto da alghe del Mar Rosso e alcool puro al 75%, riuscì a malapena nel farmi risalire in fly per arrivare a accasciarmi sopra lo scarico rifiuti e vomitare di santa ragione. Ero ancora umano... e non era poco.
Lo stato confusionale mi tenne compagnia per diversi giorni, per le bevande ingoiate in eccesso, soprattutto per lo sconvolgimento dellincontro con Della, da troppo tempo ero fuori da determinati incontri, anche casuali. Anche durante la monotonia viaggiante del lavoro, la sua immagine sfuocata, ma vivida nella mia mente, mi riportò su valori umani che da tempo non prendevo in considerazione; comunicare non solo per bisogno fisico di usare la parola, ma confronto diverso su campi non uguali e monotematici. La serenità di accettare un metodo, anche lavorativo, differente, la diversità in se, gestuale, attitudine. Un lampo, flash skizophrenico di felicità, quella vera e non virtuale da smart, prese il sopravvento. Lampo, strobo allucinogene, confusione mentale, difficoltà concentrativa. Emozioni cerebrali sepolte da circuiti e virus, zippate in un unico clock, ripristinate tramite pensiero.
Amore.
Ritornai al Risiko più volte, le notizie frammentarie non mi portavano più in la del sapere del suo lavoro, luoghi virtuali dello space visitati in un lampo, scariche, HD colmi e vendita. Rintracciare sarebbe stato inutile. Troppo difficile e pericoloso.
La mia vita riprese londa ritmica modulare classica. Il furto come atto di vita, scariche sotto la pelle. Non continuai nella ricerca, seppur minima, che avevo avviato, troppi luoghi in firewall, bridge non accesso, chip in traccia. Troppo facile venir soppressi. Un block, minimo, mi sorprese, visualizzando un unico, inequivocabile messaggio - I <> U. Caratteri ascii, Della, lei aveva cercato me, meno protetta, ma lentamente più affidabile, era riuscita nellimpresa.
La razionalità in me molto forte, perse il suo valore per lasciar posto al desiderio, velocità di esecuzione, non pensiero, muscolo pulsante di sangue, arterie velocissime come luci veicolari notturne. Risiko - popolo variopinto in circolo - osservazione - matrici sbiadite e clonate di esistenze non libere - luce - Della in piedi - in fondo allo stanzone - impalcatura - la corsa tra spintoni metallici - urla e suono fosforescente - abbraccio - umano - forte - vigoroso - amore.
Dolce violenza avevo ritrovato, frastuono per le mie cellule, lei che non riusciva a star calma per il piacere, mani intrecciate come block concatenati, tracciati, mai più dissolti, se non dal grande RD che annientava la vita nomade, estremo crackdown, manette virtuali, ritiro.
Passione, corpi in movimento, un lento piacere adrenalinico, violenza repressa, materia composta, penetrazione, un unico corpo.
Al risveglio mi ritrovai solo, con un senso dangoscia in gola, un pezzo di carta in mano. Fiammiferi del Risiko, pochi allinterno, un numero, Della. Sereno, finalmente capace, tornai al lavoro con spirito quasi allegro, scardinai un firewall. La banca dati era più ampia del solito, trovai comunque quanto richiesto, scan e defr, caricai il block, e scappai. Nelluscita un messaggio, un help mal scandito, un tracciato evirato. Fui costretto più dallimpulso quanto dalla ragione alla connessione ulteriore, cercando lo stack, il pezzo mancante, il sito dinvio, Della. Tracciata, aveva perso tempo, aveva eseguito male lo scarico dati, il block era in firm, con cluster segnati.
RD aveva eseguito il tracciato, scovato e annientato, con scariche elettriche che avevano completamente distrutto il corpo di Della, ritirato.
Tutto velocemente come era iniziato, consumato, si ritrasse. Non era successo niente.
Sapevo benissimo che non era così, rimasi nella mia solitudine, con il volto bagnato, nellosservare la città dallalto.
Dallalto del mio appartamento, il mondo sembrava più
piccolo e soprattutto meno cattivo. In mano un pezzo di carta,
fiammiferi del Risiko, un numero, Della.
© Paolo Carta - © 1998 ARPANet. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
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