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Il guardiano del modello
di: Luciano Gemme


SEZIONE QUINTA

XVII

"Antonio Jodari, di anni 34 e Paul Kalensky di 29 sono attivamente ricercati da stamattina. L'accusa è di aver tentato una gigantesca truffa ai danni dell'UNIM e degli utenti della Rete di Telecominicazioni Mondiale. Pare che il tentativo di penetrare nel sistema di controllo fosse in atto da parecchio tempo e si ritiene che i due si siano avvalsi della collaborazione di bande di hacker locali. Il piano, scoperto da una task force dell'UNIM, specificamente creata per tale scopo, mirava ad impossessarsi del controllo dei server di terzo livello, così da poter controllare il traffico sia locale che su lunghe distanze. Non è ancora chiaro cosa il piano criminoso prevedesse a questo punto, ma le ipotesi sono molteplici, si va dal ricatto verso l'UNIM o altre agenzie nazionali e sovrannazionali, al dirottamento di transazioni bancarie, fino al reperimento di informazioni riservate".
La giornalista fece una breve pausa, mentre partiva un filmato preregistrato "Antonio Jodari è uno dei migliori cervelli in campo informatico del mondo. Nato nei territori della ex repubblica mandarina del Kwang-Thu da padre coreano e madre statunitense di razza caucasica, si è trasferito negli ex-Stati Uniti per proseguire gli studi di Telematica. Laureato con lode al MIT è ora professore ricercatore al TERA, il centro distribuito di ricerca telematica avanzata. è considerato uno dei padri del Modello, avendone sviluppato alcuni protocolli di base, per tali ricerche ha conseguito il premio Babbage ed ha avuto una nomination per il Nobel in informatica.
Paul Kalensky è nato nella prestigiosa isola newyorkese di New Haven, da ricca famiglia. Ha conosciuto Jodari durante gli anni di dottorato al MIT e ne è diventato il più stretto collaboratore".
La linea tornava allo studio, dove, a fianco della giornalista biondo platino sedeva ora un suo collega. "E così l'esimio professor Jodari, questa eminenza grigia del Modello, ha tentato il colpo gobbo? Eh, Duchessa?"
"Queste sono le notizie. In effetti, vista la robustezza del Modello, forse solo questo tizio, sconosciuto alle grandi masse, ma sicuramente un'autorità in materia, avrebbe potuto farcela"
"Già, ma gli è andata male. A proposito come mai la nostra solerte polizia non è ancora riuscita ad arrestarli?"
"Pare che i due siano riusciti a far perdere le loro traccie. Avevano detto in giro che partivano per un campeggio nelle foreste del Nord. Evidentemente faceva parte del piano, visto che, nella località assegnata per il campo, non è stato possibile localizzarli".
"Tutto quadra, insomma. Rimane da capire perché questa mente così brillante abbia concepito tutto questo. Sete di potere? Invidia professionale? O cosa? Siamo andati a rovistare nell'armadio del professor Jodari e vi abbiamo trovato un grosso scheletro. Pare che il nostro fosse stato in passato uno dei più inafferabili hacker che mai abbiano cavalcato la Rete. Solo voci, perché..."
Lo schermo divenne grigio. Antonio lo aveva bruscamente spento. Pareva un samurai un attimo prima di fare seppuku. Fu Paul a riportare alla realtà l'amico "Come mai non ci hanno trovati? Mica ci stiamo nascondendo. Quest'auto è, come tutte, dotata di..."
Jodari lo interruppe bruscamente "L'ho spento io il trasporter. Diciamo che avevo una premonizione su quello che poteva succedere"
"Mi venisse.. Avrei detto che non fosse fisicamente possibile disattivare un trasponder". La domanda seguente era talmente ovvia che si vergognò un po' nel farla "Bene. E adesso che si fa?"
La risposta non fu meno ovvia e la melodrammaticità delle due frasi non potè che far sorridere i due amici.
"Bene" ripetè Kalensky " ora che ci siamo divertiti penso che l'unica cosa da fare è consegnarci al più presto e spiegare tutto"
Jodari lo guardò come se gli avesse fatto delle proposte oscene "Sei pazzo? Quella è proprio la cosa da NON fare! Non hai sentito con che toni hanno presentato quella porcheria che hanno chiamato notizia? Evidentemente c'è stato del casino, e loro hanno trovato i loro bei capri espiatori. Mondo connesso! Qualcuno ha osato toccare il Modello! Presto! Occorre tranquillizzare circa sei miliardi di persone! Ed è proprio quello che stanno cercando di fare. E tu vorresti andare là e dire semplicemente -Scusate, ma state sbagliando, noi non abbiamo fatto proprio niente-. Non ti lasceranno nemmeno parlare. Probabilmente la polizia ha l'ordine di farci fuori con una scusa qualsiasi. La giusta fine per gente simile! Che bel collegamento speciale: Jodari e il suo complice sono stati uccisi mentre si opponevano alla cattura. La loro tragica avventura etcetera etcetera"
Paul, non appena l'altro aveva iniziato a parlare avrebbe voluto interromperlo con un lamentoso "ma perché no?" ma si era trattenuto ed ora iniziava a ritenere che quel discorso non fosse così fuori come riteneva all'inizio. Anzi era sensato. Troppo sensato.
Antonio continuò, la foga di prima si era dissolta e pareva stesse tenendo una delle sue rare e famose lezioni-chiaccherata "Alla base della nostra economia, forse di tutto il nostro modo di vivere c'è la Rete e, sopra questa, il Modello. Queste due cose hanno permesso che si sviluppasse l'attuale sistema che, nel bene o nel male, ha dato a circa mezzo mondo una prosperità mai vista prima. La Rete significa affari, ma anche cultura, scambi di opinioni, democrazia, e molte altre cose ancora. E questo è stato possibile grazie al Modello. Le prime reti, come l'Internet prima del Web, non si sono mai estese al di là delle università e di qualche esaltato che le utilizzava per scrivere dei mail ad altri appassionati proprio perché mancavano del Modello. Solo accettando il suo ruolo primario è stato possibile connettere praticamente tutto, dai milioni di deck professionali alle tri-vu, ai telefoni, ai forni a micro-onde.
è quindi comprensibile che il mondo intero sia particolarmente sensibile a tutto ciò che riguarda la sicurezza della Rete. Ora, analizziamo i fatti. Sicuramente è avvenuto qualcosa. Quelle voci di virus, di strani fatti fino a quell'incidente in Turchia evidentemente erano fondati. C'è qualcosa di strano che si aggira nella Rete. Ed ecco che noi veniamo tirati in mezzo. Ora visto che noi non abbiamo fatto niente, almeno di proposito, la prima domanda è perché NOI?"
"perché noi, o meglio, tu sei uno dei massimi esperti del Modello." Paul aveva ancora le mani strette sul volante nonostante il veicolo si fosse autonomamente arrestato lungo il bordo della strada. Una grossa auto elettrica da lunghe distanze li superò silenziosamente.
"No, è ovvio che c'entra MIENN. Evidentemente è successo qualcosa, ma cosa? Lo stavo ancora testando e l'ambiente era più che sicuro"
"Che sia un tiro di qualche collega. Hog Lai, quel tizio del TERA di Vladivostok, ti odia a morte, non potrebbe essere che..."
"Nooo. Neanche lui farebbe una cosa simile. Non per riguardo alla mia persona, certo, per il Modello. è ormai diventata una specie di religione. Il Modello non si tocca. C'è qualcosa d'altro" Il deck portatile emise un breve beep di avvertimento. Il piccolo demone era ancora in funzione. Antonio riattivò lo schermo sul quale apparve un breve testo. Una nota d'agenzia ancora grezza e, in quanto tale, non ancora destinata al grande pubblico. Non per questo difficile da raggiungere da uno come Antonio.
Paul lesse ad alta voce "Dispaccio numero tot barra tot, riferimento tot etcetera etcetera. Voci non confermate dal Dipartimento di Polizia indicano, quali complici di Jodari Antonio, Jorge Do Santo Pedro e Williams Jack. Anzi si attribuirebbe a quest'ultimo opera di delazione nei confronti della banda. Si attendono ulteriori notizie. Fine messaggio"
"Ecco qui il qualcosa che mancava!" Antonio fissò l'amico con fare interrogativo. Paul continuò "Non hai letto? Pensano che siamo in combutta con quei due. Evidentemente quei due sono riusciti a scoprire le tue ricerche, hanno combinato qualche pasticcio e la cosa gli è sfuggita di mano. E ora hanno dato la colpa a te!"
Bravo. Può essere. Come suo solito, Antonio non ringraziò direttamente Paul, la sua mente era già partita al galoppo. Si sistemò bene di fronte alla console e si limitò a dire "Pedro, Pedro. Ho già sentito questo nome. E non mi dice niente di buono"
Kalensky emise un sonoro sospiro e staccò le mani dal volante, quasi accorgendosi solo ora che l'auto era ferma. Poi si piegò di lato per vedere cosa stesse facendo Antonio, che, nel frattempo, aveva iniziato a trafficare sulla console.

XVIII

"Lo stai vedendo, Danielle?"
"Pulito, Jor"
Jor Kaddar, nella sua nera uniforme della Polizia Urbana, eseguì con la testa una lenta torsione, così da permettere alle microcamere dei suoi occhiali di riprendere bene la stanza.
Questo per il rapporto.
"AE a Delta-12-A. Kaddar. Ok, basta così, grazie. Ora un primo piano del sospetto"
Jor grugnì mentalmente e si avvicinò al letto d'ospedale. Sul quale giaceva un grosso umano, maschio, di mezza età. Morto.
"Pedro do Santo Jorge" proseguì Jor, sapendo che la sua voce veniva anch'essa registrata dal loro infaticabile AE. "trovato agonizzante il 13 del corrente mese. Secondo i medici aveva l'encefalo superiore inattivato. La causa del trauma è sconosciuta. Stamane è stato trovato morto dal personale dell'ospedale".
Si interruppe sentendo il breve e leggero ronzio di avvertimento provenire dagli occhiali. Un attimo dopo i minuscoli proiettori, anch'essi incorporati negli occhiali, inondarono la sua visione della bianca e asettica camera di curiose e cangianti tonalità rossiccie. Si divertì a ruotare la testa a destra e a sinistra, osservando la scena all'infrarosso che, in real-time, il computer della Centrale elaborava e gli ritrasmetteva.
"Ehm, Kaddar, scusa. Potresti avvicinarti al complesso di sostentamento" A volte al baffuto poliziotto le gentilezze artificiali dell'AE davano un po' sui nervi "Vedi? è ancora leggermente tiepido, 2,34 gradi maggiore della temperatura ambiente. Ora, visto che la morte del Jorge è stata stimata per le 6.45 di stamane, si può presupporre che almeno fino a tale ora la pompa sia rimasta attiva, giusto?"
"Giusto, AE. Dove vuoi arrivare?" la voce della sua collega gli arrivava chiara e limpida attraverso i trasduttori che, come tutti i poliziotti, aveva impiantato in sottocutanea, presso le orecchie. A lei piaceva parlare con AE. Jor grugnì nuovamente, ma cercò di farlo apparire come un sospiro pensieroso. Quel mucchio di neuroni ha trovato qualcosa,ma è stato istruito a fare la commedia a favore di noi poveri poliziotti imbecilli.
"Ecco. Questa è la curva di raffreddamento che ho calcolato per un macchinario del genere" la visione a infrarosso era scomparsa, sostituita da un diagramma che apparentemente fluttuava tra il letto e la finestra "Naturalmente è un po' imprecisa, ma ritengo che i risultati siano esatti fino alla prima cifra decimale. Ora, dalle 6.45 ad ora avrebbe potuto raffreddarsi solo per questo tratto di curva. Presupponendo altresì che la sua temperatura di regime, tipica per tali macchine, sia di 87 gradi, ne consegue che dovrebbe essere ancora 2.2 gradi più caldo di quanto effettivamente sia ora".
"E quindi?" Ora Jor era realmente interessato. La sua personale idiosincrasia per l'AE non interferiva minimamente con il suo lavoro.
"Se ne può dedurre che l'apparecchiatura si sia spenta prima di tale ora. Viste le condizioni del malato, ciò può essere stata la causa del decesso"
Fu ancora Danielle ad intervenire "Possibile che una macchina così si guasti senza avvertire? Non ci sono allarmi o altro?"
"Certo che ci sono! Il Modello è istruito ad eseguire un watchdog su apparati di sostentamento e di interesse vitale come questo. Scommetto che, se si analizzano le registrazioni, si troverà che l'apparecchiatura, o qualcosa d'altro, ha risposto ai watchdog fino a poco fa. AE, puoi controllare?"
"Certo, solo un attimo. Ecco, sì, confermo. Le risposte al watchdog sono arrivate fino a dodici minuti fa. Quindi ben oltre l'ora in cui il Do Santo venne rinvenuto".
Kaddar non riuscì a trattenere un ghigno di soddisfazione. Vecchio segugio, sei ancora in gamba!
"Secondo te, allora.." Jor interruppe la collega, quella era la sua idea e doveva esporla lui "Secondo me Pedro do Santo Jorge è stato ucciso. E da qualcuno che sapeva il fatto suo, il quale ha sabotato il software di controllo dell'apparecchiatura, ne ha arrestato la pompa, impedendo nel contempo che desse l'allarme".
"Uao!"
"E, Danielle, dovremmo vederci quanto prima. Ho delle altre cose da discutere con te"
"Ok, ma preparati, perché anch'io ho da fartene vedere delle belle"
Il poliziotto si sedette su una sedia e oscurò completamente le lenti. è inutile, c'è gente che durante una visione remota riesce persino a guidare, ma io, non sò, sarà l'età ma se sto visionando devo sedermi o mi viene la nausea.
Dall'altra parte della città, in un altra isola, Danielle Willet deoscurò i propri occhiali e si alzò, dirigendosi verso un cappannello di gente. L'aria era calda e già afosa, preannunciando un pomeriggio terribile.
Jor vide, attraverso le immagini proiettate sulle lenti, il muro di gente fendersi al "loro" passaggio. Quando la poliziotta abbassò lo sguardo per inquadrare una barella appoggiata a terra, Kaddar dovette aggrapparsi al bracciolo della sedia.
"Situazione. Come da rapporto dell'unità di pronto soccorso Gerty-5 c'è stato un incidente. Riassumo: una vettura è precipitata da un viadotto da un'altezza di circa 25 metri. I tre occupanti, due uomini e una donna sono morti sul colpo"
Le vetture non cadono dai viadotti. Non con le protezioni offerte dall'autoguida. Pensò Jor. Un'attimo prima che potesse tradurlo in parole, Danielle lo precedette "Calma, socio. Riesco a sentire il tuo respiro dubbioso fin da qui. C'è dell'altro. La donna assomiglia a quella che i testimoni asseriscono di aver visto lasciare il bar dove è stato ucciso Jack Williams" Mentre parlava aveva aperto la busta nera che conteneva il corpo della donna, mostrandone il volto orribilmente mutilato dall'impatto.
Il disgusto che tale vista suscitava in Danielle si manifestava nella distanza tenuta, oltre che da un certa esitazione nelle inquadrature, anche se lei si sforzava di essere fredda e professionale. A Jor, invece, queste visioni non facevano più effetto del quarto di manzo dal macellaio "Come puoi dire che quel grumo di ossa, sangue e capelli assomigli a qualcosa?"
"Mi riferisco alla taglia. La presunta assassina è stata descritta come alta, capelli neri a coda, dal fisico asciutto ed atletico, piuttosto bella" Mentre parlava Kaddar si chiese come mai le donne facessero così fatica a parlare della bellezza di un'altra donna. Caio!-Un gran pezzo-Veramente una tipa d'alta classe- così si erano espressi due testimoni. Altro che "piuttosto bella"!
Danielle continuò, ignara delle disquisizioni del collega "Se poi si aggiunge che questa è la rampa di uscita dall'isola più vicina al locale e che anche i vestiti, pur se di moda, corrispondono..."
"Si, la probabilità risulta parecchio alta, direi del 78%" L'alter ego, terzo componente della squadra investigativa continuò "Però posso fare qualcosa di meglio. Inquadrami bene il volto. Ne ricostruirò le fattezze intatte. Potrete così mostrare l'immagine ai testimoni per una più accurata identificazione".
Danielle obbedì, chiudendo gli occhi, ma solo una o due volte. Mentre si rialzava, trattenendo un conato di vomito, il volto della donna le apparve in primo piano. Il loro AE si stava dando da fare. L'immagine si trasformò in un teschio azzurrino, per poi ricoprirsi di fasci muscolari rossi. Per ultimo, un sottile strato di pelle ricoprì il tutto.
"Ecco fatto. Troverete una stampa sul vostro lettore fra un minuto o due" nella sua voce non c'era nessuna sfumatura emotiva.

INTERLUDIO VIII

Un altra corsa attraverso la Rete. Un'altra porta chiusa. Un sistema.
Un piccolo sistema. Poca cosa. Prepotente, quasi irresistibile la necessità di entrare.
I soliti attacchi, schermaglie per saggiare la difesa del sistema.
Una, due, tre spore entrano. Troppo facile. Il piccolo deck privato sembra non opporre nessuna resistenza. Un'altro mattone nel muro.
La porta si apre. Il Guardiano prepara il massiccio ingresso attraverso il varco.
Improvvisamente il sistema si trasforma. La sua rappresentazione nel Modello, prima simile ad un piccolo cubo verdolino, cambia. Cresce. Aculei blu elettrico spuntano dalle varie faccie del poliedro.
Le spore non rispondono. Sono state distrutte. Il varco si chiude.
Vari campanelli d'allarme risuonano attraverso la coscenza distribuita del Guardiano. Una trappola. Hacker. Il sistema si sta difendendo. Ha scoperto il tentativo di intrusione.
Cambiare tattica. Il Guardiano ha già incontrato tale sistema di protezione. è un buon sistema, molto mutevole, ma non impossibile. Si può battere.
perché?
Pedro osserva con distacco il susseguirsi degli eventi. Non ne ha voglia. La sua domanda rieccheggia attraverso il Modello. perché entrare anche in quel sistema. Il concetto non è chiaro. Indugia.
La sua percezione si estende ormai su tutta la Rete. Quel poco di umano che, in qualche modo si è installato nelle sinapsi elettronice del Guardiano, fin'ora è rimasto a contemplare lo spettacolo offertogli dal Modello, universo poliedrico e mutevole. Ma ora le sue linee di pensiero indugiano in maniera insolita e inusuale verso l'interno. Verso la ricerca di un umanità perduta. Forse per sempre. A che scopo attaccare. è un piccolo sistema.
Katy.
L'ultima parola è stata proposta da una non identificata sinapsi.
Anche Katy aveva un piccolo sistema simile. Dubbio. La missiva di quel tale, Jack Williams, era indirizzata, pur se in modo mascherato, a Katy Archetti.
Katy.
Immagini sconnesse e discontinue. Ricordi. Donna. Un volto intelligente e, altempo stesso, sensuale e volitivo. Mia. Felicità. Femmina. Morbida. Donna. Mia.
Dubbi.
Il Guardiano si ritrae, momentaneamente sopraffatto dalla quantità e varietà di concetti rievocati.
Ora è Pedro. E lui decide che, comunque siano le cose, è giusto che il messaggio arrivi a destinazione. Si, anche il Guardiano è d'accordo. Lo invia. Bravo. Ho fatto la cosa giusta.
No, manca qualcosa, Katy merita qualcos'altro. Cosa?
Cara Katy, mi manchi. perché?
Ancora dubbi.

XIX

Pace.
Una musica dolce e soffusa si dipanava tutto intorno a lui, mentre una luce crepuscolare lo avvolgeva. Riccioli di nebbia e onde di tenue colore lo attorniavano.
L'uomo era seduto su una comoda poltrona anatomica, ma quasi non riusciva ad avvertirla. I suoi sensi erano rilassati ed una diffusa sensazione di benessere si era impadronita di lui. In testa aveva un leggerissimo caschetto, quasi impalpabile. La poltrona e la tuta che indossava gli accarezzavano dolcemente le terminazioni nervose per mezzo di infrasuoni opportunamente modulati.
Una camera EDEN. Corinni adorava lo stato di regressione fetale che quell'apparecchiatura riusciva a dargli. Era conscio che era, a tutti gli effetti, una scorciatoia tecnologica ai vari yoga, zen, etc. Ma chissenefrega! Non tutti hanno il tempo di meditare cinque anni di fronte ad un muro!
Si lasciò cullare ancora per qualche istante. Poi riportò la sua attenzione sul problema. La camera, notate le variazioni elettroencefalografiche, si adeguò. La musica era divenuta più ritmata, mentre le immagini ora suggerivano un lento ma deciso movimento.
Accanto a lui, poco più grande di un bambino, era apparso il suo alter ego, l'elfo Twinkler.
"Allora, ricapitoliamo. Solo i fatti, per ora" Non era necessario che parlasse realmente. Era sufficiente un leggerissimo sussurro, eseguito senza respirare. I piccoli campi elettrici generati dai muscoli della gola erano interpretati dal sistema. Si aveva la sensazione di comunicare col pensiero.
"Dunque" la voce dell'amico elettronico gli arrivava chiara e precisa, leggermente sottotono. "abbiamo un ENAO, un Executable Not Autorized Object, che si è installato nel sistema distribuito del Modello. è costituito a tutti gli effetti da oggetti accettati dal Modello stesso e ne utilizza tutte le possibilità"
"Quindi la definizione corrente di virus è inappropriata?" Ho un idea, piccolo, vediamo se me la confermi.
"Se si vuole mantenere l'analogia con l'anatomia animale, direi che, più che ad un virus, quindi esterno all'organismo, questo assomiglia di più ad un cancro"
Bravo. Questo piacerà molto ai giornalisti, quando lo verranno a sapere! "Beh. è comunque stato indotto dall'esterno. Un vero cancro sarebbe stato generato dal software di servizio. Comunque lo si potrebbe definire un cancro virale. E visto che colpisce il Modello stesso, si tratta di un cancro al cervello"
"Si. Comunque, dai pochi appunti trovati nell'ufficio di Antonio Jodari ne sappiamo un po' più di prima. Se non sbaglio, tu l'hai conosciuto, vero?"
"Chi, Antonio? Certo, abbiamo lavorato assieme a vari Comitati di Definizione Standard. E posso dire di conoscerlo, e non mi pare proprio il tipo..."
Con la massima gentilezza, ma senza esitazioni l'alter-ego lo interruppe "Ti ricordo che hai detto che dobbiamo mantenerci ai fatti"
"Si, giusto. Quindi: punto primo. Antonio Jodari lavora su qualcosa che si espande in maniera metastasica attraverso il Modello".
"Punto due. Da qualche parte della storia si inseriscono i due hacker, Pedro do Santo Jorge, molto noto nell'ambiente, e il suo socio, Jack Williams"
"Punto tre. Entrambi vengono uccisi, il secondo mentre sta inviando una comunicazione schermata e protetta"
"Un'attimo, Pedro è morto mentre era in coma. Non si può parlare di omicidio; può essere stato un incidente o una qualche forma di overdose ?" Stava per aggiungere 'lo sai come sono quei tipì ma poi si trattenne. Forse per rispetto ad un morto, o perché, nonostante le apparenze, Twinkler non poteva realmente saperlo, com'erano quei tizi.
"Ehm. Ho una precisazione. Ho ascoltato un rapporto della Polizia. Secondo una scoperta dell'AE-DELTA-12, Jorge non sarebbe morto in seguito allo stato comatoso, ma sarebbe stato deliberatamente ucciso" Ancora una volta Josef notò quasi una nota di orgoglio nella voce artificiale di Twinkler, allorchè aveva nominato un suo "collega".
Non è il caso di pensarci adesso.
"Bene, quindi due uccisi. Se ci sono dei morti ammazzati ci sono anche degli omicidi. Ma dove? E dove sono finiti i due scienziati?"
"Secondo quanto se ne sa, Jodari e Kalensky avevano da tempo deciso di effettuare un'escursione in un parco non molto lontano alla loro università. Le prime ricerche non hanno dato esito positivo. Questo è tanto più strano se si pensa che erano a bordo di un grosso fuoristrada a combustione interna"
"Ma tutti i veicoli hanno un sistema di rilevamento".
"Nessuna traccia. Nè di loro nè del loro mezzo".
"Vista così parrebbe tutto un piano di Jodari. In qualche modo, o per tradimento, o per intrusione, Jorge fa fallire il tutto. Il virus sfugge al controllo. Jodari e socio fanno perdere le loro traccie, mentre qualche altro loro compagno decide di eliminare i due hacker".
"Ho ragione di ritenere che la Polizia sia giunta a conclusioni analoghe" Twinkler alzò leggermente gli occhi, fissando un punto indefinito. La tipica espressione di quando la sua attenzione si rivolgeva parzialmente altrove. Twinkler era, ovviamente, multitask, ma aveva i suoi limiti! Quando stava captando qualche messaggio era ovvio che si distraesse un pochino.
Dopo qualche istante continuò "Le cose si complicano! Qualcuno ha ucciso i killer di Jack Williams" Una seconda banda, complici di Pedro? Oh, che casino! "E c'è di peggio. La morte è stata provocata facendo uscire di strada la vettura su cui viaggiavano"
"Questo vuol dire?"
"Vuol dire che, o l'auto e stata manomessa, ma in tal caso si sarebbero dovuti manomenttere anche i vari sistemi di diagnosi guasti, oppure l'incidente può essere stato provocato solo agendo dall'interno del Modello e interferendo così sull'autoguida"
Un pensiero, solo per un attimo, attraversò Josef. No. Non diventiamo paranoici, per favore. "D'accordo. Forse è meglio lasciare il tutto alla Polizia. Noi cerchiamo di limitarci al nostro campo. Appena tornato in ufficio, inizieremo a studiare in maniera approfondita gli appunti di Jodari. Chissà che non ci si capisca qualcosa di più. Dalla prima occhiata, quella cosa mi sembrava ,si, invasiva, ma non così distruttiva. Mah! Probabilmente mi sbaglio".
Ci pensò un attimo, poi aggiunse "Eppure c'è una cosa che nè noi nè la Polizia abbiamo scoperto e che ci sarebbe di grande aiuto. Chi era il vero destinatario del messaggio spedito da Williams un attimo prima di venire ucciso"
"Potremmo tentare di forzare il server e scoprirne la tavola di routing.
"No. Abbiamo già violato la legge aprendo il protocollo A2/5, ma avevamo una giustificazione. Ora è meglio lasciare perdere. Se lo vorranno ce lo chiederanno i poliziotti. Ora lasciami andare a prendere un caffè. Ci rivediamo fra una decina di minuti".
Però sarei proprio curioso di sapere chi diavolo era, stò destinatario del byte!

XX

"Eccola qui. Archetti Katryn, detta Katy. è lei" Antonio lo disse così, quasi con noncuranza, come se si trattasse di una cosa scontata. Come se il tempo che c'era voluto per trovarla fosse solo una seccatura che lo aveva separato da qualcosa di scontato, di dovuto. C'era una sfumatura di stanchezza nella voce.
"è lei, chi?" Paul si era perso un bel po' di tempo prima, tentando di mantenere l'indiavolato passo dell'amico attraverso le mille scorciatoie del Modello. Per un po' aveva chiesto. Chiesto cosa stesse facendo il compagno; chiesto cosa significasse quella particolare chiamata; chiesto perché utilzzasse quel valore, descritto come "non trattato" nei manuali. Poi aveva capito di essere solo di peso e si era limitato ad osservare, gioendo intimamente quaando riusciva, per un attimo, a riprendere il filo dell'attività di Antonio. A nessuno piace non capire quello che fanno gli altri, specialmente se sono tuoi colleghi!
"Questa tizia è stata l'involontaria porta da cui è uscito il nostro amico, il virus" Antonio lanciò un occhiata all'amico e decise che, dopo tutto, meritava una spiegazione "Visto che ci credono coinvolti nella faccenda con quel tal Jorge, è chiaro che questi deve essere venuto a conoscenza di quel che stavo facendo. Ora, visto che io so che non c'entro, i casi sono due, o tu lo hai fatto entrare o è entrato da solo"
Kalensky, che stava chiedendosi quanta gente, posta nella stessa situazione, avrebbe utilizzato la parola "questi" per indicare una persona, non fece a tempo ad aggrottare le sopracciglie che il cinese continuò "Ho deciso che tu non sei stato. Quindi doveva essere entrato nel sistema universitario senza essere stato preventivamente invitato. E queste cose lasciano sempre qualche cicatrice in giro".
Prese fiato, un lungo respiro, e continuò "è così che ho trovato l'indirizzo del deck da cui quel maiale mi ha succhiato i dati. Ora il problema era: cosa è successo dopo? Per cercare di capire mi sono infilato in alcuni log-file dei server lì attorno.
è inutile che fai quella faccia nello sforzo di ricordare. Non sono documentati, naturalmente. Sono stati inseriti dai programmatori e mai più tolti. In circostanze normali sono accessibili solo collegandosi fisicamente alla macchina, ma ... queste non sono circostaze normali"
La stanchezza e la tensione non riuscirono ad impedire ad un piccolo sorriso di trionfo di emergere per un attimo.
"Piccolo demonio! Avrai dovuto scrivere un client apposta..."
"Beh, in realtà ho dovuto modificare direttamente due o tre metodi del server, ma non è questo il punto"
No, non è questo. Paul prese nota mentalmente di chiedere, con più calma, come fax fosse possibile manomettere dei metodi. Dei metodi! Unp dei capisaldi su cui si fonda tutto il Modello. Mah.
"Il punto è che ho scoperto che questa tizia ha chiamato il nostro Pedro, dopo di che il suo deck è stato letteralmente spazzato via dal Modello!"
"Vuoi dire?"
"Dev'essere stato il nostro coso. Non so cosa sia successo. Probabilmente quel Pedro ha dato in pasto alla mia piccola creatura tutta una biblioteca di trucchi. Dopodiche il nostro eroe è partito in quarta" Il ricordare che tutto ha avuto, comunque la si voglia mettere, origine da lui, riprecipitò Jodari nel suo abisso.
"Beh. Adesso che hai la prova che è il tuo EINN, non puoi far nulla per fermarlo? Cristo, lo dovresti conoscere! Non eri tu quello che giocava alle adventure per sfidare i programmatori delle game-house?" Paul si fermò di colpo, stupito della foga e della rabbia con cui aveva caricato le parole. "Scusami, è la tensione".
Antonio, sconsolato, lo guardò per un attimo. Gli occhi velati "No, no. Non devi scusarti. Hai pienamente ragione. In effetti ci ho pensato. Ma non è per niente facile. Primo, non so cosa ha imparato da Pedro. E probabilmente ha continuato ad imparare da ogni sistema con cui è venuto a contatto. Secondo, non lo riconosco più. Voglio dire, l'ho scritto io, so cosa aspettarmi che faccia, più o meno. E non lo ritrovo nel comportamento di questo coso " Stava per dire essere, o addirittura tizio. Si fermò in tempo "è troppo aggressivo, direi brutale. Si muove all'interno del Modello come una panzerdivision. Io gli ho insegnato ad essere gentile, a muoversi allo scoperto, a rispettare le regole. Questo qui le travolge, si insinua, filtra ovunque. Almeno, secondo le notizie che si hanno"
Almeno secondo le notizie? Cos'è, lo difendi o non ti fidi di quanto ci dicono? Forse tutti e due. Forse hai ragione "Non possono essere stati i concetti che ha appreso da quel Jorge?"
"No, c'è una certa analogia tra come opera una rete neurale sufficientemente complessa e un individuo. Se tu leggi un trattato di cultura naziskin, mica per questo, dopo, ti rapi la testa e di fai tatuare delle svastiche. Ci vuole un altro tipo di apporto per modificare il comportamento. Ci vuole un'altra rete neurale, compatibile con la prima".
Ora fu la volta di Kalensky di inspirare ed espirare rumorosamente. L'aveva già detto, ma non sapeva che altro fare. "E adesso ?"
"L'hai già detto" Un angolo della bocca di Jodari si alzò leggermente, ma gli occhi non lo seguirono.
"Si, ma, a parte questo, che si fa?"
Antonio lo fissò a lungo, in silenzio; come se tutte le sue ultime energie fossero finite nello sforzo di trovare quel nominativo.
"Dai! Riassumiamo. Tutta la polizia del globo ci sta cercando. Grazie al tuo giochetto sulla mia auto non ci hanno trovato. Tu hai appena scoperto una tizia che può sapere qualcosa. Direi che è il caso di farle una visitina"
"Beh, non abita nemmeno troppo distante. Però andare là, in un Isola, in mezzo alla gente, ai poliziotti!" Antonio lo guardò sconsolato "No, non credo che ce la faremo"
"Oohh. Insomma, smettila di compatirti! Fammi vedere questa mappa. La nostra tizia non abita in un isola troppo chic. Non conosco molto bene la zona, ma direi che là la gente tende geneticamente a farsi gli affari suoi. Io dico che possiamo farcela. Dobbiamo".
Vedendo che Antonio rimaneva molto indeciso, Paul continuò "E poi pensa che bella lotta. Tu contro la tua creatura imbizzarita, Mary Shelley ci sballerebbe! Non senti già l'adrenalina che scorre?" Si fermò, chiedendosi se non avesse esagerato.
No, l'adrenalina non la sento, ma in fondo, che scelte abbiamo? "Però come facciamo, in pratica, ad arrivare fin là. Io mi so muovere invisibilmente nel Modello, ma non sono un ninja!"
Paul rise "Tranquillo, sei un orientale! al momento opportuno il kamikaze nascosto il tè salterà fuori. Per l'avvicinamento invece dovrai contare sul tuo amico europeo e sul suo fuoristrada! Tra le Isole, oltre alle autostrade automatizzate ci sono un'infinità di strade di servizio e di stradine di campagna, spesso in disuso e maltenute. E questo è l'unica specie sopravvissuta di mezzi che possono percorrerle!" Battè con le mani con forza sul grosso e robusto volante.
"A parte che i kamikaze sono giapponesi e io sono cinese, una volta arrivati in città?"
"Che domande: usiamo i mezzi pubblici. Secondo te un tram va a fare controlli incrociati con i tribunali per vedere se chi è entrato è per caso ricercato da qualcuno ? O che deve dei soldi a qualcun'altro?"
"Beh, in effetti controlli simili sono possibili ma vengono attivati solo in casi eccezionali." Si scambiarono una lunga occhiata. Paul sentì, per un attimo, crollare tutta la sua bella idea. Questo era un caso eccezzionale? Sì, abbastanza eccezionale. Si riprese quasi subito "Ma dai! Ci pensano fuggiti chissà dove, nessuno penserà che stiamo per tornare in città, nella nostra città, e per di più a Santa Maria, un' isola piccola, povera e malfamata".
Vedendo che Antonio ancora nicchiava, decise di interrompere la discussione. "Ok, è deciso. Tanto non c'è altro da fare. Partiremo appena fa buio; la prudenza non è mai troppa. Ora io cerco di riposarmi un po'. Avrò da fare un quattro-cinque ore terribili su quelle strade sterrate. In quanto a te, bello mio, ti conviene cominciare a studiare il tuo avversario. Svegliami fra due orette".
Detto questo, tirò il sedile inditro, allungò le gambe, incrociò le braccia e chiuse ostentatemente gli occhi. Antonio lo guardò perplesso per qualche secondo, poi si chinò sulla consollina e iniziò la procedura per entrare di nascosto nella biblioteca universitaria.

XXI

La donna uscì lentamente dalla doccia, lasciando l'acqua aperta. Senza curarsi nè di asciugarsi nè di coprirsi. L'aria del pomeriggio era calda e, volutamente, il condizionamento era spento. Per quanto riguarda i vestiti, tanto sono in casa da sola.
La sua nudità non l'avrebbe comunque messa in imbarazzo tanto facilmente. Rosy Archetti era, tra le altre cose, anche una prostituta. Una delle migliori che puoi trovare, se vuoi roba un po' tosta.
Sì, diavolo, sarà! Ma stasera, nemmeno un lavoro. Nulla. Sono passati i tempi in cui la prostituzione era illegale e ghettizzata. Certo, non è il massimo a cui aspirare, però...
Però niente. Questa sera nessuno ha ancora chiamato. Il suo sguardo indugiò ancora una volta sulla consolle domestica. Nulla. Provò un vago senso di disgusto per la sottile scatola nera. I tecnici della UNIM gliela avevano data in attesa di riparare la sua, misteriosamente andata in tilt qualche giorno prima. Un modello casalingo, standard. Bah! Non aveva voglia di cavalcare il Modello con una macchina simile. Che se ne fà la gente di una cosa così insulsa in casa?
La risposta era lo stesso motivo per cui lei aveva accettato la sostituzione, sia pur temporanea e sia pur a malincuore: nessuno può vivere senza un collegamento in Rete. Notizie, spettacoli, lavoro, sicurezza. Tutto veniva da lì dentro.
Tutto. Ma stasera nemmeno un mail, una chiamata. Porci di tutto il mondo, dove siete andati a finire tutti quanti? Alla parola "Porco" il pensiero le corse a Pedro. Aveva sentito cosa gli era successo, porco giuda, capiva che c'era qualcos'altro sotto. Forse avrebbe dovuto essere preoccupata per la propria vita. Forse avrebbe dovuto prendere delle precauzioni.
Per adesso si sentiva sola. Dannazione, ci vedevamo pochissimo. E quelle volte, tutto il tempo che non trascorrevamo a letto o collegati al Modello, era un litigio continuo. Era un bastardo insopportabile. E allora perché mi manchi così tanto?
Aveva iniziato ad accarezzarsi. Le mani sfioravano la pelle umida, mentre si sistemava più comodamente sul divano. Sull'ultima frase, pronunciata ad alta voce, le sue dita si strinsero forte sui capezzoli.
Questo la fece tornare in sè.
Si alzò. Questo era già qualcosa. Poi occorreva fare dell'altro. Pensò di risedersi e guardare una qualche trasmissione scema. Ma la cosa le sembrava troppo scema. Prese allora in seria considerazione di spararsi qualcosina e farsi una bella orgetta virtuale. Ma sarebbe stata una sconfitta. L'aveva già fatto molte volte, ma con il pensiero rivolto a Pedro. Come per dire, lo faccio così perche tu non ci sei, ma mentre lo faccio immagino di essere con te.
Ora Pedro non c'era. E non ci sarebbe stato mai più. E farlo adesso le sembrava, tutto ad un tratto, una cosa meschina e un po' vergognosa.
Pensiero molto strano in quest'epoca di assoluta libertà. Da una "meretrice", per di più.
Meretrice. Lo ripetè più volte, tra sè. Era ridicolo. Aveva letto il termine visionando un documentario sull'antica religione dei suoi avi. Cattolicesimo. La Bibbia, con tutti quei re, regine, eroi e danzatrici, l'aveva intrigata per un po'. Aveva smesso di interessarsene quando scoprì che nell'antichità le adultere venivano lapidate. Brrrr.
Bene. Ora so cosa fare. Ora mangio qualcosa, poi mi vesto, e Dio sa come so vestirmi quando voglio, e me ne vado in qualche locale di lusso. Come facevo una volta. E vediamo se non mi rimorchio qualche gonzo pieno di soldini.
O addirittura magari non trovo qualcuno che sappia realmente cosa vuol dire essere hacker? Ce ne devono ancora essere, da qualche parte, in mezzo a tutti quei ragazzotti che giocano a fare il pirata.
Il beep la colse di sorpresa. Non ci sperava più. Una chiamata. Questo può voler dire del lavoro sicuro e a casa. A meno che il cliente non voglia uscire, ma capita di rado.
Corse alla console e vi si sedette di fronte. Il sorriso si raggelò, mentre sentiva dentro di sè crescere la rabbia.
Sullo schermo era apparso un grosso cuore trafitto e la scritta PEDRO AMA ROSY.
A migliaia di chilometri di distanza, Wolfang Heinferr se ne stava con i piedi sulla scrivania ad osservare l'intricato arabesco disegnato dallo schermo tridimensionale.
Finì di bere una grossa sorsata dalla lattina che aveva in mano e mise giù i piedi. L'azione combinata della bevanda e del movimento lo fece ruttare rumorosamente.
Che mi possano... Cosa diavolo è quest'affare? Quel pomeriggio il suo sistema era stato attaccato. Era stata una vera fortuna che fosse in casa e collegato. Aveva scoperto l'intrusione appena questa era iniziata e aveva lottato con tutte le sue forze.
Non era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Era una delle attività preferite dei soci del suo club. Come la lotta per gli animali che vivono in branchi, questo era in pratica il loro modo di stabilire la gerarchia sociale. Basti pensare che lo statuto decretava che se il presidente avesse subito un'intrusione avrebbe dovuto immediatamente rassegnare le dimissioni.
Certo, lui non era il presidente, era ancora troppo giovane anche solo per sperarlo, ma si stava onorevolmente dando da fare a metà classifica. Naturalmente fu molto contento del successo riportato dai suoi ICE. E ancora più contento, quando si accorse che una sua trappola era riuscita a ghiacciare uno degli intrusori. Wow! Resistere ad un'intrusione è già buono, ma poter sbattere in faccia al mittente il suo siluro, è sicuramente un'altra cosa!
Era andato a prendersi una bottiglia di Coca-Cola in frigo, quella nuova bevanda drogata che aveva soppiantato l'omonima del XX secolo e che faceva tanto "tipo", ed era tornato di fronte al deck, salendo le scale che portano alla mansarda due gradini alla volta.
E qui, nell'etereo e immaginifico mondo del Modello, si era trovato faccia a faccia con il prigioniero digitale. Era di una complessità senza precedenti. Dannazione, o uno del club è un pazzo scatenato, oppure questo non è un loro attacco.
Cercò di studiare la struttura, la girò e rigirò. Niente. Non sapeva da che parte iniziare; era come una matassa inestricabile. Non osava riattivarla. Non da solo. La delusione che aveva provato all'inizio era ormai completamente soppiantata dalla curiosità tipica degli hacker.
Doveva assolutamente capire cos'era quell'affare. Prima di avvertire i suoi amici voleva avere le idee più chiare. La scoperta era sua e voleva anche il merito. Pensò a qualche AE della polizia, ma quelli che conosceva non assomigliavano per nulla a questo qui.
Anzi non assomigliava a nulla che conoscesse.
"Wolfy, ti decidi a scendere? è pronto!"
"Si, mamma, vengo! Un attimo" Uffa, che rompibyte. Ma nonostante lo scatto di nervi, l'interruzione si rivelò utile. L'immagine dei genitori che lo aspettavano, già intenti a guardarsi le notizie del giorno, gli riportò alla mente una cosa.
Possibile? No! O si? Rimase ad osservare lo schermo, senza dare nessun comando, come se si aspettasse dalla macchina una qualche risposta. Il virus. Quello di cui si parla in metà chat di tutto il mondo. Pensava fossero frottole, come gli UFO del ventesimo secolo, oppure qualche tiro di quei bastardi che ci governano.
E invece eccolo qui. Un pezzo, certo. Un suo siluro. Ecco perché assomigli ad un filo ingarbugliato. Tu devi essere un codice genetico! Una ridda di pensieri sconnessi gi turbinavano in testa, finchè uno prevalse sugli altri: Io, Wolfang Heinferr, ho resistito al super-virus. Sono stato attaccato ed ho resistito.

InterMondi: Viaggio nel III Millennio

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© Luciano Gemme - © 1998 ARPANet. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
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