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Milano. Solitudine, riposo e ripresa tranquilla e vogliosa degli studi. Insegnamento universitario, ritiro in abbazia.
Avevo scoperto per caso labbazia di San Paz, poco fuori la metropoli. Si stava stupendamente e le conoscenze acquisite negli anni mi diedero benestare per soggiornare vita naturaldurante in quel luogo pacifico e religioso. La calma, che forse per troppo tempo avevo cercato, ora trovavo a due passi dal caos. San Paz, eccelso per tecnologia e ritrovati medici, sotterranei illuminati a giorno, schermi controllo, cellule cifrate, riconoscimento vocale. Eccelso. Dio solo poteva avere tanto, facendone usufruire ai suoi umili servi.
San Paz, beatificazione di un fumettista degli anni ottanta, morto per overdose. Studiavo.
Risk, con il quale ovviamente ero comunque perennemente in contatto tramite netstation e schermo a cellule plasma, continuava nel mettermi al corrente di nuove passi avanti nel progetto Mut, Mutant Umanoid Technology, nuovi ritrovati per connessioni neurali, led controllo visivo, silicio not arrested.
Io, nel frattempo, avevo preso di buona lena lo studio di forme di comunicazioni cerebrali, controllo a distanza, potere del controllo della mente sulla massa incontrollata delle persone, teologia e capitoli di vita di diversi santi e beati, cattolicesimo e nuove forme sperimentali di controllo religioso. Mi ritrovai di fronte a preposizioni e considerazioni innumerevoli, a cominciare da una forma di controllo delle masse umane, sempre più a la ricerca di ispirazioni e legami religiosi, catene da lanciare sopra un idolo, legame alla vita. Virtualità.
Risk mi chiamò per lultimatum, tempo trascorso in pace e serenità giunto al termine della sua corsa, capolinea, fine dei binari. Il Mut era pronto, dopo aver passato quasi ventanni a sperimentarlo. Dovevo raggiungerlo a Parigi per innestare il block e seguire le reazioni. Io solo potevo coordinare il tutto, del resto lui da solo non poteva farlo, essendo lui la cavia in vita, io lunico di cui si fidava e il solo che aveva per diverso tempo portato avanti le ricerche. Presi tempo, riflettendo, optando per la partenza qualche giorno più tardi, sapendo di affrontare un cambiamento radicale, non solo dal punto di vista culturale, ma umano e risolutivo per la continuazione della vita. Trasformare lenergia.
Non avevo nulla più da perdere, viste le sciagure che mi avevano privato della vita normale da uomo borghese, casa e lavoro, famiglia, moglie e figli. Tutto disperso in un attimo di folle rabbia naturale, divina.
Risk era il più adatto a coordinare, ed io la cavia, il Mut in vita, installazione mutante su due gambe di carne e sangue.
Risk, pupille ricolme di rabbia e sicurezza, accettò, nonostante tutto. Lui il padrone, io il servo della tecnologia.
Risk, Mut, continua traslazione materiale ritmata da componenti biomeccanci, sangue e minerale.
Anestesia totale e semi ibernazione, battito cardiaco lento, flussi mentali rallentati, collasso virtuale in corso, menzogna di una struttura elettronica matematica, niente passione e sentimento, vita irreale, nessun sogno, nessun ricordo, dopo.
Un tunnel dai colori psichedelici, la morte corporale, emisfero destro pulsante ancora in vita, la vita comandata da atomi su piastra, connessioni cerebrali. Perdita didentità, morte di nome e luogo, morte delluomo come tale, identità passata e rivoluzionata, natura sklerata. Folgorazioni, squarci di luci abbaglianti, fine della notte, fine del giorno, inizio di una nuova era.
Ordine mondiale. Mut. © Paolo Carta - © 1998 ARPANet. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
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