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Luca Cosseddu? L'agglomerato urbano che gli diede il natale si chiama Sassari, Tatari in antichità, ex mercato dell'isola della Sardinia o Sardegna, facente parte di quello che negli anni dei balilla e del ricino veniva chiamato Regno d'Italia, ora fiorente cittadina e capoluogo di provincia. L'infanzia la trascorse in una tranquilla frazione di periferia, poche case e molto verde, gambe forti e svelte lo spingevano per il campetto di pallone, posto sacro per i ragazzini di Sant'Orsola, frequentato assiduamente anche in quegli orari in cui i grandi predicavano maggior dedica allo studio. Lontano da elementari concetti sociali, Luca passò un periodo relativamente lungo della sua vita in una specie di trance, l'unico bambino della scuola a non saper leggere l'orologio, ma lo portava con gran fierezza, sfoggiando le lancette fosforescenti visibili nel buio del pugno della mano, mentre, dalla cattedra in fondo all'aula, fiumi di formule matematiche e di nozioni storiche venivano sentenziate da una formale maestra di periferia. Alle scuole medie dovette frequentare in città, la vita continuava a scivolargli a fianco senza destare il suo minimo interesse, il peggio che poteva capitargli era un raffreddore che gli impedisse d'andare al campetto. Il primo segno di vita sociale lo diede in prima superiore, svegliato dal torpore alle parole "Ipocrisia" e "Omertà" scolpite a suon di manate sulla cattedra dalla Prof. Satta, in una delle sue romanzine mattiniere. Quelle scuole Luca non le finì mai, si ritirò in quarta superiore dalla facoltà di informatica, forte di idee che non sto ad elencare, ma alle quali crede ancora. Si trasferì nel 1990 ad Olbia, lasciando a malincuore il suo ridente quartiere, e le sue amicizie. Di seguito arrivò il servizio militare, che diede una svolta profonda alla sua vita. Un magico giorno di Gennaio del 1996, Luca, dopo essere uscito felicemente da una situazione molto vicina allo squilibrio mentale, decise di trascrivere su carta le sue emozioni, così da non poterle dimenticare mai più. |
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" Quando la terra era priva del pensiero, e come vento l'anima la sfiorava. Suoni e leggi naturali vigevano, lontano si poteva vedere poiché alcuno poteva guardare; mare e sabbia, terra con fiume [...] " " Pianeta Terra anno domini 1996, il calo delle nascite e della mortalità innalza il picco percentuale della popolazione anziana. " [...] La vita aleggia eterea tra noi, ci trapassa, ci svuota e ci riempie, ci appare sotto infinite forme, è camaleontica, e il suo sfondo è il nostro stato d'animo. " " Una foglia ingiallita si stacca al vento, fluttuando cade al suolo e muore. Ogni volta che ciò accadeva, le foglie verdi venivano colte da un forte senso di angoscia [...] " " [...] sarebbero morti tutti bruciati, il forte calore li avrebbe soffocati e poi il fuoco avrebbe polverizzato ciò che sarebbe rimasto della loro immane civiltà, spenti in un enorme posacenere [...] " |