L'ARTISTA IN RIVOLTA Ci sono degli autori, forse esaltati da una pazzia senza senno, che sostengono di essere i
migliori, i più grandi, se non di tutte le epoche, perlomeno della propria. Se invece
avessero coltivato almeno un po' di filosofia orientale vera si renderebbero perņ conto
che la vita di un uomo alla fine non conta molto di più di quella di uno scarafaggio.
Forse è per questo appunto che i tremendi animaletti in genere ci fanno cosÌ schifo. E
poi l'universo in fin dei conti non sa neanche che esistiamo e questo lo avevano capito
bene anche i nostri antichi sapienti occidentali, cosÌ come in genere lo sanno bene gli
umoristi, non quelli di regime ovviamente. Del resto comunque, lo diceva anche
Shakespeare, la natura non puņ scegliere il suo corso. E cosÌ anch'io e perciņ mi
accontento di essere Carl William Brown. Uno scrittore che gode della stima di alcuni
grandi amici che non tradiscono, come sosteneva il Carducci, anche perchè non sono più
tra noi. Sono infatti gli autori del passato , ai quali penso tutti gli amanti della
letteratura debbano molto, che spesso ci accompagnano nel nostro faticoso cammino, senza
presunzione ed in silenzio, parlandoci nel profondo della nostra anima, ormai consapevoli
che il miracolo è stato compiuto e l'unità degli opposti è stata raggiunta,
eliminandola. In pratica io sono perciņ quel che sono, ma in verità, in
verità vi dico.......ciņ che sta in basso è come ciņ che sta in alto e viceversa, per
fare il miracolo della cosa unica. La famosa "coincidentia oppositorum", il
celebre ed umoristico sentimento del contrario, la dualità dei mulini a vento e di chi li
combatte; amore e morte per Leopardi, eros e thanatos per Freud, il bene e il male per
tanti altri, il piccolo grande universo dei racconti di Voltaire o di Swift. Per il vero
umorista dunque non esiste nè il grande nè il piccolo, esistono perņ il potere e la
stupidità. In effetti si potrebbe definire l'artista come qualcuno che non puņ fare altro che
quello che fa, indipendentemente dalle opportunità, dalle convenienze, dal guadagno,
dalle pressioni del potere. Un martire è a modo suo un artista, cosÌ come lo è un
rivoluzionario o un barbone, perchè fino a prova contraria l'arte è vita e la vita è
una pseudo opera d'arte. Dunque cosÌ come la vita è sostanzialmente sofferenza, (forse
non per tutti, ma in questo caso mi piace ricordare Mill che diceva meglio essere un
Socrate insoddisfatto che un maiale soddisfatto) l'arte non puņ dunque che nascere dal
dolore. Sentiamo Nietzsche:" Tutto ciņ che l'anima ha acquistato in profondità,
segretezza, dissimulazione, spirito, astuzia, grandezza, non l'ha forse acquistato sotto
la sferza del dolore, alla scuola del grande dolore?". L'arte dunque non è che un
prolungato rito iniziatico durante il quale i suoi cultori cercano invano di superare le
inevitabili barriere del dolore esistenziale. Pochi ci riescono, alcuni addirittura dopo
aver visto l'inferno non si lamentano neanche più, al contrario altri magari soffrono
tragicamente benchè la loro vita sia baciata dalla fortuna e per finire vi è poi invece
chi continua a gridare, a protestare, è l'uomo in rivolta di Camus è colui che con Eliot
sa che per creare bisogna distruggere. Ora arrivo al punto. Se la società non è gentile con noi, perchè noi dovremmo
esserlo con lei. Si pensi al potere e si faccia mente locale agli scritti di Freud, Adorno,
Fromm, Canetti, Lorenz, tanto per citarne proprio solo alcuni. Il ruolo
dell'intellettuale dev'essere infatti quello di contrastare il reale per avvicinarsi
sempre più all'ideale. Fichte, ma non è il solo, diceva che è appunto l'educazione che
sola puņ realizzare una migliore uguaglianza tra gli uomini e quindi un ipotetico maggior
grado di serenità. Si deve dunque comunicare e rendersi disponibili. Ma ciņ non è
sempre possibile, questo al potere non piace; e qui mi ricollego a Francis Bacon,(uno tra
i tanti a cui la mia opera è dedicata, anche perchè anche lui come me ha impiegato molto
la scrittura aforistica) il quale nei suoi saggi ha sempre protestato contro il principio
di autorità, fermamente convinto che si dovessero prima distruggere i falsi idoli
metafisici e poi costruire, attraverso un metodo sperimentale, una società migliore.
CosÌ Bacon nel 1600 fu con Cartesio uno dei fondatori della nuova scienza ed un
precursore illuminato di quella che sarebbe poi diventata l'epoca moderna. Che poi la
scienza non sia tutto e' chiaro, ce lo ricorda bene tra i tanti Pascal per esempio, quando
dice che l'ultimo passo della ragione è di riconoscere che c'è un'infinità dl cose che
la sorpassano..., tuttavia perņ è anche vero che quando ci ammaliamo non ricorriamo alla
poesia o alla filosofia di Severino, se la cosa è grave al limite alla fine avremo
bisogno del prete. E questo in genere anche se si è atei. © Carl William Brown - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
di: Carl William Brown
Collaborare dunque e limitare le disuguaglianze, il dolore, la sofferenza, la solitudine
di una specie che vive in una terra desolata (Eliot), allo sbando negli spazi sconfinati
dell'universo. Creare per distruggere dicevo, o preferibilmente per trasformare e qui non
mi dilungo, anche se il discorso sarebbe interessante. Se pero' non si vuole rinunciare ai
propri privilegi, magari anche ottenuti con fatica, ma sempre privilegi, allora ci deve
essere qualcuno che protesta e che distrugge, in primo luogo con le parole. Non c'è
miglior pratica infatti che una buona teoria. E visto che da buon maledetto, anzi oserei
dire quasi predestinato, non nel senso religioso del termine, ma nel senso dell'etica e
della politica della sfiga, mi devo talvolta raffrontare con chi magari ha pubblicato
decine e decine di libri e tuttavia non si sogna nemmeno lontanamente di lasciare un po'
di spazio anche agli altri, (gli autori affermati e gli accademici sono infatti troppo
stupidamente e narcisisticamente egoisti) nè tantomeno li vuole aiutare, come invece
dovrebbe proprio fare il buon educatore, non mi resta che lanciare, da buon uomo in
rivolta, il mio grido di sfida, di protesta e di vendetta; eccolo: "Se Dante nel '200
ha persino messo dei Papi all'inferno, Carl William Brown nel 2000 puņ agevolmente
mettere alcuni filosofi nel cesso." Del resto lo ha detto anche Kant, l'egoismo è
proprio il peggior male della specie umana.
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