I PADRONI DEL SOLE Nei primi tempi, dunque, il neonato Paese, retto da un governo provvisorio, usufruì di uno sviluppo rapido quanto inaspettato. Affluirono prestiti esteri a basso interesse, che stimolarono le capacità imprenditoriali di una borghesia nascente, furono investiti ingenti capitali nella costruzione dei due sofisticati impianti per la produzione di MKS e MKR, che furono dislocati l’uno a Sud e l’altro a Nord del Paese, sorsero piccole industrie complementari, nuove strade di comunicazione, un aeroporto efficiente. Si crearono molti posti di lavoro e diminuì sensibilmente il tasso di disoccupazione, le piaghe endemiche della criminalità comune e del terrorismo politico, aumentò il benessere, fino a lambire le zone povere dell’altopiano. Una rapida riforma agraria ridistribuì metà delle terre ai contadini, a spese dei grandi latifondisti, i quali, non potendo contare su un esercito in rifacimento e privi di appoggio straniero, subirono gli espropri loro malgrado, ma in parte confortati dai forti indennizzi in denaro. Lungo la fascia costiera perennemente assolata, favorito da nuovi e comodi collegamenti viari, si sviluppò un fiorente turismo internazionale. Ultimo ad essere realizzato fu il cuore di tutta la struttura socioeconomica, il sofisticato sistema di controllo meteorologico, che necessitava di un team di esperti ristretto, ma altamente specializzato in un lungo tirocinio di addestramento all’estero. Fu scelta un’ampia radura sulla Cordigliera, a una quota di 2000 metri, quasi una fortezza naturale, protetta dall’asprezza del luogo. Lì sorse la stazione meteorologica, il centro di elaborazione dei dati provenienti da una decina di punti di rilevamento, sparsi su tutto il territorio. Lì venivano analizzati i valori relativi a temperatura, umidità, pressione barometrica, direzione e velocità dei venti; una ventina di computer collegati in rete forniva, poi, in base ad un complesso sistema di equazioni differenziali, le coordinate spaziali per l’intervento e la quantità esatta di MKS o MKR, necessaria per assicurare il sole o la pioggia per un’intera giornata. Con il completamento della stazione meteorologica si concluse anche la breve e febbrile epopea della costruzione. Le fondamenta del Paese erano gettate, ora doveva cominciare a vivere la propria storia. Si iniziò a produrre MKS e MKR, ma molte piccole imprese, che avevano esaurito il loro compito, non riuscirono a riconvertire utilmente la loro produzione e molti operai tornarono a fare i contadini. La borghesia costiera fiutò nuove possibilità ed investì nell’ampliamento e potenziamento delle strutture turistiche della zona. Con essa anche alcuni latifondisti dell’altopiano, che, vincendo il loro atavico spirito conservativo, diedero impulso all’industria del turismo col denaro degli indennizzi. Altri, invece, investirono il denaro per ampliare le loro tenute dimezzate, con l’acquisto di nuovi terreni sulle pendici della Cordigliera, abbandonati dai signori della cocaina. Si tennero le prime elezioni generali. Fu eletto presidente Esteban Fernandez e in Parlamento si formò una solida maggioranza di giovani deputati, di varia estrazione sociale. Venne elaborato un piano economico quadriennale, obiettivo prioritario trasformare l’altopiano in terra fertile e produttiva, sconfiggendo la secolare siccità del luogo. Dopo due anni e cinque mesi dalla proclamazione dell’indipendenza, Technicsland cominciava a funzionare a pieno regime. Allora, in ottemperanza al piano governativo, si cominciò a sentire, ogni notte, il rombo dei grossi aerei da carico, che andavano ad irrorare l’atmosfera nei punti decisi dai computer; piovve per settimane, senza riuscire a spegnere la sete secolare dell’altopiano. La produzione di MKR procedeva a pieno ritmo, mentre quella di MKS languiva, i contadini persero piano piano il gesto abituale, alzandosi la mattina presto, di alzare gli occhi al cielo e fiutare l’aria per indovinare il tempo: bastava ascoltare la radio o la televisione la sera prima. Cadde la pioggia per mesi e mesi, a cadenza regolare, la terra finalmente cominciò a produrre in abbondanza, i contadini a uscire dalla loro miseria, si installarono colture intensive e differenziate, crebbe il surplus della produzione agricola, si diede impulso all’esportazione estera. Nel giro di tre anni l’aspetto del Paese mutò radicalmente. La temperatura media annuale si abbassò di mezzo grado, la pioggia, così benefica per l’altopiano, sulla Cordigliera si trasformava in neve, che scese a quote sempre più basse; divennero possibili alcune colture tipiche dei paesi settentrionali, si importarono piante ed animali dall’Europa, si entrò in diretta concorrenza con essa. Mutò il clima, cominciò a mutare l’idrografia, la flora, la fauna. E gli abitanti dell’altopiano si sentirono i padroni del sole e della pioggia. Ma le scelte del piano quadriennale si rivelarono disastrose per la borghesia della costa. Il rapido mutamento delle condizioni climatiche prima rallentò, poi allontanò sempre più il flusso turistico, mettendo in crisi la fiorente industria alberghiera e tutti coloro che avevano investito in essa, compresi quei latifondisti che avevano fatto questa scelta. Alcuni progettarono di adeguarsi alla nuova situazione, sfruttando la neve della Cordigliera per dare impulso ad un turismo di tipo invernale; ma la maggior parte ritenne il progetto azzardato e nutrì un malumore crescente, che divenne, infine, aperta ostilità nei confronti delle scelte governative. Dopo un po', dunque, fu evidente che nel Paese si scontravano interessi contrastanti, intrecciati in modo complesso ma, grosso modo, facenti capo alla costa e all’altopiano. Nacquero così due partiti nuovi e trasversali, che chiameremo, per comodità, dei contadini e dei borghesi. Il parlamento, il governo stesso cominciò a dividersi al suo interno e, all’avvicinarsi delle nuove elezioni generali, i borghesi cominciarono una battente campagna elettorale. Non potevano fidarsi di Fernandez, rampollo di un’antica famiglia di latifondisti terrieri, e opposero la candidatura di Alberto Morales, anch' egli proprietario terriero, ma con vasti interessi nell’edilizia costiera. Nonostante la candidatura volesse sembrare di moderazione, la campagna elettorale fu violenta, segnata dall’intransigenza, costellata di provocazioni e attentati, con un esercito incapace di mantenere efficacemente l’ordine, spaccato anch' esso al suo interno. Soprattutto i contadini, padroni del sole e convinti di una schiacciante maggioranza, dimostrarono un’intransigenza dura, disprezzo per l’avversario, arroganza del potere. Molti degli attentati vennero attribuiti loro, né essi si preoccuparono di smentire le voci. Ma tutto ciò spaventò alcuni settori dell’opinione pubblica e una buona parte di tecnici, commercianti, trasportatori, personale amministrativo abbracciò la causa del partito più debole, più moderato e rassicurante. Morales vinse le elezioni di stretta misura e varò un piano quadriennale esattamente opposto a quello di Fernandez. Così si rallentò la produzione di MKR e si incrementò quella di MKS, gli aerei si rifornivano ogni giorno nei depositi del Sud, si sciolsero le nevi, tornò a splendere un torrido sole su tutta Technicsland, ritornò il turismo. L’altopiano cominciò a languire, le colture a soffrire la sete, i contadini a perdere la loro recente ricchezza. E' a questo punto che occorre inserire, come una parentesi necessaria, la vicenda personale di Antonio Ruiz, nonostante lo scarso peso che essa ebbe nella storia generale del Paese. Ci sono uomini che non entreranno mai nella storia, se non in quella minima: perché la storia non la fanno e neanche la capiscono. Ma vi entrano di riflesso, la subiscono nelle loro carni e ne illuminano il senso e gli errori, per chi sappia guardare. Uno di questi fu Antonio Ruiz. Vecchio e malandato, viveva di pastorizia sulla Cordigliera. Di antica discendenza india, conservava ancora i segreti pagani degli adoratori del dio Sole. Un sole, il suo, da venerare come padrone supremo e tiranno, potente dispensatore di vita e di morte, a suo insondabile capriccio. Conosciuto dai contadini della fascia più alta dell’altopiano, Ruiz era considerato un vecchio balordo e fuori dal tempo, sia pure dotato di un fondo di saggezza. Ma in quella contingenza economica le sue parole trovarono una certa udienza tra i contadini del luogo, amareggiati dall’imminente rovina e accecati dal risentimento. Ruiz andava dicendo che ogni male derivava dal grave torto fatto al dio Sole, un giorno signore di tutti ed ora gettato dal trono, umiliato a servire qualcuno. Occorreva rinunciare alla superbia, fare atto di umiltà e restituirgli il regno, anche se molto sangue umano sarebbe scorso, prima di placarne l’ira. In una società avanzata, coi supporti del villaggio globale, i suoi discorsi non passarono inosservati e un gruppo di disperati colse la sostanza delle prediche di Ruiz. Così otto uomini in tutto progettarono l’assalto e la distruzione della stazione meteorologica. Si armarono di dinamite e scalarono la fortezza naturale. Raggiunsero la spianata alle quattro del mattino, ma non riuscirono a superare l’ultimo baluardo elettronico. Il contingente militare intervenne subito, li massacrò sull’asfalto dell’eliporto, fece saltare i corpi con la loro stessa dinamite. Antonio Ruiz fu rintracciato il giorno seguente, gettato in carcere senza che neanche sapesse il motivo preciso. Morì di stenti due mesi dopo, poco prima del processo. Intanto il rancore del partito contadino, contro i nuovi padroni del sole, si andava organizzando. Poteva contare su alcuni settori dell’esercito, formato da molti ex guerriglieri della Cordigliera, alleati fidati dei contadini più poveri. I latifondisti terrieri sobillarono gli studenti, finanziarono la guerriglia urbana nella capitale, Morales rispose con le squadre della morte e la tortura. Fin quando, ai primi di novembre, i ribelli si scontrarono con i reparti fedeli al governo in carica ed iniziò il massacro della guerra civile. Per tutto il mese continuò il macello, con sorti alterne. Scorsero fiumi di sangue sotto gli occhi esterrefatti dell’opinione pubblica mondiale. Allora le maggiori potenze minacciarono l’intervento armato e gli animi si calmarono. Si arrivò ad una trattativa, si costituì un governo tecnico di tregua, capeggiato da Francisco Arena, un professore di informatica della capitale. Costui riunì gli esperti responsabili della stazione meteorologica, diede disposizioni precise affinché i tecnici interpolassero, nelle equazioni differenziali dei computer, un valore casuale. Gli obiettivi del piano quadriennale rimasero gli stessi, ma i tecnici impostarono i computer in modo tale che nella dinamica dell’elaborazione dei dati intervenisse, a regolare cadenza giornaliera, una variazione pseudocasuale. Già dalla stessa notte si levarono in volo gli aerei, con i loro carichi di MKS o MKR, fornendo la risposta esatta a previsioni sbagliate. E dal giorno successivo cominciò a piovere o a splendere il sole, a seconda degli insondabili calcoli dei cervelli elettronici, e i contadini ripresero a scrutare il cielo e a fiutare l’aria. La stampa internazionale stigmatizzò l’enorme ed inutile spreco di risorse, irrise alla palese stoltezza degli abitanti di Technicsland. Ma a nessuno di questi, stranamente, passò per la testa che tanto valeva far saltare in aria gli impianti della stazione meteorologica. O forse nessuno volle rinunciare per sempre all’idea di governare il sole. Ma a questo punto si pronunciarono le potenze mondiali, dichiararono l’esperimento riuscito, immediatamente estensibile su larga scala. Le stragi di novembre? Un incidente della storia, imputabile a una democrazia ancora immatura. Il risibile operato dell’ultimo governo? Il delirio politico di una classe dirigente incapace, tipica del Terzo Mondo. © Loris Dalla Rosa - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
di: Loris Dalla Rosa
Per alcuni anni, da quando la vasta regione era divenuta indipendente a tutti gli effetti, le cose andarono per il meglio: si sviluppò rapidamente la sua economia, si stabilizzò la situazione politica e migliorò quella sociale in genere.
Costituitasi in repubblica democratica con il consenso delle maggiori potenze mondiali, si era data una Costituzione moderna, assai simile a quella degli USA, e il nome, solo in apparenza pretenzioso, di Technicsland. I suoi confini, sanciti da un trattato internazionale, erano stati tracciati sulla carta a spese dei paesi confinanti e comprendevano un’ampia varietà territoriale, che andava dalla calda zona costiera dolcemente degradante nell’Oceano, agli aridi altipiani dell’interno, fino alle alte quote dell’aspra Cordigliera.
Esempio di stato artificiale, come a suo tempo la Liberia o il Kuwait o la Palestina musulmana, non sarebbe divenuto mai realtà se non in forza delle caratteristiche fisiche descritte, che ne fecero il laboratorio ideale delle nuove tecnologie di dominio sui fenomeni atmosferici. Così, dopo averlo tenuto a battesimo, le potenze industrializzate fornirono al nuovo stato le infrastrutture necessarie, si accordarono, rinunciando a indebite ingerenze reciproche, su una sua assoluta autonomia di durata almeno trentennale, lo dotarono di un’ossatura industriale e, soprattutto, della tecnologia necessaria per la produzione in proprio dell’MKS e dell’MKR. Le due nuove sostanze, prodotti della chimica avanzata, erano rispettivamente in grado, nebulizzate e rilasciate nell’atmosfera ad alta quota, di provocare il dissolvimento completo delle nubi e la loro formazione, di far splendere il sole e far piovere a dirotto. Avevano già dato buona prova di sé in test limitati, ma era necessaria una sperimentazione sistematica e di lunga durata. Il dominio dei fenomeni atmosferici apriva la straordinaria possibilità di trasformare il deserto in giardino, o la foresta in deserto, di mutare e controllare il clima, adattandolo alle necessità degli agglomerati umani; ma occorreva un banco di prova al di là delle simulazioni a tavolino, per verificarne il reale impatto ambientale.
Così, all’alba di un giorno di settembre, si affacciò ai confini il possente esercito straniero, la sua flotta di fronte alla costa. Reparti scelti di paracadutisti occuparono, con precisa operazione di chirurgia militare, i costosi impianti della stazione meteorologica e i depositi chimici.
La resistenza fu debole e breve. E il Paese si inchinò ai nuovi padroni del sole.
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