AMORE Solo un numero. Matrice.
© Paolo Carta - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
di: Paolo Carta
SESTA PARTE
Non potevo arrivare al concepimento che fossi io solo la
vita estrema, il perfetto, il presunto tale.
Il dubbio.
Solita sensazione spaesata, sapore amaro, la fine
dellanestesia.
Solito sogno.
Rimasi inerme sullattico, con le cellule che
riprendevano forma, pensai.
Pensai a quanto avevo visto, la violenza della mia mente.
Un sogno.
Inerme nel recupero, ebbi tempo per rivivere quanto visto,
riflettere. Ragionai in senso stretto, ponendomi domande a cui
sapevo bene non potevo dare risposte esaurienti, solo alcune
giustificazioni a cui ormai non credevo più, non bastava. La
crescita, il confronto non poteva essere così minimo e stretto,
banale e mai proficuo, doloroso. Ripensai a la mia vita, cosa
facevo con il mio fiato, la mia energia, tossine di un mondo
solitario, urla silenziose nella notte. Pioggia.
Isolamento.
Mi abbandonai alla poltrona, in dormiveglia, mentre
osservavo la pioggia ripulire la città. Avevo un gran feeling
con la pioggia, era la calma, il momento daggancio,
lattimo.
Il dubbio della riuscita nella vita, quotidiana, il
sociale, sensibilizzazione, idea formata non applicabile.
Spostarsi dalla staticità, era il mio credo. Staticità che
vedevo come capolinea mentale, arrivo, risoluzione.
Tutti cercano la risoluzione, tranquillità. Io non ero
molto diverso da altri, alla ricerca di una risoluzione adatta
alla mia dimensione, la mia persona, viva, il mio credere
nellessere agnostico. Ero completamente normale, per troppo
tempo non ho voluto credere, vedere la normalità assoluta che
avvolge tutto. Le persone non credono alla normalità, grazie a
pregiudizi sulla non conoscenza, nonsense, paura. Tutto, io ero
normale.
La rilocazione, che era stata per me omologazione, era
semplicemente quello che sono sempre stato, una persona normale
che non accettava di esserlo, non voleva esserlo sapendo di
sfuggire solo con il pensiero alla forma più banale della
stessa, non considerata tale, ma presente, chiara, pronta da
accettare. Pensare.
Riposare.
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