LA VOCE DEL TEMPO © Luca Cosseddu - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
di: Luca Cosseddu
Dedicato a Sergio Atzeni
Quando la terra era priva del pensiero, e come vento l'anima la sfiorava.
Suoni e leggi naturali vigevano, lontano si poteva vedere poiché alcuno poteva guardare; mare e sabbia, terra con fiume.
Ovunque c'era un senso poiché non veniva cercato, cespugli di mirto a strapiombo sul mare, miravano il tramonto e l'alba, a turno luna e sole, s'alternavano senza malizia, e giù l'acqua scrosciava per tornare a scrosciare. Arcobaleni si pregiavano di riflettersi su laghi speculari, ed echi agresti ripetevano suoni.
Per ore, giorni ed anni un passo rimaneva tale, impavido.
Quale mai pensiero poté osare l'inosabile. Uomo adultero, figlio degenere, vigliacco, che hai portato odio e morte, ancor prima d'esser gemma tra il seno di tua madre.
Nell'odio le tue viscere si contorceranno, e con la morte la tua vita si compirà.
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