AMORE Solito risveglio, meno confusionale del solito,
quotidianità impellente, feroce, cominciavo a rinsavire.
Vendita di gusti.
© Paolo Carta - © 1998 ARPA Publishing. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
di: Paolo Carta
SETTIMA PARTE
Solito sguardo sul mondo.
Dallalto del mio appartamento, il mondo sembrava più
piccolo e soprattutto meno cattivo.
Tante piccole cellule in movimento; luci lisergiche
disegnavano percorsi lungo le strade che separavano regolarmente
gli isolati, come fossero lampi di sangue, rapido, pulsazioni di
una grande città. Non avevo nientaltro da fare, quella
sera, rimasi quindi un po' ad ammirare lo scorrere vitale del
tempo, un unico ritmo, alla luce ambrata del tramonto.
Anche quella giornata era passata veloce, quasi in silenzio
fra il frastuono di richiami pubblicitari aerei stroboscopici,
luci frattaliche ipnotiche, marketing. Bastava non pensare a
quanto succedeva, a quello che intorno ruotava come ingranaggio
regolare, per rilassarsi e vivere serenamente. Gli scatti
violenti metropolitani erano normalità acquisita, e la notte
molte volte era quasi irreale, svuotata da forme di vita e
comunicazioni, flash fotografici e ologrammi, specchi ruotanti e
avatar.
Era difficile riposare, dormire, in un silenzio irreale,
dal lungo respiro dagli occhi chiusi. Pensare.
Avevo come sempre il mio ben daffare, nello scomporre ed
analizzare pacchetti protetti da codici alfanumerici crittati,
ogni giorno, da solo, in uno stanzino tanto piccolo che
paradossalmente arrivava a contenere il mondo intero.
Mi guadagno da vivere, il poco che vivo, rubando
pacchetti dinformazioni di cui raramente minteresso
realmente, porto a termine il mio lavoro, le mie dimore sono
grandi banche dati, firewall a doppia e tripla chiave, un nomade
cyber, sopra lunghissime righe di comando protect, software per
la protezione dei dati. Rubo database, crittografia, virus e
scansioni, analizzo in debug, compongo e vendo al miglior
offerente.
Un tempo Al Capone, sorrisi beffardi da proibizionismo, ora
solo e semplicemente RIL, Rest in Life. Organizzazione criminale
composta da diverse fazioni, costruzione piramidale con nodi
ovunque, controllo totale del commercio, monopoli e transazioni
finanziarie.
Non mi sono mai interessato del contenuto dei block,
finanza, droga, spionaggio e guerra. Era troppo pericoloso
sapere, sapevo stare al mio posto e allo stesso tenevo.
La mia taz.
Tutto sommato cambiano i musici, ma la musica rimane
simile, visto come per Capone, anche ora ti facevano sparire in
qualche nuova costruzione, se ti avvicinavi troppo al fuoco,
pensai mentre mi distesi sul letto ancora sfatto da ormai troppe
sere.
Un ologramma mi teneva compagnia, mi divertivo a cambiare
forma, come nella passata lavorazione del vetro. La mia
solitudine era lunica compagnia.
Serenamente, mi addormentai.
Correvo e correvo lungo un viale alberato da lunghi
fusti legnosi, foglie giallo e verde, prati in fiore, distesa di
pace e silenzio, contaminata da suoni umani, niente
campionamenti, aria limpida, fresca di un mattino squarciato da
un sole caldissimo, un masso di proporzioni immani mi seguiva....
il risveglio.
La sete di comunicazione era completamente azzerata, mentre
mi apprestavo nella connessione giornaliera, mattino, lavoro. Il
controllo era opprimente, claustrofobico. Chiavi critt pronte per
lannullamento del tracciato, volo di pistillo in pistillo,
dati caricati sul mio deck. Non potevo usare i normali HD per il
trasporto dei dati, troppo controllo, RD - pericolo di
annientazione, immediata.
Avevo studiato un ottimo sistema di distribuzione,
trasportando i dati sul mio corpo, dentro il mio corpo. Studiato
che lumano trasmetteva energia quanto bastava per
immagazzinare dati a sufficienza per trasportare il prodotto
finito, pronto per la vendita, mi incontravo con
lemissario, una bella stretta di mano, il suo deck era
carico, pagamento in chip. Effettivamente non avevo il tempo
materiale di leggere i bit scaricati... la taz era salva anche
stavolta e godevo lennesima vista mpeg della città in
movimento, prima dello zero.
La vita di società, era sicuramente molto più divertente,
almeno sembrava, del lavoro monotono, rituale. La solitudine mi
piaceva, stavo piuttosto bene con me stesso, con il confronto
telematico, datagroup on line, immersione globale in guerriglia
cablata. Frequentavo di tanto in tanto, saltuariamente, il Risiko
- Ebet Pub, locale strapieno di composizioni umane e umanoide,
esseri clonati, bionici. Suoni campionati riempivano le diverse
aree, soppalchi costruiti tramite tralicci, tubi in gomma e pvc,
campionamenti sonori elettronici e suoni lancinanti, acciaio.
Donne con arti ricostruiti da parti meccaniche di veicoli
spaziali, esseri terribilmente ossessionati
dalloriginalità del vestiario, composizioni plastiche e
robotizzate, monitor ovunque, bots con accesso group, virtualsex,
divertimenti tecnocyber. Normalità assoluta.
Fortunatamente spuntavano fuori esseri completamente umani,
come me, ogni tanto, seduti nel sorseggiare brodaglia giapponese
e bere liquido dalghe misto ad amarena ed alcool. Li
riconoscevo dalla falsità e amarezza con cui ridevano, occhi
pieni di rassegnazione, vogliosi di comunicazione.
Di solito incontravo lì le poche persone con cui scambiavo
vere e proprie frasi, conversazioni il cui tema rimaneva comunque
sempre il lavoro, deck sempre più avanguardisti, critt e clock
affidabili, imprese da cyberspace. Boon era lunico con cui
riuscivo a dialogare per più di qualche minuto, visto che era
anche lunico che lavorava dentro quel ritrovo di macchine,
niente space, niente hacker, lui. Era consolante con la sua
faccia tonda, semplice e raccolta da un HM Brain, il suo mondo
locale. Serviva da bere senza disgusto per gli esseri che gli
passavano davanti, era logico, il suo lavoro. Parlava di donne,
violenze della città notturna, laser inject brain, nuove
bevande, cibo sintetico, liofilizzato, stralci di plastica.
Il Risiko pulsava di vita, vita meccanica, omologata da un
unico ritmo martellante musicato da matrici studiate da geni
musicali incompresi del XX secolo. Conobbi Della una di quelle
sere in cui come sempre rimanevo ore a fissare la vita inorganica
intorno. Bus, così era meglio conosciuta, perché era lenta
nelle operazioni come un vecchio bus, ma sicura e affidabile,
senza protezioni.
Era un hacker.
Iniziammo a parlare per caso delle schifezze sintetiche che
sparavano dagli altoparlanti, per poi ritrovarci a ballarle, se
così di poteva dire. Scomparve dopo un paio dore di luce
viva, dopo tanto tunnel telematico. Una serata divertente come da
tempo non ricordavo, e non mi succedeva spesso di ricordare. Lo
Spice, veleno composto da alghe del Mar Rosso e alcool puro al
75%, riuscì a malapena nel farmi risalire in fly per arrivare a
accasciarmi sopra lo scarico rifiuti e vomitare di santa ragione.
Ero ancora umano... e non era poco.
Lo stato confusionale mi tenne compagnia per diversi
giorni, per le bevande ingoiate in eccesso, soprattutto per lo
sconvolgimento dellincontro con Della, da troppo tempo ero
fuori da determinati incontri, anche casuali. Anche durante la
monotonia viaggiante del lavoro, la sua immagine sfuocata, ma
vivida nella mia mente, mi riportò su valori umani che da tempo
non prendevo in considerazione; comunicare non solo per bisogno
fisico di usare la parola, ma confronto diverso su campi non
uguali e monotematici. La serenità di accettare un metodo, anche
lavorativo, differente, la diversità in se, gestuale,
attitudine. Un lampo, flash skizophrenico di felicità, quella
vera e non virtuale da smart, prese il sopravvento. Lampo, strobo
allucinogene, confusione mentale, difficoltà concentrativa.
Emozioni cerebrali sepolte da circuiti e virus, zippate in un
unico clock, ripristinate tramite pensiero.
Amore.
Ritornai al Risiko più volte, le notizie frammentarie non
mi portavano più in la del sapere del suo lavoro, luoghi
virtuali dello space visitati in un lampo, scariche, HD colmi e
vendita. Rintracciare sarebbe stato inutile. Troppo difficile e
pericoloso.
La mia vita riprese londa ritmica modulare classica.
Il furto come atto di vita, scariche sotto la pelle. Non
continuai nella ricerca, seppur minima, che avevo avviato, troppi
luoghi in firewall, bridge non accesso, chip in traccia. Troppo
facile venir soppressi. Un block, minimo, mi sorprese,
visualizzando un unico, inequivocabile messaggio - I <> U.
Caratteri ascii, Della, lei aveva cercato me, meno protetta, ma
lentamente più affidabile, era riuscita nellimpresa.
La razionalità in me molto forte, perse il suo valore per
lasciar posto al desiderio, velocità di esecuzione, non
pensiero, muscolo pulsante di sangue, arterie velocissime come
luci veicolari notturne. Risiko - popolo variopinto in circolo -
osservazione - matrici sbiadite e clonate di esistenze non libere
- luce - Della in piedi - in fondo allo stanzone - impalcatura -
la corsa tra spintoni metallici - urla e suono fosforescente -
abbraccio - umano - forte - vigoroso - amore.
Dolce violenza avevo ritrovato, frastuono per le mie
cellule, lei che non riusciva a star calma per il piacere, mani
intrecciate come block concatenati, tracciati, mai più dissolti,
se non dal grande RD che annientava la vita nomade, estremo
crackdown, manette virtuali, ritiro.
Passione, corpi in movimento, un lento piacere
adrenalinico, violenza repressa, materia composta, penetrazione,
un unico corpo.
Al risveglio mi ritrovai solo, con un senso dangoscia
in gola, un pezzo di carta in mano. Fiammiferi del Risiko, pochi
allinterno, un numero, Della. Sereno, finalmente capace,
tornai al lavoro con spirito quasi allegro, scardinai un
firewall. La banca dati era più ampia del solito, trovai
comunque quanto richiesto, scan e defr, caricai il block, e
scappai. Nelluscita un messaggio, un help mal scandito, un
tracciato evirato. Fui costretto più dallimpulso quanto
dalla ragione alla connessione ulteriore, cercando lo stack, il
pezzo mancante, il sito dinvio, Della. Tracciata, aveva
perso tempo, aveva eseguito male lo scarico dati, il block era in
firm, con cluster segnati.
RD aveva eseguito il tracciato, scovato e annientato, con
scariche elettriche che avevano completamente distrutto il corpo
di Della, ritirato.
Tutto velocemente come era iniziato, consumato, si
ritrasse. Non era successo niente.
Sapevo benissimo che non era così, rimasi nella mia
solitudine, con il volto bagnato, nellosservare la città
dallalto.
Dallalto del mio appartamento, il mondo sembrava più
piccolo e soprattutto meno cattivo. In mano un pezzo di carta,
fiammiferi del Risiko, un numero, Della.
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