Abitare gratis nel Web
Comincia da Tripod e arriva a GeoCities, passando per Homestead e Xoom, la nostra
analisi sul funzionamento dei principali servizi gratuiti internazionali che offrono la
possibilità di crearsi una presenza sulla Rete
È molto semplice ottenere gratis una decina di megabyte per costruire il proprio
domicilio virtuale. Basta navigare, approdare nelle pagine di chi offre il servizio,
riempire un modulo, e, nel giro di pochi secondi, saremo pronti per cominciare.
Nei servizi online la concorrenza è agguerrita, non deve sorprendere che lofferta
sia molto standardizzata: dieci megabyte o poco più, spesso una casella e-mail gratuita
sono la base comune. Non è più un segreto che chi offre spazio Web lo faccia per vendere
pubblicità, quindi è normale che ai nostri visitatori venga proposto qualche banner, per
lo più sotto forma di una finestra separata dal contenuto delle nostre pagine, che si
apre ogni volta che qualcuno arriva sulla home page.
Il commercio elettronico è sovente proibito: fanno eccezione i programmi convenzionati
con i colossi della vendita online, come Barnes & Noble, Amazon, CDNow (si veda il box
«Far soldi con lhome page»). Cè di solito ampia tolleranza per i siti dal
contenuto commerciale in senso lato, purché non vengano venduti beni o servizi in modo
diretto. Naturalmente è vietato lo spamming, vero delitto capitale che causerà ovunque
limmediata radiazione delle pagine incriminate. Proibita anche la pornografia, pur
con una certa tolleranza verso lerotismo soft, e in generale tutto ciò che viola la
legge vigente negli Stati Uniti, come le copie illegali di programmi e le procedure per
sbloccare il software protetto contro la pirateria (per inciso, sono illegali anche da
noi).
Anche se gli elementi che hanno in comune sono tanti, non significa che i gestori di
servizi di questo genere siano tutti uguali: la qualità e la quantità dei servizi
aggiuntivi sono molto importanti per trovare lo spazio che meglio si adatta alle nostre
necessità. Consigliamo anche di fare attenzione allUrl che avrà il nostro sito una
volta pubblicato sul server: più sarà semplice, più facilmente verrà ricordato dai
nostri visitatori e più successo avranno le nostre pagine.
In questa prima puntata del dossier tratteremo i più famosi siti internazionali. Nel prossimo numero metteremo a fuoco le proposte italiane.
Tripod Italia
http://www.it.tripod.de/
Può stupire che Tripod Italia venga considerato un servizio internazionale, ma di fatto
è così: come lUrl lascia intuire, si tratta della versione, per il nostro mercato,
della proposta del gruppo tedesco Bertelsmann, che i netsurfer ben conoscono grazie al
portale Lycos.
Tripod in italiano consente di avere gratuitamente 12 MB, allindirizzo
http://members.it.tripod.de/~vostronome/
La tilde (~) nellUrl comporta una certa scomodità per gli utenti italiani, visto
che le nostre tastiere non la supportano: per scriverla (nei sistemi operativi Windows)
bisognerà premere [Bloc Num] e poi [ALT]+126 sul tastierino numerico. Chi usa Macintosh,
dovrà invece battere [ALT] + n + [spazio]: una vera seccatura. In compenso, è stata
dedicata molta cura nellaiutare a creare le pagine tenendo anche conto dei
principianti: per loro Tripod propone QuickPage, un sistema di autocomposizione visuale
della sviluppato in Html. Oltre a essere semplice da usare, è interessante sul piano
didattico: ogni volta che viene introdotto un cambiamento ci viene mostrato lHtml
risultante. Certo, le possibilità espressive sono ridotte rispetto alla creazione
tradizionale delle pagine, ma probabilmente questo non interessa al principiante.
La traduzione italiana del software è sufficiente, anche se, in qualche caso, è stata
dimenticata la traduzione dal tedesco di qualche frase. Nel complesso, si tratta tuttavia
di piccole cose rispetto alla grande qualità offerta dallautocomposizione. Alcune
scelte sono forse un po troppo riduttive: per esempio, la struttura della pagina
(solo due possibilità) e gli schemi dei colori: quelli di default non sono straordinari,
ma possono essere facilmente creati schemi personalizzati usando i 224 colori che
sicuramente ogni browser visualizza in maniera corretta.
Vediamo allora in dettaglio come funziona il «self-service» di creazione del sito.
Nella prima videata viene chiesto di dare un nome alla pagina che si sta creando (la
proposta di default è index.htm). La schermata offre spiegazioni dettagliate sulle
convenzioni sui nomi dei file e sui caratteri illegali.
Dopo aver scelto il nome veniamo invitati a selezionare il formato. Le opzioni si riducono
a due: cinque sezioni sistemate verticalmente, separate da una barra verticale oppure
unimpaginazione a due colonne, due sezioni sulla parte destra e tre sulla sinistra
della pagina. Dovremo quindi riempire le sezioni, facendo clic sui vari elementi che le
comporranno Il tutto è molto semplice e immediato, anche se non del tutto esente da
difetti. Il più evidente è il numero limitato di sezioni per pagina: ne abbiamo al
massimo cinque, in cui possiamo scegliere di inserire un blocco di testo,
unimmagine, una raccolta di link, le nostre informazioni per i contatti e il
contatore delle visite. Quindi, se per esempio vogliamo due blocchi di testo, dovremo
rinunciare a qualcosa: non cè infatti modo di aumentare il numero di sezioni per
pagina.
Altre limitazioni, minori, anche se fastidiose, derivano dalle insufficienti possibilità
di configurazione della pagina.
Abbiamo creato una pagina dimostrativa (usando esclusivamente lautocomposizione)
contenente una tabella a due celle. Il risultato che abbiamo ottenuto è abbastanza
soddisfacente sul piano estetico, ma potrebbe essere migliorato anche solo modificando
leggermente il colore di sfondo della cella di sinistra, unoperazione che però ci
risulta impossibile con lautocomposizione. Purtroppo non possiamo intervenire a mano
sullHtml dellintera pagina, ma soltanto sul codice delle singole sessioni.
Anche il tentativo di passare a Professional Page, che consente di scrivere e modificare
direttamente lHtml non è servito a nulla: se la pagina è stata creata con
QuickPage, il sistema si rifiuta di caricare lHtml rimandandoci
allautocomposizione per principianti.
Abbiamo risolto il problema rivolgendoci alla sezione Homepage Manager, quella preposta
alla copia, cancellazione e spostamento dei file, dove troviamo il comando Converti, che
consente di passare da QuickPage a Html puro. Attenzione, però: una volta effettuata la
conversione non si potrà più tornare indietro.
In sostanza, QuickPage è un sistema facile, veloce e gratuito per creare pagine semplici,
ma è troppo rigido e spartano per essere davvero utile. A meno che non si abbia
nullaltro per creare pagine Web, anche un semplicissimo editor visuale come quelli
che troverete sul CD-ROM è decisamente più efficace e altrettanto semplice da usare. In
compenso, Professional Page è insignificante: un puro editor Html testuale senza nessuna
funzione a parte lediting manuale.
Oltre alle utility sopra descritte, Tripod in italiano propone il contatore dei
visitatori, una galleria di 4.000 immagini gratuite e laccesso al guestbook
GuestWorld.
Il servizio internazionale di Tripod
http://www.tripod.com
è molto più completo del suo cugino italiano. Se decidete di mettere su casa qui, le
vostre pagine avranno lindirizzo
http://members.tripod.com/~vostronome/
decisamente meglio dello strano e bruttino Url italiano. Purtroppo la «tilde» cè
anche qui, ma solo se non installiamo le estensioni FrontPage, disponibili esclusivamente
sul sito internazionale. A parte il dettaglio (significativo, daccordo, ma pur
sempre un dettaglio) di far sparire la tilde, le estensioni FrontPage sono un ottimo
motivo per preferire la proposta di Tripod internazionale rispetto ai server che non le
offrono.
Non bisogna dimenticare che chi offre spazio gratis non offre la possibilità di accedere
al lato server, costringendo gli utenti a rinunciare a gran parte delle caratteristiche
avanzate dei siti moderni. È vero che molti effetti speciali possono essere creati
attraverso applet Java, ma se non si ha il lato server a disposizione diventa impossibile,
per esempio, creare un modulo che raccolga dati sui nostri visitatori e ce li invii via
e-mail: per spedire la posta bisogna necessariamente accedere al lato server, non ci sono
scappatoie.
Le estensioni FrontPage (vedi box) consentono un certo controllo sul lato server,
sufficiente per risolvere problemi come questo. Naturalmente, per sfruttare al massimo le
potenzialità delle estensioni le pagine dovrebbero essere create con Microsoft FrontPage.
In questo caso sarà anche possibile gestire il sito con FrontPage Explorer, che integra
gli strumenti di gestione, upload e download integrate nel pacchetto commerciale, con
grandi vantaggi in termini di semplicità e ottimizzazione del collegamento che si traduce
in risparmio sulla bolletta telefonica.
Il giudizio
Un servizio recente che ha fatto tesoro dellesperienza altrui. Tra i suoi punti
di forza, la ricchezza dei servizi aggiuntivi, alcuni dei quali talmente innovativi da non
poter ancora essere giudicati, come i Pod privati e familiari, cioè pagine Internet il
cui accesso è ristretto ai membri di una famiglia o di una comunità, alla stregua di un
club esclusivo nel cyberspazio: solo il tempo dirà se si affermeranno e in che modo
potranno cambiare le abitudini dei navigatori. Decisamente importanti le estensioni
FrontPage. Accettabile la finestra pubblicitaria che si apre ogni volta che qualcuno
arriva alla nostra home page. Tripod non prevede e-mail gratuite per chi usa il suo spazio
Web, ma con pochi passaggi è possibile accedere alla casella postale gratuita offerta da
Lycos, altra società della grande famiglia Bertelsmann.
GeoCities
È uno dei più «nobili e antichi» server fra quelli che offrono spazio gratuito: 11
MB, appena un pizzico meno di Tripod, e in più la casella postale gratuita.
GeoCities è strutturato come una vera città, con i suoi quartieri e i suoi rapporti di
vicinato. Durante la fase di registrazione vi sarà chiesto qual è la vostra area
dinteresse, e in base alle risposte che darete vi verrà data la possibilità di
scegliere una residenza tra quelle libere. LUrl delle vostre pagine potrà essere
qualcosa che assomiglia a
http://www.geocities.com/SiliconValley/Orchard/2627/
Chi ha avuto a che fare con GeoCities qualche anno fa ricorderà una lenta e farraginosa
procedura per la scelta del quartiere. Ora tutto è molto più semplice. Peccato che, come
è tradizione GeoCities, lUrl sia il più incomprensibile e «anti-mnemonico»
possibile. Una volta trovato il «lotto edificabile», possiamo cominciare a creare le
nostre pagine.
Proviamo subito GeoBuilder, lautocomposizione destinata ai principianti. Si tratta
di unapplicazione Java molto curata, intuitiva e semplice da usare. In apertura
propone quattro esempi di struttura preconfezionati, tutti quanti paurosamente kitsch:
Recipe, per chi vuole pubblicare ricette di cucina; Wedding Announcement per i futuri
sposi, Photo Album e Resume per chi cerca lavoro. Ci caliamo nei panni del principiante
assoluto e proviamo a modificare una struttura (Resume, nel nostro caso: vedi figura 5)
per provare a creare unonesta home page senza pretese artistiche. Una prima
difficoltà labbiamo incontrata cercando di inserire unimmagine diversa dalle
clipart disponibili sul sito: mentre lautocomposizione di Tripod permetteva con
facilità di scegliere immagini salvate sul nostro computer, GeoBuilder richiede che le
immagini siano già residenti sul server, cosa che può mettere in crisi lutente
meno smaliziato, anche perché lhelp tace su questo punto non secondario. Per la
cronaca, bisogna fare clic sul pulsante upload, scegliere limmagine da salvare sul
sito, e finalmente la nostra immagine apparirà tra quelle utilizzabili.
Dopodiché abbiamo cambiato il background, i testi e abbiamo ottenuto la meraviglia che
potete vedere in figura.
Il frutto dei nostri sforzi, durati unoretta buona (complice la lentezza del
collegamento Internet) è anche visibile allUrl
http://www.geocities.com/SiliconValley/Orchard/2627/
Lautocomposizione ignora lesistenza delle tabelle e dei frame, ma è
abbastanza intuitiva e rapida per mettere in piedi una presenza senza pretese.
Le pagine su GeoCities vengono «sporcate» dal logo a piè di pagina. A ogni accesso al
sito viene aperta anche una finestra pubblicitaria, un piccolo scotto da pagare in cambio
del servizio gratuito.
Abbandoniamo larea principianti per dare unocchiata al file manager dove,
oltre a caricare, scaricare e modificare file, troviamo gli strumenti per modificare il
nostro account, il contatore degli accessi e muoverci su un nuovo indirizzo. Possiamo
anche scegliere leditor con il quale lavorare sulle nostre pagine; Basic Home Page
Editor, che consente di lavorare solo sul documento Index.html (lhome page, in
pratica), semplicemente componendo il testo negli spazi previsti; Advanced Html Editor, un
editor testuale senza alcun fascino, utile soprattutto per effettuare modifiche sulle
pagine, e infine EZ Editor, un altro editor scritto in Java: cè solo
limbarazzo della scelta. Restiamo tuttavia del parere che la strada migliore per
creare pagine Web sia quella di usare un editor visuale: ce ne sono di ottimi e con prezzi
per tutte le tasche, non si capisce davvero perché soffrire con gli editor online.
Anche GeoCities offre diverse applicazioni utili per estendere le potenzialità delle
pagine Web, tra le quali un classico sempre gradito è il contatore degli accessi.
GeoCities non accetta le estensioni FrontPage, ma alcune funzioni sopperiscono a questa
mancanza. Abbiamo già visto come un uso classico delle estensioni sia quello di inviare
via e-mail il contenuto dei moduli.
Questo servizio viene offerto da GeoCities Form, che richiede un piccolissimo intervento
manuale sullHtml.
Il giudizio
GeoCities è un servizio online con milioni di utenti, sicuramente robusto e
affidabile. Un successo meritato, che ha portato il servizio americano a essere per lungo
tempo lo standard di fatto e la pietra di paragone tra i servizi gratuiti di Web hosting.
Ma quando si parla di Internet, non è detto che gli anziani vadano rispettati. Gli anni
si vedono, e GeoCities si porta dietro alcuni peccati originali. Innanzitutto
lindirizzo con cui vengono identificate le pagine che, con la sua insalata di
lettere e numeri, è quanto di più antimnemonico e barocco si possa immaginare: non è
raro che gli stessi Webmaster dei siti GeoCities non ricordino il loro Url, figuriamoci i
visitatori.
Anche la mancanza delle estensioni FrontPage è piuttosto grave, vista la crescente
popolarità del sistema di sviluppo Microsoft. Un po troppo invasiva la pubblicità
che passa sulle nostre pagine: passi per lormai consueta finestra con lo sponsor, ma
il logo GeoCities che appare a piè di tutte le pagine è davvero troppo grande e
fastidioso, con il suo saltellare in basso per essere sempre ben visibile ogni volta che
si fanno scorrere le pagine. Veramente ottima la documentazione e lassistenza per la
creazione delle pagine e laccesso ai servizi.
Xoom
http://xoom.com/Webspace/
Anche Xoom offre 11 MB di spazio libero e una casella e-mail, allineandosi così ai più
noti server internazionali.
Le pagine verranno ospitate allindirizzo
http://members.xoom.com/vostronome/
La procedura di registrazione varia leggermente rispetto a Tripod e GeoCities, perché una
volta riempito il consueto modulo con i dati personali, prima di poter accedere ai servizi
bisogna attivare laccount, che si ottiene recandosi allindirizzo che Xoom ci
comunicherà via e-mail pochi minuti dopo il termine della registrazione. Sembra una
seccatura inutile, ma in questo modo i Webmaster riescono a evitare di trovarsi troppe
iscrizioni fasulle.
Anche questo server prevede un sistema online per la creazione delle pagine: Easy Page
Builder 2.0.
Il progetto deve essere abbastanza recente, visto che, nel periodo della nostra prova, non
era ancora stato realizzato il collegamento con la libreria di clipart del server e
venivano messe a disposizione solo poche immagini per arricchire le pagine.
La cosa non ci pare particolarmente grave, perché riteniamo che gran parte di noi
preferirà usare la propria grafica piuttosto che affidarsi alle pur ricche collezioni di
immagini gratuite che tutti i servizi gratuiti mettono a disposizione.
Per usare le nostre immagini dovremo caricarle via FTP nella directory /epbimages,
seguendo la spiegazione chiara e dettagliata che ci viene presentata nellhome page
di Easy Page Builder. Abbiamo apprezzato molto meno il fatto che non ci sia fornito
nessuno strumento per farlo: dobbiamo usare un client FTP.
Per generare le nostre pagine, la procedura guidata ci chiede di scegliere un nome,
consigliando correttamente di usare index.html per lhome page. Curiosamente, la
lunghezza massima del nome di ogni pagina non può superare i 12 caratteri. Una volta
scelto il nome, veniamo invitati a scegliere la struttura della pagina. Le combinazioni
sono molte ma, come spesso accade quando si usano generatori online, la struttura finale
sarà rigida e scarsamente configurabile. Si va da tre fino a un massimo di 10 box di
testo o immagini (rispettivamente, Personal Basic e Professional Marble).
Procedendo nella costruzione della pagina, non si tarda a capire che le opzioni grafiche
sono davvero troppo poche anche per un sito senza pretese. Meglio rinunciare subito a Easy
Page Builder: incompleto, lento e rudimentale per avere risultati anche minimamente
soddisfacenti. Nella stessa area dedicata agli strumenti per la creazione del sito veniamo
informati che, volendo preparare le pagine usando un editor oppure muovere un sito
esistente in un altro server sotto Xoom, potremmo trovare aiuto alla sezione
http://xoom.com/xoom/helpcenter/ftp/transfer
Decidiamo di andare a verificare, e veniamo messi al corrente di una grande verità: per
trasferire il nostro sito dal nostro hard disk o da un altro Webspace dobbiamo ricorrere a
un client FTP. Contrariamente a Tripod e a GeoCities, Xoom non dispone di nessuna
facilitazione per lupload. Insomma, tirando le somme possiamo dire che Xoom non è
un server consigliabile per chi comincia.
Chi non ha la minima idea di come fare a cavarsela con FTP ed editor di pagine cerchi casa
altrove.
Anche Xoom, come GeoCities, non dispone delle estensioni FrontPage. Per aumentare le
possibilità espressive delle nostre pagine possiamo ricorrere ad alcune interessanti
proposte Xoom, che sopperiscono alla mancanza dei Webbot ormai standard. Per esempio,
possiamo inserire una chat room gratuita, aperta a tutti o ristretta ai soli membri di
Xoom, banner animati, un motore di ricerca su tutte le risorse Internet, in collaborazione
con GoTo
http://www.goto.com
interessante, ma riteniamo più utile una ricerca ristretta alle pagine del nostro sito,
come quella che potremmo avere se il server accettasse le estensioni FrontPage. Molto
bello è il servizio, in collaborazione con Usa Today
http://www.usatoday.com
che consente di mostrare sulle vostre pagine in diretta le notizie del famoso quotidiano
americano. In inglese, naturalmente.
Per aiutare i visitatori a sfogliare le pagine personali ospitate da Xoom, i siti sono
organizzati in comunità e aree dinteresse: una caratteristica non molto utilizzata,
visto che, per la maggior parte, queste sono vuote
Il giudizio
Un buon outsider, a cui manca lenorme ricchezza dei servizi offerti da Tripod e
lautorevole affidabilità di GeoCities. In compenso non ha alcuni difetti propri
degli altri due. Per esempio, lUrl in cui verremo ospitati è chiaro e senza
caratteri che fanno impazzire chi usa le tastiere italiane (vedi la tilde di Tripod). I
servizi aggiuntivi sono un po scarsi, il che per un server privo di FrontPage
Extension è grave. Unaltra pecca riguarda la documentazione: nonostante ricerche
approfondite, non abbiamo scoperto come inserire un banale contatore dei visitatori. O non
cè (ma sarebbe davvero grossa) o lhanno nascosto bene: in ogni caso,
colpevoli.
Homestead
http://www.homestead.com
Homestead non è solo un luogo dove pubblicare pagine, ma anche un editor di siti Web di
tipo «collaborativo». Chi trova casa su Homestead viene incoraggiato ad allargare i
diritti di editing delle proprie pagine ad altri utenti, con premi anche nello spazio
gratuito a disposizione: si parte da 12 MB e, per ogni persona in più a cui viene
riconosciuto il diritto di lavorare sulle nostre pagine, si «guadagnano» 100 KB, fino a
un massimo di 1 MB. Per creare le pagine si devono usare gli strumenti di editing online
Homestead: Homestead Editor e anche Homestead Express.
Mentre, nei servizi che abbiamo descritto finora, il ricorso alleditor online è una
semplice alternativa alla creazione tradizionale delle pagine Html, in Homestead è
lunica strada consentita, anche se è possibile inserire frammenti di codice Html
nelle pagine.
Homestead Editor: dopo aver provato gli editor online proposti da Tripod, GeoCities e Xoom
siamo partiti un po prevenuti, ma abbiamo dovuto ricrederci in fretta.
È un editor intuitivo, potente e con molte funzioni avanzate. Lunica pecca è la
velocità: con un modem 28.800 possono trascorrere diversi costosi minuti prima che venga
caricata lapplicazione Java.
Naturalmente anche il salvataggio e lupload degli elementi multimediali è tutto
tranne che veloce. Se a questo si aggiunge la necessità di lavorare sempre online per
tutte le fasi della creazione delle pagine si deduce facilmente che il servizio è
gratuito, ma i costi Telecom «di costruzione» non devono essere sottovalutati.
Il discorso naturalmente cambia per i pochi fortunati che hanno a disposizione un
collegamento dedicato
Tutti gli elementi sono ridimensionabili e posizionabili in qualunque punto della pagina,
basta trascinarli con il mouse. In pochi minuti abbiamo realizzato la pagina dimostrativa
che contiene diversi elementi attivi.
Per vederla online, navigate allindirizzo
http://www.homestead.com/internet_news/
Come si vede dalla figura, lunico elemento estraneo inserito dai gestori del
servizio è il piccolo e discreto bottone in basso a destra, che invita i nostri
visitatori a creare anche loro le loro pagine sfruttando Homestead.
Homestead Express: dedicato a chi comincia, leditor propone inizialmente una piccola
collezione di modelli standard di pagine. Una volta scelto quello che fra questi
corrisponde maggiormente alle proprie esigenze, è sufficiente riempire un modulo con le
diverse opzioni, a seconda della struttura prescelta. Davvero molto facile, questa
autocomposizione consente di ottenere risultati apprezzabili in pochissimo tempo, pur
senza garantire un sufficiente controllo sul risultato finale.
Ottimo per chi si accontenta di una presenza senza pretese in cambio di una enorme
semplicità duso. La pagina dimostrativa che abbiamo creato si trova
allindirizzo
http://www.homestead.com/internet_news/Principianti.html
Il giudizio
È difficile dare un giudizio su Homestead, vista la sua particolare struttura. Pregi e
difetti derivano dalla necessità di usare il loro editor proprietario, una caratteristica
unica tra i servizi che abbiamo provato per voi. Se da un lato ci viene messo a
disposizione un editor gratuito di qualità sorprendente, dallaltro ci troviamo
privi di alcuni elementi ormai entrati nello standard delle pagine Web. La mancanza più
macroscopica, a nostro giudizio, è limpossibilità di creare moduli da sottoporre
ai visitatori. Daltro canto, tra i pregi va messa la grande ricchezza di elementi
interattivi che per una volta sono davvero «a portata di clic»: chat room, contatori,
ricerca (tramite il motore DejaNews), mailing list... Tra questi ci è sembrato originale
e utile Web Poll, che consente ai visitatori di esprimere un giudizio sulle questioni che
il Webmaster propone loro: se, per esempio, volete giudicare il dossier che state
leggendo, potete farlo dallUrl
http://www.homestead.com/internet_news/
Data la struttura di Homestead, non ha senso pensare di disporre delle Front Page Sever
Extension e del controllo sul lato server. In definitiva, quello offerto da Homestead è
un servizio che vale la pena di provare: o lo si ama, o lo si detesta, non ci sono vie di
mezzo. Un altro pregio: le pagine residenti sul server non vengono usate per veicolare
pubblicità, perché il sito si propone di ricavare lutile dalla vendita
delleditor o di altri servizi online. Purtroppo non è possibile importare in
Homestead un sito Web già pronto.
Web fai da te
Ernesto Damiani
Internet è la terra (virtuale, beninteso) dei boom e delle crescite esponenziali e il
continuo affermarsi di nuove tecnologie e di mode culturali è forse il suo aspetto più
interessante. Da un po di tempo, per esempio, sono sempre più diffusi gli indirizzi
di e-mail e gli spazi Web offerti gratuitamente da organizzazioni internazionali e
italiane.
Come vedremo nelle pagine che seguono, levoluzione di questo fenomeno non è solo
quantitativa, anzi il cambiamento in corso riguarda soprattutto gli strumenti e le risorse
che vengono messe a disposizione degli utenti.
Mentre fino a qualche tempo fa si trattava prevalentemente di caselle postali gratuite,
magari con laggiunta di una o più pagine statiche sul World Wide Web, oggi
lofferta comprende addirittura accessi a database e pagine attive, consentendo
allutente esperto di farsi un vero e proprio personal information system su
Internet. Lasciando agli altri articoli del dossier lapprofondimento tecnico sulle
possibilità offerte agli utenti, proviamo a metterci dalla parte del fornitore e a
tracciarne un identikit.
Diverse forme di presenza online
I protagonisti di questo «effetto valanga» sono tre tipi di operatori: i provider,
costretti loro malgrado a regalare agli abbonati lo spazio e i servizi che vendono alle
aziende, i siti non profit che hanno nella diffusione del Web e nel desiderio di libera
espressione degli internauti il loro principale obiettivo e infine le organizzazioni che
offrono pagine gratis in cambio dinformazioni commerciali su chi le crea.
Come abbiamo già avuto occasione di osservare su queste pagine, infatti, non tutti gli
omaggi sono fatti per puro spirito filantropico, ed è un peccato che per lutente
finale non sia sempre facile distinguere. Le aziende che fanno pubblicità sui siti che
offrono pagine gratuite sanno esattamente chi sono i loro ascoltatori, e ciò non avviene
con gli strumenti generalisti come la radio e la televisione. Il costo per contatto, primo
parametro di ogni investimento pubblicitario, diviene così prevedibile.
Web Marketing
Gli esperti del settore ci dicono che ci sono due modelli per usare gli omaggi: la
comunità virtuale e la raccolta di punti. In entrambi i casi si tratta semplicemente
dellapplicazione in ambito Internet di tecniche di marketing collaudate per
laggancio di potenziali clienti.
Per individuare una comunità virtuale certi siti cercano di raccogliere, in cambio
dellofferta di pagine Web gratuite, dettagliate informazioni sulle preferenze degli
utenti che vengono suddivisi in gruppi omogenei per età, livello sociale, interessi e
propensione allacquisto.
La raccolta punti si basa invece su crediti per gli acquisti online che vengono offerti a
chi mette le proprie pagine su un sito gratuito, proprio come i punti da ritagliare sulle
confezioni dei prodotti.
Questi strumenti di «fidelizzazione» (unorribile parola presa in prestito dal
gergo pubblicitario) sono già usati da parecchio tempo anche dai supermercati e dai
negozi di casa nostra, che offrono carte fedeltà in cui il premio dello sconto nasconde
linteresse del venditore a crearsi un ampio database sugli acquirenti. Ma bisogna
tenere conto del fattore dimensionale di Internet: gli otto milioni di utenti di Hotmail
http://www.hotmail.com
e i quasi altrettanti di Juno
http://www.juno.com
e NetAddress
http://www.netaddress.com
costituiscono il campione più grande che sia mai stato disponibile per applicare tecniche
di vendita personalizzate.
CyberGold
http://www.cybergold.com
offre bonus dacquisto che vanno da 50 cent ad alcuni dollari a chi visita i suoi
siti pubblicitari.
Bonusmail
http://www.bonusmail.com
invece invia periodicamente ai suoi aderenti messaggi di posta elettronica personalizzati
che contengono inserzioni pubblicitarie. Chi risponde effettuando un acquisto accumula
crediti che possono essere spesi in acquisti successivi.
In altri termini, gli utenti che vogliono essere presenti sul Web «fanno gola», come
membri di gruppi stabili di consumatori con unimmagine di sé ben definita e fedeli
alle loro marche preferite; o come consumatori «sfuggenti» interessati a conseguire
vantaggi economici al momento degli acquisti grazie ai punti accumulati.
In entrambi i casi, gli omaggi virtuali stanno velocizzando il processo di trasformazione
dellutenza Internet e del Www nel più grande esperimento di direct marketing della
storia.
Non cè niente di male, sia chiaro, e inserzionisti e pubblicitari stanno solo
facendo il loro mestiere. Come vedremo nel resto del dossier, il grande divertimento di
creare un sito personale può valere benissimo la cessione di qualche innocua informazione
sulle nostre abitudini. Ma prima di aderire a uno di questi siti, lutente avrebbe
tutto il diritto di essere correttamente informato.
Immedesimazione
Ci caliamo nei panni del principiante assoluto e modifichiamo il template Recipe per
provare a creare una home page senza pretese artistiche. Una prima difficoltà
labbiamo incontrata cercando di inserire unimmagine diversa dalle clipart
disponibili sul sito: GeoBuilder richiede che le immagini siano già residenti sul server,
cosa che può mettere in crisi lutente meno smaliziato, anche perché lhelp
tace su questo punto non secondario.
Le Server Extensions di FrontPage
Si tratta di programmi che possono essere installati sul server Web. Se il sito che
ospita le nostre pagine consente di utilizzare le Server Extensions di FrontPage, gli
utenti del pacchetto Microsoft potranno intervenire online sulle loro pagine senza la
necessità di scaricarle e risalvarle via Ftp, potendo aggiungere funzionalità complesse
come linvio della posta, la gestione delle form, indici e pagine di ricerca. Le
estensioni si suddividono in tre grandi categorie:
Authoring: estensioni che consentono di modificare le pagine direttamente sul server
remoto.
Administrating: estensioni utili a chi lavora in gruppo, che consentono di assegnare ai
vari membri del team di sviluppo i privilegi necessari per intervenire solo su certe aree
del sito.
Browsing: consentono di creare elementi complessi come i gruppi di discussione, pagine di
ricerca, indici.
Grazie alle Server Extensions si possono utilizzare i componenti Webbot, tra cui contatori
grafici dei visitatori, striscioni pubblicitari, pulsanti attivati al passaggio del mouse,
testo scorrevole... Unico problema: qualcuno di questi elementi, come il testo scorrevole,
non viene visualizzato correttamente da Netscape Navigator. Molto utile è la possibilità
di creare moduli con domande a cui i nostri visitatori potranno rispondere: le loro
risposte verranno automaticamente salvate su un file (residente sul server) o potranno
esserci inviate via e-mail.
La stessa Microsoft ha compilato una lista di provider italiani che offrono (a pagamento)
lhosting delle pagine con le FrontPage Extensions
http://www.microsoft.com/italy/frontpage/Wpp/lista.htm
Far soldi con lhome page
Siete dei D.J. e volete proporre i vostri CD-ROM preferiti? La vostra home page è un
cenacolo letterario e volete diffondere i dieci libri che non devono mancare nello
scaffale dei vostri visitatori? Il vostro sito parla di penne a sfera da collezione, o di
ceramiche dellepoca Ming? E soprattutto, volete provare a raggranellare qualche lira
dalla pagina che vi è costata molto in termini di fatica e costi? Allora i programmi di
co-marketing con i colossi americani della vendita online sono ciò che fa per voi!
I più diffusi sono quelli di Barnes & Noble e Amazon per i libri
http://barnesandnoble.com/
http://www.amazon.com
e il programma Cosmic Credit di CDNow per la musica
http://www.cdnow.com
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