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Fate largo!
Massimo Metalli
Sulla spinta della domanda sollecitata dalla disponibilità di informazioni
multimediali e dalla crescente dimensione del software a 32 bit disponibile, questo tipo
di dispositivo ha assunto un'importanza crescente. Il mercato offre molteplici
possibilità per prezzi, tecnologie, abbondanza di modelli, e il "domani" già
bussa alla porta
Fino a non molti anni fa 20 MB di hard disk erano considerati una capacità più che
sufficiente per un PC; oggi sono diventati comuni dischi fissi da 2 GB e per il futuro
prossimo venturo già si prospettano dispositivi per personal domestici con capacità di
molte volte superiori. Questi tre aspetti rappresentano uno degli indici più evidenti
delle necessità imposte dall'evoluzione dei sistemi informatici multimediali. La
capacità dei dischi fissi non è aumentata solo sotto la spinta dell'avanzamento
tecnologico: provate infatti a immaginare la differenza tra un documento creato con un
word processor come Microsoft Word e il corrispondente in formato Ascii, oppure provate a
valutare la dimensione di file video o audio, oppure di file contenenti immagini: senza
esagerazioni si può constatare come la richiesta di spazio sia aumentata di ordini di
grandezza.
Comunque non è solo la dimensione dei file applicativi ad aver creato la crescente
domanda di spazio; anche i prodotti software applicativi e i sistemi operativi hanno
assunto nel tempo dimensioni inimmaginabili solo alcuni anni fa: chiunque ricorda i tempi
del DOS o di Windows 3.1, può fare i dovuti confronti con lo spazio occupato da Windows95
o WindowsNT.
Inoltre il problema è aggravato dal fatto che, anche se esistono ormai efficienti sistemi
di disinstallazione dei software applicativi, è altamente probabile che essi non si
cancellino completamente, ma continuino a occupare porzioni di spazio su disco. Un'altra
delle forze che hanno guidato lo sviluppo delle memorie di massa secondarie, è stata, ed
è, l'esigenza degli utenti di scambiarsi informazioni facendo uso di supporti adeguati
per praticità, spazio offerto e robustezza. Per soddisfarla sono state create memorie di
massa rimovibili, sia magnetiche sia ottiche o magneto ottiche.
Queste tecnologie sono certamente più pratiche dei dispositivi a nastro che, a fronte di
un costo per megabyte leggermente più basso, non offrono però la possibilità di
accedere ai dati direttamente.
Le memorie di tipo ottico o magneto ottico, sia riscrivibili sia WORM (Write Once Read
Many) offrono maggiore robustezza e garantiscono una vita superiore dei dati ma hanno
anche lo svantaggio del costo del drive un po' elevato e del tempo d'accesso non
eccezionale. La nostra rapida panoramica dà una idea della complessità del problema
(dovuta anche alla grande varietà e disponibilità di tecnologie), e certamente richiede
una serie di riflessioni sulle principali tecnologie disponibili, al fine di effettuare
una scelta più ponderata. Prenderemo in considerazione solo le memorie di massa
secondarie ad accesso diretto, tralasciando le tecnologie ad accesso sequenziale come i
nastri, anche se certamente rappresentano una soluzione a volte molto economica e, per la
potenziale capacità, insostituibili.
Memorie di massa magnetiche
Nel settore delle memorie rimovibili di tipo magnetico, la battaglia per il predominio
è oramai circoscritto al confronto tra Iomega
http://www.iomega.com
e SyQuest
http://www.syquest.com
I due costruttori si affrontano a "suon" di prodotti direttamente confrontati
con quelli del concorrente, e non sembra che questa strategia sia destinata a cambiare.
Per ciò che riguarda Iomega, è d'obbligo citare l'ormai onnipresente ZIP, diffusissimo e
montato di serie su alcuni modelli di Apple Macintosh. Si tratta di un drive semplice,
pratico ed economico che permette di gestire dischi da 100 MB. Anche se la capacità è
sensibilmente inferiore a confronto per esempio dei CD R (650 MB) o dei dischi magneto
ottici (2,6 GB), lo ZIP ha un successo strepitoso grazie alla economicità del drive e dei
dischi (vedere tabella comparativa) e della sua semplice "rimovibilità". Il
drive è disponibile con interfaccia parallela e SCSI. Grazie alla sua diffusione e
praticità lo ZIP si rivela una soluzione particolarmente indicata per veloci scambi di
dati, per esempio con i "service" di prestampa (fotolito e simili) dove ormai il
drive è onnipresente.
Subito a ruota dello ZIP troviamo un prodotto della SyQuest, l'EZFlyer 230 che con la
capacità di 230 MB si colloca, anche per il suo tempo di accesso migliore, su un gradino
leggermente superiore in termini di prestazioni rispetto allo ZIP, anche se non è così
diffuso.
Anche l'EZFlyer è disponibile sia con interfaccia parallela sia SCSI, ed è una scelta
interessante per coloro che considerano insufficienti i 100 MB dello ZIP e non richiedono
dispositivi ad alta capacità. L'EZFlyer subisce la concorrenza come abbiamo visto dal
basso dallo ZIP, sulla stessa capacità da parte delle unità magneto ottiche.
In questo settore, sebbene molto distante come diffusione, si colloca il superdrive LS120
proposto dalla Imation che con una capacità per disco di 120 MB, è diretto antagonista
dello ZIP, ed ha il vantaggio di poter leggere i floppy da 3,5". In un segmento di
mercato più alto, Iomega propone il drive Jaz, hard disk rimovibile da 1GB e recentemente
disponibile anche in versione 2GB. Il Jaz è certamente la scelta per applicazioni audio e
video ove siano richiesti capacità e velocità di accesso di un certo livello. Il Jaz ha
interfaccia SCSI e ha un prezzo al pubblico molto interessante: il costo per Megabyte è
invece piuttosto alto. Le cartucce sono relativamente se confrontate con altre soluzioni
di capacità anche superiore (come i dischi Magneto Ottici da 2,6 GB) anche se di
prestazioni inferiori. Naturalmente anche SyQuest ha un drive di caratteristiche simili da
1,5 GB rimovibili (SyJet), ha interfaccia IDE e SCSI e si colloca come il Jaz in un
segmento ad alto costo per megabyte.
La tecnologia magneto ottica
Nell'ambito delle memorie rimovibili, i drive per dischi magneto ottici hanno una
storia abbastanza consolidata e, in molte aziende, godono di notevole diffusione. I
maggiori vantaggi offerti da questa tecnologia sono rappresentati dal fatto di basarsi su
uno standard internazionale unanimemente riconosciuto (quindi l'utente ha la possibilità
di scegliere i drive e le cartucce tra una grande varietà di marchi e modelli), e di
mantenere la compatibilità con le passate generazioni di prodotti analoghi. I formati
più recenti leggono solitamente i dischi delle passate generazioni e scrivono quelli fino
a due generazioni passate. Ma nonostante lo sviluppo di una notevole concorrenza tra i
vari costruttori (tipica di un formato standard aperto), la diffusione non ha ancora
prodotto, come naturale conseguenza, un consistente abbattimento dei costi. In altre
parole i prezzi di mercato non sono ancora scesi a valori tali da favorirne l'acquisto di
massa. Comunque, questa tecnologia indubbiamente rappresenta già un'ottima alternativa
alle opzioni solo "magnetiche" come lo ZIP.
Il prezzo al pubblico dei drive e media MO da 640 MB è indicato in tabella.
La tecnologia MO comprende anche un formato maggiore da 5,25", il cui standard
attuale prevede una capacità di 2,6 Gb per cartucce a doppia faccia. Alcuni drive per
dischi MO, si avvicinano alle prestazioni degli hard disk di qualche tempo fa, ma nessuno
al momento riesce ad avvicinare le prestazioni di un moderno hard disk. Per esempio il
drive Maxoptix da 2,6 GB ha un tempo di seek di circa 40 ms.
PD antesiniano dei CD riscrivibili
Una delle tecnologie più interessanti emerse negli ultimi anni è quella denominata
"Phase Change Dual" (PD) proposta da Panasonic (uno dei marchi di proprietà del
colosso giapponese Matsushita)
http://www.panasonic.com
Purtroppo non è stata compresa o adeguatamente divulgata; di fatto ha creato una delle
tante nicchie di cui è popolato il mondo delle memorie secondarie. Il PD scrive cartucce
proprietarie da 640 MB e legge, ma non scrive, CD ROM e CD R.
La differenza rispetto alla tecnologia MO è che PD è solamente ottica, ovvero sia la
lettura sia la scrittura avvengono sfruttando il raggio laser. Le principali
caratteristiche di prestazioni del PD prevedono un tempo di accesso di circa 165 ms. e un
transfer rate di 900 Kb/sec.
Da un punto di vista strettamente tecnologico possiamo affermare che il PD rappresenta in
più di un aspetto il progenitore del DVD-RAM, attuale punto di riferimento attuale per i
CD ad alta densità riscrivibili. Infatti, i DVD-RAM sono basati sulla stessa tecnologia;
essenzialmente sono dei drive PD da 2,6 GB. Come vedremo più avanti tali unità hanno
anche un prezzo contenuto, dovuto al costo di sviluppo tecnologico ormai ampiamente
ammortizzato. Il PD in se comunque, è in questo momento una soluzione non particolarmente
appetibile per gli utenti, che si trovano come alternativa le soluzioni multifunzione del
drive per CD Riscrivibili di pari capacità ma di più elevata flessibilità operativa.
Il CD registrabile e riscrivibile.
La tecnologia che certamente ha vissuto la crescita più vertiginosa ed ha influenzato
maggiormente gli utenti negli ultimi tempi, è quella dei CD Registrabili (CD R), e ora
della sua variante dei CD Riscrivibili (CD RW).
Dalla sua il CD R ha beneficiato della grandissima diffusione del CD: è difficile,
infatti, immaginare oggi un computer senza lettore di CD. La parentela con il CD è però
anche uno dei principali difetti del CD R: infatti il Compact Disc (inventato dalla
Philips alla fine degli anni '70) è stato originariamente studiato e sviluppato come
supporto non registrabile per l'audio digitale.
http://www.philips.com
Altre limitazioni dello standard CD (che peraltro rendono il disco interscambiabile su
praticamente tutte le piattaforme disponibili) sono quelle imposte dall'ISO 9660,
recentemente aggiornato a beneficio solo delle architetture Windows 95 e NT, con le
estensioni Joliet.
Recentemente l'OSTA (Optical Storage Technology Association) a introdotto alcune migliorie
che hanno portato alla definizione del CD -UDF (Universal Disc Format), un formato logico
creato per rendere maggiormente flessibile l'utilizzo del CD rispetto alle attuali
esigenze pratiche avvicinandolo alle caratteristiche degli altri media.
Adaptec Direct CD e CeQuadrat PacketCD sono le prime implementazioni di questa tecnologia
comunemente conosciuta come "packet writing" (vedere box), una tecnica che
consente di scrivere sul CD come una qualunque memoria di massa, e senza le limitazioni
imposte fino a ora.
I CD riscrivibili rappresentano un ulteriore passo per il superamento dei limiti congeniti
propri dei CD e la rigidità di utilizzo dovuta alla non cancellabilità del supporto.
Dopo un avvio più lento rispetto all'annunciato, ora la tecnologia CD RW è ampiamente
supportata dalle aziende del settore a cominciare da Philips, Ricoh e Yamaha. I
masterizzatori dell'ultima generazione infatti supportano la scrittura di CD RW e sono, a
tutti gli effetti, delle unità di memoria di massa multifunzione: normali masterizzatori
con i CD R, unità con cartucce riscrivibili con CD RW. Anche il loro prezzo è
interessante.
I CD RW utilizzano il Compact Disc Universal Disc Format (CD UDF) come formato logico del
file system, ma a differenza dei CD R, impiegano la tecnologia "Phase Change"
(il laser non crea "buchi" sulla superficie registrabile, ma cambia lo
"stato" del materiale di cui è composta la superficie registrabile permettendo
la memorizzazione delle informazioni). Questa tecnologia permette ai CD RW di essere
scritti e cancellati, contrariamente a quanto avviene per i CD R.
Attualmente i CD RW vengono utilizzati principalmente sugli stessi drive che li hanno
scritti poiché la maggior parte dei lettori di CD in circolazione, non ha le capacità
"multiread" richieste dai CD RW (i quali hanno un coefficiente di riflessione
notevolmente inferiore ai CD e ai CDR, di conseguenza richiedono una modifica nel
controllo del laser di lettura). I nuovi lettori in commercio possiedono questa
caratteristica ed è prevedibile che, gradualmente, i CD RW vinceranno anche le ultime
resistenze del mercato.
In conclusione
Le scelte disponibili per la propria unità di memoria secondaria (rimovibile), sono
innumerevoli e la scelta spesso non si presenta particolarmente semplice. Infatti
qualunque scelta è in qualche modo vincolante a fronte di un apparente basso costo del
drive può corrispondere un elevato costo dei "media" rimovibili, o una
diffusione scarsa che impedisce lo scambio dei dati tra gli utenti. Sicuramente è
opportuno verificare i parametri analizzati nell'articolo e nelle tabelle, ma anche a
nostro avviso l'aderenza di un particolare formato a standard non proprietari che
garantiscano, almeno sulla carta, un maggiore supporto da parte dei costruttori, una
maggiore concorrenza, e una maggiore "longevità" del formato stesso.
Il DVD è uscito dal limbo
Del DVD si parla da oltre 10 anni. Sull'onda della trasformazione in digitale del
formato audio, doveva rappresentare il sostituto delle videocassette in VHS. Tuttavia, la
mancanza di uno standard internazionale, il fallimento di mercato del video disco (formato
anch'esso digitale che si poneva in concorrenza), e le fortissime resistenze delle case di
produzione cinematografiche l'hanno per anni relegato nel limbo dei prodotti allo studio,
tanto da essere definito "l'eterno incompiuto" dagli addetti ai lavori. A
estrarlo dal limbo è stata l'evoluzione dell'informatica che offerto ai costruttori la
possibilità di indurre alla ragione le case cinematografica da un lato, e dall'altro, di
sfruttare le notevoli potenzialità di un formato nato e progettato per l'impiego
audio/video quindi in grado di immagazzinate grandi quantità di dati. I commenti tra gli
utenti e gli operatori del settore vanno dall'entusiasmo allo scetticismo. Infatti, se
escludiamo le applicazioni per l'elettronica di consumo (DVD video, ossia i film su CD),
per i rimanenti settori si è visto ancora poco. Sono già in vendita da tempo i drive per
DVD, già arrivati alla seconda generazione (DVD 2X e CD ROM 20X), ma l'entusiasmo degli
utenti, per mancanza di applicazioni, stenta a decollare. Il DVD ha le stesse dimensioni
fisiche del CD, tuttavia, grazie alla diversa tecnologia di memorizzazione, permette di
immagazzinare fino a 17 GB su un disco a doppia faccia e doppio strato. Come accennato, il
DVD è stato sin dall'origine progettato come supporto multimediale per poi divenire anche
multiformato. Per questa ragione ne esistono di diversi tipi. Tra essi il DVD ROM, DVD R,
e DVD RAM (il formato riscrivibile) sono stati specificatamente progettati per il mercato
del computer. Tutti i formati e i relativi drive (per DVD RAM e DVD R) sono già
disponibili. Attualmente, il prezzo per il DVD RAM è di poco superiore al milione
(70/80.000 per il supporto riscrivibile), mentre per il DVD R i costi sono di un ordine di
grandezza superiori.
La scrittura Packet Writing
La scrittura dei CD con la modalità a "Pacchetti", o "Packet
Writing", risolve molti dei problemi tradizionali associati all'utilizzo dei CD R
come supporti di memoria secondaria. I dati scritti nella tradizionale modalità
multisessione permettono all'utente di appendere dati a quelli già esistenti sul disco,
ma non di cancellarli: infatti anche se all'apparenza certi dati sembrano cancellati in
sessioni successive, in realtà essi continuano a esistere sul disco. La scrittura in
modalità multisessione quindi non offre il massimo utilizzo possibile dello spazio su
disco, anzitutto perché l'ISO 9660 prevede che ogni file occupi multipli di settori da
2048 byte, quindi un file che occupa parzialmente un settore di fatto lo alloca
completamente. Secondariamente, a ogni chiusura di sessione si sprecano oltre 10 MB, un
prezzo necessario se si vuole che le informazioni siano lette da un qualunque drive, e non
solo da quello che ha scritto il disco.
La scrittura a pacchetti risolve anche uno dei maggiori problemi degli utenti di CD R, il
tanto temuto "buffer underrun", evento che si verifica quando il computer non
riesce a trasferire i dati, sul CD in scrittura, in modo sufficientemente veloce. Il
software che controlla la scrittura a pacchetti permette di scrivere su CD da qualunque
applicazione in modo trasparente, come se il CD fosse un qualunque dispositivo di memoria
di massa. Nel sistema ISO 9660, l'intera struttura della "directory" del disco,
viene riscritta a ogni chiusura di sessione, mentre con la modalità a
"pacchetti" il file system viene aggiornato di volta in volta ottimizzando così
il tempo di scrittura e lo spazio utilizzato. L'incubo del buffer underrun sparisce,
poiché il packet writing prevede che vengano scritti in modo ininterrotto e continuo solo
5 settori, che sono ben al di sotto delle capacità di qualunque buffer interno ai
masterizzatori.
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