dossier.gif (794 byte) Dossier.jpg (11596 byte)a cura della Redazione (inews@tecnet.it)

 

Abitare gratis nel Web

 

Comincia da Tripod e arriva a GeoCities, passando per Homestead e Xoom, la nostra analisi sul funzionamento dei principali servizi gratuiti internazionali che offrono la possibilità di crearsi una presenza sulla Rete


È molto semplice ottenere gratis una decina di megabyte per costruire il proprio domicilio virtuale. Basta navigare, approdare nelle pagine di chi offre il servizio, riempire un modulo, e, nel giro di pochi secondi, saremo pronti per cominciare.
Nei servizi online la concorrenza è agguerrita, non deve sorprendere che l’offerta sia molto standardizzata: dieci megabyte o poco più, spesso una casella e-mail gratuita sono la base comune. Non è più un segreto che chi offre spazio Web lo faccia per vendere pubblicità, quindi è normale che ai nostri visitatori venga proposto qualche banner, per lo più sotto forma di una finestra separata dal contenuto delle nostre pagine, che si apre ogni volta che qualcuno arriva sulla home page.
Il commercio elettronico è sovente proibito: fanno eccezione i programmi convenzionati con i colossi della vendita online, come Barnes & Noble, Amazon, CDNow (si veda il box «Far soldi con l’home page»). C’è di solito ampia tolleranza per i siti dal contenuto commerciale in senso lato, purché non vengano venduti beni o servizi in modo diretto. Naturalmente è vietato lo spamming, vero delitto capitale che causerà ovunque l’immediata radiazione delle pagine incriminate. Proibita anche la pornografia, pur con una certa tolleranza verso l’erotismo soft, e in generale tutto ciò che viola la legge vigente negli Stati Uniti, come le copie illegali di programmi e le procedure per sbloccare il software protetto contro la pirateria (per inciso, sono illegali anche da noi).
Anche se gli elementi che hanno in comune sono tanti, non significa che i gestori di servizi di questo genere siano tutti uguali: la qualità e la quantità dei servizi aggiuntivi sono molto importanti per trovare lo spazio che meglio si adatta alle nostre necessità. Consigliamo anche di fare attenzione all’Url che avrà il nostro sito una volta pubblicato sul server: più sarà semplice, più facilmente verrà ricordato dai nostri visitatori e più successo avranno le nostre pagine.
In questa prima puntata del dossier tratteremo i più famosi siti internazionali. Nel prossimo numero metteremo a fuoco le proposte italiane.

 

Tripod Italia

http://www.it.tripod.de/
Può stupire che Tripod Italia venga considerato un servizio internazionale, ma di fatto è così: come l’Url lascia intuire, si tratta della versione, per il nostro mercato, della proposta del gruppo tedesco Bertelsmann, che i netsurfer ben conoscono grazie al portale Lycos.
Tripod in italiano consente di avere gratuitamente 12 MB, all’indirizzo
http://members.it.tripod.de/~vostronome/
La tilde (~) nell’Url comporta una certa scomodità per gli utenti italiani, visto che le nostre tastiere non la supportano: per scriverla (nei sistemi operativi Windows) bisognerà premere [Bloc Num] e poi [ALT]+126 sul tastierino numerico. Chi usa Macintosh, dovrà invece battere [ALT] + n + [spazio]: una vera seccatura. In compenso, è stata dedicata molta cura nell’aiutare a creare le pagine tenendo anche conto dei principianti: per loro Tripod propone QuickPage, un sistema di autocomposizione visuale della sviluppato in Html. Oltre a essere semplice da usare, è interessante sul piano didattico: ogni volta che viene introdotto un cambiamento ci viene mostrato l’Html risultante. Certo, le possibilità espressive sono ridotte rispetto alla creazione tradizionale delle pagine, ma probabilmente questo non interessa al principiante.
La traduzione italiana del software è sufficiente, anche se, in qualche caso, è stata dimenticata la traduzione dal tedesco di qualche frase. Nel complesso, si tratta tuttavia di piccole cose rispetto alla grande qualità offerta dall’autocomposizione. Alcune scelte sono forse un po’ troppo riduttive: per esempio, la struttura della pagina (solo due possibilità) e gli schemi dei colori: quelli di default non sono straordinari, ma possono essere facilmente creati schemi personalizzati usando i 224 colori che sicuramente ogni browser visualizza in maniera corretta.
Vediamo allora in dettaglio come funziona il «self-service» di creazione del sito.
Nella prima videata viene chiesto di dare un nome alla pagina che si sta creando (la proposta di default è index.htm). La schermata offre spiegazioni dettagliate sulle convenzioni sui nomi dei file e sui caratteri illegali.
Dopo aver scelto il nome veniamo invitati a selezionare il formato. Le opzioni si riducono a due: cinque sezioni sistemate verticalmente, separate da una barra verticale oppure un’impaginazione a due colonne, due sezioni sulla parte destra e tre sulla sinistra della pagina. Dovremo quindi riempire le sezioni, facendo clic sui vari elementi che le comporranno Il tutto è molto semplice e immediato, anche se non del tutto esente da difetti. Il più evidente è il numero limitato di sezioni per pagina: ne abbiamo al massimo cinque, in cui possiamo scegliere di inserire un blocco di testo, un’immagine, una raccolta di link, le nostre informazioni per i contatti e il contatore delle visite. Quindi, se per esempio vogliamo due blocchi di testo, dovremo rinunciare a qualcosa: non c’è infatti modo di aumentare il numero di sezioni per pagina.
Altre limitazioni, minori, anche se fastidiose, derivano dalle insufficienti possibilità di configurazione della pagina.
Abbiamo creato una pagina dimostrativa (usando esclusivamente l’autocomposizione) contenente una tabella a due celle. Il risultato che abbiamo ottenuto è abbastanza soddisfacente sul piano estetico, ma potrebbe essere migliorato anche solo modificando leggermente il colore di sfondo della cella di sinistra, un’operazione che però ci risulta impossibile con l’autocomposizione. Purtroppo non possiamo intervenire a mano sull’Html dell’intera pagina, ma soltanto sul codice delle singole sessioni. Anche il tentativo di passare a Professional Page, che consente di scrivere e modificare direttamente l’Html non è servito a nulla: se la pagina è stata creata con QuickPage, il sistema si rifiuta di caricare l’Html rimandandoci all’autocomposizione per principianti.
Abbiamo risolto il problema rivolgendoci alla sezione Homepage Manager, quella preposta alla copia, cancellazione e spostamento dei file, dove troviamo il comando Converti, che consente di passare da QuickPage a Html puro. Attenzione, però: una volta effettuata la conversione non si potrà più tornare indietro.
In sostanza, QuickPage è un sistema facile, veloce e gratuito per creare pagine semplici, ma è troppo rigido e spartano per essere davvero utile. A meno che non si abbia null’altro per creare pagine Web, anche un semplicissimo editor visuale come quelli che troverete sul CD-ROM è decisamente più efficace e altrettanto semplice da usare. In compenso, Professional Page è insignificante: un puro editor Html testuale senza nessuna funzione a parte l’editing manuale.
Oltre alle utility sopra descritte, Tripod in italiano propone il contatore dei visitatori, una galleria di 4.000 immagini gratuite e l’accesso al guestbook GuestWorld.
Il servizio internazionale di Tripod
http://www.tripod.com
è molto più completo del suo cugino italiano. Se decidete di mettere su casa qui, le vostre pagine avranno l’indirizzo
http://members.tripod.com/~vostronome/
decisamente meglio dello strano e bruttino Url italiano. Purtroppo la «tilde» c’è anche qui, ma solo se non installiamo le estensioni FrontPage, disponibili esclusivamente sul sito internazionale. A parte il dettaglio (significativo, d’accordo, ma pur sempre un dettaglio) di far sparire la tilde, le estensioni FrontPage sono un ottimo motivo per preferire la proposta di Tripod internazionale rispetto ai server che non le offrono.
Non bisogna dimenticare che chi offre spazio gratis non offre la possibilità di accedere al lato server, costringendo gli utenti a rinunciare a gran parte delle caratteristiche avanzate dei siti moderni. È vero che molti effetti speciali possono essere creati attraverso applet Java, ma se non si ha il lato server a disposizione diventa impossibile, per esempio, creare un modulo che raccolga dati sui nostri visitatori e ce li invii via e-mail: per spedire la posta bisogna necessariamente accedere al lato server, non ci sono scappatoie.
Le estensioni FrontPage (vedi box) consentono un certo controllo sul lato server, sufficiente per risolvere problemi come questo. Naturalmente, per sfruttare al massimo le potenzialità delle estensioni le pagine dovrebbero essere create con Microsoft FrontPage. In questo caso sarà anche possibile gestire il sito con FrontPage Explorer, che integra gli strumenti di gestione, upload e download integrate nel pacchetto commerciale, con grandi vantaggi in termini di semplicità e ottimizzazione del collegamento che si traduce in risparmio sulla bolletta telefonica.

Il giudizio

Un servizio recente che ha fatto tesoro dell’esperienza altrui. Tra i suoi punti di forza, la ricchezza dei servizi aggiuntivi, alcuni dei quali talmente innovativi da non poter ancora essere giudicati, come i Pod privati e familiari, cioè pagine Internet il cui accesso è ristretto ai membri di una famiglia o di una comunità, alla stregua di un club esclusivo nel cyberspazio: solo il tempo dirà se si affermeranno e in che modo potranno cambiare le abitudini dei navigatori. Decisamente importanti le estensioni FrontPage. Accettabile la finestra pubblicitaria che si apre ogni volta che qualcuno arriva alla nostra home page. Tripod non prevede e-mail gratuite per chi usa il suo spazio Web, ma con pochi passaggi è possibile accedere alla casella postale gratuita offerta da Lycos, altra società della grande famiglia Bertelsmann.

GeoCities

È uno dei più «nobili e antichi» server fra quelli che offrono spazio gratuito: 11 MB, appena un pizzico meno di Tripod, e in più la casella postale gratuita.
GeoCities è strutturato come una vera città, con i suoi quartieri e i suoi rapporti di vicinato. Durante la fase di registrazione vi sarà chiesto qual è la vostra area d’interesse, e in base alle risposte che darete vi verrà data la possibilità di scegliere una residenza tra quelle libere. L’Url delle vostre pagine potrà essere qualcosa che assomiglia a
http://www.geocities.com/SiliconValley/Orchard/2627/
Chi ha avuto a che fare con GeoCities qualche anno fa ricorderà una lenta e farraginosa procedura per la scelta del quartiere. Ora tutto è molto più semplice. Peccato che, come è tradizione GeoCities, l’Url sia il più incomprensibile e «anti-mnemonico» possibile. Una volta trovato il «lotto edificabile», possiamo cominciare a creare le nostre pagine.
Proviamo subito GeoBuilder, l’autocomposizione destinata ai principianti. Si tratta di un’applicazione Java molto curata, intuitiva e semplice da usare. In apertura propone quattro esempi di struttura preconfezionati, tutti quanti paurosamente kitsch: Recipe, per chi vuole pubblicare ricette di cucina; Wedding Announcement per i futuri sposi, Photo Album e Resume per chi cerca lavoro. Ci caliamo nei panni del principiante assoluto e proviamo a modificare una struttura (Resume, nel nostro caso: vedi figura 5) per provare a creare un’onesta home page senza pretese artistiche. Una prima difficoltà l’abbiamo incontrata cercando di inserire un’immagine diversa dalle clipart disponibili sul sito: mentre l’autocomposizione di Tripod permetteva con facilità di scegliere immagini salvate sul nostro computer, GeoBuilder richiede che le immagini siano già residenti sul server, cosa che può mettere in crisi l’utente meno smaliziato, anche perché l’help tace su questo punto non secondario. Per la cronaca, bisogna fare clic sul pulsante upload, scegliere l’immagine da salvare sul sito, e finalmente la nostra immagine apparirà tra quelle utilizzabili.
Dopodiché abbiamo cambiato il background, i testi e abbiamo ottenuto la meraviglia che potete vedere in figura.
Il frutto dei nostri sforzi, durati un’oretta buona (complice la lentezza del collegamento Internet) è anche visibile all’Url
http://www.geocities.com/SiliconValley/Orchard/2627/
L’autocomposizione ignora l’esistenza delle tabelle e dei frame, ma è abbastanza intuitiva e rapida per mettere in piedi una presenza senza pretese.
Le pagine su GeoCities vengono «sporcate» dal logo a piè di pagina. A ogni accesso al sito viene aperta anche una finestra pubblicitaria, un piccolo scotto da pagare in cambio del servizio gratuito.
Abbandoniamo l’area principianti per dare un’occhiata al file manager dove, oltre a caricare, scaricare e modificare file, troviamo gli strumenti per modificare il nostro account, il contatore degli accessi e muoverci su un nuovo indirizzo. Possiamo anche scegliere l’editor con il quale lavorare sulle nostre pagine; Basic Home Page Editor, che consente di lavorare solo sul documento Index.html (l’home page, in pratica), semplicemente componendo il testo negli spazi previsti; Advanced Html Editor, un editor testuale senza alcun fascino, utile soprattutto per effettuare modifiche sulle pagine, e infine EZ Editor, un altro editor scritto in Java: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Restiamo tuttavia del parere che la strada migliore per creare pagine Web sia quella di usare un editor visuale: ce ne sono di ottimi e con prezzi per tutte le tasche, non si capisce davvero perché soffrire con gli editor online.
Anche GeoCities offre diverse applicazioni utili per estendere le potenzialità delle pagine Web, tra le quali un classico sempre gradito è il contatore degli accessi. GeoCities non accetta le estensioni FrontPage, ma alcune funzioni sopperiscono a questa mancanza. Abbiamo già visto come un uso classico delle estensioni sia quello di inviare via e-mail il contenuto dei moduli.
Questo servizio viene offerto da GeoCities Form, che richiede un piccolissimo intervento manuale sull’Html.

Il giudizio

GeoCities è un servizio online con milioni di utenti, sicuramente robusto e affidabile. Un successo meritato, che ha portato il servizio americano a essere per lungo tempo lo standard di fatto e la pietra di paragone tra i servizi gratuiti di Web hosting.
Ma quando si parla di Internet, non è detto che gli anziani vadano rispettati. Gli anni si vedono, e GeoCities si porta dietro alcuni peccati originali. Innanzitutto l’indirizzo con cui vengono identificate le pagine che, con la sua insalata di lettere e numeri, è quanto di più antimnemonico e barocco si possa immaginare: non è raro che gli stessi Webmaster dei siti GeoCities non ricordino il loro Url, figuriamoci i visitatori.
Anche la mancanza delle estensioni FrontPage è piuttosto grave, vista la crescente popolarità del sistema di sviluppo Microsoft. Un po’ troppo invasiva la pubblicità che passa sulle nostre pagine: passi per l’ormai consueta finestra con lo sponsor, ma il logo GeoCities che appare a piè di tutte le pagine è davvero troppo grande e fastidioso, con il suo saltellare in basso per essere sempre ben visibile ogni volta che si fanno scorrere le pagine. Veramente ottima la documentazione e l’assistenza per la creazione delle pagine e l’accesso ai servizi.

Xoom

http://xoom.com/Webspace/
Anche Xoom offre 11 MB di spazio libero e una casella e-mail, allineandosi così ai più noti server internazionali.
Le pagine verranno ospitate all’indirizzo
http://members.xoom.com/vostronome/
La procedura di registrazione varia leggermente rispetto a Tripod e GeoCities, perché una volta riempito il consueto modulo con i dati personali, prima di poter accedere ai servizi bisogna attivare l’account, che si ottiene recandosi all’indirizzo che Xoom ci comunicherà via e-mail pochi minuti dopo il termine della registrazione. Sembra una seccatura inutile, ma in questo modo i Webmaster riescono a evitare di trovarsi troppe iscrizioni fasulle.
Anche questo server prevede un sistema online per la creazione delle pagine: Easy Page Builder 2.0.
Il progetto deve essere abbastanza recente, visto che, nel periodo della nostra prova, non era ancora stato realizzato il collegamento con la libreria di clipart del server e venivano messe a disposizione solo poche immagini per arricchire le pagine.
La cosa non ci pare particolarmente grave, perché riteniamo che gran parte di noi preferirà usare la propria grafica piuttosto che affidarsi alle pur ricche collezioni di immagini gratuite che tutti i servizi gratuiti mettono a disposizione.
Per usare le nostre immagini dovremo caricarle via FTP nella directory /epbimages, seguendo la spiegazione chiara e dettagliata che ci viene presentata nell’home page di Easy Page Builder. Abbiamo apprezzato molto meno il fatto che non ci sia fornito nessuno strumento per farlo: dobbiamo usare un client FTP.
Per generare le nostre pagine, la procedura guidata ci chiede di scegliere un nome, consigliando correttamente di usare index.html per l’home page. Curiosamente, la lunghezza massima del nome di ogni pagina non può superare i 12 caratteri. Una volta scelto il nome, veniamo invitati a scegliere la struttura della pagina. Le combinazioni sono molte ma, come spesso accade quando si usano generatori online, la struttura finale sarà rigida e scarsamente configurabile. Si va da tre fino a un massimo di 10 box di testo o immagini (rispettivamente, Personal Basic e Professional Marble).
Procedendo nella costruzione della pagina, non si tarda a capire che le opzioni grafiche sono davvero troppo poche anche per un sito senza pretese. Meglio rinunciare subito a Easy Page Builder: incompleto, lento e rudimentale per avere risultati anche minimamente soddisfacenti. Nella stessa area dedicata agli strumenti per la creazione del sito veniamo informati che, volendo preparare le pagine usando un editor oppure muovere un sito esistente in un altro server sotto Xoom, potremmo trovare aiuto alla sezione
http://xoom.com/xoom/helpcenter/ftp/transfer
Decidiamo di andare a verificare, e veniamo messi al corrente di una grande verità: per trasferire il nostro sito dal nostro hard disk o da un altro Webspace dobbiamo ricorrere a un client FTP. Contrariamente a Tripod e a GeoCities, Xoom non dispone di nessuna facilitazione per l’upload. Insomma, tirando le somme possiamo dire che Xoom non è un server consigliabile per chi comincia.
Chi non ha la minima idea di come fare a cavarsela con FTP ed editor di pagine cerchi casa altrove.
Anche Xoom, come GeoCities, non dispone delle estensioni FrontPage. Per aumentare le possibilità espressive delle nostre pagine possiamo ricorrere ad alcune interessanti proposte Xoom, che sopperiscono alla mancanza dei Webbot ormai standard. Per esempio, possiamo inserire una chat room gratuita, aperta a tutti o ristretta ai soli membri di Xoom, banner animati, un motore di ricerca su tutte le risorse Internet, in collaborazione con GoTo
http://www.goto.com
interessante, ma riteniamo più utile una ricerca ristretta alle pagine del nostro sito, come quella che potremmo avere se il server accettasse le estensioni FrontPage. Molto bello è il servizio, in collaborazione con Usa Today
http://www.usatoday.com
che consente di mostrare sulle vostre pagine in diretta le notizie del famoso quotidiano americano. In inglese, naturalmente.
Per aiutare i visitatori a sfogliare le pagine personali ospitate da Xoom, i siti sono organizzati in comunità e aree d’interesse: una caratteristica non molto utilizzata, visto che, per la maggior parte, queste sono vuote…

Il giudizio

Un buon outsider, a cui manca l’enorme ricchezza dei servizi offerti da Tripod e l’autorevole affidabilità di GeoCities. In compenso non ha alcuni difetti propri degli altri due. Per esempio, l’Url in cui verremo ospitati è chiaro e senza caratteri che fanno impazzire chi usa le tastiere italiane (vedi la tilde di Tripod). I servizi aggiuntivi sono un po’ scarsi, il che per un server privo di FrontPage Extension è grave. Un’altra pecca riguarda la documentazione: nonostante ricerche approfondite, non abbiamo scoperto come inserire un banale contatore dei visitatori. O non c’è (ma sarebbe davvero grossa) o l’hanno nascosto bene: in ogni caso, colpevoli.

Homestead

http://www.homestead.com
Homestead non è solo un luogo dove pubblicare pagine, ma anche un editor di siti Web di tipo «collaborativo». Chi trova casa su Homestead viene incoraggiato ad allargare i diritti di editing delle proprie pagine ad altri utenti, con premi anche nello spazio gratuito a disposizione: si parte da 12 MB e, per ogni persona in più a cui viene riconosciuto il diritto di lavorare sulle nostre pagine, si «guadagnano» 100 KB, fino a un massimo di 1 MB. Per creare le pagine si devono usare gli strumenti di editing online Homestead: Homestead Editor e anche Homestead Express.
Mentre, nei servizi che abbiamo descritto finora, il ricorso all’editor online è una semplice alternativa alla creazione tradizionale delle pagine Html, in Homestead è l’unica strada consentita, anche se è possibile inserire frammenti di codice Html nelle pagine.
Homestead Editor: dopo aver provato gli editor online proposti da Tripod, GeoCities e Xoom siamo partiti un po’ prevenuti, ma abbiamo dovuto ricrederci in fretta.
È un editor intuitivo, potente e con molte funzioni avanzate. L’unica pecca è la velocità: con un modem 28.800 possono trascorrere diversi costosi minuti prima che venga caricata l’applicazione Java.
Naturalmente anche il salvataggio e l’upload degli elementi multimediali è tutto tranne che veloce. Se a questo si aggiunge la necessità di lavorare sempre online per tutte le fasi della creazione delle pagine si deduce facilmente che il servizio è gratuito, ma i costi Telecom «di costruzione» non devono essere sottovalutati.
Il discorso naturalmente cambia per i pochi fortunati che hanno a disposizione un collegamento dedicato…
Tutti gli elementi sono ridimensionabili e posizionabili in qualunque punto della pagina, basta trascinarli con il mouse. In pochi minuti abbiamo realizzato la pagina dimostrativa che contiene diversi elementi attivi.
Per vederla online, navigate all’indirizzo
http://www.homestead.com/internet_news/
Come si vede dalla figura, l’unico elemento estraneo inserito dai gestori del servizio è il piccolo e discreto bottone in basso a destra, che invita i nostri visitatori a creare anche loro le loro pagine sfruttando Homestead.
Homestead Express: dedicato a chi comincia, l’editor propone inizialmente una piccola collezione di modelli standard di pagine. Una volta scelto quello che fra questi corrisponde maggiormente alle proprie esigenze, è sufficiente riempire un modulo con le diverse opzioni, a seconda della struttura prescelta. Davvero molto facile, questa autocomposizione consente di ottenere risultati apprezzabili in pochissimo tempo, pur senza garantire un sufficiente controllo sul risultato finale.
Ottimo per chi si accontenta di una presenza senza pretese in cambio di una enorme semplicità d’uso. La pagina dimostrativa che abbiamo creato si trova all’indirizzo
http://www.homestead.com/internet_news/Principianti.html

Il giudizio

È difficile dare un giudizio su Homestead, vista la sua particolare struttura. Pregi e difetti derivano dalla necessità di usare il loro editor proprietario, una caratteristica unica tra i servizi che abbiamo provato per voi. Se da un lato ci viene messo a disposizione un editor gratuito di qualità sorprendente, dall’altro ci troviamo privi di alcuni elementi ormai entrati nello standard delle pagine Web. La mancanza più macroscopica, a nostro giudizio, è l’impossibilità di creare moduli da sottoporre ai visitatori. D’altro canto, tra i pregi va messa la grande ricchezza di elementi interattivi che per una volta sono davvero «a portata di clic»: chat room, contatori, ricerca (tramite il motore DejaNews), mailing list... Tra questi ci è sembrato originale e utile Web Poll, che consente ai visitatori di esprimere un giudizio sulle questioni che il Webmaster propone loro: se, per esempio, volete giudicare il dossier che state leggendo, potete farlo dall’Url
http://www.homestead.com/internet_news/
Data la struttura di Homestead, non ha senso pensare di disporre delle Front Page Sever Extension e del controllo sul lato server. In definitiva, quello offerto da Homestead è un servizio che vale la pena di provare: o lo si ama, o lo si detesta, non ci sono vie di mezzo. Un altro pregio: le pagine residenti sul server non vengono usate per veicolare pubblicità, perché il sito si propone di ricavare l’utile dalla vendita dell’editor o di altri servizi online. Purtroppo non è possibile importare in Homestead un sito Web già pronto.

 

Web fai da te

• Ernesto Damiani

Internet è la terra (virtuale, beninteso) dei boom e delle crescite esponenziali e il continuo affermarsi di nuove tecnologie e di mode culturali è forse il suo aspetto più interessante. Da un po’ di tempo, per esempio, sono sempre più diffusi gli indirizzi di e-mail e gli spazi Web offerti gratuitamente da organizzazioni internazionali e italiane.
Come vedremo nelle pagine che seguono, l’evoluzione di questo fenomeno non è solo quantitativa, anzi il cambiamento in corso riguarda soprattutto gli strumenti e le risorse che vengono messe a disposizione degli utenti.
Mentre fino a qualche tempo fa si trattava prevalentemente di caselle postali gratuite, magari con l’aggiunta di una o più pagine statiche sul World Wide Web, oggi l’offerta comprende addirittura accessi a database e pagine attive, consentendo all’utente esperto di farsi un vero e proprio personal information system su Internet. Lasciando agli altri articoli del dossier l’approfondimento tecnico sulle possibilità offerte agli utenti, proviamo a metterci dalla parte del fornitore e a tracciarne un identikit.

Diverse forme di presenza online

I protagonisti di questo «effetto valanga» sono tre tipi di operatori: i provider, costretti loro malgrado a regalare agli abbonati lo spazio e i servizi che vendono alle aziende, i siti non profit che hanno nella diffusione del Web e nel desiderio di libera espressione degli internauti il loro principale obiettivo e infine le organizzazioni che offrono pagine gratis in cambio d’informazioni commerciali su chi le crea.
Come abbiamo già avuto occasione di osservare su queste pagine, infatti, non tutti gli omaggi sono fatti per puro spirito filantropico, ed è un peccato che per l’utente finale non sia sempre facile distinguere. Le aziende che fanno pubblicità sui siti che offrono pagine gratuite sanno esattamente chi sono i loro ascoltatori, e ciò non avviene con gli strumenti generalisti come la radio e la televisione. Il costo per contatto, primo parametro di ogni investimento pubblicitario, diviene così prevedibile.

Web Marketing

Gli esperti del settore ci dicono che ci sono due modelli per usare gli omaggi: la comunità virtuale e la raccolta di punti. In entrambi i casi si tratta semplicemente dell’applicazione in ambito Internet di tecniche di marketing collaudate per l’aggancio di potenziali clienti.
Per individuare una comunità virtuale certi siti cercano di raccogliere, in cambio dell’offerta di pagine Web gratuite, dettagliate informazioni sulle preferenze degli utenti che vengono suddivisi in gruppi omogenei per età, livello sociale, interessi e propensione all’acquisto.
La raccolta punti si basa invece su crediti per gli acquisti online che vengono offerti a chi mette le proprie pagine su un sito gratuito, proprio come i punti da ritagliare sulle confezioni dei prodotti.
Questi strumenti di «fidelizzazione» (un’orribile parola presa in prestito dal gergo pubblicitario) sono già usati da parecchio tempo anche dai supermercati e dai negozi di casa nostra, che offrono carte fedeltà in cui il premio dello sconto nasconde l’interesse del venditore a crearsi un ampio database sugli acquirenti. Ma bisogna tenere conto del fattore dimensionale di Internet: gli otto milioni di utenti di Hotmail
http://www.hotmail.com
e i quasi altrettanti di Juno
http://www.juno.com
e NetAddress
http://www.netaddress.com
costituiscono il campione più grande che sia mai stato disponibile per applicare tecniche di vendita personalizzate.
CyberGold
http://www.cybergold.com
offre bonus d’acquisto che vanno da 50 cent ad alcuni dollari a chi visita i suoi siti pubblicitari.
Bonusmail
http://www.bonusmail.com
invece invia periodicamente ai suoi aderenti messaggi di posta elettronica personalizzati che contengono inserzioni pubblicitarie. Chi risponde effettuando un acquisto accumula crediti che possono essere spesi in acquisti successivi.
In altri termini, gli utenti che vogliono essere presenti sul Web «fanno gola», come membri di gruppi stabili di consumatori con un’immagine di sé ben definita e fedeli alle loro marche preferite; o come consumatori «sfuggenti» interessati a conseguire vantaggi economici al momento degli acquisti grazie ai punti accumulati.
In entrambi i casi, gli omaggi virtuali stanno velocizzando il processo di trasformazione dell’utenza Internet e del Www nel più grande esperimento di direct marketing della storia.
Non c’è niente di male, sia chiaro, e inserzionisti e pubblicitari stanno solo facendo il loro mestiere. Come vedremo nel resto del dossier, il grande divertimento di creare un sito personale può valere benissimo la cessione di qualche innocua informazione sulle nostre abitudini. Ma prima di aderire a uno di questi siti, l’utente avrebbe tutto il diritto di essere correttamente informato.

Immedesimazione

Ci caliamo nei panni del principiante assoluto e modifichiamo il template Recipe per provare a creare una home page senza pretese artistiche. Una prima difficoltà l’abbiamo incontrata cercando di inserire un’immagine diversa dalle clipart disponibili sul sito: GeoBuilder richiede che le immagini siano già residenti sul server, cosa che può mettere in crisi l’utente meno smaliziato, anche perché l’help tace su questo punto non secondario.

Le Server Extensions di FrontPage

Si tratta di programmi che possono essere installati sul server Web. Se il sito che ospita le nostre pagine consente di utilizzare le Server Extensions di FrontPage, gli utenti del pacchetto Microsoft potranno intervenire online sulle loro pagine senza la necessità di scaricarle e risalvarle via Ftp, potendo aggiungere funzionalità complesse come l’invio della posta, la gestione delle form, indici e pagine di ricerca. Le estensioni si suddividono in tre grandi categorie:
Authoring: estensioni che consentono di modificare le pagine direttamente sul server remoto.
Administrating: estensioni utili a chi lavora in gruppo, che consentono di assegnare ai vari membri del team di sviluppo i privilegi necessari per intervenire solo su certe aree del sito.
Browsing: consentono di creare elementi complessi come i gruppi di discussione, pagine di ricerca, indici.
Grazie alle Server Extensions si possono utilizzare i componenti Webbot, tra cui contatori grafici dei visitatori, striscioni pubblicitari, pulsanti attivati al passaggio del mouse, testo scorrevole... Unico problema: qualcuno di questi elementi, come il testo scorrevole, non viene visualizzato correttamente da Netscape Navigator. Molto utile è la possibilità di creare moduli con domande a cui i nostri visitatori potranno rispondere: le loro risposte verranno automaticamente salvate su un file (residente sul server) o potranno esserci inviate via e-mail.
La stessa Microsoft ha compilato una lista di provider italiani che offrono (a pagamento) l’hosting delle pagine con le FrontPage Extensions
http://www.microsoft.com/italy/frontpage/Wpp/lista.htm

Far soldi con l’home page

Siete dei D.J. e volete proporre i vostri CD-ROM preferiti? La vostra home page è un cenacolo letterario e volete diffondere i dieci libri che non devono mancare nello scaffale dei vostri visitatori? Il vostro sito parla di penne a sfera da collezione, o di ceramiche dell’epoca Ming? E soprattutto, volete provare a raggranellare qualche lira dalla pagina che vi è costata molto in termini di fatica e costi? Allora i programmi di co-marketing con i colossi americani della vendita online sono ciò che fa per voi!
I più diffusi sono quelli di Barnes & Noble e Amazon per i libri
http://barnesandnoble.com/
http://www.amazon.com
e il programma Cosmic Credit di CDNow per la musica
http://www.cdnow.com
Per instaurare il rapporto tra voi e il fornitore basta seguire le indicazioni online che troverete agli Url sopra indicati. Dopo qualche giorno, il vostro sito sarà visitato e, se ritenuto interessante, vi verrà assegnata la password per attivare il vostro negozio online. Le possibilità sono molte: potrete scegliere se vendere tutto il catalogo del fornitore o proporre link mirati ai prodotti di vostro interesse. Ogni volta che qualcuno acquisterà attraverso le vostre pagine guadagnerete una percentuale che potrete riscuotere tramite bonifico bancario oppure trasformare in sconti sui vostri acquisti.



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