Jan il Cacciatore

Il racconto





'era una volta, tanto tempo fa, un cacciatore di nome Jan.
Jan abitava in una piccola e bella casetta nel bosco in mezzo ad una radura circondata da splendidi faggi.
Era una radiosa mattina di primavera e Jan decise di uscire, come tutti i giorni, per vedere se nel bosco qualcuno avesse bisogno del suo aiuto.
Eh sì, perchè Jan era un cacciatore molto speciale, lui non sparava agli animali, li aiutava a togliersi dai guai.
Jan prese la sua vecchia giubba , il suo berretto e uscì. Non aveva fatto che pochi passi quando udì una voce che lo chiamava: "Jan, Jan aiutami!"
Jan si voltò e vide un cervo, un cervo bellissimo con delle lunghe e rilucenti corna d'oro.
"Jan aiutami, ho la zampa chiusa in una tagliola, tra poco i cacciatori saranno qui, e io non potrò fuggire!"
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e immediatamente liberò il cervo.
"Grazie Jan, "disse quello cominciando a correre avanti e indietro;" adesso siamo amici, se avrai bisogno di me chiamami e io correrò".
E il giovane proseguì la sua passeggiata.
Era ormai mezzogiorno e Jan si sedette a mangiare il pane che teneva nella bisaccia.

A un tratto: "Aiuto, aiuto..." , Jan si guardò intorno, ma non riusciva proprio a capire da dove provenisse quella vocina così flebile "Aiuto!".
Jan gurdò a destra , a sinistra, in alto , in basso e.... ma sì proprio in basso , era una formichina. "Jan corri , qualcuno ha messo un sasso sulla nostra casa e le mie sorelle che stanno dentro non possono più uscire, e le mie sorelle che stanno fuori non possono più entrare."
Jan seguì la formica fino alla sua casa e lì ... bè quel sasso che per le formiche era un grosso problema per lui era solo un sassolino, lo prese e lo lanciò lontano.
Tutte le formiche cominciarono a correre avnti e indietro e dicevano :"Grazie Jan , tu ci hai salvato la vita non te ne dimenticare, e se avrai bisogno di noi chiama, e noi correremo."

E Jan proseguì la sua passeggiata.
Ed ecco che arrivò in riva a un fiume "Aiuto soffoco!", era un pesce, uno di quei pesci che fanno i salti fuori dall'acqua per acchiappare mosche , moscerini e altre prelibatezze, ma questo pesce aveva preso mare la mira, e invece di ricadere in acqua era finito su un sasso, ma si sa i pesci fuori dall'acqua non possono respirare!!
Jan subito lo prese e lo ributtò in acqua, e anche il pesce comiciò a nuotare avnti e indietro e diceva : "Grazie Jan, tu mi hai salvato la vita, non te lo dimenticare, e se avrai bisogno di me chiama."

Jan si voltò più volte a salutare l'amico pesce, perchè era veramente divertente vederlo saltare e brillare alla luce del sole, e forse fu per questo che..... sbagliò strada.
Il sentiero che aveva preso lo stava portando sempre più in profondità nel bosco , e Jan non riusciva a vedere nulla che gli fosse familiare, che so, un cespuglio, un certo ramo ritorto che ricordava benissimo, un sasso muschioso che si trovava a poca distanza da casa sua.
Il posto dove si trovava ora era stranamente silenzioso, non si sentiva il picchio battere , nè gli uccellini cantare, e tra i fitti rami degli alberi non riusciva a penetrare neanche un raggio di sole.
Jan iniziò ad avere paura.
A un tratto in mezzo a una spoglia radura vide un castello, tutto nero, con delle torri altissime, e affacciata alla finestra del castello...una bellissima principessa.
Era così bella, e negli occhi aveva una luce così strana che Jan appena la vide se ne innamorò. E decise di sposarla.
Intimorito bussò al portone del castello.
Gli aprì un vecchio con una lunga barba bianca "Chi sei, e che cosa vuoi?", domandò il vecchio con una voce che sembrava provenire dal fondo di una grotta.
"Sono Jan, sono un cacciatore, e vorrei sposare la principessa."
"Sposare la principessa? Sposare la principessa? " e il vecchio cominciò a ridere di una strana risata rauca e cattiva. "Ma benissimo, accomodati pure. Sappi però che ci sono tre prove da superare, e se non le supererai "e qui il vecchio sorrise"Ti taglierò la testa, come a tutti quelli che prima di te hanno provato e fallito."
Jan stava quasi per scappare quando ricordò gli occhi della principessa , e quasi non credendo alla propria voce disse : "Voglio provare".
"Bene",disse il vecchio,"vieni con me".
Lo condusse sulla torre più alta del castello, aprì un sacco pieno di chicchi di riso e li rovesciò di sotto.
Poi dando il sacco ormai vuoto a Jan :"Per questa sera mi devi riportare il sacco pieno, con tutti i chicchi, e bada che li ho contati, e se ne macherà anche solo uno.....zac! ti farò tagliare la testa."
Il povero Jan prese il sacco vuoto e scese.
Comincò a cercare i chicchi: uno, due,tre, ....macchè era impossibile ritrovare tutti i chicchi sparsi dal vento: era ormai quasi sera, e il sacco non era pieno che a metà.
Jan sconsolato si sedette su un sasso e cominciò a piangere.
Era lì che piangeva quand'ecco che si sentì chiamare.
"Jan, perchè piangi ?".
Si voltò e vide le sue amiche formiche.
"Sapeste! Il sacco, la principessa, i chicchi di riso!".
"Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi."
E in men che non si dica le formichine riempirono il prato, e chi portava un chicco, chi due, chi tre, e per sera il sacco era piano e Jan andò a bussare alla porta del castello.
"Bene ,"disse il vecchio, che altri non era che un terribile stregone, "vedo che hai superato la prima prova, ma ora c'è la seconda. Tieni!"
E gli diede un paio di stivali con una suola di ferro alta così. "Per domani mattina me li devi portare completamente consumati, con i buchi sottto. Se non ci riuscirai.... sai cosa ti aspetta."
E sbattè il portone.

Jan provò a infilarseli, ma erano talmente pesanti che non riusciva muovere nemmeno un passo, altro che portarli consumati!
Disperato si sedette e cominciò a piangere.
"Perchè piangi Jan?"
"Oh amico cervo sei tu . Vedi questi stivali? Per stasera devono essere consumati!Consumati capisci ? Non ce la farò mai."
"Mettili a me." disse il cervo, e appena li ebbe calzati iniziò a correre così velocemente che Jan temette di aver sognato, ma la mattina dopo gli stivali erano lì, e con i buchi sotto.
Quando lo stregone vide che Jan aveva superato anche la seconda prova cominciò veramente ad arrabbiarsi.
"Credi di essere furbo verò" Tuonò con quella sua voce tremenda"Vieni, vieni con me!!!!"
Trascinò Jan fino al fiume poi disse.: "Al padre del padre di mio padre è caduto un anello nell'acqua.Trovalo!"
"Ma..ma è impossibile, l'acqua scorre e porta con sè tutto ciò che incontra. Dopo tutti questi anni chissà dove è andato a finire l'anello. Non è possibile trovarlo!"
"Lo so." disse lo stregone, e sparì.

"Cos'è tutto questo rumore?" domandò un pesce di nostra conoscenza disturbato dai singhiozzi di Jan.
E Jan blabla blabla blabla gli raccontò tutto.
"Non ti preoccupare, disse il pesce," in acqua ci conosciamo tutti".
Così il pesce lo disse a un salmone, il salmone lo disse a un'anguilla, l'anguilla lo disse a un tonno, che lo disse un pesce spada, e fu proprio lui con la sua spada a ritrovare l'anello perduto, e Jan andò a bussare al castello.
Quando lo stregone vide che Jan aveva superato anche l'ultima prova non stette più in sè dalla rabbia.
Diventò giallo, blu, verde, si strappò icapelli....ma ormai l'incantesimo era rotto, si aprì una porticina..... e dalla porticina entrò la principessa, più bella ancora di quando Jan l'aveva vista per la prima volta.
I due giovani si guardarono e..."Adesso ",disse il vecchio,"anche questo castello sarà vostro!!!"
"No "risposero Jan e la principessa"Noi non vogliamo vivere in una radura spoglia dove non si sentono neanche cantare gli uccelli. Noi andremo a vivere nella casa nel bosco di Jan vicino agli amici animali che ci hanno aiutato a incontrarci."
E fu così che Jan e la principessa si sposarono e vissero a lungo felici e contenti, e se non sono morti sono ancora lì.



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