Un sistema per eliminare l’effetto mosaico dalle superfici degli oggetti tridimensionali riprodotti a video dal computer e per rendere più morbide le transizioni da una texture all’altra quando nella scena se ne impiega più d’una (come nel MIP mapping). Offre una qualità molto elevata a fronte di un fortissimo impegno di calcolo. Per ogni pixel sullo schermo si calcola la media di otto pixel, cioè prima si fa la media dei quattro pixel più prossimi nelle due texture e poi si calcola la media dei due calori risultanti.
E’ l’implementazione più raffinata della tecnica del MIP mapping. Per ottenere il colore del punto da rappresentare si utilizzano contemporaneamente due copie di diversa risoluzione della stessa texture: su ciascuna copia si identifica il punto che meglio approssima il valore da rappresentare e su di esso si effettua un’interpolazione bilineare con i quattro punti circostanti; i due valori che si ottengono (uno per ciascuna copia della texture) vengono a loro volta interpolati per ottenere il valore finale del pixel da rappresentare. Per gestire in tempo reale tutti i calcoli sulle due copie della texture questa tecnica richiede un’enorme potenza di calcolo insieme a una consistente banda passante. Vedi anche tile-based MIP mappinge per-pixel MIP mapping.
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