14 giugno 1996 : Volevano provare a convincere Totò Riina a collaborare con la giustizia. Ma il tentativo dei procuratori di Firenze e Palermo, Piero Luigi Vigna e Giancarlo Caselli, è fallito. La reazione di Riina è stata violentissima: ha cominciato a urlare, ha interrotto i magistrati e alla fine si è chiuso in un ostinato mutismo. L'interrogatorio risale al 22 aprile scorso. Riina era a Firenze per la trasferta del processo per l'omicidio del giudice Saetta. Vigna e Caselli decidono, in gran segreto, di incontrare il boss dei Corleonesi, con la speranza di riuscire a farlo collaborare, sulla base anche di alcune recenti dichiarazioni del boss. Ma il suo rifiuto è netto e violento. «Lei ha sbagliato persona, lei e il dottor Caselli avete sbagliato persona» risponde urlando Riina a Vigna, a cui rivolge poi la preghiera «di risparmiare il fiato». Anche i tentativi di Caselli cadono nel vuoto: «Non ho niente da ascoltare, non ho niente da ascoltare, perché ho già capito il discorso, dottor Caselli. L'aspettavo... anzi era... aspettavo che veniva proprio lei e il dottor Vigna, perché l'aspettavo questo discorso da tempo», si legge nel verbale dell'interrogatorio. Riina non ha alcuna intenzione di parlare. «Scusi dottore - risponde ancora a Caselli -, mi faccia il piacere, io non parlo, ho il diritto di non rispondere. Non vorrei fare la figura del maleducato, non vorrei rispondere e la pregherei e vi pregherei di lasciarmi, e chiudiamo come che non è successo niente». Poi il «boss dei boss» non ha più voluto parlare. |