Giudizio al film
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* Mediocre
** Sufficiente
*** Buono
**** Ottimo
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14 Aprile
- Retequattro 7,00 . Fifa e Arena. ( Commedia, B/N, Italia 1948).
Regia di Mario Mattoli.
Con Totò, Isa Barzizza, Mario Castellani **
Nota : Parodia di " Sangue e Arena ". Totò è un commesso di una farmacia
che per la pubblicazione sbagliata di una fotografia in un
giornale , viene scambiato per un criminale e fugge in Spagna.
Rilevante , la scena in cui Totò affamato mangia un
"panino" molto particolare.
- Retequattro 2,00. Totò di notte N.1 .( Comico, 90', B/N, Italia 1962).
Regia di Mario Amendola.
Con Totò, Macario **
Nota : Totò e Macario sono musicisti alla ricerca di un contratto.
Fu talmente tanto il materiale girato per questo film,
che quello scartato, venne usato per costruire
un altro film, uscito l ' anno dopo : " Totò Sexy "
15 Aprile
- Retequattro 15,35. Totò Peppino e ....la Dolce Vita. ( Comico ,95',B/N, Italia 1961, ).
Regia di Sergio Corbucci.
Con Totò, Peppino De Filippo ***
Nota : Sulla scia de " La Dolce Vita " di Fellini. Scene memorabili,
come tutte quelle dove vi sono Totò e Peppino.
Da non perdere due scene. La prima, in cui i due sono
seduti al tavolo di un bar e cercano di entrare in confidenza
con due ragazze straniere. La seconda verso la fine del
film, con Totò e Peppino alle prese con una seduta spiritica.
- Retequattro 23,30. Tototruffa '62. ( Comico, 98' ,B/N, Italia 61).
Regia di Camillo Mastrocinque.
Con Totò, Nino Taranto, Ernesto Calindri,
Lia Zoppelli, Oreste Lionello **
Nota : Totò e Nino Taranto, sono due trasformisti protagonisti una serie
di truffe, il cui " ricavato ", serve a Totò per pagare le
spese per fare studiare la figlia ( ribelle ) in collegio.
Celebre la scena, in cui riescono a vendere la fontana di Trevi
ad un turista italo-americano.
Altra scena, esilarante, quella in cui Totò e Nino Taranto
cercano di allontanare il loro affittuario, che cerca
di farsi pagare gli arretrati. Un punto negativo
( che ricorre in vari film con Totò) è la presenze di scene
che spezzano la comicità vulcanica dei due grandi comici.
- Retequattro 2,00. Due Cuori tra le Belve. ( Comico, 82', B/N, Italia 1943 ).
Regia di Giorgio Simonelli.
Con Totò, Arturo Bragaglia, Vera Carmi *
Nota : Totò partecipa ad una spedizione in Africa alla ricerca
di un animale leggendario.
Il film è tratto da una novella di Goffredo D ' Andrea, e fu poi
rieditato con il titolo
" Totò nella Fossa dei Leoni ".
Totò era ancora gli inizi della carriera cinematografica.
Il ritmo del film non è paragonabile a quello, ad esempio,
dei suoi film della fine degli anni 50.
16 Aprile
- Retequattro 1,00. Totò Sexy. ( Comico, 90', B/N, Italia 1963).
Regia di Mario Amendola.
Con Totò, Macario, Gianni Agus *
Nota : Questo film è stato costruito con tutte le scene non
utilizzate nel film " Totò di Notte N.1 " dell ' anno precedente.
Stessi protagonisti stessa ambientazione.
Si possono vedere uno di seguito all ' altro come
un film unico.
Durante le riprese dei film con Totò, soprattutto
quando vi erano altri attori celebri, come Peppino, o in
questo caso Macario, ogni sketch, durava molto di più
del tempo previsto.
Ad esempio un dialogo che contrapponeva
Totò a Peppino, previsto della durata di 3 minuti, data
la bravura dei due nel costruire battute, durava il doppio
o il triplo.
Il materiale eccedente, era però della stessa
qualità di quello scelto, tanto, come testimonia questo
film, da potere riuscire a costruire un altro film !
17 Aprile
- Retequattro ore 1,10. Il Ratto delle Sabine. ( Commedia,73', B/N, Italia 1945).
Regia di Mario Bonnard.
Con Totò , Carlo Campanini *
Nota : Fu il primo film di Totò del dopoguerra.
Tutto ruota attorno ad una compagnia teatrale in crisi
che decide di mettere in scena l ' opera in versi di
un maestro di scuola.
Questo film appartiene ad un insieme, con cui
Totò definisce il suo personaggio.
- TMC "Cinema - Cinema Speciale Totò" ore 22,50
18 Aprile
- Retequattro 1,20. Uccellacci e Uccellini. ( Fantastico ,85', B/N, Italia 1966).
Regia di Pier Paolo Pasolini.
Con Totò , Ninetto Davoli ****
Nota : La fine delle ideologie.
Totò e suo figlio Ninetto attraversano la periferia di una
metropoli, incontrano un corvo ( l ' ideologia ), che li segue ,
spiega e discute.
La loro storia si incrocia con quella di due Francescani,
sempre Totò e Ninetto, che devono cercare di far dialogare
i falchi e i passeri.
E' il film che apriva nuove prospettive cinematografiche per Totò.
[ La programmazione dei film e delle trasmissioni televisive
può subire modifiche. Gli orari dei film sono
naturalmente suscettibili di variazioni. ]
Sommario
Analisi e critica di un film : Il Comandante
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Questo film è del 1964.
Diretto da Paolo Heusch.
E' un film in cui Totò interpreta la parte di un
Generale dell ' Esercito, che una volta in pensione
cerca in tutti i modi di continuare ad avere un
ruolo nella società.
In questo film non c ' è molto da ridere.
Totò aveva iniziato ad interpretare film " seri ",
che confermavano le sue incredibili capacità interpretative.
Il tema del film è abbastanza forte, e Totò riesce a
dare una interpretazione perfetta di un uomo, che
aveva per tutta la vita comandato e gestito la
vita degli altri , e appena in pensione, capisce
che rischia di diventare soltanto uno spettatore
della vita altrui.
Da un giorno all ' altro, perde ogni potere e autorità.
ne sono simbolo due scene.
All ' inizio del
film, Totò passa nel mezzo della
strada. Un automezzo sta pulendo la strada spruzzando
acqua. Al passaggio di Totò , in divisa da colonnello,
il getto d ' acqua viene fermato, e riprende, dopo il suo passaggio.
Poco tempo dopo, Totò , questa volta in abiti borghesi,
si ritrova ad attraversare la stessa strada, dove c ' è
lo stesso automezzo che sta pulendo.
Questa volta
il getto d' acqua non viene fermato e Totò si ritrova
completamente bagnato.
Il generale, crede di potere continuare ad vere un
ruolo sociale. Vuole scrivere un memoriale sulla
sulla seconda guerra mondiale.
Ma la moglie non sembra tanto convinta della riuscita
di questo progetto.
Ma Totò non demorde. Lui deve trovare qualcosa da
fare.
Troverà un posto alle dipendenze di di due tipi
abbastanza sospetti. Ne diventerà il garante.
Solo che questa occupazione è pagata dalla stessa moglie.
Dopo che gli imbrogli dei due tipi, terminano
davanti alla legge, con lo stesso generale coinvolto,
la conclusione sarà molto amara.
Totò è in un giardino pubblico. Ha riposto i suoi propositi
di trovare un ruolo in una società che sembra
non avere più bisogno di lui.
Con una espressione da bambino,
gioca a fare muovere in un laghetto , una
nave giocattolo telecomandata.
Sommario
Valutazione sociologica di una scena da:
"Totò Peppino e la Malafemmina" |
In questo spazio cercherò di valutare una
delle tantissime situazioni comiche con Totò, in
confronto con la società del tempo.
La scena che vorrei considerare è tratta dal film
" Totò Peppino e la Malafemmina ", quando Totò e Peppino De
Filippo , si trovano a Milano, e camminano in Piazza Duomo
alla ricerca dell' attrice che stava con il loro nipote,
interpretato da Teddy Reno.
Notano un vigile, si avvicinano e lo scrutano.
Vorrebbero domandare a lui. Ma hanno qualche dubbio.
Totò, che si considera più istruito di Peppino,
dice che ( quel vigile ) è un ufficiale austriaco !
Ma subito tranquillizza Peppino, dicendogli
che sono alleati !
Siamo, all ' epoca, nel 1958, ma per Totò si è ancora
alla prima guerra mondiale !
Ma a questo punto c' è il problema della lingua.
Totò, subito prende in mano la situazione.
Parlerà lui con l ' "ufficiale austriaco" (!).
Parlerà in tedesco !
Peppino lo osserva dubbioso, ma Totò non perde tempo
e dice che lui parla tedesco perchè ha avuto un amico
prigioniero in Germania !!
Totò in questa battuta , per me, è semplicemente stratosferico.
Totò scavalca tutte le consiedarizioni scientifiche
e tecnologiche.
Ipotizza i trasferimento di conoscenza
sulla base della confidenzialità tra persone.
Altro che Johnny Mnemonic !
Il vigile, naturalmente, non riesce a capire nulla
di quello che gli viene detto da Totò.
Allora dice che se vogliono farsi capire devono
parlare in Italiano.
Totò ha un sussulto di gioia e meraviglia, e rivolgendosi
a Peppino dice
" Parla italiano !! ".
Il vigile sorpreso dalla sorpresa di Totò e Peppino
gli domanda dove credevano di stare.
Stanno in Italia, gli ribadisce il vigile.
E Totò risponde " Appunto ".
Questa parola può sembrare banale ma credo che non lo sia.
"Appunto", detto da Totò , non smentisce la sua idea
che in quel luogo si parlasse tedesco.
Testimonia invece proprio la meraviglia di constatare
che, in un luogo in cui pensa che si parli tedesco,
qualcuno parli in Italiano !
Totò e Peppino erano convinti di stare in una città
,si' italiana, ma in "qualche modo" straniera.
Totò e Peppino erano , diciamo così, " Italiani di lingua Italiana ",
Il vigile, insieme agli altri abitanti della città di Milano erano
per loro, " Italiani di lingua Tedesca " !
Il film è del '58, in Italia, era in periodo della
emigrazione di massa dal Sud verso il Nord.
Una parte consistente della gente del Sud che arriva
nelle città del Nord, aveva più o meno la sensazione di
essere in un altro paese.
Il loro primo problema era
la lingua.
Al Sud si parlava molto nel dialetto
locale, ancora in quel periodo. Si parlava naturalmente
anche Italiano.
Oggi già da ragazzini si viaggia
da un continente all ' altro, la conoscenze delle
altre culture, delle altre lingue, è un momento naturale
e normale.
Nel 1958, ma anche per qualche anno successivo, il
solo spostarsi da una città all ' altra nello stesso stato
era un evento.
Per fare un paragone, credo che l ' italiano degli anni
50 che si spostava da una città del Sud a una del nord,
aveva una "reazione" simile a quella che può avere
oggi un Italiano che va in uno stato Baltico !
Non si dimentichi l ' arrivo di Totò, Peppino e la loro sorella
alla stazione di Milano.
Vestiti con cappotti pesanti e colbacco. Nonostante
sentissero, come evidente, caldo, Totò, con una fiducia
incrollabile nelle sue idee , diceva che era impossibile
a Milano ci fosse caldo.
Sommario
E' frequente che vengano fatti paragoni tra i grandi attori
comici della cinematografia mondiale.
Totò, Buster Keaton, Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio,
si possono considerare in più grandi attori comici di
questo secolo.
Ma erano attori molto differenti tra loro.
Inizio a fare, sul modello di un match , un confronto
tra Totò e gli altri: inizio con Charlie Chaplin.
Sono stati due personaggi simbolo.
Soprattutto per la loro comune bravura mimica.
Totò proveniva dall ' avanspettacolo, e aveva iniziato
costruendo il suo personaggio soprattutto
sulle capacità mimiche. La sua comicità si fondava sui
movimenti del corpo. Non so se Totò avesse studiato
la biomeccanica, ma di sicuro fu un attore che
riusci ad applicarla in modo perfetto.
Riusciva a disarticolare ogni parte del suo corpo,
frantumando ogni " normalità " nel movimento degli arti.
Pur rimanendo sui palcoscenici dell ' avanspettacolo
utilizzava al meglio l ' unica possibilità comunicativa
applicabile al cinema muto.
Chaplin, in quegli anni diventava celebre con il personaggio
di Charlot.
Era anche esso una maschera che riusciva a scatenare
la risata dello spettatore, unicamente sfruttando
i movimenti del corpo.
Con una aggiunta: la caratteristica rapidità
nei film muti dell ' epoca.
Charlot aveva anche bisogno di uno spazio , e di
attori "gregari", che subissero le sue intemperanze.
E' già qui una differenza con Totò , il quale riusciva
per suscitare la risata nel pubblico, non aveva
bisogno come Charlot, di fare una capriola per aggirare
i cattivi di turno nei suoi film, e poi scendere a tutta
veliocità da una montagna.
Ma appena il cinema muto fu sostituito dal sonoro,
lì si notarono subito le qualità dei due.
Totò infatti integrò la sua genialità nel movimento
del corpo, con la capacità di produrre batture a ritmo
continuo , in qualunque circostanza, e di fronte
a chiunque.
Chaplin, invece, dovette trovare una nuova via.
Charlot, con il sonoro, terminava la sua vita.
Certo si sarebbe potuto pensare di "dargli la parola".
Ma era una operazione con molti punti interrogativi, data
la natura , escluisivamente mimica del personaggio.
Quindi Charlot, decise, di fare altro.
Anzi , non aveva
tante altre possibilità. Per cui rimosse la figura
di Charlot, e punto sulle sue capacità
tecniche, che continuarono a renderlo celebre.
Totò credo sia più completo, da punto di vista cinematografico,
perchè riusciva a ottenere ottimi risultati
in qualunque contesto narrativo.
Esiste il Totò, dell ' avanspettacolo, il Totò
di " Totò Peppino e la Malafemmina ", il Totò di " Dov'è la Libertà ? "
il Totò di " La Terra Vista dalla Luna ", il Totò de " La Mandragola ".
E non c' è una discontinuità tra loro.
Sommario
Nel film " Gambe d ' oro " Totò è il presidente di una
squadra di calcio del Sud , che gioca in un campionato
minore.
Alcuni giocatori, sono richiesti da una grande squadra
del Nord.
Fino ad allora una grande amicizia aveva unito
tutti i calciatori della squadra, ma quella possibilità
data ad alcuni di loro, sembra incrinare una solidarietà
che sembrava indistruttibile.
E' un film, che descrive un calcio, inteso
in un modo molto differente rispetto a oggi.
Nessun contratto stratosferico, nessuna pubblicità
sopra qualunque cosa.
Il calcio come sport che non annullava la realtà
sociale in cui vivevano i suoi protagonisti.
Totò è bravissimo in questo film ad interpretare un
Presidente mecenate.
E' lontano della figura attuale di molti presidenti che
trattano con gli sponsor dei calciatori.
Accanto a lui un ottima interpretazione di Memmo Carotenuto.
nella parte dell ' allenatore, che cerca di tenere in piedi
la squadra.
E' il protagonista della bella scena finale.
Sommario
Una poesia di Antonio de Curtis
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'A vita
'A vita è bella, sì ,è stato un dono,
un dono che ti ha fatto la natura.
Ma quanno pò sta vita è 'na sciagura,
vuie mm' 'o chiammate dono chisto ccà ?
E nun parlo pe' me ca, stuorto o muorto,
riesco a mm'abbusca' 'na mille lire.
Tengo 'a salute e, non faccio per dire,
songo uno 'e chille ca se fire 'e fa'.
Ma quante n' aggio visto 'e disgraziate :
cecate, ciunche,scieme, sordomute.
Gente ca nun ha visto e maie avuto
'nu poco 'e bbene 'a chesta umanità.
Guerre, miseria, famma, malatie,
crestiane addeventate pelle e ossa,
e tanta gioventù c' 'o culo 'a fossa.
Chisto nun è 'nu dono, e' 'nfamità.
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