3. Corona e regno: fiscalità e corpi sociali.
In Spagna come altrove, la questione dello Stato è fortemente determinata dalla dinamica della guerra e della fiscalità, il cui momento piú critico si situa durante la guerra dei Trent'anni. Le due manifestazioni piú immediate della statalizzazione sono la capacità di mobilitazione di soldati e soprattutto di mezzi finanziari. Gli storici, per parlarne, costruiscono la prosopopea del dialogo tra corona e regno96. Questa struttura binaria permette di misurare i progressi dell'autorità della prima sul secondo. In realtà, questo schema dualista si è notevolmente arricchito e articolato proprio nella misura in cui gli storici della politica hanno costruito il loro discorso sulla monarchia tenendo nel debito conto il carattere corporativo della società che essa dirigeva, cioè la pluralità giurisdizionale da cui essa non poteva prescindere97.
La corona, vale a dire il re e le sue appendici, il principe ereditario, i pari e consiglieri. Il regno, ovvero l'articolazione organica dei diversi corpi e universitates che compongono la società98. Le Cortes, il luogo della comunicazione tra essi, soprattutto nei momenti di crisi99. Su questo tema essenziale la storiografia spagnola ha prodotto da circa dieci anni un gran numero di studi relativi alla Castiglia100, cosí come sull'Aragonao 101 la Navarra102. In Portogallo, dei lavori pionieristici sono stati recentemente intrapresi da Pedro Cardim103. Ormai abbiamo voltato le spalle a una certa problematica e a una certa pratica. Si è superata la lettura delle Cortes, che le voleva antenate delle istituzioni parlamentari dello Stato liberale, come anche il facile richiamo agli Actas(in lingua volgare) considerate come raccolte del diritto politico dell'epoca moderna. La procura non è il precedente della rappresentanza elettorale104. Le raccolte degli Actas de las Cortes attraversano quindi il tempo del sospetto105. Le leggi delle Cortes di Castiglia riflettono delle congiunture politiche, non la costituzione politica della corona e del regno106. Se i giuristi della fine del Medioevo attraverso il commento del diritto romano imperiale, ereditano l'immagine del principe sciolto dalle leggi, è precisamente da quelle leggi che egli lo è e non dal resto dei dispositivi giuridici che non lo consentono107.
Il rinnovamento storiografico ha chiuso innanzitutto con lo scenario del soffocamento dell'istituzione dopo la disfatta dei Comuneros e il ritiro del braccio nobiliare del 1538108. Lo scarto che permetteva di contrapporre fortemente il caso castigliano e le situazioni della Corona d'Aragona e della Navarra diventa poco netto109. È difficile opporre l'assolutismo castigliano al contrattualismo aragonese senza una verifica110. Ma il riconosciuto vigore dell'istituzione non può essere collegato ad una problematica dell'arcaismo (l'assolutismo soffocato) o della modernità (il parlamentarismo embrionale). Lo sforzo degli storici consiste essenzialmente nel comprendere come si istituzionalizza la società dei corpi nel suo rapporto con la monarchia. Su questo piano, uno dei libri piú importanti pubblicati in Spagna in questi ultimi anni è senza alcun dubbio quello di José Ignacio Fortea Pérez sulla negoziazione dell'imposta sulla farina e della prima rata dei Millones al tempo di Filippo II111. L'autore, a partire dai dibattiti a proposito dell'adozione di due esazioni fiscali nuove, ricostruisce nella sua complessità il gioco politico e giuridico che coinvolge la corona (il re e le sue finanze), il regno (i diciotto corpi cittadini che mandano i loro procuradores nelle Cortes) e l'istituzione delle Cortes. Egli riesce quindi a cogliere simultaneamente la formulazione dei progetti fiscali da parte dei contabili regi, il funzionamento delle discussioni nelle sedute e infine la missione dei procuradores restituita al contesto socio-economico e politico dei corpi cittadini che li scelgono e dettano la loro posizione. Egli mostra i forti limiti imposti al monarca assoluto. A partire dall'esempio delle città112, l'autore dimostra che l'opposizione corona/regno (piú o meno coscientemente calcata sulla distinzione esecutivo/legislativo o, peggio ancora, Stato/società) 113 non funziona. La corona è innanzi tutto una universitas universitatorum tramite la quale ciascuno vede preservata la propria giurisdizione, la metafora corporativa non è parola vuota come dimostra la storia socio-economica della fiscalità castigliana. Fortea, come gli storici degli Etats aristocratici riesce a ricostruire i meccanismi socio-politici e le determinazioni economiche che restituiscono al linguaggio giuridico e politico del tempo efficacia e operatività. Dopo avere letto questo lavoro, diventa difficile accreditare il contrasto tra vere fonti (d'archivio) e trattati prescrittivi (a stampa), tra lingua dei giuristi e verità immediate della vita sociale.
Sotto il regno di Filippo IV, a partire da 1632, cambiano le regole del gioco. In un primo tempo il conte-duca d'Olivares ottiene una vittoria di Pirro con l'imposizione alle città del principio della concessione di un voto determinante ai loro procuratorie 114 con una nuova gestione territoriale dell'imposta115, in cambio del consolidamento della Comisión de Millones116. Ma progressivamente questo organo permanente di gestione dell'imposta dei Millones, emanazione delle Cortes, finisce con l'integrarsi negli ingranaggi ordinari della polisinodia sotto l'autorità del Consiglio delle finanze117. Questa modifica dell'organigramma giurisdizionale della monarchia conduce ai conflitti con le città e contribuisce alla fine delle Cortes, tra la morte di Filippo IV e la dinastia borbonica118. Le città allora preferivano negoziare direttamente con la corte l'ammontare della loro contribuzione. Il fenomeno delle Diputaciones del regno incaricate di gestire l'imposta contrattata dalle Cortes si ritrova ugualmente nella Corona d'Aragona119. Da parte loro, le grandi case aristocratiche e il clero di Castiglia avevano trovato nei tribunali e nei consigli del sistema polisinodale dei canali d'influenza piú efficaci: dopo il 1538, a dispetto della presenza di pochi grandi di Spagna, il braccio della nobiltà non si ricompone120. Nel complesso, l'insieme dei lavori pubblicati di recente sulle Cortes di Castiglia invalidano uno schema binario di opposizione tra corona e regno121; dal momento che non si può nemmeno affermare che il regno abbia imposto alla corona un embrione di costituzione nel vivo dei dibattiti sulla gestione dei Millones 122. La Deputación non è il Parliament. Dal lato del regno, la presenza dei procuradores non esaurisce il ruolo dei corpi cittadini che agiscono in quanto poli dotati di giurisdizione. Dal lato della corona, l'organismo dei tribunali e dei consigli non funziona come strumento della volontà regia.
La vitalità politica delle universitates che compongono le società spagnola e portoghese si misura sul metro della resistenza che l'applicazione della fiscalità straordinaria incontra nel paesee 123 sulla loro capacità di gestione delle esazioni accettate. Questo pone per la Castiglia il problema dell'assenza di rivolte paragonabili a quelle che hanno scosso il Portogalloe 124 la Corona d'Aragona nel secolo XVII. Da una parte Antonio Dominguez Ortiz ha parzialmente sepolto questo mito narrando le alteraciones andaluzas, e portando altri indizi di sommosse castigliane125. È stato anche dimostrato che la fuga dall'imposta con l'emigrazione questa rivolta silenziosa era un fenomeno osservabile su scala dell'intera Meseta centrale del XVII secolo126. Rimane la necessità di formulare chiaramente tale paradosso che vuole la corona piú colpita dalla fiscalità regia, la Castiglia, essere anche la meno ribelle. Poiché gli Asburgo non disponevano di forze di sicurezza capaci di fare regnare il terrore, bisogna ricorrere ad altre spiegazioni. La storia dell'evoluzione delle Cortes di Castiglia fornisce una chiave di lettura: l'innovazione fiscale vi si è impiantata meglio, probabilmente perché i mezzi di azione della corona erano piú immediati di altrove, ma anche perché questi cambiamenti sono stati negoziati a beneficio delle oligarchie urbane e dell'aristocrazia fondiaria127. Una delle chiavi del problema della fiscalità straordinaria risiede, come si sa dopo Ramón Carande, nel fatto che è impossibile separare il fenomeno dell'imposta da quello del credito128. Il re emette dei titoli sul debito e rimborsa i suoi creditori con ipotetiche entrate fiscali: in queste condizioni l'emergenza di un polo finanziario pubblico distinto dalla banca e dal commercio è impensabile129; e la semplice identificazione tra re e imposta resta dubbia. Come già detto, i mayorazgos dell'aristocrazia in questo sistema servono da garanzie finanziarie e politiche della stabilità dell'insieme, in un'epoca in cui le bancarotte della corona si moltiplicano. Le città malgrado un indebitamento preoccupante130, fungono da sostegno. Nell'insieme, le mediazioni sono complesse, tanto diverse quanto gli statuti dei diversi corpi sociali. Ma conviene qui esaminare l'interrogativo posto con nettezza da Ricardo García Carcel in occasione di una tavola rotonda sulle rivolte nell'Europa del secolo XVII131: « Se noi definiamo il "feudalesimo" come agente di repressione o di conflitto sociale ed eliminiamo allo stesso tempo lo stato moderno come agente di fattori che conducono ad una serie di rivolte o di contestazione sociale, ci dobbiamo chiedere allora contro chi ci si ribella?» . In effetti, con lo Stato ridotto all'incapacità, con la feudalità che esprime clientele protettrici e con la Chiesa che dispensa la sua caritatevole economia, allora l'antico regime dovrebbe sembrarci l'anticamera del paradiso. Ma l'egoismo delle oligarchie urbane132, la terribile presenza per gli umili come per i letterati dell'Inquisizione133, la repressione dei costumi134, il dilagare della povertà e la persistenza della schiavitú135, la persecuzione dei moriscose 136 dei gitani137, gli orrori della guerra, e il rifiuto degli alloggiamenti e delle leve di soldati138, nessuno di questi fenomeni scompare sotto i colpi della rinnovata storiografia della politica in epoca moderna.
Studi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36
Jean-Frédéric
Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la
questione dello Stato
96 M. García Pelayo, La Corona. Estudio sobre un simbolo y un concepto político, in Obras completas, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1991, pp. 1041-1072; A. M. Hespanha, As Vésperas do Leviathan, cit., vol. I, pp. 363-384; H. KÈnigsberg, « Dominium regale or dominium politicum et regale », Politicians and Virtuosi, London, The Hambledon Press, 1986, pp. 1-25; per comparare con la Francia si veda R. Descimon, Les fonctions de la métaphore du mariage politique du roi et de la république en France XVe-XVIIIe siècles, in « Annales Esc» , 47, 1992, pp. 1127-1149.
97 P. F. Albaladejo, Monarquía y reino en Castilla: 1538-1623, in Fragmentos de Monarquía. Trabajos de historia política, Madrid, Alianza, 1992, pp. 241-283.
98 C. Aguilar Adan, Métaphores du corps politique malade autour des années 1620, in A. Redondo, éd. par, Le corps comme métaphore dans l'Espagne des XVIe et XVIIe siècles, Paris, Publications de la Sorbonne, 1993, pp. 61-71.
99 X. Gil Pujol, « Atajar pesadumbres» : propostes governamentals per unes Corts Generals de la Corona d'Aragó en 1578, no celebrades , in « Pedralbes» , 13, 1993, pp. 217-228.
100 Las Cortes de Castilla y León en la Edad Moderna, Valladolid, Ediciones de las Cortes de Castilla y León, 1989; Las Cortes de Castilla y León 1188-1988, Valladolid, Cortes de Castilla y León, 1990; J. L. Bermejo Cabrero, En torno a las Cortes del antiguo Régimen, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LXIII-LXIV, 1993-1994, pp. 149-233.
101 L. González Antón, La Corona de Aragón: régimen político y cortes. Entre el mito y la revisión historiógrafica, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LVI, 1986, pp. 1017-1042; E. Belenguer Cebriá, La legislació político-judicial de les Corts de 1599 a Catalunya, in « Pedralbes» , 7, 1987, pp. 9-28; J. L. de Palos Peñarroya, Las Cortes de Catalunya durante el siglo XVI: apuntes para un estudio social del poder, in « Pedralbes» , 5, 1985, pp. 97-131; X. Gil Pujol, Las Cortes de Aragón en la Edad Moderna: comparaciéon y reevaluación, in « Revista de las Cortes Generales» , 22, 1991, pp. 70-119; J. A. Armillas, E. Solano Camón, La diputación de Aragón. Entre el rey y el reino, in « Ius Fugit» , 1, 1993, pp. 11-35; P. Sanz Camañes, L. Blanco Lalinde, Aproximación al estudio de las Cortes Modernas en Aragón: tendencias historiográficas, fuentes y problemas metodológicos, in « Ius Fugit» , 2, 1993, pp. 283-319.
102 V. Vazquez de Prada, dir., Las Cortes de Navarra desde su incorporación a la Corona de Castilla: tres siglos de actividad legislativa (1513-1829), Pamplona, Eunsa, 1993.
103 P. Almeida Cardim, Ceremonial and ritual in the Cortes of Portugal (1581-1698), in Parliaments, Estates and Representation, vol. 12, 1, 1992, pp. 1-14; Cortes e procuradores do Reinado de D. Joâo IV, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 9, 10, 1993, pp. 63-71; As Cortes de Portugal (século XVII), Lisboa, Universidade Nova de Lisboa, 1993 (dattiloscritto); si veda anche A. M. Hespanha, As Cortes o reino. Da Uniâo a Restauraçâo, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 11, 1991, pp. 21-56; A « Restauraçâo» portuguesa nos Capítulos das Cortes de Lisboa de 1641, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 9-10, 1993, pp. 29-62.
104 Clara Alvarez continua le ricerche all'Universidad Autónoma de Madrid sull'invenzione giuridica del concetto di rappresentanza dai tempi del basso Medioevo; J. M. Carretero Zamora, Regimen electoral de Madrid a las procuraciones en Cortes: las ordenenzas electorales de los siglos XVI y XVII, in « Espacio, Tiempo, Forma. Historia Moderna» , 4, 1988, pp. 173-194; cfr. anche P. Cappellini, Rappresentanza in generale. Diritto intermedio, in Enciclopedia del diritto, vol. XXXVIII, Milano, Giuffré, 1987, pp. 435-463.
105 J. M. Carretero Zamora, Algunas consideraciones sobre las Actas de las Cortes en el reinado de los Reyes Católicos. Actas de las Cortes de Madrid de 1510, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 12, 1991, pp. 13-45.
106 P. F. Albaladejo, Monarquía, Cortes y cuestión constitucional en Castilla durante la Edad Moderna, in « Revista de las Cortes Generales» , 1, 1984, pp. 11-34 (ripreso in Fragmentos de Monarquía, cit., pp. 283-299).
107 J. Vallejo, Ruda equidad, ley consumada, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1993.
108 S. de Dios, La evolución de las Cortes de Castilla durante los siglos XVI y XVII, in Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, cit., pp. 595-755.
109 Con uno spirito polemico che non esita a spingersi fino alla caricatura, L. González Antón, Las Cortes en la España del Antiguo Régimen, Madrid, Siglo XXI, 1989; L.-J. Guía Marín, Felipe IV y los avances del autoritarismo real en el Pais Valenciano: las Cortes de 1645 y la Guerra de Catalunya, in « Estudis. Revista de Historia Moderna» , 10, 1983, pp. 217-231.
110 I. A. A. Thompson, Crown and Cortes in Castile, 1590-1665, in « Parliaments, States and Representation» , 2, 1, 1982, pp. 29-45; J.-L. Castellano Castellano, Las Cortes de Castilla y su Diputación (1621-1789). Entre pactismo y absolutismo, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1990.
111 J. I. Fortea Pérez, Monarquía y Cortes en la corona de Castilla. Las ciudades y la política fiscal de Felipe II, Salamanca, Cortes de Castilla y León, 1990.
112 J. I. Fortea Pérez, Fiscalidad Real y Política Urbana en la Corona de Castilla en el reinado de Felipe II, in E. F. de Pinedo, dir., Haciendas forales y hacienda real. Homenaje a D. Miguel Artola y D. Felipe Ruiz Martín, Bilbao, Universidad del Pais Vasco, 1990, pp. 63-79; Poder real y poder municipal en Castilla en el siglo XVI, in Aa.Vv., Estructuras y formas del poder en la historia, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1991, pp. 117-142; Fiscalidad en Córdoba. Fisco, económia y sociedad. Alcabalas y encabeziamentos en tierras de Córdoba (1513-1619), Córdoba, Universidad de Córdoba, 1986; si vedano pure nel caso di Córdoba: J. M. de Bernardo Ares, Presión fiscal y bienes de propios a principios del siglo XVII, in « Axerquia» , 2, 1981, pp. 129-142; Corrupción política y centralización administrativa. La hacienda de propios en la Córdoba de Carlos II, Córdoba, Universidad de Córdoba, 1993.
113 Ritornando al livello locale la storia politica svuota tale opposizione da qualsiasi significato, si veda J. M. de Bernardo Ares, Gobernantes y gobernados en el Antiguo Régimen. Estado y sociedad desde la perspectiva local, in « Axerquía» , 14, 1985, pp. 13-40. Un caso riuscito di lavoro che ricorre alla variazione della scala di osservazione della politica è offerto dalla recente tesi discussa da J. J. Ruiz Ibañez, Las dos caras de Jano. Monarquía, ciudad e individuo en Murcia (1588-1648), Murcia, Universidad de Murcia, 1994 (dattiloscritto). La tesi di J. M. Imízcoz Beunza, Système et acteurs au Baztan. La mémoire d'une communauté immémoriale, 2 voll., Paris, Université de Paris-La Sorbonne, 1987 (dattiloscritto), si era già avvicinata alla problematica con la sua analisi dei processi di disgregazione delle comunità tradizionali e di ricomposizione sotto gli impulsi delle sfere decisionali superiori. Questa riflessione è sfociata in un programma di ricerca molto promettente: A. Floristán Imízcoz, J. M. Imízcoz Beunza, La sociedad navarra en la Edad Moderna. Nuevos análisis. Nuevas perspectivas, in « Príncipe de Viana» , LIV, 1993, pp. 11-48.
114 J. Sarrión Gualda, La interferencia del rey en la designación y poderes de los procuradores en las Cortes Castellano-leonesa (siglos XVI-XVII), in Centralismo y Autonomismo en los siglos XVI-XVII. Homenaje al profesor Jesús Lalinde Abadía, cit., pp. 359-386; S. de Dios, Libertad de voto y privilegios procesales de los procuradores de las Cortes de Castilla (siglos XVI-XVII), in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LXIII-LXIV, 1993-1994, pp. 235-344.
115 J. I. Ruiz Rodríguez, La hacienda y la administración territorial en el siglo XVII. El distrio de los Campos de Montiel, Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1991 (dattiloscritto); Estructura y recaudación del servicio de Millones (1590-1691), in « Hispania» , 182, 1992, pp. 1073-1088; J. I. Fortea Pérez, Reino y Cortes: el servicio de millones y la reestructuración del espacio fiscal en la Corona de Castilla (1610-1621), in J. I. Fortea Pérez, C. M. Cremades Griñan, eds., Política y Hacienda en el Antiguo Régimen, Murcia, Universidad de Murcia, 1993, pp. 53-82; P. Saavedra, A Facenda real na Galicia do antigo réxime, Santiago, Xunta de Galicia, 1993, pp. 98-119.
116 B. Cárceles de Gea, Fraude y administración fiscal en Castilla. La comisión de Millones (1632-1658): poder fiscal y privilegio jurídico-político, Madrid, Banco de España, 1994.
117 P. F. Albaladejo, La resistencia en las Cortes, in La España del conde-duque de Olivares, J. H. Elliot e A. García Sanz, dir., Valladolid, Universidad de Valladolid, 1991, pp. 316-337 (ripresentato in Fragmentos de Monarquía, cit., pp. 325-349).
118 I. A. A. Thompson, The end of the Cortes of Castile, in « Parliaments, Estates and Representation» , 4, 1984, pp. 125-133 (ripreso nei Variorum); J.-L. Castellano Castellano, Las Cortes de Castilla, cit., pp. 69-84.
119 D. Barnabé Gil, La fiscalidad en los territorios peninsulares de la corona de Aragón durante la época de los austrias, in J. I. Fortea Pérez, C. M. Cremades Griñan, eds., Política y Hacienda en el Antiguo Régimen, cit., pp. 15-31.
120 P. Croft, I. A. A. Thompson, Aristocracy and representative government in unicameral and bicameral institutions: the role of the peers in the Castilian Cortes and the English Parliament 1529-1664, Bicamerlisme, Tweekamerstesel vroeger en nu. Handelingen van de Internationale Conferentie ter gelegenheid van het 175-jarig bestaan van de Eerste Kamer der Staten-Generaal in de Nederlandeen, H.W. Blom, W. P. Blockmans, H. de Schepper, La Aja, 1992, pp. 63-86 (ripreso nei Variorum).
121 Questa conclusione non è condivisa da tutti, si veda per il caso catalano E. Belenguer Cebriá, Un balance de las relaciones entre la Corte y el País: los greuges en Catalunya, in « Estudis» , 13, 1987, pp. 99-130.
122 C. J. Jago, Fiscalidad y cambio constitucional en Castilla 1601-1621, in J. I. Fortea Pérez, C. M. Cremades Griñan, eds., Política y Hacienda en el Antiguo Régimen, cit., pp. 117-132.
123 G. Meunier, La sal, el fisco y la vida quotidiana en el reino de Murcia a finales del XVI, in « Areas» , 1, 1981, pp. 21-37; J. A. Sánchez Belén, El partitdo de Ocaña: un caso de oposición antifiscal en la Mancha 1665-1700, in I Congreso de Historia de Castilla-La-Mancha, Ciudad Real, 1985, pp. 55-64; J. A. Alvarez Vásquez, Rentas, precios y créditos en zamora en el Antiguo Régimen, Zamora, Colegio Universitario de Zamora, 1987; J. I. Fortea Pérez, Aproximación al estudio de las actitudes sociales ante el fisco: el fraude fiscal en la corona de Castilla en el siglo XVI, in « Studia Historica (Historia Moderna)» , V, 1987, pp. 99-110; Los encabezamientos de las alcabalas andaluces en la Hacienda real de Castilla (1557-1595), in Aa.Vv., Poder político e instituciones en la España Moderna, Alicante, Instituto di Cultura Gil-Albert, 1992, pp. 141-177; M. R. Porres Marijuan, Vitoria y sus relaciones fiscales con la corona en los siglos XVII y XVIII, in « Eusko Ikastuntza. Sociedad de Estudios Vascos» , Cuadernos de la sección Historia-Geografía, 10, 1988, pp. 101-150; J.-F. Schaub, Les risques du métier ou les mésaventures d'un administrateur portugais au temps du comte-duc d'Olivares, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 11, 1991, pp. 57-76; L'Etat quotidien: entre arbitrisme et révolte, la gabelle au temps du comte-duc d'Olivares, in J.-F. Schaub, éd. par, Recherche sur l'histoire de l'Etat dans le monde ibérique, cit., pp. 21-50; B. Cárceles de Gea, Fraude y administración fiscal en Castilla, cit. Piú in generale sul problema dell'istituzione della disubbidienza, B. González Alonso, La fórmula « obedézcase per no se cumpla» en el Derecho castellano de la baja Edad media, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , L, 1980, pp. 469-487.
124 A. de Oliveira, Levantamentos populares no arcebispado de Braga em 1635-1637, in « Bracara Augusta» , vol. XXXIV, fasc. 78 (91), julho-dezembro 1980, pp. 5-31; Contestaçâo fiscal de 1629: as reacçôes de Lamego e Porto, in « Revista das Historia das Ideias» , vol. 6, 1984, pp. 259-300; Levantamentos populares do Algarve em 1637-1638. A repressâo, in « Revista Portuguesa de História» , vol. XX, 1984, pp. 1-182; Poder e Oposiçâo política em Portugal no período Filipino (1580-1640), Lisboa, Difel, 1991, pp. 161-225.
125 Intervento di Domínguez Ortiz alla tavola rotonda organizzata dalla rivista « Manuscrits» nel 1990 ( Mesa redona: Europa i Catalunya el 1640, in « Manuscrits» , 9, 1991, pp. 161-225).
126 J. López Salazar, Estructuras agrarias y sociedad rural en la Mancha, siglos XVI-XVII, Ciudad Real, Instituto de Estudios Manchegos, 1986.
127 Su questi argomenti rimandiamo a molti dei numerosi contributi della già citata Política y Hacienda.
128 Questa problematica di recente è stata sintetizzata da B. Yun Casalilla, La economía castellana en el sistema político imperial en el siglo XVI, in A. Musi, a cura di, Nel sistema imperiale: l'Italia spagnola, Napoli, Esi, 1994, pp. 197-223.
129 F. Ruiz Martín, Las finanzas de la Monarquía Hispánica en tiempos de Felipe IV (1621-1665), Madrid, Real Academia de la Historia, 1990; C. Sanz Ayan, Los Banqueros de Carlos II, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1989; N. Broens, Monarquía y capital mercantil: Felipe IV y las redes comerciales portuguesas (1627-1635), Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1989; l'unica monografia disponibile sui jurios è di P. Toboso Sánchez, La deuda pública castellana durante el Antiguo Régimen, Madrid, Instituto de Estudios Fiscales, 1987. È doveroso ricordare qui che il libro di A. Domínguez Ortiz, Política y Hacienda de Felipe IV, cit., resta un modello e una incomparabile fonte di suggerimenti preziosi.
130 A. Felipe Orts, Felipe IV y el Reino de Valencia (1621-1634). Relaciones con la Monarquía, orden público y problemática de la ciudad, in « Estudis. Revista de Historia Moderna» , 12, 1985-1986, pp. 177-191; A. Gutiérrez Alonso, Un aspecto poco concido de la crisis del siglo XVII: el endeudamiento municipal. El ejemplo de la ciudad de Valladolid, in « Investigaciones Históricas» , 6, 1987, pp. 7-37; Estudio sobre la decadencia de Castilla: la ciudad de Valladolid en el siglo XVII, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1989; J. I. Martínez Ruiz, Finanzas municipales y crédito público en la España moderna. La hacienda de la ciudad de Sevilla, Sevilla, Ayuntamiento de Sevilla, 1992.
131 Ricardo García Carcel in un suo intervento orale alla tavola rotonda organizzata dalla rivista « Manuscrits» nel 1990, cit., p. 270; egli vi fece allusione in particolare al congresso Señorio y feudalismo en la Península Ibérica, s. XII-XIX(1989), 4 voll., Zaragoza, Institución Fernando el Católico, 1993.
132 Si trovano esempi di questi comportamenti nel libro di J. Romero Magalhaês, O Algarve económico 1600-1773, Lisboa, Estampa, 1988, in particolare pp. 323-362.
133 Per un recente esempio relativo alla repressione culturale si veda E. Asensio, Censura inquisitorial de libros en los siglos XVI y XVII. Fluctuaciones. Decadencia, in M. L. López-Vidriero, P. Cátedra, eds., El libro antiguo español, Salamanca, Universidad de Salamanca, Biblioteca Nacional de Madrid, Sociedad Española de Historia del Libro, 1988, pp. 21-36.
134 Francisco Tomás y Valiente ha diretto un corso collettivo di storia del diritto su questi argomenti: Sexo barroco y otras transgresiones premodernas, Madrid, Alianza, 1990; R. Carrasco, La prostitution en Espagne de l'époque des Rois Catholiques à la IIème république, Besançon, Università di Besançon, 1994.
135 B. Vincent, Les esclaves à Málaga en 1581, in « Estudios de Historia Social» , 36-37, 1986, pp. 423-431; Les esclaves d'Almería (1570), in Pouvoirs et société dans l'Espagne moderne. Hommage à Bartolomé Bennassar, Toulouse, Presse Universitaires du Mirail, 1993, pp. 193-203; S. Stella, L'esclavage en Andalousie à l'Epoque Moderne, in « Annales Esc» , 47, 1992, pp. 35-63. In questi articoli si troverà tutta la bibliografia spagnola riguardo alla schiavitú in Spagna in epoca moderna.
136 A. Domínguez Ortiz, B. Vincent, Historia de los moriscos: vida y tragedia de una minoría, Madrid, Alianza, 1985 (1ª ed. 1979); Id., Minorías y marginados en la España del siglo XVI, Granada, Diputación Provincial de Granada, 1987; S. La Parra López, Los Borja y los Moriscos, Valencia, Edicions Alfons el Magnánim, 1992; B. Vincent, Les Morisques grenadins: une frontière intérieure, in « Castrum» , 4, 1992, pp. 109-128.
137 M. H. Sánchez Ortega, La Inquisición y los gitanos, Madrid, Taurus, 1988.
138 M. Vila López, La aportación valenciana a la guerra con Francia (1636-1640), in « Estudis. Revista de Historia Moderna» , 8, 1979-80, pp. 125-142; J. Vidal Pla, Les formes tradicionals de l'organització armada a la Catalunya dels s. XVI i XVII. Suggerències per a una investgació, in « Manuscrits» , 3, 1986, pp. 105-116; E. Solano Camón, Poder monárquico y estado pactista (1626-1652). Los aragoneses ante la Unión de Armas, Zaragoza, Institución Fernando el Católico, 1987; X. Gil Pujol, La comunidad local ante la entrada y despliegue del ejercito del rey: toma de decisiones en una disyuntiva de fidelitades (Agreda, Tarazona, Barbastro, Jaca), in « Cuadernos de Estudios Borjanos» , 25-26, 1991, pp. 63-101.