next essayprevious article indice volumeStudi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36


Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


4. Immagini, testi e istituzioni della monarchia.

Il regno è quindi un mondo complesso, la cui eterogeneità socio-economica trova la sua specifica espressione nella pluralità delle giurisdizioni. Ma da parte sua la corona non è un polo omogeneo di accentramento dell'insieme della società. Incontestabilmente l'oceano degli archivi prodotti dalla monarchia ispanica sono diventati il monumento piú solido eretto alla sua grandezza; perciò la storia della costituzione degli archivi della monarchia, frutto di decisioni politiche fluttuanti piuttosto che fonti morte, è un campo di investigazione essenziale139. Ma una monarchia di carta non è necessariamente una burocrazia, quella degli Absburgo di Spagna probabilmente non lo è affatto. Gli organi produttori di documentazione scritta sono i tribunali e i Consigli della polisinodia140. Da quando si sono avviate le grandi ricerche in questi ultimi anni, conosciamo meglio il loro funzionamento141. Il loro tratto comune consiste nell'essere innanzi tutto delle istituzioni giudiziarie. Ad eccezione dei Consigli competenti per l'insieme della monarchia ispanica (Estado, Guerra), negli altri dominano i letrados. La congiuntura politica dei secoli XVI e XVII è stata a lungo presentata in termini di riformee 142 di centralizzazione amministrativa crescente. Oramai questa cornice descrittiva si è arricchita di una riflessione sulla concorrenza di piú paradigmi distinti di esercizio del potere.

I Consigli della polisinodia sono le braccia della giustizia del re. In questo quadro il paradigma dominante è quello della cultura letrada , 143che si oppone nei suoi modi di agire, nelle sue referenze ideologiche, al mondo dell'arbitrio144, della ricetta puntuale o del colpo di Stato (inteso alla Gabriel Naudé). 145Ma esso si oppone ancora di piú alla nostra concezione dell'atto amministrativo, difficilmente identificabile prima della metà del secolo XVIII come gli storici del diritto tentano di dimostrare146. Inoltre, lo studio « ideografico» e prosopograficodel 147 mondo dei giuristi, come quello che António Manuel Hespanha propone di compiere, vieta di considerare questi uomini come servitori dello Stato; essi sono in primo luogo dei membri di un corpo che devono difendere interessi propri, privilegi, in definitiva un habitus particolare148. Alcuni lavori monografici permettono di valutare insieme la cultura, i modi di agire e gli interessi propri di questi specialisti del diritto149. Dunque i letrados non sono solamente i veicoli della giustizia del re, questa legge vivente; essi sono i garanti del fatto che la giustizia distributiva, che li riguarda in primo luogo, sia resa in condizioni soddisfacenti. Quindi, Beatriz Cárceles de Gea ne fa letteralmente l'espressione del regno presso il re: questi consiglieri esercitano il diritto di orientare il monarca nella stessa misura in cui espletano il dovere di servizio150. Tale sarebbe la costituzione letrada del regno151. L'istituzione del favorito del re rimescola tutte le carte del gioco152, poiché egli scavalca la via naturale di trasmissione della giustizia del re verso i suoi sudditi e della grazia verso coloro che lo servono per status, i nobili153. Nel caso di Lerma, ormai ben studiato154, si può vedere come l'ascesa di una clientela nel favore del re alimenti il perpetuarsi della sua posizione, il suo arricchimento materiale, le grandi decisioni della monarchia, sviluppando una retorica politica dell'amicizia che la pone al di sopra dei parametri tradizionali del consiglio del principe, col rischio di trovarsi al margine di essi.

La persona del re cattolico155, questa finzione156, è al centro della scena157. Da lui emanano grazia e giustizia. Ecco perché l'esercizio della politica si sviluppa colla nostalgia di una amministrazione con la presenza del monarca158. In Spagna e in Portogallo, le ricerche dedicate alla figura del re hanno prodotto in questi ultimi tempi una messe impressionante di lavori. Il simbolismo dei luoghi di maestà ha ricevuto un trattamento nuovo, in particolare con i lavori degli storici dell'arte. Dopo il celebre libro di Jonatham Brown e John H. Elliot sul Buen Retiro159, le ricerche sui palazzi regi160, sul mecenatismo realee 161 sulla vita di corte in generalesono 162 venute a completare le nostre conoscenze. Si restituisce ai riti della regalit&agravee 163 le cerimonie della vita cortigianala 164 loro efficacia simbolica e politica. La figura del re si manifesta di modo ambivalente nell'onnipresenza della rappresentazione165, e il mistero del ritiro magico (nel caso di Sebastiano di Portogallo) 166 o semplicemente funzionale (nel caso di Filippo II)167. La vita del palazzo, regolata da una severa etichetta168, inserisce nel suo funzionamento i principali rappresentanti dell'aristocrazia ma ne esclude alcuni altri. La corte, e per estensione la capitale, sono il luogo privilegiato di produzione di immagini, testi e scenografie della regalità. Viceversa si può tracciare la storia di come Lisbona visse l'assenza della corte subita all'epoca dell'unione dinastica169. Ma il re e la sua corte non godono del monopolio della produzione dei testi, una storia della « cultura politica» sotto l'antico regime (Diego Ramada Curto), è ugualmente una storia decentralizzata170. In Portogallo, vi è stato un forte interesse per l'influenza politica dell'oratoria sacra nel secolo XVII, in un contesto di fervore escatologico molto speciale171. Piú generalmente, la conoscenza dei testi sulla politica si è arricchita, da una parte perché i problemi aproblematici della storia positiva delle idee sono stati abbandonati a favore di itinerari infinitamente piú complessi172, dall'altra perché, in Spagna come in Portogallo, uno sforzo notevole e invidiabile, è stato fatto in materia di edizione o riedizioni di testi antichi, manoscritti o a stampa173. L'insieme dei materiali istituzionali, culturali e artistici contribuisce alla produzione di una cultura politica unificante174. Com'è stato suggerito da Xavier Gil Pujol, l'accettazione, il rifiuto, la rielaborazione di questi oggetti e di questi progetti possono servire da filo rosso per comprendere l'architettura generale della monarchia ispanica nella sua diversità175.


continueback Studi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36
Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


139 Il lavoro degli archivisti-paleografi spagnoli è spesso ammirevole ed è doveroso rendere loro omaggio. Inoltre, alcuni di loro conducono ricerche sui meccanismi che hanno accompagnato la costituzione dei fondi e che esprimono una certa cultura istituzionale del tempo: J. L. Rodr&iacuteguez de Diego, Instrucción para el gobierno del Archivo de Simancas, Madrid, Ministerio de Cultura, 1993; M. J. Alvarez Cova González, La Corona de Aragón: documentación en el Consejo y en la Cámara de Castilla: Secretar&iacutea de Gracia y Justicia. Problemas archiv&iacutesticos e investigación histórica, in J.-M. Scholz, ed., El tercer poder. Hacia una compresión histórica de la justicia contemporánea en Espa&ntildea, Frankfurt, Klostermann, 1992, pp. 1-32; dalla stessa dir., La Cámara de Castilla: Inventario de los libros de la Secretar&iacutea de Gracia y Justicia que se conservan en el Archivo Histórico Nacional de Madrid, Madrid, 1993. Il numero 15 dei « Cuadernos de Historia Moderna» , in corso di stampa, verterà su questi temi, a partire dall'esperienza di vari grandi fondi archivistici spagnoli.

140 I. A. A. Thompson, The rule of law in early modern Castile, in « European History Quaterly» , 14, 1984, pp. 221-234.

141 F. Tomás y Valiente, El gobierno de la Monarqu&iacutea y la administración de los Reinos en la Espa&ntildea del siglo XVII, in Historia de Espa&ntildea Men&eacutendez Pidal, J. M. Jover Zamora, dir., vol. XXV, La Espa&ntildea de Felipe IV, Madrid, Espasa Calpe, 1982, pp. 1-214; J. L. Bermejo Cabrero, Notas sobre Juntas del Antiguo R&eacutegimen, in Actas del IV Symposium de Historia de la Administración, Madrid, Instituto de Estudios de Administración P&uacuteblica, 1983, pp. 93-108; E. Hernández Esteve, Creación del Consejo de Hacienda de Castilla (1523-1525), Madrid, Banco de Espa&ntildea, 1983; F. Barrios, El Consejo de Estado en la Monarqu&iacutea espa&ntildeola, 1521-1812, Madrid, Consejo de Estado, 1982; E. Postigo Castellanos, Honor y privilegio en la Corona de Castilla. El consejo de las Ordenes y los Caballeros de Hábito en el siglo XVII, Valladolid, Junta de Castilla y León, 1988; S. de Luxán Mel&eacutendez, La Revolución de 1640 en Portugal, sus fundamentos sociales y sus caracteres nacionales. El Consejo de Portugal: 1580-1640, Madrid, Universidad Complutense, 1988 (dattiloscritto); P. Arregui Zamorano, Ordenanzas del Consejo de Aragón, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LV, 1985, pp. 705-733; J. Mart&iacutenez Millán, T. Sánchez Rivilla, El Consejo de Inquisición, 1483-1700, in « Hispania Sacra» , 36, 1984, pp. 71-194; M. Rivero Rodr&iacuteguez, El consejo de Italia y el gobierno de los dominios italianos de la Monarqu&iacutea Hispana durante el reinado de Felipe II (1556-1598), Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1994 (dattiloscritto); La fundaci&eacuteon del Consejo de Italia: Corte, grupos de poder y periferia (1536-1559), in J. Mart&iacutenez Millán, ed., Instituciones y &eacutelites de poder en la Monarqu&iacutea, Madrid, Universidad autónoma de Madrid, 1992, pp. 199-221; J. E. Gelabert, Sobre la fundación del Consejo de Hacienda, in J. I. Fortea P&eacuterez, C. M. Cremades Gri&ntildean, eds., Pol&iacutetica y Hacienda en el Antiguo R&eacutegimen, cit., pp. 83-95; Q. Aldea, Los miembros de todos los Consejos de Espa&ntildea en la d&eacutecada de 1630 a 1640, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , 50, 1980, pp. 189-205. Per il Portogallo si vedano i recenti aggiornamenti di J. M. Subtil, A administraç&acirco central da coroa, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 78-90, e Governo e administraç&acirco, in História de Portugal, vol. IV, cit., pp. 157-190.

142 John H. Elliot è uno degli storici che ha maggiormente indagata la nozione di riforma politica nella Spagna moderna; dalla sua vasta produzione citeremo solo tre titoli: El Conde-Duque de Olivares y la herencia de Felipe II, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1977; lo stesso insieme con J. F. Ruiz de la Pe&ntildea, Memoriales y Cartas del conde-duque de Olivares, Madrid, Alfaguarra, 1978-1980; infine, The Count-Duke of Olivares. A Statesman in a Age of Decline, New Haven-London, Yale University Press, 1986. Sui limiti dello spirito riformatore di Olivares, B. González Alonso, El conde-duque de Olivares y la administración de su tiempo, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , 59, 1989, pp. 5-48.

143 A. Manuel Hespanha, Justicia e administraç&acirco entre o Antigo Regime e a Revoluç&acirco, in Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, cit., pp. 135-204 (in particolare il capitolo IV A justi&ccedila, tecnologia modelar do poder, pp. 145-151).

144 Dall'epoca dei primi lavori di Jean Vilar, la storiografia sull'arbitrismo si è arricchita: A. Dom&iacutenguez Ortiz, Nuevos ejemplos de un g&eacutenero muy espa&ntildeol: el arbitrismo económico del siglo XVII, in « Hacienda P&uacuteblica Espa&ntildeola» , 100, 1985, pp. 275-285; M. A. Echevarr&iacutea Bacigalupe, Examen de una pol&eacutemica sobre los intercambios exteriores a principios del siglo XVII, in « Studia Historica (Historia Moderna)» , III, 3, 1985, pp. 119-142; J. I. Guti&eacuterrez Nieto, El pensamiento económico, pol&iacutetico y social de los arbitristas, in Historia de Espa&ntildea Men&eacutendez Pidal, J. M. Jover Zamora, dir., XXVI, 1, El Siglo del Quijote 1580-1680, Madrid, Espasa Calpe, 1986, pp. 233-351; J.-L. Castellano Castellano, Discurso de Antolin de la Serna, in « Chronica Nova» , 17, 1989, pp. 349-363; H. Rodr&iacuteguez de Gracia, Alonso de Castro Xibaje: un arbitrista del siglo XVII, in Tol&egravede et l'expansion urbaine en Espagne, Atti del colloquio organizzato dalla Junta de Comunidades de Castilla la Mancha e la Casa de Velásquez, Madrid, Casa de Velásquez, 1991, pp. 99-115; J. Vilar, Un pessimisme « calculé» : l'introspection &eacuteconomique à Tol&egravede (1628-1661), in Tol&egravede et l'expansion urbaine en Espagne, cit., pp. 117-135; J. A. Alvarez Vásquez, El arbitrismo de Caxa Leruela y la crisis del siglo XVII, in « Anuario del Instituto de Estudios Zamoranos Florian de Ocampo» , 1992, pp. 541-563.

145 J.-F. Schaub, La visite de Diogo Soares: un proc&egraves politique en Castille au 17e si&egravecle, in J.-M. Scholz, dir., Fallstudien zur spanischen und portugiesischlen Justiz 15. bis 20. Jahrundert, Frankfurt, Klostermann, 1944, pp. 3-31.

146 A. M. Hespanha, Repr&eacutesentations dogmatiques et projets de pouvoir. Les outils conceptuels des juristes du ius commun dans le domaine de l'administration, in Wissenschaft und Recht der Verwaltung seit dem Ancien R&eacutegime, 1984, pp. 1-28; L. Mannori, Per una « preistoria» della funzione amministrativa. Cultura giuridica e attività dei pubblici apparati nell'età del tardo diritto comune, in « Quaderni fiorentini» , 19, 1990, pp. 323-504. Sull'importanza delle riflessioni fatte in Italia, J. M. Portillo, La administración en la reciente historiograf&iacutea italiana (Temas y variaciones), in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LXII, 1992, pp. 633-674; si vedano anche alcune indicazioni in J.-F. Schaub, La cr&eacuteation administrative au Portugal au temps du comte-duc d'Olivares, in « Estudis» , 20, 1994 (in corso di stampa).

147 A. M. Hespanha, L'&eacutetude prosopographique de juristes: entre les « pratiques» et leurs « repr&eacutesentations » , in El tercer poder. Hacia una comprensión histórica de la justicia contemporánea en Espa&ntildea, cit., pp. 93-101; M. C. Madeira Santos, Le projet de recherche prosopographique Sila: les juristes portugais de l'Ancien R&eacutegime, in El tercer poder, cit., pp. 103-107. Si conoscono ancora poco i tribunali spagnoli del XVII secolo. Oltre gli studi di C. Garriga già citati si vedano S. M. Coronas, La Audiencia y Chanciller&iacutea de Ciudad Real (1494-1505), in « Cuadernos de Estudios Manchegos» , 11, 1981, pp. 47-139; L. Fernández Vega, La Real Audiencia de Galicia. Organo de gobierno del Antiguo R&eacutegimen (1480-1808), La Coru&ntildea, Diputación Provincial de La Coru&ntildea, 1982; T. Canet Aparisis, La Audiencia Valenciana de la &eacutepoca foral moderna, Valencia, Edicions Alfons el Magnánim, 1987; R. Róldan Verdejo, Los jueces de la monarqu&iacutea absoluta. Su estatuto y actividad judicial. Corona de Castilla, siglos XIV-XVIII, La Laguna, Universidad de La Laguna, 1989; R. L. Kagan, Lawsuits and litigants in Castile 1500-1700, Chapel Hill, 1981.

148 A. M. Hespanha, As V&eacutesperas do Leviathan, cit., vol. 1, pp. 691-737;« Dignitas nunquam moritur» ou a durabilidade do poder no Antiguo Regime, in Centralismo y Autonomismo en los siglos XVI-XVII. Homenaje al profesor Jes&uacutes Lalinde Abad&iacutea, cit., pp. 445-455.

149 F. Tomás y Valiente, Castillo de Bobadilla. Semblanza personal y profesional de un juez del Antiguo R&eacutegimen, in Gobierno e instituciones en la Espa&ntildea del Antiguo R&eacutegimen, Madrid, Alianza, 1982, pp. 179-251; A. Rumeu de Armas, El jurista Gregorio López Madera, alcade mayor de Guadalupe, consejero de Indias y editor de Las Partidas, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LXIII-LXIV, 1993-1994, pp. 345-449.

150 B. Cárceles de Gea, La justicia distributiva en el siglo XVII (aproximación pol&iacutetico-constitucional), in « Chronica Nova» , 14, 1986, pp. 93-122. Dello stesso autore, si veda anche La crisis de la Monarqu&iacutea judicial: la consulta del Consejo de Castilla de 1683, in « Norba. Revista de Historia» , V, 1987, pp. 103-121; El conte-duque de Olivares y los tribunales de la Corte: oposición pol&iacutetica y conflicto constitucional, in « Cuadernos de Investigación Histórica» , 13, 1990, pp. 7-35.

151 A. M. Hespanha, O governo dos Austrias e a « modernizaç&acirco» da constituiç&acirco pol&iacutetica portuguesa, in « Pen&eacutelope. Fazer e desfazer a história» , 2, 1989, pp. 49-74.

152 F. Tomás y Valiente, Los validos en la monarqu&iacutea espa&ntildeola del siglo XVII. Estudio institucional, Madrid, Siglo XXI, 1982; A. Feros Carrasco, Gobierno de Corte y Patronazgo Real en el Reinado de Felipe III (1598-1618), Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1986 (dattiloscritto); Pol&iacutetica Interior. El r&eacutegimen de los validos, in Historia de Espa&ntildea, vol. 6, Barcelona, Planeta, 1988, pp. 16-22; Lerma y Olivares: la práctica del valimiento en la primera mitad del seiscientos, in J. H. Elliot, A. Garc&iacutea Sanz, eds., La Espa&ntildea del conde-duque de Olivares, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1991, pp. 195-224; F. Benigno, L'ombra del re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento, Venezia, Marsilio, 1992; B. Garc&iacutea Garc&iacutea, Paz, desempe&ntildeo y reputación en la pol&iacutetica exterior del duque de Lerma (1598-1618), Madrid, Universidad Complutense, 1994 (tesi di dottorato discussa).

153 Si pensi al modo in cui la nobiltà aragonese costruisce attorno alla corte de Juan de Austria a Saragozza una alternativa alla corte della reggenza: si veda A. Alvarez, Fueros, Cortes y Clientelas: el mito de Sobrarbe. Juan José y el reino paccionado de Aragon, in « Pedralbes» , 12, 1992, pp. 239-291.

154 A. Feros Carrasco, The King's Favorite. The Duke of Lerma. Power, Wealth and Court Culture in the Reign of Philip III of Spain, 1598-1621, Baltimore, The John Hopkins University, 1994 (dattiloscritto).

155 P. F. Albaladejo, De Regis Catholici Praesentia: una propuesta de « Rey Católico» desdes el reino napoletano en 1611, in A. Musi, a cura di, Nel sistema imperiale, cit., pp. 93-111.

156 J. Lalinde Abad&iacutea, La « persona ficta» en el escenario pol&iacutetico europeo, in De la Res p&uacuteblica a los Estados Modernos. Journ&eacutees Internationales d'Histoire du Droit, Bilbao, Universidad del Pa&iacutes Vasco, 1992, pp. 19-39.

157 A. Feros, « Vicedioses, pero humanos» : el drama del Rey, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 14, 1993, pp. 103-131.

158 J. H. Elliot, The Court of the Spanish Habsburgs: a peculiar institution?, in Essays in honour of Sir Helmut K&Egravenigsberger, Cambridge, 1987, pp. 5-24; A. M. Hespanha, La Corte, in La gracia del derecho. Econom&iacutea de la cultura in la edad moderna, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1993, pp. 177-202.

15 9 A Palace for a King: the Buen Retiro and the Court of Philip IV, New Haven-London, Yale University Press, 1980.

160 M. Moran Turina, F. Checa Cremades, Las casas del rey. Casas de campo, cazaderos y jardines. Siglos XVI y XVII, Madrid, El Viso, 1986; F. Checa Cremades, ed., El Real Alcázar de Madrid. Dos siglos de arquitectura y coleccionismo en la corte de los Reyes de Espa&ntildea, Madrid, Comunidad de Madrid-Nerea, 1994 (catalogo); sulla simbologia politica della vita di corte si vedano: F. Bouza Alvarez, Locos, enanos y hombres de placer en la Corte de los Austrias, Madrid, Tema de Hoy, 1991; El uso cortesano de la « improporción» bufonesca, in L. C. Alvarez Santaló, C. Gremades Gri&ntildean, eds., Mentalidad e ideolog&iacutea en Antiguo R&eacutegimen, cit., pp. 27-36; S. Sebastia López, El Escorial como palacio emblematico, in Real Monasterio-Palacio de El Escorial. Estudios in&eacuteditos en el IV centenario de la terminación de la obra, Madrid, Csic, 1987, pp. 95-105. Nel cuore del palazzo, la cappella è un luogo attraversato da tensioni: D. Ramada Curto, A Capela Real, um espa&ccedilo de conflictos (s&eacuteculos XVI-XVIII), in Espritualidade e Corte em Portugal, sec. XVI-XVIII, Porto, Universidade de Porto, 1993, pp. 143-154.

161 J. M. Serrera, Alonso Sánchez Coello y la mecánica del retrato de corte, in Alonso Sánchez Coello y el retrato en la corte de Felipe II, Madrid, Ministerio de Cultura, 1990 (catalogo); F. Checa Cremades, ed., Reyes y mecenas. Los Reyes Católicos, Maximiliano I y los inicios de la Casa de Austria en Espa&ntildea, Madrid, Ministerio de Cultura-Electa, 1992 (catalogo); Id., Felipe II mecenas de las artes, Madrid, Nerea, 1992; ancora Tiziano y la Monarqu&iacutea Hispánica, Madrid, Nerea, 1994; F. Bouza Alvarez, Dissonnance dans la monarchie. Une fiction musicale de la politique baroque autour du mouvement portugais de 1640, in J.-F. Schaub, ed., Recherche sur l'histoire de l'Etat dans le monde ib&eacuterique, cit., pp. 87-99.

162 D. Ramada Curto, As prácticas rituais e os espa&ccedilos de representaç&acirco, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 134-141.

163 X. Javela, La muerte del rey. El ceremonial funerario de la Monarqu&iacutea espa&ntildeola (1500-1885), Madrid, Turner, 1990; J. M. Nieto Soria, Ceremonia de la realeza: propaganda y legitimación en ma Castilla Trastámara, Madrid, Nerea, 1993; A. M. Alves, As entradas r&eacutegias portuguesas. Uma vis&acirco de conjunto, Lisboa, Livros Horizonte, s.d.; C. Lisón Tolosana, La imagen del rey. Monarqu&iacutea, realeeza y poder ritual en la Casa de los Austrias, Madrid, Espasa Calpe, 1991.

164 D. Ramada Curto, Ritos e ceremónias da monarqu&iacutea em Portugal, in F. Bethencourt, D. Ramada Curto, eds., A Memória da Naç&acirco, Lisboa, Livraria Sá da Costa Editora, 1991, pp. 249-258; J. Romero Magalhaês, O rei, in História de Portugal, vol. III, cit., 1993, pp. 61-73; A. Barrero, P. Cardim, Cultura pol&iacutetica barroca imagens do poder nas festas de casamento de d. Afonso VI, Fundaç&acirco das Casas de Fronteira e Alorna, 18 e 19 de fevereino de 1994, Encontro sobre o Ornamento no Barroco e no Rococó, 1994 (dattiloscritto).

165 A. Mar&iacutea Alves, Iconologia do poder real no periodo manuelino: à procura de uma linguagem perdida, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, 1985; F. Checa Cremades, Carlos V y la imagen del h&eacuteroe en el Rinascimiento, Madrid, Taurus, 1985; C. J. Hernández Sanchez, El virrey Pedro de Toledo y la entrada de Carlos V a Napoles, in « Investigaciones Históricas» , 7, 1988, pp. 7-15; F. Bouza Alvarez, Retórica da imagen real. Portugal e a memória figuradad de Felipe II, in « Pen&eacutelope. Fazer e desfazer a história» , 4, 1989, pp. 19-58; lo stesso con E. de Santiago, Grabar la historia. Grabar en la historia, in Los Austrias. Grabados de la Biblioteca Nacional, Biblioteca Nacional-J. Ollero, 1993, pp. 13-23 (catalogo); ancora Monarchie en lettres d'imprimerie. Typographie et propagande au temps de Philippe II, in « Revue d'histoire moderne et contemporaine» , 41, 2, 1994, pp. 206-220; P. Civil, Le corps du roi et son image: une symbolique de l'Etat dans quelques repr&eacutesentations de Philippe II, in A. Redondo, dir., Le corps comme m&eacutetaphore dans l'Espagne des XVIe et XVIIe si&egravecles, Paris, Publications de la Sorbonne, 1993, pp. 11-30; J. H. Elliot, Poder y propaganda en la Espa&ntildea de Felipe IV, in Homenaje á José Antonio Maravall, vol. 1, Madrid, Instituto de Investigación Sociológicas, 1985, pp. 15-42; J. P&eacuterez, La memoria de los Reyes Católicos en los siglos XVI y XVII, in « Torres de Lujanes» , 26, 1994, pp. 95-103.

166 D. Ramada Curto, O Basti&acirco, O Basti&acirco! (Actos pol&iacuteticos e modalidades de cren&ccedila) 1578-1603, in Y. Kace Centeno, ed., Portugal: mitos revisitados, Lisboa, Edi&ccediloês Salamandra, 1993, pp. 139-176; L. Valensi, Fables de la m&eacutemoire. La glorieuse bataille de trois rois, Paris, Le Seuil, 1992.

167 F. Bouza Alvarez, Del escribano a la biblioteca. La civilización escrita europea en la alta edad moderna (siglos XV-XVII), Madrid, Sintesis, 1992, pp. 71-107 ( La escritura y el poder del Pr&iacutecipe); F. Checa Cremades, Felipe II en El Escorial: la representación del poder real, in Escorial: Arte, poder y cultura en la Corte de Felipe II, Madrid, Universidad Complutense, 1989, pp. 7-26.

168 M. J. Rodr&iacuteguez Salgado, The Court of Philip II of Spain, in R. Asch, A. M. Birke, eds., Princes, Patronage and the nobility. The Court at the begining of Modern Age, Oxford, Oxford University Press, 1991, pp. 205-244.

169 D. Ramada Curto, Descri&ccediloês e representa&ccediloês de Lisboa (1600-1650), in O imaginário da cidade, Lisboa, Fundaç&acirco Calouse Gulbenkian, 1989; F. Bouza Alvarez, Lisboa sozinha, quase vi&uacuteva A Cidade e a mudan&ccedila da Corte no Portugal dos Filipes, in « Pen&eacutelope. Fazer e desfazer a história» , 13, 1994, pp. 71-93; sulla questione dell'assenza del re e della sua sostituzione con i viceré, F. J. Bouza Alvarez, La « soledad» de los reinos y la « semejanza» del rey. Los virreynatos de Pr&iacutencipes en el Portugal de los Felipes, in Governare il mondo. L'impero spagnolo dal XV al XIX secolo, a cura di M. Ganci e R. Romano, Palermo, Società italiana per la storia patria, 1991, pp. 125-139; cfr. anche per la questione di Madrid in quanto capitale, A. A. Ezquerra, Felipe II, la Corte y Madrid en 1561, Madrid, Csic, 1985; Id., El nacimiento de una capital europea. Madrid entre 1561 y 1606, Madrid, Turner-Ayuntamiento de Madrid, 1989.

170 Un esempio dell'uso che può essere fatto della letteratura politica ci viene da L. A. Ribot Garc&iacutea, La historia « Della congiura dei ministri del Re di Spagna...» , instrumento de combate y justificación de la revuelta de Messina, in « Investigaciones Históricas» , 3, 1982, pp. 5-31.

171 J. F. Marques, A Paren&eacutetica portuguesa e a Dominaç&acirco Filipina, Porto, Inic Centro de História da Universidade de Porto, 1986; Id., A paren&eacutetica Portuguesa e a Restauraç&acirco, 2 voll., Porto, Inic, 1989; F. Bouza Alvarez, « Clarins de Iericho» . Oratoria sagrada y public&iacutestica en la Restauraç&acirco portuguesa, in « Cuadernos de Historia Moderna y Contemporánea» , VII, 1986, pp. 13-31; M. Vieira Mendes, A Oratoria barroca de Vieira, Lisboa, Editorial Caminho, 1989; M. L. Gon&ccedilalves Pires, Bartolomeu do Quental, pregador da capela real, in Espiritualidade e Corte em Portugal (s&eacuteculos XVI a XVIII), Porto 28-30 maio 1992, Porto, Instituto de Cultura Portuguesa, 1993, pp. 55-170.

172 Si veda nota 17.

173 A titolo di campione, necessariamente arbitrario, alcuni esempi tratti dalla massa dei lavori prodotti negli ultimi quindici anni: P. F. Navarrete, Conservación de monarqu&iacuteas y discursos pol&iacuteticos, Madrid, Instituto de Estudios Fiscales, 1982; J. de Mariana, La dignitad real y la educación del rey, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1981; B. Alamos de Barrientos, Discurso pol&iacutetico al rey Felipe III al comienzo de su reinado, Barcelona, Anthropos-Ministerio de Educación y Ciencia, 1990; A. P&eacuterez, Suma de preceptos, justos, necesarios y provechosos en Consejo de Estado al Rey Felipe III, siendo Pr&iacutecipe, Barcelona, Anthropos-Ministerio de Educación y Ciencia, 1991; Cartas de Felipe II a sus hijas, Madrid, Turner, 1988; ancora Relaciones y cartas, 2 voll., Madrid, Turner, 1986; L. de Argensola, Información de los sucesos del Reino de Aragónen los a&ntildeos de 1590 y 1591: en que se advierte los yerros de algunos autores, Zaragoza, Astral, 1991; L. Mendes de Vasconcelos, Do s&iacutetio de Lisboa. Diálogos, Lisboa, Livros Horizonte, 1990; Arte de Furtar, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, 1991; T. Pinheiro da Veiga, Fastiginia, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa de Moeda, 1988.

174 J. H. Elliot, Lengua e imperio en la Espa&ntildea de Felipe IV, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1994.

175 X. Gil Pujol, Culturas pol&iacuteticas y clases dirigentes regionales en la formación del Estado Moderno: un balance e varias cuestiones, in M. Lambert-Gorges, &eacuted. par, Les &eacutelites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne XVIe-XIXe si&egravecles, Paris, Cnrs Editions, 1993, pp. 171-192; cfr. anche Centralismo e localismo? Sobre as rela&ccediloês pol&eacuteitica e culturais entre capital e terr&iacutetorios nas monarqu&iacuteas europeias dos s&eacuteculos XVI-XVII, in « Pen&eacutelope. Fazer e desfazer a história» , 6, 1991, pp. 119-142.