next essayprevious article indice volumeStudi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36


Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


2. La famiglia come istituzione politica: strategie di riproduzione, oligarchie, gestione degli « estados» nobiliari.

La scienza politica contemporanea si interroga sulla nascita dell'individuo cittadino in un rapporto genetico con lo Stato. Ora, sotto l'antico regime la persona individuale non è un soggetto politico ben definito. I censimenti contano i fuochi, le imposte « per testa» le famiglie, le « tailles» le comunità, i prestiti forzosi le corporazioni41. La scelta delle rispettive unità non è unicamente frutto dell'incompetenza statistica, essa traduce una certa concezione della vita in società. Il posto delle persone nella vita sociale è definito attraverso la famiglia di appartenenza42. Le famiglie non sono solamente il luogo della sicurezza affettiva ed economica, sono investite da una dimensione politica propria perché è l'insieme della famiglia che contribuisce al consolidamento e alla riproduzione del suo statuto43.

La storia sociale della famiglia ha prodotto un numero considerevole di studi sulle strategie matrimoniali, le trasmissioni di patrimoni, le soluzioni per i cadetti44. Le istituzioni giuridiche privilegiate poste al servizio delle famiglie dominanti, il majorazgo 45, e le capellan&iacuteas costituiscono 46 delle strutture di potere fondamentali. Si tratta di beni pubblici ad uso privato47: il privilegio dell'esercizio di una giurisdizione è il tassello fondamentale nel processo di affermazione di un lignaggio48. La concessione dei maggioraschi crea delle relazioni di autorità e di favori presso il re49, il solo abilitato a concedere il diritto di stabilire un maggiorasco e, in virtú del suo jus patronato ecclesiastico, il solo ad autorizzare la fondazione di cappelle. Ipso facto, il ruolo di padre di famiglia è innalzato praticamente al rango di una magistratura50. L'interesse per i manuali di economia domestica, in particolare in seguito ai lavori di Daniela Frigo51, ha permesso di salvare dall'oblio il paradigma dell'amministrazione della casa come modello essenziale di organizzazione sociale e culturale52. D'altra parte, il servirsi dei legami familiari è una delle chiavi del successo nelle carriere politiche. Si osserva questo fenomeno nei gruppi sociali in cui era possibile una certa ascesa sociale, particolarmente tra le oligarchie urbane o rurali. Per questo i lavori di storia sociale di tali famiglie riguardano molto da vicino la storia politica della monarchia53. Infine, l'esistenza di estese casate aristocratiche, poggiate su possessi territoriali spesso non contigui e il cui nucleo è il lignaggio, offre un campo importante di osservazione. Si tratta allora di studiare il comportamento sociale, economico e politico delle piú grandi famiglie della monarchia54. La famiglia quindi è allo stesso tempo il luogo dell'esercizio dell'autorità e lo strumento di una strategia di conquista del potere. Esaminiamo come queste due inscindibili dimensioni si sono articolate.

Le strategie di riproduzione familiare si sono sviluppate in epoca moderna anche tra i gruppi che non potevano pretendere alla fondazione di un maggiorasco; i legami di parentela, reali o fittizi55, le alleanze erano infatti condizioni dell'accesso ad alcuni uffici56. La storiografia spagnola, in questa direzione, ha saputo rendere conto del potere che le oligarchie urbane detenevano di fronte al re e nei confronti dei loro concittadini57, e allo stesso tempo ha saputo analizzare i meccanismi con i quali finivano per controllare e restringere l'accesso al nucleo delle famiglie privilegiate58. La venalità delle magistrature municipali e degli uffici di poliziarischiava 59 di mettere in pericolo il sistema di chiusura endogamica. Il rifiuto di rendere venali tali uffici da parte delle oligarchie municipali è un fenomeno attestato in piú di una città castigliana60. Nelle città della Corona di Aragona, elementi capitali per capire i rapporti di forza fluttuanti tra re e città regie sono le concessioni fatte dal primo del privilegio di insaculacio(sorteggio delle cariche municipali) e le definizioni dei corpi dei cittadini61.

La riduzione dello spazio politico che ne risulta, acutizza il fenomeno di lotte di fazioni ( bandos) sia nella Corona di Castigliache 62 in quella di Aragona63. Nobilitarsi comprando una patenteo 64 per un riconoscimento a posteriori del godimento di statuti riservati alle persone limpias de sangre, è un elemento chiave del problema65. La precarietà dello status nobiliare dovuto all'estensione della venalità, provoca la moltiplicazione dei trattati di nobilt&agravee 66 nutre la disputa delle lettere e delle armi. E cosí che l'apparizione di dinastie familiari di letradosnei 67 consigli e nei tribunali regi sembra essersi estesa senza che si fosse creato un sistema di venalità legale e ufficiale alla francese68. Poiché rimandiamo qui ai lavori di I. A. A. Thompson, va segnalata la grande importanza per tutti gli storici della Spagna moderna, della recente raccolta dei suoi saggi in due volumi della collana dei « London Variorum Reprints» .69

Da circa dieci anni, la storiografia spagnolaha 70 realizzato profondi scandagli nello studio dell'amministrazione delle case aristocratiche71. La Casa de Bejar72, d'Osuna73, quella d'Olivares74, la Casa de l'Infantado75, quella del duca de Arcos76, le finanze della Casa degli Alba77; altre gestioni delle grandi casatesono 78 state l'oggetto di lavori resi possibili dalla qualità eccezionale degli archivi conservati da alcune grandi famiglie dell'aristocrazia spagnola. Nel Seicento si assiste all'indebitamentocronico 79 di queste vaste casate e la bancarotta avrebbe sanzionato queste situazioni se i nobili non avessero ottenuto dai sovrani alcune garanzie politiche e giuridiche80. Si è giunti recentemente a chiamarli i mendicanti della corona81. Ignazio Atienza, per descrivere questa dinamica, evoca una immagine alla Breughel dei ciechi che si sostengono l'uno con l'altro: una monarchia in bancarotta finanziaria e una serie di casate aristocratiche sull'orlo della liquidazione. Uno dei modi di intervento della corona era la concessione ai signori dell'esazione delle imposte regie nell'ambito delle terre signorili82. Bartolomé Yun Casalilla mostra come il re e la sua nobiltà s'accordano sul principio che in cambio dei servizi resi la corona rinuncia a recuperare le entrate alienate e per di piú, consolida le casate aristocratiche permettendo loro di emettere dei titoli di rendita sui beni inalienabili dei loro maggioraschi83. Infine, il re poteva autorizzare i nobili a praticare unilateralmente la diminuzione dei tassi d'interesse delle rendite assegnate sui loro beni non soggetti ad ipoteca, ciò che portava ad una diminuzione dei tassi d'interesse dei juros regi e permetteva dunque di alleggerire il peso del debito. Una tale operazione permetteva alle grandi famiglie di ottenere denaro liquido in parte impiegato al servizio della corona. Il sistema è stato operante nell'organizzazione della difesa militare, al punto che si è potuto parlare di una crescente privatizzazione delle attività di difesa della monarchia, ciò che allontana drasticamente dal « monopolio dell'uso legittimo della forza» . 84Questo contratto informale tra corona e nobiltà sfocia nella presenza costante o accresciuta dell'alta nobiltà nelle cariche della polisinodia nonché in un rafforzamento delle giurisdizioni signorili, in particolare contro le città85. Questa è la ragione per cui, in parallelo con il quadro delineato da José Antonio Maravall86, ci si è interrogati sulla portata della « rifeudalizzazione» del secolo XVII87. Lavorando sulla gestione delle case aristocratiche, in particolare sull'intervento del favore regio nel calcolo dei capifamiglia legati alla persona del re, si può rendere alla storia della corte una leggibilità che la descrizione delle fazioni in lotta non raggiunge mai88. Una problematica che si sviluppa a partire dalla storia sociale dell'ascesa delle famiglie, della storia economica della gestione dei loro patrimoni e della storia politica della loro presenza nelle sfere decisionali della monarchia, ha quindi prodotto una storiografia straordinariamente stimolante. Quest'ultima in effetti volge le spalle allo schema poco esplicativo dell'emergenza dello Stato antagonista delle giurisdizioni signorili la cui cronologia resta oscura. Per questo Angel Rodr&iacuteguez Sánchez recentemente ha potuto formulare l'ipotesi che « l'assolutismo fu solo una radicalizzazione di un sistema legale di privilegi» . 89Tradotto in termini giuridici, ciò significa che la corona non solo non aveva i mezzi per ridurre la pluralità giurisdizionale, ma anche che non ne sentiva affatto il desiderio. Bartolomé Yun Casalilla presenta la dinamica delle relazioni politiche tra la Corona e la nobiltà in questi termini:

Se le difficoltà di creare e potenziare una burocrazia efficace spiegano il ricorso a sistemi di gestione decentralizzata, è altrettanto certo che, in buona misura, le inefficienze della burocrazia centrale erano la conseguenza della proiezione sopra di essa di estese reti di patronato e di fedeltà che non gravitavano attorno al concetto del servizio del re, ma attorno a grandi signori, che a loro volta non sempre avevano chiaro dove cominciava il beneficio del re e terminava quello loro proprio90.

Questa conclusione conferma l'ipotesi, formulata da Antonio Manuel Hespanha, dello scoppio della struttura monarchica nel suo centro stesso; « la politica della corte non era la politica del re» .91

Di fronte all'accumulazione empirica dei fenomeni che testimoniano la debole statalizzazione della monarchia ispanica, si è manifestata la tentazione di interpretarli in funzione di una semplice congiuntura che non toccasse per niente la validità dello sviluppo dello Stato moderno. In un testo recente di sintesi sui territori spagnoli in Italia92, José Maria Garc&iacutea Mar&iacuten, malgrado riconosca l'impossibilità di separare da una parte l'esperienza politica e la definizione dottrinale dell'ufficio e dall'altra le categorie giuridiche e le pratiche sociali del feudo, insiste nondimeno sul carattere congiunturale di tale sovrapposizione che testimonia la dipendenza della corona dall'aristocrazia: « l'alleanza tra la corona e la nobiltà fu solo congiunturale, e se si può rilevare una forma di intervento della nobiltà nell'ambito pubblico, ciò non ostacolò, in ultima istanza, le capacità decisionali del re» . È sorprendente vedere che il nostro storico del diritto, nella sua preoccupazione di dare una base a quest'ultima istanza, sia costretto a scrivere che l'alleanza tra nobiltà e corona fosse in epoca moderna fenomeno congiunturale. Il povero Luigi XVI ansioso di difendere « la sua nobiltà» nel cuore della tormenta rivoluzionaria, sarebbe stato sorpresissimo di saperlo. Un simile ragionamento si ritrova anche nel medievista Paulino Iradiel93. Questo autore crede indispensabile separare la storia delle forme del potere dalla sociologia degli organi del potere. Con questa operazione, diventa possibile affermare che il monopolio delle funzioni della corona da parte delle grandi casate di antica e nuova nobiltà non spiega affatto il tipo di autorità esercitata nella società. « Una cosa è lo sviluppo delle istituzioni statali, che si realizza con il principio della burocratizzazione e nel quale la borghesia e la stessa aristocrazia sarebbero stati strumenti del re prima ancora che strumenti di quelle; altra cosa è la concentrazione, centralizzazione e monopolio di queste istituzioni da parte di un blocco dominante di potere» . Oltre a chiedersi se la distinzione praticata è qui pertinente, è legittimo domandarsi quale sia questo « principio di burocratizzazione» che agisce nella storia. L'autore lo spiega in una maniera che fa aumentare la perplessità del lettore. Secondo lui, in effetti, coloro che focalizzano lo sguardo sull'« aristocratizzazione» degli organi detentori di autorità, sbagliano oggetto: « L'errore consiste nella confusione tra sviluppo delle istituzioni statali (istituzioni di governo e giustizia) e centralizzazione cortigiana del potere» . L'espressione « centralizzazione cortigiana del potere» è tanto imprecisa da consentire a ciascuno di intenderla come vuole. Inoltre, sorprende molto il modo disinvolto con il quale si nega la dimensione curiale dell'esercizio della giustizia del re, ancora di piú da parte di uno storico del Medioevo. In questo modo, la sociologia delle istituzioni del governo e della giustizia, anche quando si accorda perfettamente con la dottrina giuridica e politica espressa dai giuristi del re, in quanto determinata dal privilegio e dalla pluralità delle giurisdizioni, non cambia nulla rispetto alla sostanza, cioè il cammino secolare dello Stato verso la sua modernità. L'ideale della centralizzazione è una struttura profonda, la sociologia dell'autorità non è che un epifenomeno.

Prendiamo un ultimo esempio, molto piú convincente quantunque discutibile, dal recente articolo di Antonio Dom&iacutenguez Ortiz94. Nel suo sottile approccio alle relazioni di potere tra città e corone, l'autore sottolinea il fatto che i re di Castiglia seppero utilizzare l'autorità delle &eacutelites naturali dell'Andalusia per far loro esercitare parte dell'autorità regia, invece di tentare di scavalcarle o controllarle. Egli costruisce quindi una analisi dialettica e dinamica delle relazioni tra i detentori di potere sotto la Corona di Castiglia. La sua acuta osservazione delle condizioni di esercizio del potere, lo portano a dubitare dell'unità reale del Reino(le diciotto poi ventuno città chiamate a sedere nelle Cortes), ma finanche dell'unità del re: « vi era unità di pensiero e di azione da parte del re e degli alti organismi in circostanze eccezionali?» . Il grande storico spiega la necessità del patto stabilito tra la Corona di Castiglia e le città in questi termini:

Madrid era carente di organi propri di amministrazione; quasi tutte le funzioni che oggi copre lo Stato: difesa, opere pubbliche, sanità, istruzione, beneficenza ecc.; erano di competenza piú o meno dei municipi. In materia di giustizia vi era l'appello ai tribunali reali contro gli abusi, e nelle materie ordinarie i privati potevano ricorrere al Consiglio di Castiglia, ma nella pratica erano indifesi contro coloro che comandavano. L'unica difesa efficace era nel diventare uno di loro, e questo era quello che fecero coloro che avevano la capacità economica necessaria per comprare un ufficio di regidor o di jurado(p. 140).

Qui, Antonio Dom&iacutenguez Ortiz non solo rifiuta l'idea che vi sia stata una amministrazione della corona nel senso in cui intendiamo oggi questo termine, ma soprattutto egli dimostra che il ricorso alla giustizia regia era uno strumento politico infinitamente meno potente dell'acquisizione privata di una particella di autorità. Ma, dopo avere dipinto questo quadro della fine del regno di Carlo II, l'autore si contraddice rilevando che tale debolezza era « congiunturale» e non « istituzionale» . Egli ne vede la prova nel fatto che la dinastia borbonica, erede della stessa società, seppe costruire con determinazione uno Stato efficace e centralizzato. Questa postilla non manca di sorprenderci. Da una parte l'opposizione congiuntura/istituzione sembra poco operativa, dall'altra il ragionamento si dichiara apertamente teleologico, infine la storiografia sul XVIII secolo, tralasciando le celebrazioni ufficiali del bicentenario di Carlos III, tende anche essa a offrirci una visione meno moderna, meno illuminata, meno accentratrice, piú tradizionale dei Lumi ispanici95.


continueback Studi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36
Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


41 T. Ferreira Rodrigues, As estruturas populacionais — mentalidade quantitativista, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 197-199.

42 E. Gacto, El grupo familiar dela Edad Moderna en los territorios del Mediterráneo hispánico: una visión jur&iacutedica, in Aa.Vv., La familia en la Espa&ntildea Mediterranea (s. XVI-XVIII), Barcelona, Cr&iacutetica, 1987, pp. 36-64; A. Iglesia Ferreirós, Individuo y familia. Una historia del derecho privado espa&ntildeol, in M. Artola, ed., Enciclopedia de Historia de Espa&ntildea, vol. I, Econom&iacutea. Sociedad, Madrid, Alianza, pp. 433-536.

43 I. Atienza Hernández, V. Fernandez Vargas, Organización estamental y estructuras « suprafamiliares» en Madrid a finales del siglo XVI: un modelo demopol&iacutetico, in « Revista Internacional de Sociolog&iacutea» , 44, 1986, pp. 107-434.

44 Aa.Vv., La familia en la Espa&ntildea Mediterranea (s. XVI-XVIII), Barcelona, Crit&iacuteca, 1987; F. Chacón Jim&eacutenez, Familia y sociedad en el Mediterráneo occidental (siglos XV-XIX), Murcia, Universidad de Murcia, 1987; Id., Historia social de la familia en Espa&ntildea: aproximación a los problemas de familia, tierra y sociedad (s. XV-XIX), Alicante, Instituto de Cultura Juan Gil-Albert, 1990; F. Chacón Jim&eacutenez, J. Hernández Franco, eds., Poder, familia y consanguinidad en la Espa&ntildea del Antiguo R&eacutegimen, Barcelona, Anthropos, 1992. A testimonianza della profondità del ruolo di strutturazione di questi comportamenti e della loro perpetuazione sotto il regime del diritto civile moderno, cfr. F. H&eacuteran, Le bourgeois de S&eacuteville: terre et parenté en Andalousie, Paris, Presses Universitaires de France, 1990; J. M. Cardes&iacuten, Tierra, trabajo y reproducción social en una aldea gallega (s. XVIII-XX): muerte de unos, vida de otros, Madrid, Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentación, 1992.

45 B. Clavero, Mayorazgo. Propiedad feudal en Castilla, 1369-1836, Madrid, Siglo XXI, 1989 (1ª ed. 1977).

46 J. Pro Ruiz, Las capellan&iacuteas en el Antiguo R&eacutegimen, in « Hispania Sacra» , vol. 41, 1989, pp. 585-602; J. Romero Magalhaês, Morgados e capelas, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 492-493.

47 B. Yun Casalilla, Corrupción, fraude, eficacia hacend&iacutestica y econom&iacutea en la Espa&ntildea del siglo XVII, in « Hacienda P&uacuteblica Espa&ntildeola» , 1994, I, cit., pp. 47-60.

48 B. Clavero, Beati Dictum: derecho de linaje, econom&iacutea de familia y cultura de orden, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LXIII-LXIV, 1993-1994, pp. 7-148.

49 A. M. Hespanha, Les autres raisons de la politique. L'&eacuteconomie de la gr&acircce, in J.-F. Schaub, &eacuted. par, Recherche sur l'histoire de l'Etat dans le monde ib&eacuterique, cit., pp. 67-86.

50 A. R. Sánchez, El poder familiar: la patria potestad en el Antiguo R&eacutegimen, in Aa.Vv., Estructuras y formas del poder en la historia, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1991, pp. 105-116; I. Atienza Hernández, El se&ntildeor avisado: programas paternalistas y control social en la Castilla del siglo 17, in « Manuscrits» , 9, 1991, pp. 155-204; Id., Pater familias, se&ntildeor y patrón: &Egraveconómica, clientelismo y patronato en el Antiguo R&eacutegimen, in R. Pastor, ed., Relaciones de poder, de producción y de parentesco en la Edad Medieval y Moderna, Madrid, Csis, 1990, pp. 411-458.

51 D. Frigo, Il padre di famiglia. Governo della casa e governo civile nella tradizione dell'« economica» tra Cinque e Seicento, Roma, 1985; Id., « Disciplina Rei Familiariæ» : a economia como modelo administrativo de Ancien R&eacutegime, in « P&eacutenelope. Fazer e desfazer a história» , 6, 1991, pp. 47-62.

52 B. Clavero, Antidora. Antropolog&iacutea católica de la econom&iacutea moderna, cit., pp. 157-170; A. M. Hespanha, La Corte, in La gracia del derecho, cit., pp. 177-202.

53 I. Atienza Hernández, La nobleza en el antiguo r&eacutegimen: classe dominante, grupo dirigente, in « Estudios de Historia Social» , 1986, 36-37, pp. 465-495; D. Garc&iacutea Hernan, El estamento nobiliario: los estudios clásicos y el nuevo horizonte historiograf&iacuteco, in « Hispania» , 184, 1993, pp. 497-539.

54 G. Lemeunier, Se&ntildeores y oligarcas. Las luchas pol&iacuteticas en Mula durante los siglos XVI y XVII, in « Areas» , 10, 1989, pp. 119-145; E. Soria Mesa, Se&ntildeores y oligarcas. La Vega de Granada en los siglos XVII al XIX, in « Chronica Nova» , 20, 1992, pp. 315-340; E. Puentes Quesada, Un linaje « portugu&eacutes» en Pastrana. La familia de sederos de Simon Mu&ntildeoz, in « Manuscrits» , 10, 1992, pp. 157-182. La questione della giurisdizione signorile conosce un rinnovato interesse; si rimanda al numero speciale della « Revista de Historia Moderna. Anales de la Universidad de Alicante» , 12, 1993, dedicato a quel tema ( Jurisdicción y se&ntildeor&iacuteo en la Espa&ntildea Moderna). Una messa a punto del problema in A. M. Hespanha, As V&eacutesperas do Leviathan, Lisboa, 1986, vol. I, pp. 513-608.

55 Les parent&eacutes fictives en Espagne (XVIe-XVIIe si&egravecles), &eacuted. par A. Redondo, Paris, Publications de la Sorbonne, 1988.

56 A. Rodriguez Sánchez, El poder y la familia. Formas de control y consanguinidad en la Extramadura de los Tiempos Modernos, in « Alcantara» , 12, 1987, pp. 49-64; A. Cristóbal Mart&iacuten, Amistad, parentesco y patronazgo: redes vinculares y servidores inquisitoriales en el Tribunal de Logro&ntildeo (s. XVII), in « Historia Social» , 17, 1993, pp. 21-31.

57 G. Lemeunier, M. T. P&eacuterez Picazo, Proceso de modernización de la región murciana (siglos XVI-XIX), Murcia, Editora Regional Murcia, 1984; F. J. Guillamón Alvarez, J. J. Hourcade, J. J. Ruiz Ibá&ntildeez, Oligarqu&iacutea y fiscalidad en Castilla en el siglo 17: propuestas fiscales y respuestas oligárquicas en Murcia (1620-1640), in J. I. Fortea P&eacuterez, C. M. Cremades Gri&ntildean, eds., Pol&iacutetica y Hacienda en el Antiguo R&eacutegimen, Murcia, Universidad de Murcia, 1993, pp. 97-115. Piú in generale si troverà un recente bilancio dello stato della ricerca sulla storia delle città di Castiglia in J. I. Fortea P&eacuterez, Les villes de la couronne de Castille sous l'ancien R&eacutegime: une histoire inachev&eacutee, in « Revue d'Histoire Moderne et Contemporaine» , 41, 1994, 2, pp. 290-312.

58 J. Amelang, L'oligarquia ciutadana a la Barcelona moderna: una aproximacio comparativa, in « Recerques» , 13, 1983, pp. 7-25; Id., La formación de una clase dirigente: Barcelona 1490-1714, Barcelona, Ariel, 1986; E. Soria Mesa, La familia P&eacuterez de Henasti: un acercamiento al estudio de la oligarqu&iacutea granadina en los siglos XV al XVII, in « Chronica Nova» , 19, 1991, pp. 383-403; A. Guerrero Mayllo, Conflictos sociales en torno al r&eacutegimen municipal manchego. Las elecciones de oficios concejiles en la comarca de quintanar bajo los Austrias, in « Cuadernos de Estudios Manchegos» , 19, 1990, pp. 113-133; Id., Oligarqu&iacutea y gobierno municipal en la Corte de la Monarqu&iacutea Hispánica. El concejo de Madrid entre 1560 y 1606, Madrid, Servicio de Investigación de la Uned, 1991; Id., Pedro Franqueza y Esteve. De regidor madrile&ntildeo a secretario de Estado, in « Pedralbes» , 11, 1991, pp. 79-89; Id., Familia y vida cotidiana de una elite de poder. Los regidores madrile&ntildeos en tiempos de Felipe III, Madrid, Siglo XXI, 1993. Sul caso asturiano, cfr. A. Men&eacutendez González, Elite de poder, la Junta General del principado de Asturias (1594-1808), Oviedo, Instituto de Estudios Asturianos, 1992. Per un modello d'interpretazione che integra la chiusura oligarchica nel processo di formazione dello Stato, M. Hernández, El cierre de las oligarqu&iacutea urbanas en la Castilla moderna: el estatuto del concejo de Madrid (1603), in « Revista Internacional de Sociolog&iacutea» , 45, 1, 1987, pp. 181-198; Id., La evolución de un delegado regio: los corregidores de Madrid en los siglos XVII y XVIII, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LXI, 1991, pp. 579-606.

59 A. Men&eacutendez González, La venta de los oficios p&uacuteblicos en Asturias en los siglos XVI y XVII, in « Bolet&iacuten del Instituto de Estudios Asturianos» , 112, 1984, pp. 677-707; F. Tomás y Valiente, Venta de oficios p&uacuteblicos en Castilla durante los siglos XVII y XVIII, in Gobierno e instituciones en la Espa&ntildea del Antiguo R&eacutegimen, Madrid, Alianza, 1982, pp. 151-177; Id., Otros dos casos de incorporación de oficios p&uacuteblicos a la Hacienda real, in E. F. de Pinedo, dir., Haciendas forales y hacienda real. Homenaje a D. Miguel Artola y D. Felipe Ruiz Mart&iacuten, Bilbao, Universidad del Pais Vasco, 1990, pp. 81-93; Id., La formación del estado y la venta de oficios, in A. Iglesia Ferreirós, dir., Centralismo y autonomismo en los siglos XVI-XVII, cit., pp. 387-399; M. Cuartas Rivero, La venta de oficios p&uacuteblicos en el siglo XVI, in Actas del IV Symposium de Historia de la Administración P&uacuteblica, 1983, pp. 225-260; Id., La venta de oficios p&uacuteblicos en Castilla-León en el siglo XVI, in « Hispania» , 158, 1984, pp. 495-516; Id., La venta de oficios p&uacuteblicos en el siglo XVII: ejemplo de Galicia, in Arqueologia do Estado. Las Jornadas sobre formas de organizaç&acirco e exerc&iacutecio dos poderes na Europa do Sul, s&eacuteculos XIII-XVIII, Lisboa, Historia & Critica, 1988, pp. 497-508; B. González Alonso, Notas sobre los acrecentamientos de oficios en los municipios castellanos hasta fines del siglo XVI, in A. Iglesia Ferreirós, dir., Centralismo, cit., pp. 173-194.

60 J. M. de Bernardo Ares, Gobernantes y gobernados en el Antiguo R&eacutegimen. Estados y sociedad desde la perspectiva local, in « Axerquia» , 14, 1985, pp. 14-40; M. L. Robledo del Prado, Aproximación al estudio de la oligarqu&iacutea municipal lorquina (1680-1720), in F. Chacón Jim&eacutenez, ed., Familia y sociedad en el Mediterráneo occidental (siglos XV-XIX), Murcia, Universidad de Murcia, 1987, pp. 31-40; A. J. Sánchez P&eacuterez, Poder municipal y oligarqu&iacutea. El concejo cacere&ntildeo en el siglo XVII, Caceres, El Brocense, 1987; M. R. Porres Marijuan, Poder municipal y &eacutelites urbanas en Vitoria entre los siglos XV y XVII, in « Eusko Ikastuntza. Sociedad de Estudios Vascos» , Cuadernos de la sección Historia-Geograf&iacutea, 15, 1988, pp. 111-133; J. Montemayor, Tol&egravede entre fortune et d&eacuteclin (1530-1640), 3 voll., Toulouse, Université de Toulouse-Le Mirail, 1991 (dattiloscritto); M. L. Soria Sese, La función p&uacuteblica en el concejo de San Sebastián durante el Antiguo R&eacutegimen, in « Boletin de Estudios Históricos sobre San Sebastián» , 26, 1992, pp. 11-126; J. L. Pereira Iglesias, Las oligarqu&iacuteas extreme&ntildeas en el Antiguo R&eacutegimen, in M. Lambert-Gorges, &eacuted. par, Les &eacutelites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne XVIe-XVIIe si&egravecles, Paris, Cnrs-Editions, 1993, pp. 79-96; G. Lemeunier, Un d&eacutesir d'histoire. Les oligarchies murciennes en quête d'historiographie (XVIe-XVIIe si&egravecles), in J.-P. Amalric, dir., Pouvoirs et soci&eacutet&eacutes dans l'Espagne Moderne. Hommage à Bartolomé Bennassar, Toulouse, Presses Universitaire du Mirail, 1993, pp. 149-160. José Manuel de Bernardo Ares ha recentemente presentato un bilancio della ricerca collettiva intrapresa quasi vent'anni fa sulla storia socio-politica di Cordoba nel quadro della Corona di Castiglia: Sources for a New Social-Political History of Early Modern Local administration, in Discovery in the Archives of Spain and Portugal: Quincentenary Essays, 1492-1992, part III, Primary sources & Original Works, vol. 2, n. 3/4, New York, The Haworth Press, 1993, pp. 445-475.

61 F. Sanchez Marcos, El autogobierno perdido en 1652: el control por Madrid de la vida pol&iacutetica en Catalu&ntildea durante el virreinato de Don Juan de Austria (1653-1656), in « Pedralbes» , 2, 1982, pp. 101-125; J. M. Torras i Ribé, Els municipis catalanes de l'Antic R&eacutegim (1453-1808). Procediments electorals, órgans de poder i grupos dominants, Barcelona, Curial, 1983; J. M. Torras i Ribé, El municipi català durant el segle XVI y XVII, in El govern de les ciutats catalanes, Barcelona, La Magrana, 1985; D. Bernabé Gil, Centralismo y autonom&iacutea municipal en Orihuela: de Fernando el Católico al « virage filipino», in « Estudis» , 12, 1985-1986, pp. 29-53; M. Arroyas Serrano, Insaculación y oligarqu&iacutea municipal. Aportación al estudio del gobierno municipal de Castellón a fines del siglo XVI, in Jerónimo Zurita. Su &eacutepoca y su escuela, Zaragoza, 1986, pp. 353-361; E. Serra, Tensions i ruptures de la societat catalana en el proc&eacutes de formació de l'Estat Modern. Una reflexió, in « Manuscrits» , 4/5, 1987, pp. 71-79; T. Canet Aparisi, La Audiencia valenciana en la &eacutepoca foral moderna, Valencia, Edicions Alfons el Magnanim, 1987; A. Alberola Romá, Un funcionario de la hacienda foral valenciana: el Racional de aicante. Apuntes para su estudio, in Fiscalitat estatal i hisenda local (ss. XVI-XIX): funcionament i repercusions sociales, Palma de Mallorca, Institut d'Estudis Balearics, 1988, pp. 127-137; M. Arroyas Serrano, El Consell de Castellón en el siglo XVII, Castellón, Diputación Provincial de Castellón, 1989; D. Barnabé Gil, Monarqu&iacutea y patriciado urbano en Orihuela (1445-1707), Alicante, Universidad de Alicante, 1990; A. Alberola Romà, Autoridad real y poderlocal. Reflexiones en torno al desarollo del procedimiento insaculatorio en los municipios valencianos durante la &eacutepoca foral moderna, in « Pedralbes» , 12, 1992, pp. 9-38; Id., El panorama institucional valenciano durante la &eacutepoca foral, in Aa.Vv., Poder pol&iacutetico e instituciones en la Espa&ntildea Moderna, Alicante, Instituto de cultura Juan Gil-Albert, 1992, pp. 67-92; J. Mouyen, Identification et situation de fortune de l'oligarchie de Valence dans la deuxi&egraveme moitié du XVIIe si&egravecle, in M. Lambert-Georges, &eacuted., Les &eacutelites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne XVIe-XVIIe si&egravecles, Paris, Cnrs-Editions, 1993, pp. 97-128; J. Busquets, Les ciutats catalanes de l'antic R&egravegim: la reforma del govern municipal de Girona el 1601, in « Manuscrits» , 10, 1992, pp. 415-439; J. M. Torras i Ribé, Una imatge critica del « neoforalisme» : el contol politic de les insaculcions de Barcelona a finals del segle XVII, in « L'Avenç» , 184, 1994, pp. 30-35. Per il regno di Aragona cfr. E. Solano Camón, El r&eacutegimen municipal de la Cinco Villas en sus relaciones con el gobierno central, Ejea de los Caballeros, Institución Fernando el Católico, 1990.

62 J. Contreras, Sotos contra Riquelmes, inquisidores y critojud&iacuteos, Madrid, Anaya y Mario Muchnik, 1992; G. Lemeunier, Una gente belicosa y de ánimos altivos. Sobre los bandos murcianos de la &egravepoca moderna, in Econom&iacutea, Sociedad y pol&iacutetica en Murcia y Alabacete (s. XVI-XVIII), Murcia, Academia Alfonso X el Sabio, 1990, pp. 267-296; J. M. de Bernardo Ares, Gobierno municipal y violencia social en Córdoba durante el siglo XVII, in « Axerquia» , 1, 1980, pp. 13-52.

63 X. Torres i Sans, Les bandositats de Nyerros i Cadells a la Reial Audiencia de Catalunya, in « Pedralbes» , 5, 1985, pp. 147-171; Id., Guerra privada y bandolerismo en la Catalu&ntildea del barroco, in « Historia Social» , 1, 1988, pp. 5-18; Id., Les unites de Nyerros y Cadells a Catalunya del segle XVII (1590-1640): un essaig d'interpretació, in « Pedralbes» , 12, 1992, pp. 171-199; Id., Els bandolers (s. XVI-XVII), Vic, Eumo, 1991.

64 I. A. A. Thompson, The purchase of nobility in Castile, 1552-1700, in « Journal of European Economic History» , 8, 1979, pp. 313-360; Neo-noble nobility: concepts of hidalgu&iacutea in Early Modern Castile, in « European History Quarterly» , 15, 1985, pp. 379-406; J. Amelang, The purchase of nobility in Castile 1522-1700: a comment, in « Journal of European Economic History» , 11, 1982, pp. 219-226.

65 J. Fayard et M.-C. Gerbet, Fermeture de la noblesse et pureté de sang en Castille à travers les proc&egraves de hidalgu&iacutea au 16e si&egravecle, in « Histoire, Economie et Soci&eacuteté» , 1, 1982, pp. 51-75; M. F. Olival, Para uma análise sociólogica das ordens militares no Portugal do Antigo Regime (1581-1621), Lisboa, Universidad de Lisboa, 1988 (dattiloscritto); Id., Para um estudo da nobilitaç&acirco no antigo regime: os crist&acirco-novos na Ordem de Cristo (1581-1621), in Aa.Vv., As Ordens Militares em Portugal, Palmela, 1991; J. Hernández Franco, Permanencia de la ideolog&iacutea nobiliaria y reserva del honor a trav&eacutes de lo estautos de limpiezza de sangre en la Espa&ntildea moderna, in L. C. Alvarez Santaló, C. Cremades Gri&ntildean, eds., Mentalidad e ideolog&iacutea en Antiguo R&eacutegimen, Murcia, Universidad de Murcia, 1993, pp. 73-91.

66 A. M. Hespanha, A nobreza nos tratados jur&iacutedicos dos s&eacuteculos XVI a XVIII, in « Pen&eacutelope. Fazer e disfazer a história» , numero speciale Nobrezas e Aristocracias, 12, 1993, pp. 27-42.

67 Pezzo essenziale del dossier è il sistema di favoritismo impiantato tramite l'istituzione dei Colegios Mayores. Cfr. A. M. Carabias Torres, Colegios Mayores: centros de poder. Los Colegios Mayores de Salamanca durante el siglo XVI, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1985; L. E. Rodr&iacuteguez-San Pedro Bezares, La Universidad salmantina del barroco, periodo 1598-1625, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1986.

68 J. Fayard, Les membres du Conseil de Castille à l'Epoque Moderne (1621-1746), Gen&egraveve, Droz, 1979; Los ministros del Consejo Real de Castilla (1621-1788). Informes biográficos, estratto della rivista « Hidalgu&iacutea» , 1982; X. Gil Pujol, La proyección extaregional de la clase dirigente aragonesa en el siglo XVII, in Aa.Vv., Historia social de la Administración Espa&ntildeola. Estudios sobre los siglos XVII y XVIII, Barcelona, Csic, 1980, pp. 21-64.

69 I. A. A. Thompson, War and society in Habsburg Spain. Selected Essays, London, Variorum, 1992; Crown and Cortes. Governement, Institutions and Representation in Early-Modern Castile, London, Variorum, 1993.

70 In Portogallo, per ragioni essenzialmente dovute allo stato delle fonti disponibili, questo tipo di studi riguarda piuttosto il secolo XVIII: N. G. Monteiro, Notas sobre Nobreza, Fidalgu&iacutea e Titulares nos finais do Antigo Regime, in « Ler Historia» , 10, 1987, pp. 15-51; O endividamento aristocrático (1750-1832): alguns apectos, in « Análise Social» , 116-117, 1992, pp. 263-283; Casa linhagem: o vocabulário aristocrático em Portugal nos s&eacuteculos XVII e XVIII, in « Pen&eacutelope. Fazer e desfazer a história» , numero speciale, Nobrezas e Aristocracias, cit., pp. 43-63; Poder senhorial, estatuto nobliárquico e aristocracia, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. IV, cit., pp. 365-368. Tuttavia è necessario segnalare l'eccezione rappresentata dalle ricerche di Mafalda Soares da Cunha (Università di Evora) sulla Casa dei duchi di Braganza. Attualmente, è disponibile solo la parte medievale dell'indagine ma è annunciato uno studio sulla gestione della Casa ducale a Villa Vi&ccedilosa in epoca moderna (M. Soares da Cunha, Linhagem, parentesco e poder [a Casa de Bragan&ccedila 1384-1483], Lisboa, Fundaç&acirco duques de Bragan&ccedila, 1989).

71 I. Atienza Hernández, Teoria y administración de la casa, linaje, familia extensa, ciclo vital y aristocracia en Castila (s. XVI-XIX), in F. Chacón Jim&eacutenez, ed., Familia, grupos sociales y mujer en Espa&ntildea (s. XV-XIX), Murcia, Universidad de Murcia, 1991, pp. 13-47.

72 C. Jago, The crisis of the aristocracy in Seventeenth-Century Castile, in « Past and Present» , 84, 1979, pp. 60-90.

73 I. Atienza Hernández, Aristocracia, poder y riqueza en la Espa&ntildea Moderna. La Casa de Osuna, siglos 15-19, Madrid, Siglo XXI, 1987.

74 A. Herrera Garc&iacutea, El estado de Olivares, Sevilla, Diputación Provincial de Sevilla, 1990.

75 A. Carrasco Marinez, El r&eacutegimen se&ntildeorial en la Castilla moderna: las tierras de la Casa del Infantado en los siglos XVII y XVIII, Madrid, Universidad Complutense, 1991 (dattiloscritto); Alcabalas y rentas se&ntildeorial en Castilla: los ingresos fiscales de la Casa del Infantado, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 12, 1991, pp. 11-22; Control y responsabilidad en la administración se&ntildeorial. Los juicios de residencia en las tierras del Infantado (1650-1788), Valladolid, Universidad de Valladolid, 1991.

76 D. Garc&iacutea Hernán, Los grandes de Espa&ntildea en la &eacutepoca de Felipe II: los duques de Arcos, Madrid, Universidad Complutense, 1993 (dattiloscritto); Municipio y se&ntildeorio en el siglo XVI: el duque de Arcos y los oficiales de los concjos de su estado, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 14, 1993, pp. 55-72.

77 J. M. Calderón Ortega, La hacienda de los duques de Alba en los siglos XV y XVI: las Instituciones, in « Hispania» , 183, 1993, pp. 57-113.

78 A. Herrera Garc&iacutea, Fuentes y documentos sobre los recursos y vicisitudes económicas de do&ntildea Isabel de Colón y su hijo, don Alvaro de Portugal conde de Gelves. Aproximación al estudio de una casa nobiliaria sevillana en el siglo XVI, in « Hidalgu&iacutea» , vol. 159, 1980, pp. 245-272; B. Yun Casalilla, Aristocracia, se&ntildeor&iacuteo y crecimiento económico en Castilla: algunas reflexiones a partir de los Pimentel y los Enriquez (siglos 16 y 17), in « Revista de Historia Económica» , 3, 1985, pp. 443-471; A. Rodr&iacuteguez Grijera, Una administración nobiliaria de la primera mitad del siglo XVII: la hacienda de don Francisco de Ribera Ovando (Cáceres), in « Studia Historica (Historia Moderna)» , vol. III, 1990, pp. 92-108.

79 C. Iago, The influence of Debt on the Relations between Crown and Aristocracy in Seventeenth-Century Castile, in « Economic History Review» , 26, 1973, pp. 218-236.

80 B. Yun Casalilla, Estado y estructuras sociales en Castilla. Reflexiones para el estudio de la « crisis del siglo XVII» en el valle del Duero (1550-1630), in « Revista de Historia Económica» , 8/3, 1990, pp. 549-574.

81 J. L. Palos Pe&ntildearroya, La aristocracia catalana en la Espa&ntildea de los Austrias, in L. C. Alvarez Santaló, C. Cremades Gri&ntildean, eds., Mentalidad e ideolog&iacutea en Antiguo R&eacutegimen, Murcia, Universidad de Murcia, 1993, pp. 351-393.

82 B. González, Notas sobre las relaciones del estado con la administración se&ntildeorial en la Castilla Moderna, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , 53, 1983, pp. 365-394; C. Fernández Cortizo, La fiscalidad en una jurisdicción se&ntildeorial: la Tierra de Montes (siglos XVI-XVII), in « Obradoiro de Historia Moderna» , 1, 1992, pp. 123-143.

83 B. Yun Casalilla, Carlos V y la aristocracia. Poder, cr&eacutedito y econom&iacutea en Castilla, in « Hacienda P&uacuteblica Espa&ntildeola» , 108/109, 1987, pp. 81-100; Aristocracia, Corona y Oligarqu&iacutea urbanas en Castilla ante el problema fiscal. 1450-1600 (una reflexión en el largo plazo), in « Hacienda P&uacuteblica Espa&ntildeola» , 1, 1991, pp. 25-41; La situación económica de la aristocracia castellana durante los reinados de Felipe III y Felipe IV, in La Espa&ntildea del conde-duque de Olivares, J. H. Elliot y A. Garc&iacutea Sanz, eds., Valladolid, Universidad de Valladolid, 1991, pp. 519-551; I. Atienza Hernández, Patronazgo Real, Rentas, Patrimonio y nobleza en los siglos 16 y 17: algunas notas para su análisis pol&iacutetico y socioeconómico, in « Revista Internacional de Sociolog&iacutea» , 45, 1, 1987, pp. 25-75.

84 I. A. A. Thompson, Taxation, Military Spending and the Domestic Economy in Castile in the Later Sixteenth Century e Aspects of Spanish Military and Naval Organization during the Ministry of Olivares, ora in War and Society in Habsburg Spain, cit. Troviamo indispensabile riportarsi all'articolo di Stuart B. Schwartz che rappresenta un modello di analisi della congiuntura politica: The voyage of the Vassals: Royal Power, Nobles Obligations, and Merchant Capital before the Portuguese Restoration of Indipendence, 1624-1640, in « The American Historical Review» , 96, 3, 1991, pp. 735-762. Sul decentramento dei finanziamenti militari, cfr. C. Gómez Centurión, Felipe II. La Empresa de Inglaterra y el comercio septentrional (1566-1609), Madrid, Editoria Naval, 1988; C. Rahn Phillips, Seis galeones para el rey de Espa&ntildea. La defensa imperial a principios del siglo XVII, Madrid, Alianza Editorial, 1991 (1ª ed. 1986); C. Sanz Ayán, Negociadores y capitales holandeses en los sistemas de abastecimientos de pertrechos navales de la Monarqu&iacutea Hispánica durante el siglo XVII, in « Hispania» , 182, 1992, pp. 915-945; R. Valladares, Guerra y Pol&iacutetica, Felipe IV y la lucha por la Restauración de Portugal (1640-1668), Madrid, Universidad Complutense, 1991 (dattiloscritto).

85 H. Nader, Liberty in Absolutist Spain. The Habsburg Sale of Towns 1516-1700, Baltimore-London, The John Hopkins University Press, 1990; I. Atienza Hernández, El poder real en el siglo XV: lectura cr&iacutetica de los documentos de donación de villas y lugares. La formación de los estados de osuna, in « Revista Internacional de Sociolog&iacutea» , 48, 1983, pp. 557-591; A. Herrera Garc&iacutea, La venta de Villanueva del Ariscal al conde de Gelves (1537), in « Archivo Hispalense» , 206, 1984, pp. 3-22; Precisiones sobre la formación de Villa manrique y el origen del se&ntildeorio de Zú&ntildeiga, in « Boletin de la Real Academia Sevillana de Buenas Letras» , 14, 1986, pp. 76-95; Las ventas de jurisdicciones de tolerancia en el XVII. Análisis de un caso concreto, in « Revista de Estudios de la vida local» , 46, 1987, pp. 7-12; E. Soria Mesa, La venta de se&ntildeorios en el Reino de Granada bajo los Austrias, Granada, Universidad de Granada, 1994 (dattiloscritto); la storiografia tutta su questo argomento deve moltissimo al pioniere che fu Antonio Dom&iacutenguez Ortiz, in particolare si veda Venta y exenciones de lugares durante el reinado de Felipe IV, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , 34, 1964, pp. 163-207. Infine un esempio ormai ben noto di signoria catalana: E. Serra, Pagesos i senyors a la Catalunya del segle XVII: baron&iacutea de Sentemat, 1590-1729, Barcelona, Cr&iacutetica, 1988.

86 J. A. Maravall, Poder, honor y &eacutelites en el siglo XVII, Madrid, Siglo XXI, 1979.

87 A. Dom&iacutenguez Ortiz, Algunas consideraciones sobre la refeudalización del siglo 17, in Homenaje á José Antonio Maravall, vol. 1, Madrid, Instituto de Investigaciones Sociológicas, 1985, pp. 499-507; I. Atienza Hernández, Refeudalización en Castilla durante el siglo 17: ¿ un tópico?, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , 56, 1986, pp. 889-913; B. Yun Casalilla, La aristocracia castellana en el seiscientos ¿ crisis, refeudalización u ofensiva pol&iacutetica?, in « Revista Internacional de Sociolog&iacutea» , 45, 1, 1987, pp. 77-104. Alcuni di questi lavori sono stati ripresi e uniti ad altri sulla crisi castigliana nel secolo XVII, in I. A. A. Thompson, B. Yun Casalilla, eds., The Castilian crisis of the seventeenth century. New perspectives on the economic and social history of seventeenth-century Spain, Cambridge, Cambridge University Press, 1994.

88 J. Martinez Millán, ed., Instituciones y &eacutelites de poder en la Monarqu&iacutea Hispana durante el siglo XVI, Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1992; M. Sánchez, Confession and complicity: Margarita de Austria, Richard Haller, S.J., and the court of Philip III, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 14, 1993, pp. 133-149.

89 A. Rodr&iacuteguez Sánchez, Entre la ley y el privilegio. Una caracterización de la oligarqu&iacutea espa&ntildeola (siglos XVII y XVIII), in M. Lambert-Gorges, &eacuted. par, Les &eacutelites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne XVIe-XIXe si&egravecles, Paris, Cnrs Editions, 1993, pp. 227-238.

90 B. Yun Casalilla, Corupción, fraude, eficacia hacend&iacutestica y econom&iacutea, cit., p. 54; cfr. anche A. Dom&iacutenguez Ortiz, La nobleza cortesana en el Antiguo R&eacutegimen, in Visión histórica de Madrid (siglos XVI-XX), Madrid, Real Sociedad Económica Matritense de Amigos del Pa&iacutes, 1991, pp. 37-57.

91 A. M. Hespanha, As V&eacutesperas do Leviathan, cit., p. 360.

92 J. M. Garc&iacutea Mar&iacuten, Monarqu&iacutea católica en Italia. Burocracia imperial y privilegios constitucionales, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1992, p. 356.

93 P. Iradiel, Formas del poder y de organización de la sociedad en las ciudades castellanas en la baja Edad Media, in Aa.Vv., Estructuras y formas del poder en la historia, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1991, p. 47.

94 A. Dom&iacutenguez Ortiz, El estado de los Austrias y los municipios andaluces en el siglo XVII, in M. Lambert-Gorges, &eacuted. par, Les &eacutelites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne, cit., pp. 129-142.

95 Tale è l'impressione che ho ricevuto dall'appassionante incontro del gruppo di ricerca Pape (Personale amministrativo e politico spagnolo) organizzato da Juan-Luis Castellano Castellano all'Università di Granada, 13-16 settembre 1994. Gli atti sono in corso di stampa; nella stessa linea si veda anche il colloquio franco-spagnolo pubblicato di recente: G. Chastagneret, G. Dufour, &eacuted. par, Le r&egravegne de Charles III. Le despotisme &eacuteclairé en Espagne, cit.