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Llu&iacutes Roura Aulinas, Riformismo contro rivoluzione?


5. La questione militare.

La politica amministrativa e istituzionale del regno di Carlo III partiva da un clima riformatore della monarchia assoluta che si era già chiaramente manifestato nei regni precedenti: sia per quanto riguarda l'organizzazione territoriale, sia per quanto riguarda le Intendenze, le Secretarías de Despacho, il governo comunale o l'organizzazione militare. I risultati furono certamente limitati rispetto alle intenzioni ispiratrici, quando queste non rimasero del tutto frustrate o non furono semplicemente abbandonate70.

Le riforme dell'esercito sono particolarmente significative in questo senso71: sia come elemento cruciale della monarchia assoluta, per ragioni di politica interna e internazionale, sia per la sua importanza socio-economica.

Purtroppo su questo tema la storiografia spagnola non ha certo visto un grande rinnovamento, per cui abbondiamo ancora di studi tradizionali e descrittivi sull'esercito nel XVIII secolo72. Ma i pochi contributi recenti presentano interessanti aspetti innovativi che lasciano intravedere decisi progressi nella conoscenza storica generale73. _ il caso, ad esempio, dello studio socio-professionale dell'esercito spagnolo del XVIII secolo condotto da F. Andujár74, che mette in rilievo le contraddizioni tra l'innegabile aristocratizzazione dell'esercito e le necessità di professionalizzazione richieste dal suo preteso consolidamento come istituzione permanente. Ma la questione che sotto Carlo III soprattutto attirò l'interesse nelle decisioni in materia militare fu quella del reclutamento. Conosciamo già tanto gli sforzi della monarchia di stabilire il sistema della leva annuale, quanto la sua incapacità di realizzarlo75. E in effetti, l'ora della verità per le riforme militari sarebbe arrivata con lo scoppio di un conflitto aperto: la guerra contro la Francia della Convenzione avrebbe messo in piena evidenza i limiti del riformismo carolino in materia militare, mostrando al tempo stesso l'incapacità della politica borbonica di riforme di far fronte alla grave crisi in cui si trovava la monarchia spagnola alla fine del Settecento76. Eppure alcuni continuano a pensare che il fallimento del riformismo illuminato si debba imputare alla rivoluzione...

«Fu colpa della rivoluzione?». Come ho già ricordato, la coincidenza del bicentenario della rivoluzione con quello della morte di Carlo III ha favorito in Spagna l'anacronistica riproposizione del presunto dilemma storico tra «riformismo» e «rivoluzione».

Da quanto detto finora risulta chiaro che i numerosi studi sul riformismo illuminato mettono in rilievo tutta la sua complessità, non riducibile negli schemi semplicistici dei panegiristi del regno di Carlo III. L'eclissi del bicentenario della rivoluzione francese da parte delle commemorazioni del riformismo borbonico è a sua volta riuscita a relegare i pur meno numerosi contributi innovativi sul periodo rivoluzionario in Spagna nel ghetto dell'erudizione77. A parte questi contributi, di cui parleremo, non deve sor-

prendere, dunque, che si continui ad addossare alla rivoluzione una duplice colpa: quella di aver vanificato le trasformazioni e gli sviluppi progressivi che il riformismo sarebbe andato realizzando, e quella di aver contagiato la Spagna con un assurdo e tragico spirito rivoluzionario che, conculcando i valori tradizionali, sarebbe stato capace soltanto di introdurre l'anarchia, l'amore per lo straniero e, in fin dei conti, il germe del tragico scontro futuro tra le cosiddette «due Spagne». 78La storiografia straniera, dal canto suo, non sembra molto disposta ad abbandonare il comodo cliché di una Spagna controrivoluzionaria, che a stento merita di essere ricordata nel contesto del periodo rivoluzionario, mentre diventa protagonista durante il periodo napoleonico, quando la situazione diventa, sí, «rivoluzionaria», ma contro Napoleone e, dunque, contro qualunque influenza rivoluzionaria francese79.

Ancora fino a ieri, di fronte ai cliché del riformismo benefattore della Spagna controrivoluzionaria, esisteva poco piú di una storiografia episodica, che si dedicava particolarmente a ricostruire la guerra e i campi di battaglia. Le scarse eccezioni (come gli studi di G. Anes, A. Elorza, R. Herr e pochi altri) 80 non riuscivano in realtà a controbilanciare l'«oblio» storiografico dell'impatto immediato della rivoluzione francese. Un oblio per giunta rafforzato da una visione teleologica che considerava il conflitto tra la monarchia spagnola e la Francia della Convenzione come un semplice episodio premonitore della «guerra di Indipendenza» contro l'occupazione napoleonica del 1808.

La ricorrenza del bicentenario della rivoluzione francese è stata, senza dubbio, un'occasione favorevole, che ha avuto un ampio impatto storiografico, che per larga parte ha raccolto i frutti della storiografia spagnola che negli anni Sessanta e Settanta diede contributi fondamentali sulla crisi dell'antico regime in Spagna81. _ stato cosí possibile, per gli studi sul periodo rivoluzionario in Spagna, non solo prendere in considerazione la diffusione della rivoluzione francese, ma collocare la questione all'interno del processo stesso della rivoluzione spagnola.

I numerosi convegni e incontri scientifici — una ventina circa — tenutisi sulla rivoluzione francese in Spagna danno conto di come sia stata colta l'occasione del bicentenario82. Già tra il 1984 e il 1985 vi era stato un chiaro «segnale di ripresa», con le giornate di studio di Besançon su La rivoluzione francese e il «pubblico» in Spagna tra il 1808 e il 1814e 83 quelle dell'Università autonoma di Barcellona84, e con la pubblicazione dello studio di Lucienne Domergue sulla diffusione della stampa in Spagna al tempo della rivoluzione85. Nel 1986 e 1987 due importanti convegni, tenutisi rispettivamente a Madrid e a Coimbra, a parte l'eccessiva dispersione dei temi previsti, permisero di constatare il fervore dei nuovi studi86. Già in quella occasione si fece il punto dei grandi ambiti tematici all'interno dei quali considerare, dalla prospettiva spagnola, la portata della rivoluzione francese: quello del contesto immediato e quello della sua proiezione sull'agitato panorama delle trasformazioni ottocentesche.

Particolarmente significativi in tal senso sono gli atti di alcuni convegni tenutisi nel 1989. Il contesto immediato, con la messa in evidenza tanto della presenza e dell'influenza del movimento rivoluzionario di Franciaquanto 87 della sua coincidenza con l'inizio del processo rivoluzionario spagnolo nel primo liberalismo, risulta evidente negli studi su El Jacobinisme. Reacció i revolució a Catalunya i a Espanya, 1789-1837e 88 su La Revolució francesa i el procés revolucionari a Catalunya i al País Valencià 89; mentre l'influsso della rivoluzione sull'insieme della storia sociale e politica spagnola del XIX secolo presenta ampi esempi dei suoi molteplici aspetti negli atti del convegno Revolució i socialisme 90.

La varietà dei temi o degli ambiti geografici affrontati, testimoniata tanto dagli atti di convegni e seminari quanto da alcune pubblicazioni specifiche91, non porta certo ad una mera dispersione epistemologica. Come ho già ricordato, e come indicato da Furio Diaz nelle sue conclusioni sulle comunicazioni relative alla Spagna presentate al Congresso mondiale per il bicentenario della rivoluzione92, l'influenza della rivoluzione francese in Spagna, lungi dal costituire un'eccezione o una storia episodica, va collocata all'interno del suo stesso processo di superamento dell'antico regime. Assunti sotto questo comune denominatore, i vari ambiti che sono stati oggetto di maggiore attenzione assumono un evidente significato complementare: che si tratti della diffusione delle notizie e delle idee rivoluzionarie e delle complesse reazioni che esse sollevarono (studiate, fra gli altri, da A. Gil Novales o A. Elorza); o degli studi sulla guerra delle opinioni e sulla propaganda (come quelli, soprattutto, di L. Domergue e di J. R. Aymes); o della presenza dei pur scarsi nuclei di attivisti spagnoli che negli anni della rivoluzione francese si mostrarono suoi fautori (studiati, ad esempio, da J. F. Fuentes); o dell'importanza che in questo contesto ebbero zone di frontiera come il Paese Basco, l'Aragona e la Catalogna (studiate da J. M. Portillo, J. A. Ferrer Benimeli, Ll. Roura). Su questi diversi aspetti disponiamo di contributi significativi degli autori ricordati — accanto ad altri studi degli stessi autori o di altri storici — nella già citata España y la Revolución francesa coordinata da J. R. Aymes, volume particolarmente meritevole, quindi, di attenzione.

Altri aspetti, come quelli relativi alla storia diplomatica e alle relazioni internazionali, hanno ricevuto, invece, minore attenzione, per cui mancano studi modernamente impostati; fatto, questo, probabilmente assimilabile alla scarsa attenzione che negli ultimi tempi ha ricevuto la stessa storia diplomatica della Francia rivoluzionaria. Sicché, su questo terreno, generalmente, non si è andati molto lontani dal «classico» lavoro di J. Chaumié93, anche se non vanno trascurati lo sforzo di inquadramento politico compiuto da studi come quelli di J. R. Aymes o Ll. Roura sul conflitto del 1793-179594, o la revisione di questioni specifiche come, ad esempio, i negoziati di pace tra Francia e Spagna95AIl >. contributo forse piú importante sul tema riguarda la tappa finale del periodo rivoluzionario: si tratta del volume di Emilio La Parra, che dimostra l'importanza dell'alleanza tra la Repubblica francese e la monarchia spagnola alla fine del secolo XVIII, sia per l'assoluta subordinazione di quest'ultima agli interessi del Direttorio, sia per l'instaurazione di un clima che facilitò una sorprendente diffusione delle nuove idee in Spagna.

In compenso, tra le questioni che si distinguono per l'interesse degli studi compiuti sull'impatto immediato della rivoluzione, risaltano da un lato quelle relative alla guerra e all'esercito, e dall'altro l'attenzione portata all'analisi specifica delle società di frontiera. _ il caso di due opere tra loro complementari. Jean René Aymes, ne La guerra de España contra la Revolución francesa, 1793-179596, ricolloca i problemi relativi alla guerra nel contesto della situazione spagnola, rivedendone praticamente quasi tutti gli aspetti, sia per quanto riguarda lo sviluppo militare sia per quanto riguarda l'osservazione dei protagonisti del conflitto o la specificità delle diverse regioni sulla frontiera pirenaica, con particolare attenzione alla guerra di opinione. Il mio lavoro su La Guerra Gran a la ratlla de França 97, a partire dallo studio della realtà catalana, rivolge particolare attenzione alle tensioni tra esercito e società, e alla specificità e complessità della situazione di frontiera della società catalana; e sottolinea l'importanza di questo momento storico, considerato come il punto di partenza formale della lunga crisi dell'antico regime in Spagna.

Come già accennato, la prova del fuoco che la guerra contro la Convenzione costituí per l'esercito assolutista mise in evidenza l'inefficacia e l'incapacità dei progetti riformatori di realizzare i propri intenti e di affrontare i nuovi tempi che si affacciavano alla fine del XVIII secolo. Questa la conclusione che si può trarre dai problemi di organizzazione, reclutamento, vettovagliamento e disciplina, ma anche dal divorzio sempre maggiore tra la società civile e uno Stato la cui presenza, nei territori di frontiera, tendeva a identificarsi, grazie alla presenza dell'esercito, con l'occupazione militare.

Il già segnalato interesse per la società di questi territori nel quadro della rivoluzione francese e del conflitto con la monarchia spagnola si è manifestato nella storiografia da entrambi i lati della frontiera, sicché disponiamo di nuovi studi anche sul Paese Basco francese e sulla Catalogna francese. Dall'una e dall'altra parte sono state giustamente messe in discussione molte delle semplificazioni e generalizzazioni correnti finora, quasi sempre fondate sull'accentuazione del carattere controrivoluzionario di queste società, oppure su considerazioni derivate dalla proiezione sul periodo in questione di comportamenti politici successivi, come quelli legati al particolarismo e al nazionalismo.

Sul Paese Basco, a parte i riferimenti già datie 98 i vari contributi presenti nella maggior parte dei convegni citati, di particolare interesse sono gli atti del convegno 1789 et les Basques tenuto a Baiona nel 1989, in cui si segnala la mancanza di studi rigorosi fino a pochi anni fa e si traccia un rapido ma efficace bilancio della nuova storiografia99. Per quanto riguarda la Catalogna francese, la tesi di uno spazio controrivoluzionario, recentemente riproposta in termini di affermazione regionale contro lo Stato100, è stata giustamente sfumata da studi monografici come quelli di P. Mc Phee o P. Sahlins101. Al tempo stesso, la storiografia del Rossiglione, in una ripresa d'interesse per il periodo rivoluzionario, ha sottolineato l'importanza per la società di questo territorio delle relazioni tra Francia e Spagna: è il caso del convegno tenutosi nel 1992 a Perpignan su L'Espagne et la France à l'époque de la Révolution française (1793-1807).102

Dai contributi della recente storiografia appare dunque chiaro che se proprio si vogliono addossare delle «colpe» alla rivoluzione, bisogna comunque riconoscere che esse furono molteplici e contraddittorie. Se, infatti, è evidente che la rivoluzione francese poté favorire in Spagna soprattutto un immediato protagonismo della reazione, altrettanto evidente è che essa agí al tempo stesso da fattore decisivo di trasformazione, accentuando gli elementi di crisi e, insieme, gettando i semi di un nuovo modello di società.

D'altro canto, senza voler ridurre l'importanza del periodo napoleonico nel processo rivoluzionario spagnolo, è chiaro che i progressi delle conoscenze sul contesto immediato della rivoluzione francese in Spagna urtano contro qualunque forma di semplificazione che pretenda di continuare a considerarlo come poco piú di una parentesi o come semplice prefigurazione dell'occupazione francese del 1808 e della guerra di Indipendenza.

Si può dunque sperare che le imminenti annunciate commemorazioni della fase napoleonica apportino nuovi elementi di comprensione del processo rivoluzionario spagnolo nel suo insieme; facendo proprio e insieme integrando il considerevole bagaglio di studi già prodotto in occasione delle celebrazioni del riformismo carolino e della rivoluzione francese.


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70 Sulle riforme nell'organizzazione territoriale e per l'amministrazione e il governo locale, cfr. E. Garrigós Picó, Organización territorial a fines del Antiguo R&eacutegimen, in La econom&iacutea espa&ntildeola a finales del Antiguo R&eacutegimen, IV, Instituciones, ed. e intr. por M. Artola, Madrid, Alianza, 1982, che sottolinea le distanze tra denunce illuministiche e decisioni politiche; sulle riforme nell'amministrazione locale, J. M. Torras i Ribé, Els municipis catalans de l'antic r&egravegim, 1453-1808, Barcelona, Curial, 1983, e piú in generale J. Guillamón, Las reformas de la administración local durante el reinado de Carlos III, Madrid, Ieal, 1980; sulle intendenze, D. Ozanam-F. Abbas, Les intendants espagnols du XVIIIe si&egravecle, Madrid, Casa de Velázquez, 1992, e F. X. Emmanuelli, Un mythe de l'absolutisme bourbonien: l'Intendance, du milieu du XVIIe si&egravecle à la fin du XVIIIe si&egravecle (France, Espagne, Am&eacuterique), Aix-en-Provence, Pup, 1981.

71 La loro importanza nella Spagna borbonica fu particolarmente evidente nell'ambito dei territori degli antichi regni della Corona d'Aragona. Da segnalare in tal senso, il lavoro di E. Gim&eacutenez López, Militares en Valencia (1707-1808). Los instrumentos del poder borbónico entre la Nueva Planta y la crisis del Antiguo R&eacutegimen, Alicante, Instituto de Cultura Juan Gil-Albert, 1990. Per la Catalogna, può vedersi F. J. Vicente Algueró, El ej&eacutercito en Catalu&ntildena durante el reinado de Carlos III, in « Pedralbes» , 8, II, 1988, pp. 119-131.

72 È il caso, salvo degnissime eccezioni, degli Actas de los Congresos de Historia militar(1°, Zaragoza, 1982; 2°, Zaragoza, 1988) e della maggior parte degli articoli pubblicati sulla « Revista de Historia Militar» (Madrid, Servicio Historico Militar). Carattere analogo presentano alcune delle piú ambiziose pubblicazioni recenti, come la Historia de las Fuerzas Armadas, 5 voll., Madrid, 1983-1984, o M. Gómez Ruiz y V. Alonso Juanola, El ej&eacutercito de los Borbones, Madrid, Servicio Histórico Espa&ntildeol, 1991.

73 P. Molas Ribalta si basa su una parte di questi contributi in un utile saggio sulla questione militare nel quadro della storia del XVIII secolo: The early Bourbons and the Military, in R. Bañón Mart&iacutenez and Th. M. Barker, Armed forces and society in Spain. Past and Present, New York, Columbia University Press, 1988, pp. 51-80.

74 F. Andujár, Los militares en la Espa&ntildea del siglo XVIII. Un estudio social, Granada, Universidad de Granada, 1991.

75 Cfr. R. Borreguero, El reclutamiento militar por quintas en la Espa&ntildea del siglo XVIII, Salamanca, 1989.

76 Cfr. Ll. Roura, Guerra gran a la ratlla de Fran&ccedila. Catalunya dins la guerra contra la Revolució francesa (1793-1795), Barcelona, Curial, 1993, pp. 156 sgg.

77 Il fenomeno è conseguenza evidente del protagonismo istituzionale delle commemorazioni del regno di Carlo III, in funzione, chiaramente, degli stessi interessi politici che favoriscono la sorprendente e praticamente unanime piaggeria verso l'attuale monarchia borbonica da parte di tutti i partiti spagnoli, ivi compresi quelli di tradizione repubblicana.

78 Cosí G. Anes, secondo il quale « la rivoluzione francese non fece che comportare un insieme di misure innovative che già si stavano realizzando e che si sarebbero imposte senza gli eccessi provocati dal movimento rivoluzionario» , ha potuto scrivere che « le reazioni sollevate in Spagna dalla rivoluzione francese portarono ad accrescere l'influenza del Santo Uffizio, rendendo piú prudenti gli uomini di governo nel promuovere le riforme» ( Un golpe de luz, in Crónica de la Revolución, 1789-1989, supplemento al quotidiano « El Pa&iacutes» , fasc. 6, 1989). Nello stesso senso A. Dom&iacutenguez Ort&iacutez, secondo il quale « la rivoluzione francese [non fu] la causa della fiammata rivoluzionaria che cambiò la faccia del mondo occidentale ma la manifestazione piú clamorosa di una corrente universale di idee che era già avviata» , ha scritto, con incomprensibile semplificazione, che « se il riformismo carolino spesso peccò di corte vedute e mancanza di decisione, il riformismo rivoluzionario liberale del secolo successivo comportò una sequela di guerre civili» , per cui, logicamente, « riconoscendo i suoi meriti, ci sono buone ragioni per preferire il primo» . È chiaro, perciò, secondo lo stesso autore, che non resta che lamentare che la rivoluzione francese abbia accelerato in Spagna « un processo che avrebbe potuto avere esiti meno drammatici con la scomparsa di un antico regime che stava cadendo a pezzi per sola vecchiaia...» ( Carlos III y la Espa&ntildea de la Ilustración, cit., pp. 226 e 228).

79 Cfr. in tal senso L. Bergeron, Francia y Europa napoleónicas, in L. Bergeron, F. Furet, R. Koselleck, La &eacutepoca de la revoluciones europeas, 1780-1848, Madrid, Siglo XXI, 19805 (1ª ed. tedesca 1969).

80 G. Anes, La Revolución francesa y Espa&ntildea, in Econom&iacutea y Ilustración en la Espa&ntildea del siglo XVIII, Barcelona, Ariel, 1969; A. Elorza, Absolutismo y revolución en el siglo XVIII, in « Cuadernos Hispanoamericanos» , 232, 1969, e La ideolog&iacutea liberal en la Ilustración espa&ntildeola, Madrid, Tecnos, 1970; R. Herr, Espa&ntildea y la revolución del siglo XVIII, Madrid, Aguilar, 1964 (Princeton, 1960).

81 Basti ricordare i nomi di Pierre Vilar, Josep Fontana, Alberto Gil Novales, Gonzalo Anes, Antonio Elorza, Miguel Artola.

82 In Les Colloques du Bicentenaire, cit., M. Vovelle conta 17 convegni, ai quali altri se ne potrebbero aggiungere, oltre ai vari incontri tenutisi dopo il 1990 e ai contributi sul tema in convegni e incontri di carattere piú generale.

83 I cui atti, sotto il titolo La R&eacutevolution fran&ccedilaise: ses cons&eacutequences et les r&eacuteactions du « public» en Espagne entre 1808 et 1814, sono stati pubblicati nelle « Annales Litt&eacuteraires de l'Université de Besan&ccedilon» , 1989, n. 388.

84 Pubblicate in Perspectives entorn de la Revolució francesa, Barcelona, L'Avenç, 1988.

85 L. Domergue, Le livre en Espagne au temps de la R&eacutevolution fran&ccedilaise, Lyon, Pul, 1984.

86 Gli atti del convegno di Madrid sono stati pubblicati nella rivista « Estudios de Historia social» , n. 36-37, 1986, e quelli di Coimbra nel n. 10 della « Revista de Historia das Ideias» , 1988, e nel t. XXIII della « Revista Portuguesa de História» , 1987.

87 Per un dettagliato bilancio della proiezione della rivoluzione francese in Spagna, cfr. A. Gil Novales, Repercusión en Espa&ntildea de la Revolución Francesa de 1789 (1789-1834), in 1789. Weltwirkung einer grossen Revolution, hrsg.v. M. Kossok u. E. Kross, 2 Bd, Berlin, Akademie-Verlag, 1989, pp. 401-426.

88 Barcelona, Universitat Autónoma de Barcelona, 1990.

89 Girona-Barcelona, Uab, 1990.

90 Barcelona, Uab, 1989-1990, 2 voll.

91 Come segnala il già citato volume Les Colloques du Bicentenaire, incontri e convegni si sono tenuti da Barcellona e Madrid a Santiago, Asturias, Alicante, Valencia, Navarra, Vitoria, Gerona, ecc. Tra le riviste che hanno dedicato numeri speciali alla pubblicazione di nuovi contributi sul tema, ricordiamo « Trienio» , n. 10, 1987, su Ilustración y Liberalismo; « Manuscrits» , n. 8, 1990, « Re&ccedilerques» , n. 22, 1989, o « L'Avenç» , n. 112, 1989. Tra i volumi specifici, che siano o no frutto di convegni, ricordiamo Espa&ntildea y la Revolución Francesa, ed. por E. Moral, Madrid, Fundación Pablo Iglesias, 1989; Cultura Hispánica y Revolución Francesa, a cura di L. Busquets, Roma, Bulzoni, 1990; La Revolución Francesa y sus consecuencias, Valencia, Giles, 1990; Ilustración y Revolución francesa en el Pa&iacutes Vasco, ed. por X. Palacios, Vitoria, Ienc, 1991. Da ultimo, la rivista « Studia Historica. Historia moderna» , dell'Università di Salamanca, 1994, n. XII, ha pubblicato un ampio resoconto sulla guerra della Convenzione, eccellente rassegna dei recenti progressi qualitativi della storiografia sul tema.

9 2 L'image de la R&eacutevolution Fran&ccedilaise, dir. par M. Vovelle, Paris, Pergamon, 1989, vol. IV, pp. 2375-2376.

93 J. Chaumié, Les relations diplomatiques entre l'Espagne et la France, de Varennes à la mort de Louis XVI, Bordeaux, Biblioth&egraveque de l'Ecole des Hautes Etudes Hispaniques, F&eacuter&eacutet, 1957: opera che rivide molti degli argomenti su cui si fondavano « vecchi» studi come quelli di G. de Grandmaison, L'ambassade fran&ccedilaise en Espagne pendant la R&eacutevolution (1789-1804), Paris, Plon, 1892, o di A. Sorel, La diplomatie fran&ccedilaise et l'Espagne de 1792 à 1796, in « Revue Historique» , voll. XI-XV, 1980, che restano comunque dei punti di riferimento.

94 Cfr. le note 76 e 96.

95 Rinvio al mio studio La derni&egravere phase de la « Guerra Gran» : entre la « guerre à mort» et les tentatives de paix, in L'Espagne et la France à l'&eacutepoque de la R&eacutevolution fran&ccedilaise (1793-1807), Perpi&ntildean, Crepf-Pup, 1993, pp. 133-148, con una valutazione abbastanza meno entusiastica di quella di C. Seco, La pol&iacutetica exterior de Carlos IV, in Historia de Espa&ntildea, dir. por J. M. Jover, t. XXXI, 2, Madrid, Espasa-Calpe, 1988, o di E. La Parra, La alianza de Godoy con los revolucionarios (Espa&ntildea y Francia a fines del siglo XVIII), Madrid, Csic, 1992, pp. 25-28.

96 Alicante, Instituto de Cultura Juan Gil-Albert, 1991.

97 Cfr. nota 76.

98 Ai quali andrebbero aggiunti i lavori di J. M. Gori Galarraga, in particolare La revolución francesa en el Pa&iacutes Vasco: la guerra de la Convención (1793-1795), in Historia del pueblo vasco, 3, San Sebastián 1979, o il volume a cura di X. Palacios, Ilustración y revolución francesa en el Pa&iacutes Vasco, Vitoria, Instituto de Estudios sobre Nacionalismos Comparados, 1991.

99 91789 et les Basques. Histoire, langue et litt&eacuterature, Bordeaux, Pub, 1991, in particolare J. Goyhenetche, Les &eacutestats de Navarre en 1789: la crise du foralisme provincialiste, pp. 11-34, e J. Agirreazkuenaga, Historiographie basque des deux derniers si&egravecles concernant les &eacutev&eacutenements issus de la r&eacutevolution fran&ccedilaise, pp. 133-144.

100 M. Brunet, Le Roussillon. Une soci&eacuteté contre l'Etat, 1780-1820, Toulouse, Put, 1986.

101 P. Mc Phee, Collioure et la R&eacutevolution fran&ccedilaise, 1789-1815, Perpignan, Le Publicateur, 1989; P. Sahlins, Boundaries. The making of France and Spain in the Pyrenees, Berkeley-Oxford, University of California Press, 1989.

102 A cura di J. Sagnes, Perpignan, Pup, 1993.