4. Immagini, testi e istituzioni della monarchia.
Il regno è quindi un mondo complesso, la cui eterogeneità socio-economica trova la sua specifica espressione nella pluralità delle giurisdizioni. Ma da parte sua la corona non è un polo omogeneo di accentramento dell'insieme della società. Incontestabilmente l'oceano degli archivi prodotti dalla monarchia ispanica sono diventati il monumento piú solido eretto alla sua grandezza; perciò la storia della costituzione degli archivi della monarchia, frutto di decisioni politiche fluttuanti piuttosto che fonti morte, è un campo di investigazione essenziale139. Ma una monarchia di carta non è necessariamente una burocrazia, quella degli Absburgo di Spagna probabilmente non lo è affatto. Gli organi produttori di documentazione scritta sono i tribunali e i Consigli della polisinodia140. Da quando si sono avviate le grandi ricerche in questi ultimi anni, conosciamo meglio il loro funzionamento141. Il loro tratto comune consiste nell'essere innanzi tutto delle istituzioni giudiziarie. Ad eccezione dei Consigli competenti per l'insieme della monarchia ispanica (Estado, Guerra), negli altri dominano i letrados. La congiuntura politica dei secoli XVI e XVII è stata a lungo presentata in termini di riformee 142 di centralizzazione amministrativa crescente. Oramai questa cornice descrittiva si è arricchita di una riflessione sulla concorrenza di piú paradigmi distinti di esercizio del potere.
I Consigli della polisinodia sono le braccia della giustizia del re. In questo quadro il paradigma dominante è quello della cultura letrada , 143che si oppone nei suoi modi di agire, nelle sue referenze ideologiche, al mondo dell'arbitrio144, della ricetta puntuale o del colpo di Stato (inteso alla Gabriel Naudé). 145Ma esso si oppone ancora di piú alla nostra concezione dell'atto amministrativo, difficilmente identificabile prima della metà del secolo XVIII come gli storici del diritto tentano di dimostrare146. Inoltre, lo studio « ideografico» e prosopograficodel 147 mondo dei giuristi, come quello che António Manuel Hespanha propone di compiere, vieta di considerare questi uomini come servitori dello Stato; essi sono in primo luogo dei membri di un corpo che devono difendere interessi propri, privilegi, in definitiva un habitus particolare148. Alcuni lavori monografici permettono di valutare insieme la cultura, i modi di agire e gli interessi propri di questi specialisti del diritto149. Dunque i letrados non sono solamente i veicoli della giustizia del re, questa legge vivente; essi sono i garanti del fatto che la giustizia distributiva, che li riguarda in primo luogo, sia resa in condizioni soddisfacenti. Quindi, Beatriz Cárceles de Gea ne fa letteralmente l'espressione del regno presso il re: questi consiglieri esercitano il diritto di orientare il monarca nella stessa misura in cui espletano il dovere di servizio150. Tale sarebbe la costituzione letrada del regno151. L'istituzione del favorito del re rimescola tutte le carte del gioco152, poiché egli scavalca la via naturale di trasmissione della giustizia del re verso i suoi sudditi e della grazia verso coloro che lo servono per status, i nobili153. Nel caso di Lerma, ormai ben studiato154, si può vedere come l'ascesa di una clientela nel favore del re alimenti il perpetuarsi della sua posizione, il suo arricchimento materiale, le grandi decisioni della monarchia, sviluppando una retorica politica dell'amicizia che la pone al di sopra dei parametri tradizionali del consiglio del principe, col rischio di trovarsi al margine di essi.
La persona del re cattolico155, questa finzione156, è al centro della scena157. Da lui emanano grazia e giustizia. Ecco perché l'esercizio della politica si sviluppa colla nostalgia di una amministrazione con la presenza del monarca158. In Spagna e in Portogallo, le ricerche dedicate alla figura del re hanno prodotto in questi ultimi tempi una messe impressionante di lavori. Il simbolismo dei luoghi di maestà ha ricevuto un trattamento nuovo, in particolare con i lavori degli storici dell'arte. Dopo il celebre libro di Jonatham Brown e John H. Elliot sul Buen Retiro159, le ricerche sui palazzi regi160, sul mecenatismo realee 161 sulla vita di corte in generalesono 162 venute a completare le nostre conoscenze. Si restituisce ai riti della regalitàe 163 le cerimonie della vita cortigianala 164 loro efficacia simbolica e politica. La figura del re si manifesta di modo ambivalente nell'onnipresenza della rappresentazione165, e il mistero del ritiro magico (nel caso di Sebastiano di Portogallo) 166 o semplicemente funzionale (nel caso di Filippo II)167. La vita del palazzo, regolata da una severa etichetta168, inserisce nel suo funzionamento i principali rappresentanti dell'aristocrazia ma ne esclude alcuni altri. La corte, e per estensione la capitale, sono il luogo privilegiato di produzione di immagini, testi e scenografie della regalità. Viceversa si può tracciare la storia di come Lisbona visse l'assenza della corte subita all'epoca dell'unione dinastica169. Ma il re e la sua corte non godono del monopolio della produzione dei testi, una storia della « cultura politica» sotto l'antico regime (Diego Ramada Curto), è ugualmente una storia decentralizzata170. In Portogallo, vi è stato un forte interesse per l'influenza politica dell'oratoria sacra nel secolo XVII, in un contesto di fervore escatologico molto speciale171. Piú generalmente, la conoscenza dei testi sulla politica si è arricchita, da una parte perché i problemi aproblematici della storia positiva delle idee sono stati abbandonati a favore di itinerari infinitamente piú complessi172, dall'altra perché, in Spagna come in Portogallo, uno sforzo notevole e invidiabile, è stato fatto in materia di edizione o riedizioni di testi antichi, manoscritti o a stampa173. L'insieme dei materiali istituzionali, culturali e artistici contribuisce alla produzione di una cultura politica unificante174. Com'è stato suggerito da Xavier Gil Pujol, l'accettazione, il rifiuto, la rielaborazione di questi oggetti e di questi progetti possono servire da filo rosso per comprendere l'architettura generale della monarchia ispanica nella sua diversità175.
Studi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36
Jean-Frédéric
Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la
questione dello Stato
139 Il lavoro degli archivisti-paleografi spagnoli è spesso ammirevole ed è doveroso rendere loro omaggio. Inoltre, alcuni di loro conducono ricerche sui meccanismi che hanno accompagnato la costituzione dei fondi e che esprimono una certa cultura istituzionale del tempo: J. L. Rodríguez de Diego, Instrucción para el gobierno del Archivo de Simancas, Madrid, Ministerio de Cultura, 1993; M. J. Alvarez Cova González, La Corona de Aragón: documentación en el Consejo y en la Cámara de Castilla: Secretaría de Gracia y Justicia. Problemas archivísticos e investigación histórica, in J.-M. Scholz, ed., El tercer poder. Hacia una compresión histórica de la justicia contemporánea en España, Frankfurt, Klostermann, 1992, pp. 1-32; dalla stessa dir., La Cámara de Castilla: Inventario de los libros de la Secretaría de Gracia y Justicia que se conservan en el Archivo Histórico Nacional de Madrid, Madrid, 1993. Il numero 15 dei « Cuadernos de Historia Moderna» , in corso di stampa, verterà su questi temi, a partire dall'esperienza di vari grandi fondi archivistici spagnoli.
140 I. A. A. Thompson, The rule of law in early modern Castile, in « European History Quaterly» , 14, 1984, pp. 221-234.
141 F. Tomás y Valiente, El gobierno de la Monarquía y la administración de los Reinos en la España del siglo XVII, in Historia de España Menéndez Pidal, J. M. Jover Zamora, dir., vol. XXV, La España de Felipe IV, Madrid, Espasa Calpe, 1982, pp. 1-214; J. L. Bermejo Cabrero, Notas sobre Juntas del Antiguo Régimen, in Actas del IV Symposium de Historia de la Administración, Madrid, Instituto de Estudios de Administración Pública, 1983, pp. 93-108; E. Hernández Esteve, Creación del Consejo de Hacienda de Castilla (1523-1525), Madrid, Banco de España, 1983; F. Barrios, El Consejo de Estado en la Monarquía española, 1521-1812, Madrid, Consejo de Estado, 1982; E. Postigo Castellanos, Honor y privilegio en la Corona de Castilla. El consejo de las Ordenes y los Caballeros de Hábito en el siglo XVII, Valladolid, Junta de Castilla y León, 1988; S. de Luxán Meléndez, La Revolución de 1640 en Portugal, sus fundamentos sociales y sus caracteres nacionales. El Consejo de Portugal: 1580-1640, Madrid, Universidad Complutense, 1988 (dattiloscritto); P. Arregui Zamorano, Ordenanzas del Consejo de Aragón, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LV, 1985, pp. 705-733; J. Martínez Millán, T. Sánchez Rivilla, El Consejo de Inquisición, 1483-1700, in « Hispania Sacra» , 36, 1984, pp. 71-194; M. Rivero Rodríguez, El consejo de Italia y el gobierno de los dominios italianos de la Monarquía Hispana durante el reinado de Felipe II (1556-1598), Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1994 (dattiloscritto); La fundaciéon del Consejo de Italia: Corte, grupos de poder y periferia (1536-1559), in J. Martínez Millán, ed., Instituciones y élites de poder en la Monarquía, Madrid, Universidad autónoma de Madrid, 1992, pp. 199-221; J. E. Gelabert, Sobre la fundación del Consejo de Hacienda, in J. I. Fortea Pérez, C. M. Cremades Griñan, eds., Política y Hacienda en el Antiguo Régimen, cit., pp. 83-95; Q. Aldea, Los miembros de todos los Consejos de España en la década de 1630 a 1640, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , 50, 1980, pp. 189-205. Per il Portogallo si vedano i recenti aggiornamenti di J. M. Subtil, A administraçâo central da coroa, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 78-90, e Governo e administraçâo, in História de Portugal, vol. IV, cit., pp. 157-190.
142 John H. Elliot è uno degli storici che ha maggiormente indagata la nozione di riforma politica nella Spagna moderna; dalla sua vasta produzione citeremo solo tre titoli: El Conde-Duque de Olivares y la herencia de Felipe II, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1977; lo stesso insieme con J. F. Ruiz de la Peña, Memoriales y Cartas del conde-duque de Olivares, Madrid, Alfaguarra, 1978-1980; infine, The Count-Duke of Olivares. A Statesman in a Age of Decline, New Haven-London, Yale University Press, 1986. Sui limiti dello spirito riformatore di Olivares, B. González Alonso, El conde-duque de Olivares y la administración de su tiempo, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , 59, 1989, pp. 5-48.
143 A. Manuel Hespanha, Justicia e administraçâo entre o Antigo Regime e a Revoluçâo, in Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, cit., pp. 135-204 (in particolare il capitolo IV A justiça, tecnologia modelar do poder, pp. 145-151).
144 Dall'epoca dei primi lavori di Jean Vilar, la storiografia sull'arbitrismo si è arricchita: A. Domínguez Ortiz, Nuevos ejemplos de un género muy español: el arbitrismo económico del siglo XVII, in « Hacienda Pública Española» , 100, 1985, pp. 275-285; M. A. Echevarría Bacigalupe, Examen de una polémica sobre los intercambios exteriores a principios del siglo XVII, in « Studia Historica (Historia Moderna)» , III, 3, 1985, pp. 119-142; J. I. Gutiérrez Nieto, El pensamiento económico, político y social de los arbitristas, in Historia de España Menéndez Pidal, J. M. Jover Zamora, dir., XXVI, 1, El Siglo del Quijote 1580-1680, Madrid, Espasa Calpe, 1986, pp. 233-351; J.-L. Castellano Castellano, Discurso de Antolin de la Serna, in « Chronica Nova» , 17, 1989, pp. 349-363; H. Rodríguez de Gracia, Alonso de Castro Xibaje: un arbitrista del siglo XVII, in Tolède et l'expansion urbaine en Espagne, Atti del colloquio organizzato dalla Junta de Comunidades de Castilla la Mancha e la Casa de Velásquez, Madrid, Casa de Velásquez, 1991, pp. 99-115; J. Vilar, Un pessimisme « calculé» : l'introspection économique à Tolède (1628-1661), in Tolède et l'expansion urbaine en Espagne, cit., pp. 117-135; J. A. Alvarez Vásquez, El arbitrismo de Caxa Leruela y la crisis del siglo XVII, in « Anuario del Instituto de Estudios Zamoranos Florian de Ocampo» , 1992, pp. 541-563.
145 J.-F. Schaub, La visite de Diogo Soares: un procès politique en Castille au 17e siècle, in J.-M. Scholz, dir., Fallstudien zur spanischen und portugiesischlen Justiz 15. bis 20. Jahrundert, Frankfurt, Klostermann, 1944, pp. 3-31.
146 A. M. Hespanha, Représentations dogmatiques et projets de pouvoir. Les outils conceptuels des juristes du ius commun dans le domaine de l'administration, in Wissenschaft und Recht der Verwaltung seit dem Ancien Régime, 1984, pp. 1-28; L. Mannori, Per una « preistoria» della funzione amministrativa. Cultura giuridica e attività dei pubblici apparati nell'età del tardo diritto comune, in « Quaderni fiorentini» , 19, 1990, pp. 323-504. Sull'importanza delle riflessioni fatte in Italia, J. M. Portillo, La administración en la reciente historiografía italiana (Temas y variaciones), in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LXII, 1992, pp. 633-674; si vedano anche alcune indicazioni in J.-F. Schaub, La création administrative au Portugal au temps du comte-duc d'Olivares, in « Estudis» , 20, 1994 (in corso di stampa).
147 A. M. Hespanha, L'étude prosopographique de juristes: entre les « pratiques» et leurs « représentations » , in El tercer poder. Hacia una comprensión histórica de la justicia contemporánea en España, cit., pp. 93-101; M. C. Madeira Santos, Le projet de recherche prosopographique Sila: les juristes portugais de l'Ancien Régime, in El tercer poder, cit., pp. 103-107. Si conoscono ancora poco i tribunali spagnoli del XVII secolo. Oltre gli studi di C. Garriga già citati si vedano S. M. Coronas, La Audiencia y Chancillería de Ciudad Real (1494-1505), in « Cuadernos de Estudios Manchegos» , 11, 1981, pp. 47-139; L. Fernández Vega, La Real Audiencia de Galicia. Organo de gobierno del Antiguo Régimen (1480-1808), La Coruña, Diputación Provincial de La Coruña, 1982; T. Canet Aparisis, La Audiencia Valenciana de la época foral moderna, Valencia, Edicions Alfons el Magnánim, 1987; R. Róldan Verdejo, Los jueces de la monarquía absoluta. Su estatuto y actividad judicial. Corona de Castilla, siglos XIV-XVIII, La Laguna, Universidad de La Laguna, 1989; R. L. Kagan, Lawsuits and litigants in Castile 1500-1700, Chapel Hill, 1981.
148 A. M. Hespanha, As Vésperas do Leviathan, cit., vol. 1, pp. 691-737;« Dignitas nunquam moritur» ou a durabilidade do poder no Antiguo Regime, in Centralismo y Autonomismo en los siglos XVI-XVII. Homenaje al profesor Jesús Lalinde Abadía, cit., pp. 445-455.
149 F. Tomás y Valiente, Castillo de Bobadilla. Semblanza personal y profesional de un juez del Antiguo Régimen, in Gobierno e instituciones en la España del Antiguo Régimen, Madrid, Alianza, 1982, pp. 179-251; A. Rumeu de Armas, El jurista Gregorio López Madera, alcade mayor de Guadalupe, consejero de Indias y editor de Las Partidas, in « Anuario de Historia del Derecho Español» , LXIII-LXIV, 1993-1994, pp. 345-449.
150 B. Cárceles de Gea, La justicia distributiva en el siglo XVII (aproximación político-constitucional), in « Chronica Nova» , 14, 1986, pp. 93-122. Dello stesso autore, si veda anche La crisis de la Monarquía judicial: la consulta del Consejo de Castilla de 1683, in « Norba. Revista de Historia» , V, 1987, pp. 103-121; El conte-duque de Olivares y los tribunales de la Corte: oposición política y conflicto constitucional, in « Cuadernos de Investigación Histórica» , 13, 1990, pp. 7-35.
151 A. M. Hespanha, O governo dos Austrias e a « modernizaçâo» da constituiçâo política portuguesa, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 2, 1989, pp. 49-74.
152 F. Tomás y Valiente, Los validos en la monarquía española del siglo XVII. Estudio institucional, Madrid, Siglo XXI, 1982; A. Feros Carrasco, Gobierno de Corte y Patronazgo Real en el Reinado de Felipe III (1598-1618), Madrid, Universidad Autónoma de Madrid, 1986 (dattiloscritto); Política Interior. El régimen de los validos, in Historia de España, vol. 6, Barcelona, Planeta, 1988, pp. 16-22; Lerma y Olivares: la práctica del valimiento en la primera mitad del seiscientos, in J. H. Elliot, A. García Sanz, eds., La España del conde-duque de Olivares, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1991, pp. 195-224; F. Benigno, L'ombra del re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento, Venezia, Marsilio, 1992; B. García García, Paz, desempeño y reputación en la política exterior del duque de Lerma (1598-1618), Madrid, Universidad Complutense, 1994 (tesi di dottorato discussa).
153 Si pensi al modo in cui la nobiltà aragonese costruisce attorno alla corte de Juan de Austria a Saragozza una alternativa alla corte della reggenza: si veda A. Alvarez, Fueros, Cortes y Clientelas: el mito de Sobrarbe. Juan José y el reino paccionado de Aragon, in « Pedralbes» , 12, 1992, pp. 239-291.
154 A. Feros Carrasco, The King's Favorite. The Duke of Lerma. Power, Wealth and Court Culture in the Reign of Philip III of Spain, 1598-1621, Baltimore, The John Hopkins University, 1994 (dattiloscritto).
155 P. F. Albaladejo, De Regis Catholici Praesentia: una propuesta de « Rey Católico» desdes el reino napoletano en 1611, in A. Musi, a cura di, Nel sistema imperiale, cit., pp. 93-111.
156 J. Lalinde Abadía, La « persona ficta» en el escenario político europeo, in De la Res pública a los Estados Modernos. Journées Internationales d'Histoire du Droit, Bilbao, Universidad del País Vasco, 1992, pp. 19-39.
157 A. Feros, « Vicedioses, pero humanos» : el drama del Rey, in « Cuadernos de Historia Moderna» , 14, 1993, pp. 103-131.
158 J. H. Elliot, The Court of the Spanish Habsburgs: a peculiar institution?, in Essays in honour of Sir Helmut KÈnigsberger, Cambridge, 1987, pp. 5-24; A. M. Hespanha, La Corte, in La gracia del derecho. Economía de la cultura in la edad moderna, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1993, pp. 177-202.
15 9 A Palace for a King: the Buen Retiro and the Court of Philip IV, New Haven-London, Yale University Press, 1980.
160 M. Moran Turina, F. Checa Cremades, Las casas del rey. Casas de campo, cazaderos y jardines. Siglos XVI y XVII, Madrid, El Viso, 1986; F. Checa Cremades, ed., El Real Alcázar de Madrid. Dos siglos de arquitectura y coleccionismo en la corte de los Reyes de España, Madrid, Comunidad de Madrid-Nerea, 1994 (catalogo); sulla simbologia politica della vita di corte si vedano: F. Bouza Alvarez, Locos, enanos y hombres de placer en la Corte de los Austrias, Madrid, Tema de Hoy, 1991; El uso cortesano de la « improporción» bufonesca, in L. C. Alvarez Santaló, C. Gremades Griñan, eds., Mentalidad e ideología en Antiguo Régimen, cit., pp. 27-36; S. Sebastia López, El Escorial como palacio emblematico, in Real Monasterio-Palacio de El Escorial. Estudios inéditos en el IV centenario de la terminación de la obra, Madrid, Csic, 1987, pp. 95-105. Nel cuore del palazzo, la cappella è un luogo attraversato da tensioni: D. Ramada Curto, A Capela Real, um espaço de conflictos (séculos XVI-XVIII), in Espritualidade e Corte em Portugal, sec. XVI-XVIII, Porto, Universidade de Porto, 1993, pp. 143-154.
161 J. M. Serrera, Alonso Sánchez Coello y la mecánica del retrato de corte, in Alonso Sánchez Coello y el retrato en la corte de Felipe II, Madrid, Ministerio de Cultura, 1990 (catalogo); F. Checa Cremades, ed., Reyes y mecenas. Los Reyes Católicos, Maximiliano I y los inicios de la Casa de Austria en España, Madrid, Ministerio de Cultura-Electa, 1992 (catalogo); Id., Felipe II mecenas de las artes, Madrid, Nerea, 1992; ancora Tiziano y la Monarquía Hispánica, Madrid, Nerea, 1994; F. Bouza Alvarez, Dissonnance dans la monarchie. Une fiction musicale de la politique baroque autour du mouvement portugais de 1640, in J.-F. Schaub, ed., Recherche sur l'histoire de l'Etat dans le monde ibérique, cit., pp. 87-99.
162 D. Ramada Curto, As prácticas rituais e os espaços de representaçâo, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, cit., pp. 134-141.
163 X. Javela, La muerte del rey. El ceremonial funerario de la Monarquía española (1500-1885), Madrid, Turner, 1990; J. M. Nieto Soria, Ceremonia de la realeza: propaganda y legitimación en ma Castilla Trastámara, Madrid, Nerea, 1993; A. M. Alves, As entradas régias portuguesas. Uma visâo de conjunto, Lisboa, Livros Horizonte, s.d.; C. Lisón Tolosana, La imagen del rey. Monarquía, realeeza y poder ritual en la Casa de los Austrias, Madrid, Espasa Calpe, 1991.
164 D. Ramada Curto, Ritos e ceremónias da monarquía em Portugal, in F. Bethencourt, D. Ramada Curto, eds., A Memória da Naçâo, Lisboa, Livraria Sá da Costa Editora, 1991, pp. 249-258; J. Romero Magalhaês, O rei, in História de Portugal, vol. III, cit., 1993, pp. 61-73; A. Barrero, P. Cardim, Cultura política barroca imagens do poder nas festas de casamento de d. Afonso VI, Fundaçâo das Casas de Fronteira e Alorna, 18 e 19 de fevereino de 1994, Encontro sobre o Ornamento no Barroco e no Rococó, 1994 (dattiloscritto).
165 A. María Alves, Iconologia do poder real no periodo manuelino: à procura de uma linguagem perdida, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, 1985; F. Checa Cremades, Carlos V y la imagen del héroe en el Rinascimiento, Madrid, Taurus, 1985; C. J. Hernández Sanchez, El virrey Pedro de Toledo y la entrada de Carlos V a Napoles, in « Investigaciones Históricas» , 7, 1988, pp. 7-15; F. Bouza Alvarez, Retórica da imagen real. Portugal e a memória figuradad de Felipe II, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 4, 1989, pp. 19-58; lo stesso con E. de Santiago, Grabar la historia. Grabar en la historia, in Los Austrias. Grabados de la Biblioteca Nacional, Biblioteca Nacional-J. Ollero, 1993, pp. 13-23 (catalogo); ancora Monarchie en lettres d'imprimerie. Typographie et propagande au temps de Philippe II, in « Revue d'histoire moderne et contemporaine» , 41, 2, 1994, pp. 206-220; P. Civil, Le corps du roi et son image: une symbolique de l'Etat dans quelques représentations de Philippe II, in A. Redondo, dir., Le corps comme métaphore dans l'Espagne des XVIe et XVIIe siècles, Paris, Publications de la Sorbonne, 1993, pp. 11-30; J. H. Elliot, Poder y propaganda en la España de Felipe IV, in Homenaje á José Antonio Maravall, vol. 1, Madrid, Instituto de Investigación Sociológicas, 1985, pp. 15-42; J. Pérez, La memoria de los Reyes Católicos en los siglos XVI y XVII, in « Torres de Lujanes» , 26, 1994, pp. 95-103.
166 D. Ramada Curto, O Bastiâo, O Bastiâo! (Actos políticos e modalidades de crença) 1578-1603, in Y. Kace Centeno, ed., Portugal: mitos revisitados, Lisboa, Ediçoês Salamandra, 1993, pp. 139-176; L. Valensi, Fables de la mémoire. La glorieuse bataille de trois rois, Paris, Le Seuil, 1992.
167 F. Bouza Alvarez, Del escribano a la biblioteca. La civilización escrita europea en la alta edad moderna (siglos XV-XVII), Madrid, Sintesis, 1992, pp. 71-107 ( La escritura y el poder del Prícipe); F. Checa Cremades, Felipe II en El Escorial: la representación del poder real, in Escorial: Arte, poder y cultura en la Corte de Felipe II, Madrid, Universidad Complutense, 1989, pp. 7-26.
168 M. J. Rodríguez Salgado, The Court of Philip II of Spain, in R. Asch, A. M. Birke, eds., Princes, Patronage and the nobility. The Court at the begining of Modern Age, Oxford, Oxford University Press, 1991, pp. 205-244.
169 D. Ramada Curto, Descriçoês e representaçoês de Lisboa (1600-1650), in O imaginário da cidade, Lisboa, Fundaçâo Calouse Gulbenkian, 1989; F. Bouza Alvarez, Lisboa sozinha, quase viúva A Cidade e a mudança da Corte no Portugal dos Filipes, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 13, 1994, pp. 71-93; sulla questione dell'assenza del re e della sua sostituzione con i viceré, F. J. Bouza Alvarez, La « soledad» de los reinos y la « semejanza» del rey. Los virreynatos de Príncipes en el Portugal de los Felipes, in Governare il mondo. L'impero spagnolo dal XV al XIX secolo, a cura di M. Ganci e R. Romano, Palermo, Società italiana per la storia patria, 1991, pp. 125-139; cfr. anche per la questione di Madrid in quanto capitale, A. A. Ezquerra, Felipe II, la Corte y Madrid en 1561, Madrid, Csic, 1985; Id., El nacimiento de una capital europea. Madrid entre 1561 y 1606, Madrid, Turner-Ayuntamiento de Madrid, 1989.
170 Un esempio dell'uso che può essere fatto della letteratura politica ci viene da L. A. Ribot García, La historia « Della congiura dei ministri del Re di Spagna...» , instrumento de combate y justificación de la revuelta de Messina, in « Investigaciones Históricas» , 3, 1982, pp. 5-31.
171 J. F. Marques, A Parenética portuguesa e a Dominaçâo Filipina, Porto, Inic Centro de História da Universidade de Porto, 1986; Id., A parenética Portuguesa e a Restauraçâo, 2 voll., Porto, Inic, 1989; F. Bouza Alvarez, « Clarins de Iericho» . Oratoria sagrada y publicística en la Restauraçâo portuguesa, in « Cuadernos de Historia Moderna y Contemporánea» , VII, 1986, pp. 13-31; M. Vieira Mendes, A Oratoria barroca de Vieira, Lisboa, Editorial Caminho, 1989; M. L. Gonçalves Pires, Bartolomeu do Quental, pregador da capela real, in Espiritualidade e Corte em Portugal (séculos XVI a XVIII), Porto 28-30 maio 1992, Porto, Instituto de Cultura Portuguesa, 1993, pp. 55-170.
173 A titolo di campione, necessariamente arbitrario, alcuni esempi tratti dalla massa dei lavori prodotti negli ultimi quindici anni: P. F. Navarrete, Conservación de monarquías y discursos políticos, Madrid, Instituto de Estudios Fiscales, 1982; J. de Mariana, La dignitad real y la educación del rey, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1981; B. Alamos de Barrientos, Discurso político al rey Felipe III al comienzo de su reinado, Barcelona, Anthropos-Ministerio de Educación y Ciencia, 1990; A. Pérez, Suma de preceptos, justos, necesarios y provechosos en Consejo de Estado al Rey Felipe III, siendo Prícipe, Barcelona, Anthropos-Ministerio de Educación y Ciencia, 1991; Cartas de Felipe II a sus hijas, Madrid, Turner, 1988; ancora Relaciones y cartas, 2 voll., Madrid, Turner, 1986; L. de Argensola, Información de los sucesos del Reino de Aragónen los años de 1590 y 1591: en que se advierte los yerros de algunos autores, Zaragoza, Astral, 1991; L. Mendes de Vasconcelos, Do sítio de Lisboa. Diálogos, Lisboa, Livros Horizonte, 1990; Arte de Furtar, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa da Moeda, 1991; T. Pinheiro da Veiga, Fastiginia, Lisboa, Imprensa Nacional-Casa de Moeda, 1988.
174 J. H. Elliot, Lengua e imperio en la España de Felipe IV, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1994.
175 X. Gil Pujol, Culturas políticas y clases dirigentes regionales en la formación del Estado Moderno: un balance e varias cuestiones, in M. Lambert-Gorges, éd. par, Les élites locales et l'Etat dans l'Espagne Moderne XVIe-XIXe siècles, Paris, Cnrs Editions, 1993, pp. 171-192; cfr. anche Centralismo e localismo? Sobre as relaçoês poléitica e culturais entre capital e terrítorios nas monarquías europeias dos séculos XVI-XVII, in « Penélope. Fazer e desfazer a história» , 6, 1991, pp. 119-142.