Lluís Roura Aulinas, Riformismo contro rivoluzione?
1. La questione agraria.
Già nella politica di fomento di Ensenada, durante il regno di Ferdinando VI, la preoccupazione per la questione agraria aveva occupato un posto essenziale. Anche Campomanes, che nel 1763 formulò la sua prima proposta di « legge agraria» , 30 già nel 1750 aveva manifestato le sue preoccupazioni prioritarie per l'agricoltura nel suo Bosquejo de política económica 31. Sappiamo inoltre che i contadini, già prima del regno di Carlo III, avevano mostrato le loro capacità di protesta contro le condizioni agrarie esistenti32. La crisi degli anni 1765 e 1766 e soprattutto i moti di quest'ultimo anno confermarono, da una parte, l'opportunità di dar corso alla proposta di Campomanes; ma al tempo stesso, nella misura in cui il cosiddetto « motín de Esquilache» presentava a sua volta caratteri di cospirazione politica contro i progetti di riforma che caratterizzarono gli inizi del regno, quella crisi doveva rafforzare i caratteri prudenti e timorosi di qualunque iniziativa si fosse progettata a partire da quel momento33. Sicché le misure formulate nel 1766, che prevedevano una ripartizione delle terre comunali della quale dovevano beneficiare anche i contadini poveri, si tradussero nelle leggi del 1770, che dovevano favorire soltanto i grandi proprietari all'interno delle comunità34.
L' expediente per l'elaborazione di una « legge agraria» fu certamente l'iniziativa di riforma piú importante del regno di Carlo III in materia di agricoltura35; da questa prese avvio l'elaborazione di veri e propri piani globali di legge agraria come quello di Olavide, quelli successivi di Sisternes e Feliu e di Jovellanos36; anche se, come già presagiva Arroyal nel 178637, il progetto di legge agraria invocato dall'agricoltura spagnola non si sarebbe mai realizzato.
Dal canto loro, nemmeno altre iniziative di riforma ebbero sorte migliore; cosí, rimasero frustrati gli sforzi di limitazione della proprietà ecclesiastica o di riduzione del peso e dei privilegi della Mesta38; e i programmi e le attività delle Sociedades Económicas de Amigos del País, in cui tanto prevalevano le preoccupazioni agrarie, furono incapaci di superare lo stadio della elucubrazione o di una curiosità sperimentale e illuminata « da salotto» , di cui facevano mostra alcuni settori delle élites locali39. Quanto alla realizzazione piú famosa, la ripopolazione della Sierra Morena, questa rimase un'esperienza eccezionale, ben lontana dal diventare per il governo di Carlo III un modello e un punto di partenza per quella trasformazione agricola dell'Andalusia auspicata da Pablo de Olavide40.
Fino a che punto il fallimento della componente agraria del « programma» politico del regno di Carlo III fu dovuto ad una pura e semplice rinuncia a portarlo a termine? Un recente studio su Campomanes, pur non ponendo la questione in questi termini, sembra rafforzare questo giudizio, in quanto considera Campomanes come l'uomo chiave del periodo ma sottolinea al tempo stesso la sua ferma volontà di rispettare assolutamente i fondamenti della società costituita41. E ci si deve allora chiedere se vada limitata alla sola Catalogna la considerazione che le trasformazioni agrarie che si verificarono ebbero luogo in maniera del tutto indipendente dalle misure riformatrici progettate dal governo monarchico, ed anzi loro malgrado42.
Solo altre misure, direttamente correlate con interessi commerciali, come la soppressione della tassa sui grani e la liberalizzazione del loro commercio (1765) e i miglioramenti nei sistemi di irrigazione e nei trasporti43, conseguirono un certo grado di realizzazione, anche se è evidentemente discutibile se abbiano dato impulso all'attività economica. Certo, la liberalizzazione dei prezzi e del commercio dei grani costituisce un antecedente importante della legislazione liberalizzatrice del XIX secolo, ma i suoi meriti si fermano qui: i suoi risultati immediati furono molto discutibili, poiché essa non riuscí a bandire l'« incetta» dei grani e poté anzi favorire le manovre speculative dei proprietari terrieri, accentuando gli squilibri sociali del mondo rurale e il malcontento popolare nelle città, fino a che non si arrivò, già nel 1790, a ripristinare le vecchie proibizioni44.
Studi Storici 1, gennaio-marzo 1995 anno 36
Lluís Roura Aulinas,
Riformismo contro rivoluzione?
30 Cfr. V. Llombart, Campomanes, economista y político de Carlos III, Madrid, Alianza, 1992, pp. 216 sgg.
3 1 Bosquejo de política económica española delineado sobre el estado presente de sus interes, recentemente pubblicato da Jorge Cejudo, Madrid, Editora Nacional, 1984.
32 Cfr. gli studi della V sezione del Congresso di Saragoza del dicembre 1989: E. Sarasa Sánchez y E. Serrano Martín, eds., Señorío y Feudalismo en la Península Ibérica (ss. XII-XIX), Zaragoza, 1993; e in maniera particolare M. Ortega López, La lucha por la tierra en la Corona de Castilla al final del Antiguo Régimen. El expediente de Ley Agraria, Madrid, 1986, pp. 222 sgg.
33 Per un bilancio storiografico sul tema, cfr. El Motín de Esquilache a la luz de los documentos. Edición, transcripción notas y estudio preliminar por Jacinta Macías Delgado, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1988.
34 Cfr. M. Ortega López, La historiographia sobre la reforma agraria, in Carlos III y su siglo, cit., pp. 331 sgg.
35 Come mostrano gli studi pubblicati nel volume Estructuras agrarias y reformismo ilustrado, cit., nessun'altra iniziativa ebbe la stessa globalità di quella per l'elaborazione di una legge agraria.
36 R. Carande, Informe de Olavide sobre la ley Agraria, in « Boletín de la Real Academia Historica» , 139, II, 1956, pp. 357-462; M. Sisternes i Feliu, Idea de la Ley Agraria Española, Valencia, 1786, ristampa anastatica di V. Llombart, Barcelona, 1992; G. M. Jovellanos, Informe de la Sociedad Económica de Madrid... en el Expediente de Ley Agraria, Madrid, 1795, edito nella BAE, Obras de Jovellanos, t. II, Madrid, 1955. Sulle differenze nel pensiero economico dei riformatori dopo le vicissitudini della « legge agraria» , cfr. R. Robledo, Economistas y reformadores españoles: la cuestión agraria (1760-1935), Madrid, Mapa, 1993, pp. 15-40.
37 « Bisogna credere scriveva León de Arroyal che avremo la ricetta solo dopo la morte del malato» ( Cartas político-económicas al Conde de Lerena, pubblicate con uno studio preliminare di A. Elorza, Madrid, Ciencia Nueva, 1968, p. 67).
38 Si veda, in tal senso, soprattutto N. Mickun, La Mesta au XVIIIe siècle, Budapest, Akadémiai Kiadó, 1983.
39 Disponiamo di un buon bilancio storiografico sulle Sociedades Económicas de Amigos del País nella parte introduttiva di M. Velazquez Martinez, La Sociedad Económica de Amigos del País de Murcia, Murcia, Consejería de Cultura, 1989.
40 Cfr. M. Defourneaux, Pablo de Olavide ou l'Afrancesado (1725-1803), Paris, Puf, 1959, cap. VII.
41 V. Llombart, Campomanes, economista y político de Carlos III, cit.
42 M. Duran, El reformisme borbònic i l'agricultura catalana, in « Manuscrits» , 11, 1993, pp. 43-59.
43 Sulla soppressione della tassa dei grani e il libero commercio, cfr. G. Anes, Sociedad y economía, in Carlos III y la Ilustración, cit., vol. II, Economía y sociedad, pp. 80-100; sulla politica idraulica, G. Pérez Sarrión, Regadíos, política hidraulica y cambio social en Aragón, siglos XV-XVIII, in Agua y modo de producción, Barcelona, Crítica, 1990, pp. 212-270; sui trasporti, D. R. Ringrose, Los transportes y el estancamiento económico de España (1750-1850), Madrid, Tecnos, 1972.
44 V. Llombart, Campomanes, cit., p. 190, rivendica il merito e l'importanza di questa misura malgrado la visione critica che ne ha dato la storiografia degli ultimi anni: si veda in tal senso il già citato studio di G. Anes, Sociedad y economía.