Tecniche modellistiche di
pitturazione
a pennello e ad aerografo
di Riccardo Galli
Lo scorso numero ho descritto le varie fasi di costruzione della Voyager,
compresa la pitturazione. Purtroppo per motivi di spazio la descrizione
di questa importante fase è stata un pò trascurata. Essendo
questo un passo fondamentale nella realizzazione di un qualsiasi modellino
merita di essere considerata in modo molto più approfondito.
E' in questa fase che il modello assume la sua identità, ed è
proprio con la colorazione che gli conferiamo l'aspetto che più
ci aggrada. Non solo, ma posso affermare che in qualche caso un montaggio
non particolarmente riuscito può essere migliorato durante la verniciatura,
mentre un modello ben costruito può perdere buona parte del suo
fascino se mal verniciato.
SCELTA DEI COLORI
Nel modellismo si usano principalmente due tipi di colori, quelli acrilici
e gli smalti sintetici.
I primi, a base acquosa, si sono affermati sul mercato solo negli ultimi
anni. Appena usciti, oltre a essere disponibili solo poche tonalità
erano piuttosto difficili da usare e spesso non davano buoni risultati.
A oggi sono molto migliorati e si possono usare in quasi tutte le applicazioni.
Per diluirli e per pulire i pennelli e aerografi e sufficiente usare pura
e semplice acqua del rubinetto o al massimo dell'alcool.
Tra i pregi dei colori acrilici, vi è quello di avere una rapidissima
essiccazione, di essere molto meno tossici degli smalti, e di avere delle
tonalità particolarmente brillanti; infine se si usano delle tinte
metallizzate la loro uniformità e durata nel tempo è nettamente
superiore agli smalti. Tra i difetti faccio notare che se applicati su
superfici particolarmente lisce possono non aderire bene, quindi, tali
superfici prima della stesura del colore, devono essere trattate con un
fondo di primer sintetico o almeno con della carta abrasiva ultra fine.
Il vantaggio di seccare subito, può rivelarsi molto pericoloso per
i nostri strumenti, infatti pennelli e soprattutto aerografi se non puliti
perfettamente subito dopo l'uso , possono diventare inutilizzabili.
Le marche più diffuse sono la Vallejo, Model Master e Citadel, mentre
i prezzi variano dalle 2000 L. fino a 6000. a barattolino.
Gli smalti, invece, diffusissimi da molti anni e disponibili in una scelta
di tonalità pressoché infinita, sono i colori usati dal modellista
di sempre, per il loro uso più efficace rispetto agli acrilici (soprattutto
quelli prima generazione). Come tutte le pitture liquide (acrilici compresi)
prima di utilizzarle è necessario agitarle bene e in certi casi
anche diluirle, meglio se con il diluente della loro marca, o alla peggio
con dell'acquaragia, con la quale puliremo anche i nostri strumenti.
Questi colori hanno come vantaggio di essere più facilmente reperibili
e un pò più economici dei corrispondenti acrilici e, certe,
tonalità, se ben applicate danno risultati migliori.
Non tutti i colori si comportano allo stesso modo, e in particolare gli
smalti metallizzati. Questi, infatti non asciugano praticamente mai, e
quindi si rende necessario che vengano ricoperti di uno strato di trasparente
acrilico che non avendo la stessa composizione di base, impedisce lo scioglimento
dello strato di colore prima applicato. Senza l'applicazione del trasparente,
l'oggetto dipinto tenderà ad annerirsi con il passare del tempo
e a rovinarsi se maneggiato o toccato con le dita. Questi problemi, non
si verificano se il colore metallizzato è un acrilico, poiché
queste pitture nelle tinte metallizzate hanno una resa molto superiore.
Infine l'uso di un diluente specifico rende meno "ecologico"
l'uso degli smalti. Le marche migliori sono la Humbrol, la Testor e la
Molak mentre i prezzi arrivano al massimo a L. 4000 per ciascun barattolino.
Una regola, sui tempi di essiccazione che vale per tutti i tipi di pitture,
ma soprattutto per gli smalti, è che bisogna ricordarci che le tinte
lucide asciugano in tempi molto più lunghi delle corrispondenti
opache o semilucide; tenetene conto per quando dovrete applicare le "mani"
successive.
Altra regola fondamentale è quella di non mescolare mai colori
acrilici con gli smalti sintetici, pena un reazione chimica che rovinerebbe
irrimediabilmente il modello. L' unica eccezione sarà nel momento
in cui applicheremo il primer come base di fondo, infatti questo pur appartenendo
alla categoria degli smalti, se ben asciutto rafforza la presa dei successivi
strati di colore, sia che siano acrilici che sintetici. A questo proposito,
prima dell'applicazione di qualsiasi pittura vi ricordo di pulire accuratamente
il modello con un panno inumidito di acqua e sapone neutro, perché
le impurità tra cui le impronte digitali vanificano l'effetto adesivo
delle vernici.
SCELTA E USO DEI PENNELLI
Dovremo procurarci un nutrita scelta di pennelli, senza badare troppo
al risparmio, se vorremo ottenere dei risultati, infatti molti pennelli
economici perdono le setole che possono impastarsi con la vernice e rimanere
attaccate al modello. Ricordiamoci che per il bianco e i metallizzati (che
spesso lasciano residui di pigmentazione), dovremo usare dei pennelli dedicati.
Le misure dovranno essere da piccolissima (00) fino alla media (3). Con
gli smalti useremo quasi sempre pennelli a punta tonda mentre con gli acrilici
otterremo risultati migliori con quelli a punta piatta.
La pennellata deve essere breve ed uniforme e va data senza calcare, cercando
di non lasciare strisce sulla superficie del modello. Se li tratteremo
bene, i nostri pennelli, dureranno una vita. Ricordiamoci di pulirli subito
dopo l'uso, lasciandoli a bagno in una boccetta di vetro contenente il
diluente, facendo attenzione a non farli posare sul fondo con le setole
piegate; un trucchetto è quello di usare una molletta per tenerli
in sospensione.
SCELTA E USO DELL'AEROGRAFO E RELATIVI ACCESSORI
Per i modellini di medie e grandi dimensioni (e i modellini di Star
Trek spesso lo sono) e per ottenere effetti particolari è indispensabile
procurarci un aerografo. Imparare ad usare questo strumento è più
facile del previsto, se lo usiamo solo per stendere il colore; creare effetti,
e sfumature particolari, richiede invece un pò di pratica. Nel realizzare
i modellini di Star Trek, comunque non avremo quasi mai bisogno di tecniche
speciali.
Importante è la scelta dello strumento. Inizialmente ci potremo
orientare verso un modello piuttosto economico, che funziona egregiamente,
come il BADGER 250-2 dal costo di circa 35 - 40000 L. Si tratta di un modello
sì economico, ma molto affidabile e che dura nel tempo; viene usato
anche dai modellisti più esperti quando devono pitturare medie superfici.
Se vi volete orientare su un aerografo più professionale non avete
che l'imbarazzo della scelta.
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L'aerografo BADGER 250-2 |
Bisogna fare distinzione fra due principi di funzionamento, quello a singola azione e a doppia azione. Nel primo caso premendo il pulsante dell'aerografo azionerete contemporaneamente sia il getto d'aria che quello di colore, nel secondo caso, avrete il controllo separato dei due getti; questo conferisce maggior funzionalità allo strumento, ma occorre molta pratica per sfruttare tale caratteristica. Personalmente dispongo di due aerografi a singola azione, un BADGER 250-2 e un BADGER 200 dei quali sono estremamente soddisfatto.
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Il modello BADGER 200 |
La fonte di aria che funge da propellente all'aerografo, inizialmente ci può venire fornita da delle bombolette del costo di circa 10000 L. ciascuna. La loro durata è spesso limitata e portano alcuni svantaggi, come quello di raffreddarsi durante l'uso, con conseguente perdita di efficacia; un rimedio consiste nel tenerle a bagno in una bacinella di acqua calda, ma mentre si lavora questo potrebbe rivelarsi piuttosto scomodo. Se usiamo molto l'aerografo con le bombolette, ci renderemo conto che a conti fatti l'acquisto di un compressore è la soluzione più economica (si parte da un minimo di 200.000 per quelli a membrana). Se decidete di acquistarne uno, vi consiglio vivamente di orientarvi verso un modello a olio, molto più affidabile e silenzioso di quelli a membrana, ma anche più costoso 350 - 500.000. Quelli a membrana, funzionano con il principio delle macchinette per aerosol e se usati troppo a lungo senza farli raffreddare perdono efficacia e non sono quasi mai riparabili.
REGOLE SULL'USO DELL'AEROGRAFO
Poche ma importanti regole e un po' di pratica ci permetteranno di ottenere
ottimi risultati in poco tempo.
Dando per scontato che stiate operando in un locale ben aerato, vi ricordo
che se dato a spruzzo un colore sia acrilico che smalto, va diluito. Tale
operazione, da eseguire in un vasetto di vetro trasparente, muniti di contagocce
o di un cucchiaino da caffè, è fondamentale per l'ottimale
nebulizzazione del colore. La percentuale nella quale la pittura va diluita,
varia a seconda dei colori e delle nostre esigenze. Un colore scuro essendo
più coprente andrà diluito più di uno chiaro, si passerà
da un massimo del 60% per un nero a un minimo del 30% per il bianco o un
giallo chiaro. Ricordatevi però che questi sono dati indicativi
e che solo l'esperienza vi aiuterà a capire quali risultati vorrete
ottenere.
Una volta eseguite queste operazioni preliminari possiamo iniziare a pitturare.
Un'ultima raccomandazione evitiamo di lavorare in ambienti con temperature
estreme, la temperatura ideale per l'essiccazione dei colori è di
circa 18° C.
Il getto va nebulizzato a circa 20-30 cm dal modello, avendo l'accortezza
di iniziare a spruzzare prima dell'inizio della zona da colorare e terminare
dopo averla completata. Tra un cambio di colore e l'altro sarà sufficiente
spruzzare un po' di diluente (acqua per gli acrilici) per pulire l'ugello
dell'aerografo. Se usiamo colori acrilici, effettuiamo i cambi di colore
più velocemente che possiamo, perché la loro rapida essiccazione
potrebbe ostruire l'aerografo. Tale operazione, non è però
sufficiente, una volta terminato il lavoro; lo strumento dovrà essere
smontato e pulito con la massima cura nei minimi particolari e e periodicamente
immerso in una bacinella di diluente.
TECNICHE DI PITTURAZIONE APPLICATE AI MODELLI DI STAR TREK
Le astronavi protagoniste della nostra serie preferita vengono vendute
in "scale" piuttosto generose, particolare questo che consente
di evidenziarne maggiormente i dettagli, ma anche i nostri eventuali errori.
La maggior parte di questi kit, se costruiti e verniciati seguendo solamente
le direttive delle istruzioni, sembrano troppo piccoli, dobbiamo ricordarci
infatti che riproducono dei mezzi giganteschi lunghi centinaia di metri.
Oltretutto, osservando queste navi stellari nelle scene di film e telefilm,
resta difficile stabilirne i colori reali a causa delle luci presenti sui
set e ai vari ritocchi di computer-grafica fatti in post-produzione. Il
nostro scopo sarà quello di riprodurre il modello il più
simile possibile a come lo vediamo in televisione.
Il metodo più efficace per conferire un aspetto più imponente
alla nostra nave, è quello di rompere la monotonia del suo colore
di base, con una delicata ombreggiatura e lumeggiatura ottenuta vaporizzando
con l'aerografo leggere nuvole di colore leggermente più scure di
quello di base. Questa tecnica è particolarmente efficace in quei
modelli della Serie Classica come Incrociatori Klingon e Romulani, dove
lo scafo si presenta liscio senza pannellature in evidenza, conferendo
a questi modelli altrimenti un po' "piatti" un aspetto più
tridimensionale.
In
molte scatole di montaggio - praticamente in tutte le astronavi di TNG
- lo scafo è composto da una miriade di pannellature di forme e
colori differenti. Se, dopo un'accurata documentazione ci accorgiamo che
alcune di queste mancano nel nostro modellino, allora le dovremo realizzare
noi, mascherandone i contorni con del nastro adesivo o facendo delle "mascherine"
di carta con ritagliate le sagome dei pannelli, per poi spruzzarci attraverso
con l'aerografo. Se alcuni di questi pannelli, appaiono nella realtà
particolarmente in rilievo ne enfatizzeremo i bordi con del "marrone
terra".
A questo punto se lo riterremo necessario, come già descritto spruzzeremo
qua e là qualche ombra di colore più scuro che contribuirà
anche a invecchiare il nostro modello.
Spesso e volentieri, le decals sono realizzate in colori particolarmente
sgargianti, cosa che stona sul nostro modellino così vissuto. Consiglio
quindi, dopo averle applicate, di spruzzare tutto il modello (parti trasparenti
escluse) con un trasparente acrilico opaco con diluita una piccola quantità
di grigio o di nero.
I
colori da usarsi, e raccomandati dalle istruzioni, andranno scelti tra
i semilucidi e gli opachi. La tonalità di base di quasi tutte le
navi della Federazione è il grigio chiaro o il bianco con le pannellature
in tonalità di grigio più scure o in grigio mischiato a giallo
o marrone chiaro. Diversa è invece la gamma di colori delle astronavi
aliene, come quelle Kingon Romulane ecc.; atteniamoci a quanto consigliato
nelle istruzioni, ma se possiamo, documentiamoci, osservando attentamente
nei particolari, foto di libri e riviste e immagini tratte dai film.
Tanta pazienza ci vuole per dipingere la miriade di finestrini stampati
sullo scafo. Useremo come colori un giallo chiarissimo (dove riteniamo
possano esserci accese delle luci) o il nero per raffigurare una sezione
della nave ove siano le luci siano spente. In certi casi anche con l'argento
chiaro si ottengono dei buoni risultati. Fate attenzione, se avete tra
le mani un kit che consente l'illuminazione dell'astronave, dovrete pitturare,
prima di assemblarlo , l'interno dello scafo in nero opaco, questo
per evitare che la luce delle lampadine e fibre ottiche traspaia attraverso
la sottile (e chiara) plastica del modello.
Raccomando infine, prima di applicare queste tecniche vere e proprie, di
fare delle prove, soprattutto per prendere domestichezza con l'aerografo.
Al di là di tutti i trucchi e le tecniche che si possono descrivere, ricordate che per ottenere un aspetto realistico dovrete avere, oltre a un minimo di manualità, capacità creativa e colpo d'occhio, solo così potrete raggiungere il risultato voluto.