Readiris vi offre, a seconda della vostra scelta, il riconoscimento di quattro lingue asiatiche e cioè del: giapponese, cinese semplificato e cinese tradizionale più il coreano.
Diversamente dagli alfabeti latino, greco e cirillico, queste lingue adoperano piccole immagini (“ideogrammi”), e non lettere, per rappresentare la realtà.
La scrittura cinese deriva dalla scrittura pittorica. Viene scritta usando migliaia di caratteri distintivi, chiamati “ideogrammi” o “pittogrammi” che non hanno alcuna relazione col suono di una parola.
I più antichi caratteri cinesi erano pittogrammi, come per esempio una falce lunare per la luna, o un cerchio con un puntino nel centro per raffigurare il sole. Gradualmente questi segni diedero origine a ideogrammi non pittorici i quali, in aggiunta a rappresentare oggetti tangibili, vennero anche a rappresentare concetti astratti.
La maggioranza dei caratteri cinesi consiste di due elementi: un “significante”, che sta ad indicare il significato di una parola e un “fonetico” che indica invece il suono.
In un grande dizionario sono compresi dai 40.000 ai 50.000 caratteri (molti dei quali sono arcaici o ignoti), mentre il volume dei codici telegrafici contiene circa 10.000 simboli. 3.000 simboli circa vengono usati quotidianamente.
Il cinese semplificato è una versione semplificata del cinese tradizionale; in esso i 500 simboli più comunemente usati sono stati semplificati. Il cinese semplificato è usato nella Cina continentale e Singapore, mentre il cinese tradizionale è usato a Hong Kong, Taiwan, Macau e dalle comunità cinesi d’oltremare.
Ciascun carattere ha esattamente lo spesso spazio indipendentemente dalla sua forma. Non vi sono spazi fra i caratteri. I caratteri che costituiscono parole con diverse sillabe non sono raggruppati insieme. Leggendo il cinese, occorre stabilire quali caratteri sono insieme.
Il cinese può essere scritto verticalmente e da destra a sinistra o orizzontalmente da sinistra a destra.
Il sistema di scrittura giapponese usa ai nostri giorni un mix di alfabeti: i set a carattere fonetico sono chiamati Hiragana e Katakana, e gli ideogrammi, cinesi all’origine, sono chiamati Kanji. Nella normale scrittura giapponese, si impiegano Hiragana e Kanji, mentre il Katakana viene impiegato per scrivere termini presi in prestito dalle lingue straniere (non cinesi.)
Una persona istruita è capace di leggere fino a 10.000 simboli; il governo ne ha pubblicato un elenco ristretto di 1.850 che giudica essenziali.
Il giapponese è in generale scritto verticalmente e da sinistra verso destra, ma parecchi testi adesso sono scritti orizzontalmente per permettere l’inclusione di parole inglesi, dei numerali arabi e di formule matematiche e chimiche.
Il coreano non è collegato col cinese, sebbene per molti secoli abbia usato caratteri cinesi, insieme ad un suo proprio alfabeto.
L’alfabeto coreano (la scrittura “Hangul”), elaborato negli anni 1443-46, rappresenta l’unico alfabeto originale dell’Estremo Oriente.