2- DIVERSI MA SIMILI

Descrivere i comportamenti e gli stati d'animo delle persone che ho incontrato e conosciuto non e' facile. Per cultura e consuetudine, non si e' soliti esternare le proprie emozioni. Che sia gioia infinita o rabbia furente, raramente ho visto i Giapponesi scomporsi.

Sempre molto cordiali, disponibili ed affabili ho notato pero' che i loro sguardi erano "molto" attenti, interessati quindi per nulla discreti. Non so onestamente quale sia stata la loro opinione nei miei confronti, ma e' certo che se una ragazza di Shinjuku ti guarda ammiccante con insistenza (ed e' capitato due volte) e' lecito pensare che non ci sono poi cosi grandi differenze negli atteggiamenti dei giovani!

Quella giapponese e', a mio avviso, una societa' senza mezze misure. Basata e radicata su ideali di onore e rispetto (scemati negli ultimi anni pero'), oggi e' bene sfatare certi luoghi comuni. Cio' che pero' mi ha colpito e' stata senz'altro una cura quasi maniacale delle apparenze, trascurando di fatto il significato vero che sta dietro a ogni cosa.

Spesso mi e' stato detto che la decadenza e' stata voluta e meritata, perche' lo stile di vita nei decenni trascorsi era spesso (ed in parte lo e' ancora) degradante. La nascita e diffusione di mode assurde ai giorni nostri e l'effetto che ha avuto come causa scatenante un periodo piuttosto lungo di austerita' e rigore.

Molti coetanei mi hanno rivelato che a nessuno piace vivere seguendo determinati dettami, ossia regole ("etichette" comportamentali) non scritte ma universalmente riconosciute come tali. Ho avvertito spesso una delusione ed insofferenza nelle loro parole per quello che e' stato il passato e per quello che e' il loro presente.

Pur rispettando ogni punto di vista, io ho sempre creduto (e ne sono tuttora convinto) che ciascuno di noi e' fautore della propria esistenza. Vivere seguendo le proprie aspirazioni, sogni ed ambizioni ci rende speciali ed unici. Che le regole debbano esistere e vadano rispettate e' ovvio e necessario, ma schematizzare e pianificare l'avvenire di una generazione o peggio di un popolo e' quantomeno ridicolo. I meriti, i pregi ed i difetti che i Giapponesi hanno non sono meno di quelli che ciascuna nazione ed i rispettivi abitanti possiedono.

Purtroppo molti Giapponesi hanno timore del rinnovamento e preferiscono "arginare" la propria vita. Nelle loro parole avvertivo delusione e paura, ma per fortuna sembra che il rinnovamento abbia ridato fiato alla loro economia e soprattutto alle loro aspettative.

Nel nostro Paese siamo abituati a concepire il significato della vita in modo diverso.
Non ci dispiace che gli altri "invadano" la nostra esistenza ed amiamo confrontarci.
Purtroppo non siamo estremamente rispettosi ed organizzati.
Per quanto migliore il nostro modo di vivere appaia agli sguardi degli orientali, in effetti non ci sono sostanziali differenze.

Personalmente la mia esistenza e' a cavallo tra i due Paesi.
Di ciascuno apprezzo ed imparo ogni aspetto.
La mia famiglia ed i miei affetti sono in parte Italiani ed in parte Giapponesi.
Nessuna ambiguita', nessuna abissale diversita'.

Kintaro

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