"Teletrasporto":
comunicare emozioni alla radio. Intervista a Ivo Caliendo
di Giancarlo Manfredi
Sospendete
per qualche istante il vostro giudizio e permettete quindi alla difesa
di parlare dell'imputato per dimostrarvi che, se di delitto si è
macchiato, questo è un delitto passionale. Il principale capo d'accusa
è lesa maestà nei confronti del "fast food televisivo"
con l'aggravante che la sua trasmissione, dal nome forse un po' bizzarro
di "Teletrasporto", non va in onda alle tre del mattino, bensì
tra le ventidue e mezzanotte. Per fare questo vi parlerò della sua
vita (artistica) e di come le (dure) esperienze della strada (radiofonica)
abbiano portato quest'uomo, l'accusato Ivo Caliendo, al cospetto del vostro
giudizio.
«La mia carriera in radio è iniziata, per gioco...»
Era poco più che un adolescente e aveva una radio privata sotto casa dove nessuno voleva fare l'orario di pranzo; da quel momento ha scoperto la sua passione per la radio e per la musica.
«Ho toccato tutte le tappe della gavetta...»
Ha
lavorato per una piccola televisione privata di raggio limitato, "Tele
Beta" (una emittente con il trasmettitore sul tetto del condominio),
ma nel palazzo vedevano solo quello poichè il segnale della Rai
veniva coperto e acquistò presto una notorietà immensa nel
quartiere. Da lì passò a "Radio Elle" dove nei
primi anni settanta conduce un programma di musica Soul impostato all'americana,
gingle, pezzi tagliati e mixati.
Quindi fu la volta di "Radio Luna", storicamente il primo network
in Italia con una emittente centrale a Roma dove si doppiavano con i "revox
a bobine" le trasmissioni che venivano poi spedite per posta alle
emittenti locali che le ritrasmettevano.
«...il bello di queste cose è il romanticismo nel ricordo...»
"Radio
Dimensione Suono" è stata la tappa fondamentale della sua
carriera artistica. Forse molti ricordano che "RDS" era, agli
inizi, una radio amatoriale dove gli speaker condividevano la "non
passione" per la pubblicità; una radio dove non venivano passati
spot pubblicitari. Una classica radio di amici, dove non si percepiva stipendio
ed ognuno si portava i dischi da casa.
La fortuna ha voluto che in quella radio capitassero quelli che poi sono
divenuti i "miti" della radiofonia italiana: Mario Tagliaferri,
Antonella Condorelli, Teo Bellia, Silvio Piccinno, Cinzia Donti, Luciana
Biondi, Faber Cucchetti.
«Questa radio, poichè fatta con amore, andava fortissimo, con un notevole riscontro di pubblico: quando dai qualcosa ricevi molto di ritorno, se fai un programma per il successo trasmetti poco e poco hai di ritorno.»
In
quel periodo (primi anni ottanta) ha iniziato a fare le sue trasmissioni
in notturna. Avete presente la copertina del disco "Night Fly"
di Donald Fagen? Questa finestrella illuminata di notte perchè lui
(il dj) è li che trasmette.
Allora i locali della radio erano nella mansarda di un appartamento (del
proprietario della radio) e poichè conduceva il programma (strettamente
in diretta) dalle nove a mezzanotte, arrivava la sera e incontrava gli
inquilini che cenavano, passava - Buonasera!- e andava nel suo stanzino
e per cominciare a trasmettere.
«Immaginate la bellezza della vista di Roma di notte da una mansarda!»
Il personaggio Ivo Caliendo nasce con Radio Dimensione Suono e con il suo programma notturno di musica fusion e rock californiano. Grazie al suo successo la radio viene notata da imprenditori che si propongono di acquistarla. Per i primi tempi, con i nuovi proprietari, il dj ha avuto carta bianca nella conduzione: finchè i suoi spazi non sono stati contaminati dalla commercializzazione tutto è filato liscio, poi sono nati degli attriti.
«Io ero molto giovane ed intransigente...»
Per amore della buona musica lascia perdere Radio Dimensione Suono e passa a "Radio Radio".
«"Radio Radio" nasce come alternativa ai network commerciali, e si propone come emittente musicalmente evoluta».
Da
lì va in Rai dove fà un po' di tutto, da programmi in stereo
fm, a programmi per il festival di San Remo; si è cimentato nell'hit
parade (su rai due) cercando di introdurre l'umorismo e la satira in un
tipo di trasmissione ormai inflazionata e ha partecipato alla progettazione
delle trasmissioni di "Isoradio". Passa quindi dalla parte della
regia, fino all'ennesimo rimpasto della direzione Rai a partire dal quale
non ha avuto opportunità per nuove trasmissioni sulla rete nazionale.
Trova allora un nuovo spazio a "Radio
Centro Suono" (101.300 Roma e Lazio) dove ha avuto carta bianca
per un programma in notturna.
"Teletrasporto" è una trasmissione che ha uno scopo terapeutico:
nello stress della vita quotidiana una parentesi di armonia. Dice l'imputato
della sua trasmissione:
«La radio per me deve avere la funzione di stimolare la fantasia e il potere di evocare suggestioni. Il nome "Teletrasporto" è collegato ad uno strumento che i fans di Star Trek ben conoscono... la trasmissione vuol permettere ai suoi ascoltatori di trasportarsi, nel giro di pochi secondi, da un punto all'altro della Terra; dalla musica araba a quella africana a quella americana, fai il giro del mondo e immagini sensazioni ed emozioni che questo strumento (la radio) ti permette di vivere».
Un aspetto importante di questo processo, un elemento contradditorio nei confronti delle testimonianze dell'accusa è dato dalla posizione del mio cliente nei confronti della narrativa e del cinema: cosa ci puo' dire degli sceneggiati alla radio?
«Sono tutte cose che ho sempre cercato di sostenere, perchè il racconto radiofonico è qualcosa di molto, molto bello; il problema è che richiede una certa attenzione e tempo da dedicare: la suggestione della storia, con le voci ed i rumori adatti ti coinvolgerebbe forse più della televisione... Oggi la radio è più un veicolo "da trasporto", nel senso che la radio si ascolta in macchina».
E il suo rapporto con la televisione?
«Io
sono un sostenitore dell'educazione ai veicoli di comunicazione. Oggi non
si riesce a fare nulla che non sia già stato fatto e nulla si fa
per educare la creatività. E se nessuno fa mai una particolare forma
di trasmissione, nessuno vorrà mai ascoltarla.
Il fatto stesso che la televisione "tiene più buoni i bambini"
ci porta ad essere una generazione catturata dalle immagini dello schermo
e non dalla tridimensionalità del meccano».
L'imputato dichiari la sua posizione nei confronti delle colonne sonore dei film!
«Se
l'impatto del film è tale che quella colonna sonora è legata
all'immagine, tu risenti il pezzo e inevitabilmente pensi al film.
Piove e sei in macchina e ascolti un pezzo di Vangelis: Blade Runner! La
colonna sonora cattura la fantasia e gli pone un marchio come i cinque
suoni di Incontri Ravvicinati: c'è un legame molto stretto, quasi
intimo. Il discorso di certi film come "Strange Days" è
legato alle realtà ambientali dove viviamo: chi vive una vita medio
tranquilla in un quartiere sereno rimuove l'esistenza di certi dolori urbani,
anche giovanili se vuoi, pero' la gente fugge l'ipotesi che un domani sia
quello del capodanno conflittuale di tale film».
E questa è la testimonianza chiave:
«La
fantascienza è gradita alla gente per il suo elemento fantastico,
esagerato ed esorcizzante. Da lettore dei vecchi classici di fantascienza
anni cinquanta, ritrovo oggi gli elementi descritti in quelle storie: Asimov
che narrava di bambini che per studiare non andavano più a scuola.
Star Trek è sicuramente uno degli elementi fondamentali per i giovani
e per i meno giovani (perchè diciamo che ormai a quarant'anni uno,
per quanto giovane dentro, non lo è per l'anagrafe). Personalmente
rivedrei volentieri tutta la serie, così come rivedrei i vecchi
sceneggiati, ad esempio "A come Andromeda". Il discorso è
che tutti questi prodotti, le cose più belle che ha fatto la Rai,
come "il commissario Maigret", le fanno in orari proibitivi senza
peraltro dargli il giusto risalto».
I suoi rapporti con le direzioni televisive?
«...e
tutti questi film vengono messi li' come materiale di rimpiazzo. "Belfagor",
"Il giorno dei Trifidi", la serie completa di Star Trek arricchita
da interviste e dietro le quinte: chi non li gradirebbe? Purtroppo oggi
viviamo televisivamente in un grosso mercato ortofrutticolo percio' se
vuoi fare un programma diverso ti devi presentare con lo sponsor.
Questa è una dritta che voglio dare ai fans di Star Trek: se qualcuno
di voi ha le giuste conoscenze si può proporre alla Rai o a Mediaset
con uno sponsor commerciale e le difficoltà sicuramente diminuiscono».
Continui!
«Le
televisioni sono diventate degli spazi pubblicitari interrotti dagli spettacoli.
Ribaltiamo l'ottica della cosa: un'emittente dovrebbe seguire una sua programmazione
in linea con la sua politica editoriale e vendere quindi spazi pubblicitari.
Troviamo clienti che acquistano spazi, ma che impongono allo stesso tempo
lo spettacolo da trasmettere.
Poi c'è il motivo del commercio indotto: quando nelle edicole si
vendono le videocassette (anche se ad un costo amatoriale), come si puo'
contemporaneamente trasmettere la stessa serie in televisione? Ma vedere
la cassetta non è la stessa cosa: temo di essere rimasto legato
alle mie abitudini giovanili, quando sapevi che il giorno x all'ora y c'era
quello spettacolo che ti piaceva, e tu aspettavi quella serata... il sapore
era diverso».
Puo' affermare l'imputato di conoscere Gerry Goldsmith?
Sì,
in America è abbastanza rilevante come compositore di colonne sonore,
però è anche conosciuto come il papà di Clio Goldsmith
(?!); per i trekkers è il papà delle colonne sonore dei film
e telefilm trek. Forse le sue colonne sono meno famose ad esempio di quelle
di Star Wars, ma del resto le colonne sonore televisive devono seguire
una storia breve e divisa in atti.
Ascoltando le sigle delle quattro serie televisive si avverte musicalmente
una grossa crescita a livello orchestrale (le ultime sono molto belle)
con una matrice sinfonica. Però un certo tipo di musica la puoi
vivere emotivamente solo dopo aver visto il film».
L'accusato vuole fare un'ultima dichiarazione?
«A
parte la simpatia che ho per Star Trek, e quindi per i suoi fans, chi segue
queste storie tramite web è già nel futuro, e qui, su WebTrek
Italia, siamo già nel mondo di Star Trek.
Mi auguro insieme a loro che si possa avere sempre più spazio, con
una trasmissione monografica con curiosità e notizie, fatta alla
televisione o su Internet. O anche alla radio, un sogno».
La difesa ha finito, il verdetto spetta a voi signori della giuria.